Naturalmente possono esserci una miriade di ragioni per cui una coppia si lascia. Ci sono però dei motivi fondamentali che riguardano tutti (o una fetta significativa di persone), e che spiegano perché così tante relazioni terminano (o si trascinano a fatica), anche se partite con le migliori intenzioni. Di seguito ne elenco quattro; conoscerli può anche aiutare a capire alcuni problemi della propria relazione (e magari come risolverli), oppure ad evitare di ricascarci la volta successiva.
- Le relazioni non sono fatte per durare a lungo
- Le coppie sono basate sull’attrazione – che però non basta
- Abbiamo aspettative troppo elevate
- Molte persone sono immature o problematiche
1. Le relazioni non sono fatte per durare a lungo
Prima di tutto, le relazioni non durano perché non sono “progettate” per durare nel tempo. Quasi nessuna specie mammifera è monogama, e nessun primate sociale lo è. La coppia monogamica a lungo termine è un’istituzione culturale che sicuramente offre molti vantaggi; ma che non ci viene naturale.
L’impulso di unirci ad un’altra persona ci viene naturale. Ma alla Natura “interessa” solo che ci riproduciamo, non che siamo felici o che ci amiamo (ovviamente la Natura non ha alcuno scopo intenzionale, non è una persona o un’entità superiore; qui la intendo in senso biologico ed evolutivo). L’impulso di accoppiarci, e l’innamoramento, appaiono come il sistema della Natura per indurre a riprodurci e perpetuare la vita.
Infatti durante l’innamoramento siamo come “drogati” (a livello biochimico), e questo ci induce a legarci all’altro, a progettare una vita insieme, e a fare l’amore ogni volta che sia possibile. Però l’innamoramento finisce entro 6–18 mesi, ed anche l’intesa di coppia e la passione calano dopo i primi 2–3 anni.
Nelle coppie monogame stabili il desiderio sessuale diminuisce col tempo, e quasi tutte le donne non desiderano più il partner dopo i primi anni (ed anche alcuni uomini). Le coppie felici sono una minoranza; molte di quelle che durano, sono però infelici o spente. La nostra cultura ci inculca una visione Romantica per cui, se troviamo la “persona giusta”, saremo:
- Sempre felici insieme
- Ci ameremo per sempre
- Ci desidereremo sempre
- Non vorremo nessun altro.
Nessuna di queste quattro promesse è vera: anche il partner migliore sarà imperfetto (non lo siamo tutti?), quindi ci saranno conflitti e delusioni, l’amore cambierà o finirà, il desiderio calerà, probabilmente proveremo desiderio per altre persone.
In parole povere, non siamo fatti per relazioni monogamiche a lungo termine. Quindi le relazioni raramente durano molto a lungo (oppure se durano è in modo poco appagante), perché non è nella loro natura. Una coppia duratura e felice è l’eccezione, non la regola.
2. Le coppie sono basate sull’attrazione – che però non basta
Quasi tutte le persone scelgono il partner in base all’attrazione fisica prima di tutto. Anche se lo negano, anche se non se ne rendono conto; molti sono travolti dall’attrazione e la chiamano “amore”.
L’attrazione è un fenomeno naturale (accade a qualsiasi animale), basato su motivazioni evolutive (cioè indirizzate a propagare i propri geni).
Il problema è che l’attrazione non indica compatibilità: possiamo benissimo sentirci attratti da un serial killer o da una psicopatica. Per cui se scegliamo in base all’attrazione possiamo ritrovarci, dopo qualche tempo e passato l’entusiasmo iniziale, con un partner con cui abbiamo poco a che fare, con cui c’è poco da dire, che vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi. E in questi casi sono inevitabili incomprensioni, litigi e conflitti, insoddisfazione. L’altro potrebbe rivelarsi una specie di “alieno” per noi, la cui sola presenza ci irrita.
Inoltre l’attrazione col tempo decade, per cui nella coppia viene a mancare il legante della passione e del sesso. Molte persone che, un giorno, si ritrovano a pensare “Non lo/la amo più”, in realtà hanno soprattutto perduto l’attrazione o la passione verso il partner, che era l’elemento che più li legava.
