E’ capitato a tutti di notare qualcuno non certo per la sua bellezza ma per la sua personalità carismatica e per quel fascino ammaliante di chi ci sa fare. Ma cosa significa «saperci fare»? Dietro questa affermazione vi è una fitta gamma di qualità molto complesse da spiegare: resilienza, autocontrollo, intelligenza emotiva e, indubbiamente, carisma.
Il talento, la professionalità, la laboriosità… sono tutte doti fondamentali, tuttavia, potremmo anche essere i migliori del tuo settore, ma se non sappiamo presentarci in modo adeguato, le nostri doti potrebbero passare completamente inosservate.
Attenzione! Non stiamo dicendo che le competenze professionali passano in secondo piano. Piuttosto stiamo ponendo l’accento su un’ulteriore competenza che, troppo spesso, non viene potenziata; in realtà non si tratta di un’unica caratteristica, bensì di una serie di competenze personali che spesso vengono raggruppate sotto il termine di leadership.
Il giusto mix tra competenze professionali e personali
In premessa abbiamo citato la resilienza, l’autocontrollo, l’intelligenza emotiva e il carisma. Si tratta indubbiamente di competenze personali che nessuno mai ci aiuta a sviluppare. Muovendoci nella vita, sia nel mondo del lavoro che in quello degli affetti, diamo per scontato che si tratta di doti innate che o ci sono o non ci sono.
Nel nostro percorso formativo, spendiamo molte ore ad accrescere le nostre competenze professionali. Investiamo soldi per garantirci una buona istruzione, frequentiamo master, dottorati di ricerca, per non parlare dei classici percorsi universitari. Investiamo il nostro tempo e le nostre energie ad acquisire nozioni con la speranza (e la credenza) che potranno tornarci utili nel mondo del lavoro… tuttavia facciamo davvero poco per migliorare le nostre competenze personali.
Eppure la realtà del mondo in cui viviamo ci racconta che possiamo essere persone dotate, intelligenti, molto abili nella nostra professione ma che, tuttavia, potremmo non riscuotere alcun successo se non sappiamo proporci nei modi giusti.
Nel mondo del lavoro, così come nella sfera affettiva, le modalità in cui gestiamo le relazioni interpersonali definiscono chi siamo. Per spiegare tutto con una metafora, possiamo dire che le nostre abilità professionali sono la portata principale, ma senza un buon contorno e una buona «mise en place», nessuno vorrà mangiare la nostra portata! Il carisma e la leadership rappresentano quel «contorno» indispensabile per brillare in qualsiasi contesto.
Il carisma e la leadership
In psicologia, il termine carisma denota la capacità di esercitare una forte influenza su altre persone. Non è un caso che questo appellativo sia spesso attribuito a personalità di spicco, soprattutto nel panorama politico, sportivo e nei movimenti artistici.
Le persone carismatiche sono persuasive, sanno usare il linguaggio molto bene e sanno interagire con gli altri in maniera ottimale. Queste persone usano le loro capacità per influenzare l’atteggiamento degli altri senza mai sentire il bisogno di imporsi con prepotenza, semplicemente, le persone carismatiche riescono a trovare buone argomentazioni per sedurre il prossimo e catturarne l’attenzione.
Il concetto di carisma è spesso associato a quello di leadership. Esistono molte definizioni di leadership, per semplificarne il significato, possiamo dire che la leadership è l’insieme di quelle competenze personali che consentono di catturare l’attenzione di un intero gruppo, fino a poterlo gestire e trainare. Non è un caso che la parola lead, in inglese, significa condurre.
Sviluppare le competenze personali
Esistono molti manuali che spiegano «come diventare un buon leader» o «come essere carismatici»… tuttavia è fondamentale sottolineare che non bisogna fare l’attore: quello del leader (o della persona carismatica) non è certamente un ruolo da interpretare ma una modalità esistenziale da raggiungere con esercizio, dedizione e impegno.
Certo, conoscere l’ABC del sapersi comportare è importante. Ma veri leader si diventa sviluppando competenze personali e abilità sociali e non imparando a stringere con fermezza una mano o tenendo le braccia lungo i fianchi.
Il linguaggio del corpo, infatti, è un punto molto importante quando si parla di leadership ma non è il focus principale. Il focus principale sta nella capacità di costruire la fiducia degli altri, sta nel saper riconoscere i limiti dell’ambiente che ci circonda, sta nel riconoscere le dinamiche di potere, sta nel saper coltivare la giusta dose di resilienza…
Investire nel potenziamento delle proprie skills (abilità) significa anche imparare a guardare al mondo in modo differente, migliorare attitudini, atteggiamenti, competenze sociali… In questo contesto, frequentare un corso di leadership potrebbe essere la scelta migliore.
I consigli pratici non servono!
Il web è ricco di consigli pratici, questi suonano più o meno così:
Mantieni una buona flessibilità mentale
Parla con calma ma a voce alta
Usa un tono di voce chiaro e deciso
Scegli con cura le parole
Assumi una camminata lenta e decisa
Non guardare mai verso il basso
Guarda negli occhi gli altri con uno sguardo profondo
Assumi una postura eretta
Quando ti presenti, fallo con una stretta di mano forte e sicura
Non urlare, soprattutto in pubblico
Certo, questi consigli pratici possono essere un modo rapido per potersi orientare ma di certo non ti trasformeranno in un buon leader. Come premesso, quello del leader non è un ruolo da interpretare ma si tratta di qualità concrete da sentire e padroneggiare nel rapporto con gli altri.
La pratica (il tono di voce calmo e pacato, le mancate manifestazioni di rabbia in pubblico, lo sguardo sicuro e deciso, la scelta delle parole incoraggianti…) è una diretta conseguenza dell’acquisizione di quelle competenze personali descritte in precedenza.
Un buon leader, infatti, impara a vedere il mondo in modo diverso, è un ottimo osservatore tanto che impara a riconoscere schemi comuni in diversi contesti. Un buon leader è consapevole delle proprie potenzialità, delle dinamiche di potere e soprattutto conosce l’ambiente sociale ed economico in cui si muove. Altri aspetti fondamentali sono la conoscenza dei limiti (propri e sociali) e soprattutto la resilienza.
Con queste competenze, un buon leader dispone della credibilità necessaria per guadagnare la fiducia degli altri. Credibilità, fiducia e persuasione non sono caratteristiche “che cadono dal cielo” ma doti che si sviluppano con molta dedizione, curando l’autenticità personale e la resilienza compresa la propensione a cooperare con l’altro anziché competere.
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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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