Prova a pensare alle tue giornate, quanto spesso provi rabbia, frustrazione e impotenza? Io, per esempio, mi sento impotente e frustrata ogni volta che devo avare a che fare con la burocrazia. Le mie esperienze mi hanno insegnato che gli impiegati delle pubbliche amministrazioni fanno molti pasticci e che la burocrazia è lenta, così, quando devo affrontare questioni del genere, mi sento impotente e sconfitta. Subisco la situazione. Solo di rado mi occupo di questioni burocratiche, pertanto non ho bisogno di lavorare su quelle sensazioni: sono rare e passeggere.
Questo subire, infatti, “va bene” solo finché il senso di rabbia e impotenza è ripartito in un ambito minuscolo della tua esistenza. Tuttavia, se ti senti frustrato a causa delle lunghe file alla cassa, del traffico del sabato sera, della relazione che non funziona come dovrebbe (…) e del solito tram tram quotidiano, allora la vita la stai subendo. Non la stai vivendo da protagonista.
Nella vita ci comportiamo come soggetti passivi mentre gli eventi ci segnano. Più andiamo avanti e più ci sentiamo segnati dalla vita, plasmati da ciò che ci capita e non da ciò che scegliamo. Non siamo consapevoli di essere soggetti attivi che, a loro volta, possono segnare gli eventi della propria vita! Non sappiamo che, giorno dopo giorno, siamo noi che possiamo forgiare noi stessi e, non sapendolo, lasciamo tutto nelle mani degli eventi che ci capitano!
Il risultato di questa inconsapevolezza? Viviamo in un eterno passato: le insoddisfazioni di ieri si sovrappongono con quelle di oggi. Il nostro presente diviene lo specchio del nostro passato e ogni prospettiva di cambiamento è solo illusoria. Il vero cambiamento, infatti, si verifica solo quando diveniamo consapevoli della nostra natura di «soggetti attivi», protagonisti indiscussi; il vero cambiamento si verifica quando riconosciamo il nostro intrinseco potere e ci assumiamo la responsabilità della nostra stessa felicità.
Attenzione! Tale prospettiva non nega l’effetto del caso, della fortuna o della sciagura. Alcune persone hanno semplicemente ricevuto le «pressioni giuste» fin da bambine mentre altre partono con degli handicap. E diciamocelo: la vita non è come il golf in cui ti regalano dei punti extra se parti svantaggiato, nella vita non esiste una corsia preferenziale per chi ha sofferto tanto. Quella corsia, però, puoi costruirtela da solo se divieni consapevole del tuo potere intrinseco. Puoi farcela. Ma andiamo alle origini. Perché sei diventato ciò che sei oggi?
Perché sei ciò che sei?
Noi forgiamo noi stessi ogni giorno, in base alle reazioni che “scegliamo” di assumere in relazione agli eventi della vita. In teoria, nuove esperienze vissute possono modificare la nostra personalità, possono dunque renderci più protagonisti della nostra vita. Ma partiamo delle origini. Ho scritto che possiamo “formare” noi stessi in base alle esperienze che facciamo; in passato, in modo del tutto inconsapevole, abbiamo iniziato a plasmarci in base alle pressioni ricevute nell’ambiente psicosociale in cui siamo cresciuti (alle esperienze relazionali, sociali… a partire dal legame genitoriale, legame con gli amici di scuola). Le esperienze precoci, cioè quelle che abbiamo fatto da bambini, giocano un ruolo principale per due motivi:
- Temporale (perché si verificano prima di tutte le altre)
- Fisiologico (perché si verificano mentre le nostre strutture nervose iniziano a maturarsi)
Prova un po’ a ragionarci su. Nelle relazioni, sei diventato un ascoltatore o un gran chiacchierone? Sei il leader o quello che se ne sta in disparte? Quello che approfitta o quello sempre super-disponibile? Le tue risposte, trovano un’analogia con i tuoi vissuti relazionali del passato? Probabilmente sì. Se qualcuno ha pensato «prima non ero così», allora deve essere avvenuta nella tua vita un’esperienza dalla forza tale da modificare il tuo senso del sé. Allora dovrai riflettere su come quell’esperienza ti ha cambiato.