3. Abbiamo aspettative troppo elevate
In genere abbiamo aspettative troppo elevate riguardo le relazioni amorose. Di nuovo, la cultura romantica ci fa credere che il partner possa essere tutto: il nostro amante, amico, confidente, compagno, collega, tuttofare, cuoco, domestico, psicologo; che sia sempre comprensivo, amorevole e paziente; che indovini i nostri bisogni e li soddisfi con entusiasmo – ogni santo giorno! Ma nessun essere umano può fare tutto questo, con totale devozione, 365 giorni l’anno; nemmeno Superman.
Se abbiamo tutte queste aspettative, è ovvio che prima o poi verranno deluse e resteremo amareggiati, feriti e ce la prenderemo col partner. Che magari fa tutto quello che può, ma poverino/a, è solo umano perdiana! Perciò nessuna relazione è esattamente come vorremmo, e non c’è mai una compatibilità al 100%. Un amore perfetto, totale, assoluto – come molte donne sognano – può esistere solo nelle favole.
Quando la delusione subentra, alcuni fanno i conti con la realtà e imparano ad “accontentarsi” della relazione che hanno (nel senso di apprezzarla pur con i suoi limiti). Altri invece non sopportano la frustrazione, o si attaccano ad ideali romantici, e lasciano il partner nella speranza di trovarne uno migliore. In effetti, certe persone si ritrovano sempre sole perché ricercano la perfezione.
4. Molte persone sono immature o problematiche
Buona parte degli esseri umani hanno una serie di “deficit”:
- Sono immaturi, tormentati, egoisti, pretenziosi.
- Hanno ferite emotive dall’infanzia, mancano di intelligenza emotiva, hanno scarsa capacità di amare in senso pieno (provano passione o bisogno, e credono sia amore).
- Non sanno comunicare, mancano di empatia (quindi non sanno mettersi nei panni degli altri), non capiscono il sesso opposto, ecc.
Per costoro far funzionare una relazione è ancora più difficile che per una persona “sana”, quindi le loro tenderanno a decadere rapidamente, oppure a trascinarsi a stento. Incapaci di riconoscere le proprie mancanze, tendono a dare la colpa al partner o al mondo, spesso cadendo nel vittimismo e ritenendosi “sfortunati in amore”.
- L’idea per cui “Posso vivere un amore straordinario anche se sono una persona ordinaria, o carente” è illusoria.
- Lo stesso vale per l’idea “Quando ci si ama tutto si risolve”.
Una relazione è la somma dei due partner, per cui se sono entrambi seriamente manchevoli i loro difetti si sommeranno – anche se si amano. Una relazione che funzioni necessita di due persone ragionevolmente “sane”, mature e capaci; quando così non è, finisce col diventare un “campo di battaglia” fra due “bambini” che litigano.
Altri motivi che sono sintomo, non causa
Qualcuno dirà che certe relazioni finiscono a causa di un tradimento, o per i frequenti litigi, o perché uno dei due è freddo e scostante, ecc. Certo questi sono motivi significativi che possono contribuire ad una rottura, ma in genere sono più un sintomo che una vera causa: cioè sono spesso provocati da cause più profonde, che la coppia non comprende o non vuole ammettere. Per esempio:
- Qualcuno può tradire perché non si sente amato, o apprezzato, o considerato.
- Molte coppie litigano perché i partner non si capiscono, hanno valori diversi, si sentono trascurati.
- A volte un partner si chiude e si raffredda perché i suoi bisogni sono stati negati o ignorati ripetutamente.
In tutti questi casi, il problema evidente è provocato da una causa più profonda. E’ importante riconoscere le vere cause di conflitto, perché se si rimane concentrati sul sintomo non sarà possibile risolvere il problema sottostante.
Le relazioni amorose sono difficili
In sintesi, le relazioni sentimentali sono difficili, ed è ancor più difficile farle durare. L’idea per cui “L’amore è una cosa semplice” è uno dei tanti miti romantici. Per una relazione felice servono molte qualità, che tanti non posseggono e non hanno voglia di sviluppare (invece sperano che “la persona giusta” risolva magicamente i loro limiti). Invece di dare per scontato che l’amore duri, dovremmo riconoscere che è un “tesoro prezioso” che richiede cure e investimenti continui.
Una lettura per accrescere la propria consapevolezza
Siamo tutti il frutto del nostro passato, siamo diventati quello che siamo a causa, (o grazie) alle esperienze che abbiamo avuto in famiglia, con gli amici, a scuola, al lavoro, nelle relazioni. Possiamo però non limitarci a “essere la conseguenza di quello che è stato”, ma regalarci la possibilità di essere semplicemente come meritiamo di essere.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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