In genere ti spiegano cosa ti manca e cosa devi imparare per poter avere legami stabili e appaganti. In questo articolo voglio provare a fare l’inverso e dirti cosa devi disimparare! Può sembrare qualcosa di contorto ma non lo è affatto. Quando eri piccola e hai instaurato il primo legame con le figure di accudimento, hai imparato diversi costrutti sulla dimensione affettiva… beh, dovrai assolutamente iniziare a mettere da parte la gran parte di ciò che hai involontariamente acquisito! Sì, ti sto dicendo che ognuno di noi impara ad amare e ha un concetto personalissimo di amore e ti sto anche dicendo che questo apprendimento è del tutto involontario e avviene quando siamo bambini.
La linea diretta tra valore di sé e amore
Ora, per complicare il tutto, aggiungerò un’altra nozione. Vi è una linea diretta tra valore personale (autostima) e amore. Avrai sicuramente sentito che non puoi amare qualcuno se prima non ami te stessa, e ciò è verissimo (in fondo lo dice anche Giorgia in una sua canzone… Chi mai ti amerà se non ti ami da te?!). Il bambino impara ad amarsi sempre in prospettiva di quel primo legame che stringe, in genere il legame materno. Più che altro, il bambino impara ad auto-valutarsi e a costruire l’immagine che ha di sé.
Il bambino costruisce il suo valore in base alla qualità delle cure che riceve. Per dirla in parole semplicistiche, ti dico che quando siamo bambini funzioniamo così: “io sono come tu -mamma- mi fai sentire”. Se la quantità di cure elargite saranno adeguate, è chiaro che il bambino si sentirà bene e accrescerà il suo valore e costruirà una sana immagine di sé.
Se le cure e le attenzioni ricevute non sono adeguate, il bambino inizierà a mettersi in dubbio. L’infanzia è una fase cruciale. Quando siamo bambini, infatti, strutturiamo la nostra personalità in base ai feedback che riceviamo dall’esterno, costruiamo l’immagine che abbiamo di noi stessi e impariamo a stringere legami e a rapportarci con il prossimo. Facciamo tutto questo senza saperlo e soprattutto all’insaputa dei nostri genitori che non sono mai stati formati per comportarsi in linea con le esigenze di un bambino. Oggi, per fortuna, la consapevolezza genitoriale sta aumentando.
In un mondo ideale dovrebbe bastare l’amore materno ma nel mondo reale non va così perché a loro volta, i nostri genitori, hanno ferite irrisolte che riversano sul legame genitore-figlio causando anche danni consistenti.
Il bambino è una spugna
Un’altra frase inflazionata è questa “il bambino è una spugna”. Sì, ma purtroppo non tutti i genitori sanno fino a che punto. Se un bambino sta male e i genitori trattano la questione superficialmente, il bambino imparerà che le sue emozioni non hanno valore, che lui stesso non ha valore. Se il bambino prova rabbia e viene ammonito con un “smettila, tanto non avrai il tuo giocattolo”, ancora una volta il bambino avrà capito che le sue emozioni non servono a nulla. Ancora, frasi come “sei troppo sensibile” “hei, non ti sembra di esagerare?” “calmati un po’…”
Queste frasi creeranno piccole ferite e il bambino apprenderà che le sue emozioni non hanno importanza, imparerà a invalidarsi a non riconoscerle a sopprimerle piuttosto che farle affiorare e elaborarle. Analogamente, se il bambino viene maltrattato, il bambino crede di non essere meritevole di amore. Il motivo? Il bambino non può colpevolizzare la sua mamma (o il suo caregiver) allora colpevolizzerà se stesso per ogni mancanza ricevuta.
Scegli il partner che può confermarti ciò che hai appreso
Quando non si sviluppa una sano concetto di reciprocità, rispetto, amore, valore di sé…. si finisce per rincorrere qualcosa che ci faccia stare bene senza capire bene cosa, ne’ come, ne’ perché. In pratica iniziamo una relazione con la pretesa che sia il partner a sciogliere, con il suo pettine, i nostri nodi… non capiamo che ciò è impossibile, che la vera svolta deve partire da noi, dall’introspezione e… appunto, dimenticando alcuni dei costrutti che funzionano come una scomoda eredità emotiva.
Iniziamo storie con la pretesa che il partner possa cambiare per noi, ci rifacciamo a schemi e modelli appresi da bambini e collezioniamo una serie di relazioni sbagliate. Ciò che apprendiamo da bambini non influenza solo i nostri rapporti sentimentali ma anche il modo che abbiamo di approcciarci alla vita.
Allora tutto è già stato deciso?
No, tranquilla, c’è ancora molto che puoi fare. Oggi sei adulta e la tua felicità, il tuo grado di appagamento…. dipendono solo da te, impara a esplorare i tuoi mondi interiori per muoverti nella vita nella direzione giusta, quella che realmente può darti gratificazioni.
