I segnali che indicano che dovremmo abbandonare il nostro proposito

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
“Se interrompiamo ogni movimento, la nostra mente diventa tranquilla, e questa pace, in seguito,
provocherà di nuovo il giusto movimento.” – Deshimaru Taisen

Le sfide che si presentano lungo il nostro cammino non sono sempre facili da affrontare; certo non bisogna mollare alla prima difficoltà, ma ci sono sintomi, spaccature e crepe insanabili che dovrebbero farci capire che è il momento di lasciar andare.

In amore, nel lavoro, nello studio, nelle relazioni sociali non sempre è semplice capire quando è giusto abbandonare un proposito; perseveranza e caparbietà sono divise da una linea molto sottile e non è sempre possibile distinguerle con precisione, soprattutto quando sono in gioco le emozioni.

Ci sono alcune situazioni in cui desistere è l’alternativa più intelligente

Forse vi siete posti un obiettivo che è ormai impraticabile perché le circostanze sono cambiate, o forse avete sbagliato a scegliere il vostro obiettivo o non vi risulta più così interessante come prima. Le cause sono molteplici, ma il fattore comune è lo stesso: vi causa maggiori problemi insistere piuttosto che abbandonare.

Non diamo il meglio di noi stessi se non considerassimo che ciò che stiamo facendo ne vale la pena. Questo significa che siamo noi stessi a metterci il bastone tra le ruote, che ci inganniamo o rifiutiamo di guardare in faccia alla realtà. Infatti, il problema è che a volte diamo alle cose un valore esagerato pensando che qualcosa sia più attraente di quanto è in realtà e che non possiamo vivere senza di questo.

Probabilmente all’inizio pensavamo che il nostro obiettivo era importante, ma dopo un certo tempo, veniamo assaliti dalla sensazione di vuoto o forse siamo travolti da un uragano di emozioni e conflitti che ci scoraggiano. A quel punto, possiamo razionalizzare ciò che ci sta succedendo pensando che sono solo ostacoli lungo il cammino e che dobbiamo persistere. Quando però il disagio non ci abbandona è forse giunto il momento di fermarci e riconsiderare il nostro proposito.

Desistere implica, in un modo o nell’altro, dover affrontare un certo grado d’incertezza

Questa decisione non è facile da prendersi perché ci sentiamo collegati emotivamente con quei progetti o relazioni che a suo tempo furono importanti per noi. Infatti, un’altra delle cause che ci impedisce di abbandonare un progetto o una relazione è la paura di accettare che ci sbagliamo o la reticenza a cambiare i nostri piani per paura dell’ignoto. Tuttavia, in alcuni casi è la decisione più intelligente.

“Conosci la sosta e possiederai la stabilità,
una volta stabile potrai riposarti,
in riposo potrai essere sereno,
nella serenità potrai riflettere
e con la riflessione potrai riuscire”
.
– Zengzi

I segnali che indicano che si dovrebbe abbandonare

Non possiamo sempre controllare gli eventi che si presentano nella nostra vita, ma siamo noi che decidiamo l’atteggiamento con cui affrontarli. Può capitare che spesso vi sentiate in colpa perché non riuscite a “fare contente” le persone che vi circondano o che amate, a soddisfare le esigenze del capo e dei colleghi. Oppure può verificarsi che abbiate la sgradevole sensazione di non essere ciò che “dovreste” essere, di non riuscire a piacere a tutti e ad esserci per tutti. Siete consapevoli di aver scelto un compito impossibile?

– Avete continui dubbi sul proposito o sulla relazione, domande per le quali non trovate risposte soddisfacenti.

– Invece di provare soddisfazione, la sensazione d’ansia diventa sempre più intensa.

– Avanzando non vi sentite felici ma provate una sensazione di vuoto.

– Vi muovete in modo meccanico, per abitudine.

– Facendo un bilancio vi rendete conto che le risorse, il tempo e l’energia dedicati al progetto superano enormemente i benefici e le soddisfazioni.

– La vostra salute fisica e mentale iniziano a soffrirne.

PER CONCLUDERE….

Non possiamo sempre controllare gli eventi che si presentano nella nostra vita, ma siamo noi che decidiamo l’atteggiamento con cui affrontarli.
Può capitare che spesso ci sentiamo in colpa perché non riusciamo a “fare contente” le persone che ci circondano o che amiamo, a soddisfare le esigenze del capo e dei colleghi. Oppure può verificarsi che abbiamo la sgradevole sensazione di non essere ciò che “dovremmo” essere, di non riuscire a piacere a tutti e a esserci per tutti. Per tutti questi motivi è giusto chiedersi: sono consapevole di aver scelto un proposito possibile?

Come punto finale, dovremmo ricordare sempre le parole di Henry Ward Beecher: “La differenza tra la perseveranza e la caparbietà è che la prima dipende da una forte volontà, mentre la seconda da un grande NO”.

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