L’amore maturo si caratterizza per reciprocità e stima, equilibrio, rispetto e progetti condivisi. Una coppia immatura si caratterizza per amore superficiale e vive di gesti eclatanti, pretese e aspettative infrante. Prima di elencarti i tre indicatori chiave di immaturità affettiva, è necessario fare delle premesse: l’immaturità affettiva non arriva dal nulla ma pone le radici nella storia personale dei due partner. La prima forma di affetto che apprendiamo è l’amore genitoriale, la prima espressione verbale di affetto che impariamo è quel semplice ma potente «ti voglio bene».
La prima forma d’affetto che apprendiamo: «ti voglio bene»
Non tutti sanno cosa vuol dire essere rispettati e stimati. Stimare e rispettare una persona significa riconoscerne il valore e apprezzarla. Nutrire affetto per una persona significa desiderare il meglio per lei e supportare, in modo implicito o esplicito, il suo benessere. La frase più diffusa, impiegata per manifestare affetto è il classico: «ti voglio bene».
Alla base di un «Ti voglio bene» pronunciato da un parente, dal partner o da un amico, ci sono stima e rispetto uniti al desiderio che la persona-bersaglio possa avere il meglio dalla vita. «Ti voglio bene» significa questo: desidero il meglio per te, non farò nulla per ostacolare il tuo benessere, anzi, nel rispetto di me stesso e delle mie possibilità, cercherò di coadiuvarlo. Molte persone conoscono solo manifestazioni fisiche dell’affetto, tuttavia, baci, abbracci, coccole, carezze, regali e sorrisi, non sono necessariamente espressioni di stima, rispetto e affetto.
Questi concetti così basilari, spesso sfuggono a chi, durante l’infanzia, non ha avuto l’opportunità di costruire confini sani e così finisce per violare i confini degli altri o lasciare che gli altri violino sistematicamente i propri. Il concetto di confine è determinante in psicologia e lo è altrettanto per la salute individuale e per stabilire relazioni sane e appaganti.
Con l’accudimento, il genitore trasmette al bambino il valore dei propri confini, insieme alla dignità dell’essere persone complete, rispettabili, meritevoli di fiducia, stima e amore. È in questo modo che i figli imparano a farsi rispettare, a porre dei limiti a ciò che sono disposti a tollerare e apprendono come dire «no» a richieste scomode, limitanti o eccessive. Siamo stati tutti figli, quindi tutti noi abbiamo imparato le basi del rispetto e dei limiti personali durante la nostra infanzia. Non tutti, però hanno appreso le basi giuste.
La profondità delle «attenzioni più mature»
Chi è cresciuto con genitori invischianti, abusanti, trascuranti, eccessivamente ansiosi… non saprà «lasciar entrare e accogliere con piacere» ne’ saprà «tenere fuori e respingere». Non saprà trovare la giusta distanza tra sé e l’altro e finirà per fondersi oppure chiudersi completamente. Avrà inoltre problemi con i confini interiori: non saprà individuare i propri bisogni e non avrà un chiaro senso dell’identità personale. L’assenza di sani confini favorisce ulteriori esperienze invischianti e abusive. Non conoscendo altre realtà, alcune persone imparano ad essere «normalmente violate» e vivono senza capire dove sta il limite, dove sta il confine (proprio/altrui) da rispettare. Perdono di vista anche il confine tra giusto e sbagliato.
In assenza di qualsiasi punto di riferimento, molte persone confondo regali, attenzioni eclatanti e tenerezze con autentico affetto. Alcune persone, infatti, non avendo conquistato ed elaborato il concetto di stima e reciprocità, riescono ad apprezzare solo determinati gesti mentre si perdono tutte quelle che sono le «attenzioni più mature».
Le «attenzioni più mature» sono rappresentate da gesti meno eclatanti ma che ti possono davvero alleviare la giornata. L’ascolto empatico, la vicinanza emotiva, l’essere capito e accolto, sono tutte manifestazioni d’affetto troppo sottovalutate. Qualcuno ti dirà che sono i piccoli gesti quelli che contano davvero, questo in parte è vero, ma nella realtà concreta, sono le azioni invisibili che contano davvero, quelle azioni che non si vedono con gli occhi ma che si sentono con il cuore. Se ti sfoghi con un amico indifferente alle tue problematiche, il tuo non resterà altro che uno sfogo sterile. Quando dall’altro lato c’è interesse e ascolto, dopo ti sentirai alleggerito, accolto e capito. In fondo noi umani siamo organismi semplici, vogliamo solo essere compresi nelle nostre mille complessità.