5 cose da disimparare per avere relazioni sane
Come ti ho anticipato, in questa pagina non ti dico ciò che ti manca ma ciò che devi dimenticare… ti parlerò degli insegnamenti che hai appreso quando eri bambina e che oggi ti stanno invalidando –in qualche modo– la vita. In questo mi puoi aiutare, prova a ripensare alla tua infanzia, se c’è qualche emozione disturbante, intercettala e approfondisci: chi ti faceva sentire così e perché? Prima di disimparare devi capire quali sono gli insegnamenti scomodi che hai acquisito. Di seguito ti riporto un breve elenco di credenze sbagliate ereditate dalle nostre figure di accudimento.
1. Sarai amata solo quando riuscirai a essere “abbastanza”: l’amore condizionato
L’amore condizionato cammina a braccetto con l’accettazione condizionata. Una figlia non amata impara che potrebbe essere degna d’amore solo se migliorerà, solo quando sarà abbastanza brava o abbastanza bella… Questo costrutto, in casi estremi, pone le basi per il perfezionismo patologico o per la cosiddetta “Sindrome dell’impostore” che ti fa sentire sempre inadeguato nel tuo ruolo. E’ chiaro che se non ti senti abbastanza, farai più fatica a raggiungere i tuoi obiettivi e ti ritroverai invischiata in relazioni con partner che possano confermarti questa tua credenza… partner che sminuiscono la tua persona invece di valorizzarti, perché tu per prima non lo fai.
2. L’amore fa soffrire, le relazioni sono destinate a finire
In questo scenario si aprono due prospettive. Da un lato, non sono poche le persone che credono che l’amore sia destinato a finire e che quindi sono portate a stroncare le relazioni più felici in modo prematuro… “ti lascio perché tanto la relazione finirà ugualmente“. Dall’altro lato vi è un modello tipico dell’attaccamento evitante “voglio una relazione intima ma ne sono così terrorizzato che non riesco a creare legami profondi”.
Terzo risvolto: normalizzare il dolore come componente dell’amore ti renderà incline a instaurare rapporti che possono farti soffrire… perché potresti essere portata a pensare che chi ti ama davvero ti ferisce. Insomma, solo perché il tuo primo legame emotivo ti ha arrecato dolore… non è detto che lo faranno anche quelli che instaurerai da adulta, a patto di scegliere con attenzione il partner e non lasciarsi guidare nella scelta dal costrutto appreso.
3. L’amore ti rende debole
Rieccoci, anche questo è tipico del modello di attaccamento evitante. Se hai avuto una madre calcolatrice, manipolatoria, narcisista… avrai appreso -a caro prezzo- che l’amore può renderti succube di qualcuno, che l’amore rende vulnerabili e che quindi va evitato perché stringere un legame profondo con un altro ti sottrae del tuo potere, ti toglie autonomia… ti fa perdere il controllo. Magari la vorresti pure una relazione intima felice… ma “sai” (hai erroneamente appreso) che non fa perte.
4. Amare significa fondersi con l’altro, annullarsi per il partner, compiacerlo…
Questo assunto è tipico del disturbo dipendente di personalità. Hai imparato che tu, da sola, non ti basti. Hai imparato che per essere felice hai bisogno di qualcuno… hai imparato che non puoi essere autonoma e che non riesci, da sola, neanche a prendere le decisioni senza prima consultarti con qualcuno, magari da sola non vai neanche in palestra…! Così sei diventata sensibile alle lusinghe, al love bombing, e ahimè, è facile per una figlia non amata confondere un giro sulle montagne russe del Borderline o del Narcisista come il vero amore! 🙂
5. Le relazioni devono essere tumultuose
Proprio non ce la fai, le relazioni senza litigi e senza oscillazioni ti stanno strette… ti annoiano. Questo perché quando eri piccola, magari anche osservando i tuoi genitori, hai assorbito come una spugna che le relazioni sono così… litigiose, combattive e si vive sul chi va là. Gli alti e bassi sono tipici della tua vita perché non hai imparato che la calma, la stabilità e l’equilibrio possono essere più appaganti.
Le buone notizie?
I modelli disfunzionali appresi possono essere “disimparati”, ma devi prima individuarli, elaborare il tuo vissuto e accettarlo. Cosa possiamo fare noi? Seguire la nostra strada. Diventare gli eroi sì… ma di noi stessi! Possiamo smettere di farci definire dalle azione e dalle parole degli altri e finalmente iniziare a definirci da soli. Possiamo imparare ad ascoltare i nostri bisogni e rispettarli, facendoci completamente scivolare le parole velenose del manipolatore di turno. Tutto questo è possibile quando riusciamo ad affermarci. Nessuno ti ha insegnato a farlo, ad affermare te stesso come persona meritevole, degna d’amore e completa. O almeno, nessuno te l’ha insegnato prima d’ora. Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» ti spiego come prenderti cura di te e disinnescare le dinamiche relazionali più scomode, sia in coppia che in famiglia. Nella tua vita c’è un unico punto fermo e quello sei tu. È venuto il momento di rispolverare i tuoi bisogni e metterli al centro di tutto! Il libro lo trovi in tutte le librerie e su Amazon, a questo indirizzo.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del libro bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” – Rizzoli e dell’attesissimo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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