I ruoli che assumi
I ruoli che assumiamo nella vita tendono a mantenersi costanti perché noi, con il nostro comportamento, finiamo per maniere costante il nostro ambiente sociale e psichico. Ciò che significa in termini pratici? Che se fin da piccoli siamo stati bollati come perdenti, finiremo per sentirci spesso dei falliti. Al contrario, se siamo stati etichettati come vincenti perché il nostro ambiente sociale (già alla nascita) era supportivo e quello psicologico era pieno di sentimenti di appartenenza, unione e condivisione, allora finiremo per tracciarci un cammino da vincente (come si dice? Nati con la camicia…!). È una mera questione di apprendimento.
A causa dei nostri apprendimenti, finiamo per costruirci un presente su misura del nostro passato. Questo è anche logico. Uno scultore che sa creare solo statuine a forma di elefante, si specializzerà in quel settore e creerà solo elefanti finché non imparerà anche a realizzare giraffe, coccodrilli e panda. È l’apprendimento che gli darà la possibilità di fare altro, ma solo se devia dalla condizione iniziale di “fabbricante di elefanti“. Così anche per te. Sono le esperienze che ti hanno trasformato in ciò che sei oggi, finché non ti darai la possibilità di deviare dalla tua traiettoria, fare esperienze inedite e acquisire gli strumenti per trasformarti nel tuo sé ideale così da vivere finalmente la vita che meriti, da vero protagonista. Riflettici un po’. Le pressioni che hai ricevuto nelle tue esperienze di vita, fin da bambino, come ti hanno insegnato a essere? Come ti hanno insegnato a sentirti?
Le 5 consapevolezze
Per essere fedele al titolo, ti ripoterò alcune delle consapevolezze immancabili che non mancano nella vita di chi ha “deciso” di vivere da vero protagonista, a dispetto di tutto ciò che di brutto gli sia capitato.
Chi vive da soggetto attivo, è consapevole dell’effetto che i suoi vissuti hanno avuto sulla sua personalità. Ciò significa che non si incolpa per ciò che è ma si accetta pienamente. Comprende che nel suo passato ha fatto il meglio che poteva con i pochi strumenti che gli erano stati dati. Chi vive da protagonista è consapevole dell’effetto che le sue parole sortiscono sugli altri. Prima di parlare riflette, usa bene le parole perché sa che non è ferendo gli altri che guarirà se stesso.
È consapevole dell’effetto che hanno le sue emozioni sulle sue azioni e su questo punto ho bisogno di dilungarmi perché siamo abituati a vedere le emozioni come qualcosa di astratto ma non lo sono affatto. Le emozioni sono concrete alle origini (a livello fisiologico, nel nostro corpo quando emergono) e sono concrete nei loro effetti, nelle nostro mondo esterno. Nel nostro corpo, le emozioni sono ciò che proviamo in concomitanza di modificazione psicofisiologiche. Se provi qualcosa è perché nel tuo corpo stanno avvenendo reazioni biochimiche, segnali neurotrasmettitoriali e ormonali in primis. Le emozioni che provi sono concrete nei loro effetti perché guidano i tuoi comportamenti.
Esempio semplice ma efficace: se hai paura eviti, non agisci, non parli, non ti esponi. Ecco come un’emozione è concreta nel tuo agire. Chi vive da protagonista è fortemente consapevole degli effetti che hanno le sue emozioni sulle sue condotte. È altresì consapevole degli effetti che hanno i pensieri sulle sue emozioni.
I pensieri vanno utilizzati con consapevolezza perché sono il mezzo di cui disponi per gestire le emozioni che provi. Il dialogo interiore e l’assunzione di uno scambio rassicurante con se stessi, possono aiutarci a prenderci cura delle nostre emozioni e raccogliere i frutti di queste premure anche (e soprattutto) a livello comportamentale. A volte ci sforziamo di fare qualcosa, tuttavia nella nostra esperienza di vita abbiamo capito che la sola forza di volontà non basta. La forza di volontà è solo uno dei tanti ingredienti necessari per portare a termine un obiettivo (che sia un esame universitario, una consegna di lavoro, andare in palestra, condurre una vita “ordinata” o il mettersi in forma!). Le emozioni, se non modulate, possono remarci contro. Ecco perché bisognerebbe disporre degli strumenti giusti per «prendercene cura». Prestiamo poca importanza alla salute emotiva, senza considerare che essa è la chiave di tutto.
Se ti piace quello che scrivo, sappi che nel mio libro bestseller «Riscrivi le Pagine della Tua Vita» ti spiego come invertire la rotta e smettere di vivere in base agli apprendimenti del passato. Si tratta del libro più consigliato dagli psicologi e ti mostrerà come potrai essere finalmente protagonista della tua vita. Lo trovi in tutte le librerie o su Amazon, a questa pagina.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli
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