Indicatori di immaturità affettiva nella coppia
Quando non si hanno confini ben delineati, può essere facile inciampare in una relazione immatura o addirittura disfunzionale, magari riproponendo modelli affettivi appresi nella propria famiglia d’origine. Riflettere sul concetto di confine interpersonale e su ciò che riteniamo accettabile in una relazione, può fornirci dei punti di riferimento. In una relazione immatura, si è disposti a sopportare troppo.
E’ accettabile mantenere una relazione con qualcuno che non ci stima o che ci manca di rispetto? Probabilmente, tutti sappiamo che il rispetto è l’ABC di ogni relazione, tuttavia, molti di noi finiscono per rimanere completamente invischiati in relazioni dove la parola rispetto perde di ogni suo significato. Il motivo? Non sempre riconosciamo i segnali perché tendiamo a tollerare troppo. Fin da bambini siamo stati addestrati a sopportare: «non piangere» che in altre parole significa «sopporta il dolore senza lamentarti», «devi calmarti, fai il bravo!» che in altre parole significa «sopporta la situazione senza dar fastidio». In queste parole non c’è attenzione, non c’è interesse, non c’è empatia, c’è solo il desiderio genitoriale di archiviare qualsiasi questione senza dover accogliere, accudire, sostenere o consolare. Il bambino impara a sopportare per il bene dell’altro, accantonando i propri bisogni.
Così da adulti dimentichiamo che possiamo imparare anzitutto ad accogliere e sostenere noi stessi. Dimentichiamo che possiamo imparare a auto-consolarci e soprattutto diamo per scontato che nessuno mai lo farà, perché chi avrebbe dovuto amarci più di tutti (i nostri genitori) non lo ha fatto o comunque non ha dimostrato l’affetto nella sua dimensione più matura, ma lo ha fatto con gesti eclatanti. Gli indicatori di stima e rispetto altro non sono che fattori rientranti nella dimensione più matura e profonda dell’amore. Vediamo insieme quali sono i tre fattori chiave che indicano immaturità affettiva nella coppia.
#1. Non ti capisce davvero e neanche si sforza di farlo
Molte relazioni vivono di pregiudizi. Ciò significa che i partner si fanno un’idea rigida dell’altro e la portano avanti, accogliendo le parole dell’altro come conferma dell’idea personale. In pratica nella coppia c’è abbondanza di “frasi lette male” o “incomprensione di intenti“. Quando siamo prevenuti, tendiamo ad ascoltare male. Anche quando il benessere dell’altro non ci sta a cuore tendiamo ad ascoltare male o non ascoltare affatto.
Stimare qualcuno significa mettere da parte i propri preconcetti per sforzarsi di comprenderlo. L’approccio giusto è questo: «quando l’altro parla, mi sforzo di ascoltarlo e prima di rispondere mi assicuro di aver compreso. Non rispondo solo per competere o per assecondare… ma il mio è un ascolto attento e attivo.»
Il pensiero di base è questo: «riconosco il valore del mio interlocutore e mi sforzo di comprendere il suo punto di vista, perché il suo punto di vista anche se differente dal mio, ha lo stesso valore del mio».
#2. Non si assume la responsabilità del suo benessere
In qualsiasi relazione ci sono aspettative, ed è giusto che ci siano. Nessuna aspettativa, però, può pretendere che sia l’altro il garante della propria felicità. Ognuno è responsabile dell’appagamento personale. Ci sono coppie in cui uno dei partner è sempre pronto a incolpare l’altro se qualcosa gli va male. Semplicemente, se reputi il tuo compagno o il tuo amico, l’artefice della tua infelicità… allontanalo. Ricorda che sei tu che ogni giorno scegli di stare nella relazione. Anche frasi come «guarda cosa mi hai fatto fare» sono solo alibi. Certo, alcune persone possono portarti allo stremo delle forze, ecco perché hai bisogno di assumerti la responsabilità del tuo benessere: impara a mettere distanze, paletti, confini e anche muri se necessario!
#3. Si aspetta che tu lo completi
Quando l’identità individuale non è solida, i confini tra sé e altro sono sfumati, così, ci si aspetta che l’altro possa -come per magia- completarci e sopperire a ogni mancanza. Lacune nella propria identità persona possono causare vuoti emotivi, insoddisfazione cronica e rabbia. Così, il partner, finisce per diventare il contenitore e il bersaglio di ogni sfogo. In questo contesto, la coppia si caratterizza per litigi molto intensi e sfuriate che inevitabilmente finiscono per appianare la strada a un precario periodo di calma. La relazione diventa un’altalena, una giostra estrema che a tratti ti fa sentire solo e sconfitto, arrabbiato e a tratti ti fa sentire euforico e innamorato.
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Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro best seller “Riscrivi le pagine della tua vita” edito Rizzoli
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