Se la tua relazione non ti soddisfa puoi scappare o darle una seconda vita

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Parliamo di seconde opportunità. A volte, nel dare una seconda chance a qualcosa di esterno a noi, finiamo per concederla anche a noi stessi. Così sopraffatti dal dolore e dalla frustrazione, dimentichiamo che, con un altro approccio emotivo, possiamo dare nuova vita a tutto ciò che ci circonda senza necessariamente stravolgere tutto. Quante volte senti il desiderio di lasciare tutto e andare via? Scappare via dagli impegni lavorativi e/o dalle incombenza familiari, dal partner?

Cosa fa emergere in te questo desiderio? Pensaci. Per esempio, potresti sentirti frustrato e desiderare un nuovo lavoro. Magari ti capita a fine mese, quando i soldi dello stipendio non bastano. Oppure ti capita a fine giornata, perché il tragitto casa-lavoro è lungo e il caos urbano stressante. E dal partner? Cosa innesca in te il desiderio di andare via? Forse le discussioni, i disaccordi, l’ennesimo litigio o la milionesima porta sbattuta, telefonata mancata, aspettativa infranta…

In qualsiasi contesto, in genere, raggiungiamo il limite quando viene violato un bisogno fondamentale. A lavoro, così come nel rapporto con il partner, le molle sono le stesse! In realtà, le relazioni amorose non sono diverse da qualsiasi altra relazione, ci succhiano solo più energie e per questo che nella nostra mente le “trattiamo” in modo diverso. Ma noi siamo uguali, siamo gli stessi. Quindi le molle che ci dicono che abbiamo superato il limite di sopportazione sono:

  • Il sentirsi costantemente non apprezzato
  • Sentirsi in trappola o gestiti da qualcosa di incontrollabile (responsabilità, l’umore dell’altro…)
  • Il sentirsi rifiutati, respinti, giudicati
  • Sentirsi trascurati

A lavoro, ci sentiamo apprezzati mediante la nostra ricompensa danarosa ma anche dal modo in cui ci trattano colleghi e supervisori. In coppia, sono gli atteggiamenti del partner che dovrebbero veicolare sentimenti di fiducia, stima, accettazione, ammirazione… Con i suoi comportamenti e le sue attenzioni, il partner dovrebbe farci sentire sempre apprezzato. Anche se non ne hai fatto esperienza, ti assicuro che funziona così nelle coppie sane che si amano!

A farci sentire intrappolati, invece, sono le responsabilità (come le bollette da pagare), i bisogni economici (come il dividere le spese con il partner, condividere affitto e bollette) e le cose che non riusciamo a gestire (ricatti emotivi, dipendenze affettive).

A volte, infatti, vorremmo scappare ma non ne siamo capaci perché i nostri bisogni economici ci vincolano (a luogo di lavoro, a un partner), così come potrebbe vincolarci una dipendenza affettiva (da un lato, sappiamo di non amare più il partner ma dall’altro non riusciamo a lasciarlo perché non abbiamo una sana indipendenza affettiva). In questi casi, potremmo intimamente convincerci di amare il partner, convincerci che, in fondo, va bene così…. Ma poi la realtà troverà sempre il modo per far emergere le frustrazioni di una scelta forzata, di una trappola ben mascherata. Allora bisogna anche saper scendere a patti con scomode verità. È sempre meglio che fingere di nulla.

Dal desiderio di scappare via al bisogno di ricominciare

Quando qualcuno viola un bisogno fondamentale (sentirsi apprezzato/stimato, libero di agire e quindi non intrappolato, accettato, desiderato…), se non possiamo andare via fisicamente, decidiamo di mettere distanze. Quando non è possibile cambiare le cose, è  certamente una decisione saggia. Allora cosa fai? Riduci la relazione ai minimi termini rendendola ancora più insoddisfacente.

Magari vivete entrambi sotto lo stesso tetto ma in modo parallelo, senza intersecare i vostri percorsi come facevate all’inizio della storia. Analogamente, se non riesci a lasciare il lavoro, riduci l’investimento energetico, fai il minimo necessario per evitare il licenziamento. Questi approcci sono ugualmente un abbandono, solo che non hanno il vantaggio di migliorare la tua vita. Ti renderanno ancora meno motivato a esprimere la migliore versione di te. Un altro bisogno fondamentale umano, infatti, è stare bene con se stessi. È difficile raggiungere il benessere quando siamo in ambienti che non ci valorizzano e dai quali non stiamo traendo il meglio possibile.

Eppure, invece di scappare e mettere distanza, abbiamo un’altra possibilità. Un approccio più assertivo. Abbiamo la possibilità di sperimentarci in ruoli inediti, di diventare il team leader a lavoro -per esempio- o il trascinatore della coppia! Colui che innova, apporta trasformazioni e cambiamenti! Non siamo così impotenti come immaginiamo. Le nostre azioni, parole, i nostri atteggiamenti, hanno un effetto sugli altri e di rimando, su di noi.

Attenzione! Lo scopo di questo nuovo approccio, non è quello di “cambiare l’altro” (che sia il collega o il partner). Il fine è sperimentare se stessi in nuove vesti, magari, tentativo dopo tentativo, troveremo un vestito che ci fa sentire a nostro agio! Cosa abbiamo da perdere? Se l’alternativa è vivere i contesti della nostra vita con “distanza e passività”, dire che il caso che tu ti metta alla prova! Magari ne viene fuori qualcosa di inaspettato… magari riuscirai a migliorare l’ambiente in cui vivi o, quantomeno, a stare bene con te stesso!

Un passo indietro per osservarti

È sempre prezioso fare periodicamente un passo indietro, osservare gli schemi che scandiscono la tua vita relazionale e, decidere, se questi schemi ti conducono all’appagamento o all’insoddisfazione. Non credi di usare schemi? Ti faccio un esempio pratico con lo schema del rinunciatario. Sei al ristorante, ti arriva la pizza bruciata. La accetti anche quando potresti chiedere gentilmente al cameriere di sostituirla. Al banco frigo del supermercato, il salumiere ti dice «signore/a, ne ho fatto 150 g., va bene lo stesso?», e tu dici «sì» anche se in realtà ne volevi solo un etto! Vuoi metterti in forma, programmi la tua dieta ma puff, ogni volta salta. Ancora, hai tantissimi hobbies ma non ci dedichi spazio, ci rinunci a priori. Fin da bambini ci insegnano che “siamo di troppo” e così, finiamo per trattarci come se lo fossimo davvero.

Ogni giorno attiviamo un milione di schemi disfunzionali basati su abitudini apprese. Tra le altre, potrebbe esserci anche la malsana idea che per farci “sentire dall’altro” dobbiamo fare la voce grossa. Dobbiamo essere aggressivi. Così, scatti d’ira e comportamenti estremamente accondiscendenti diventano i poli opposti della nostra routine. Una routine che però fomenterà solo il caos e il malessere. Non creerà certo l’ambiente di cui hai bisogno per stare bene. Sai cosa può creare un ambiente prospero e adatto a te? Nuovi schemi appresi.

Analizzando i tuoi schemi attuali, puoi chiederti se il vecchio automatismo ti sta aiutando oppure se è giunta l’ora di sostituirlo con uno nuovo di zecca! Costruito ad hoc sulle tue esigenze!

Riconoscere i tuoi schemi e sapere quali sono i fattori scatenanti -esattamente cosa ti fa pensare “voglio scappare! Voglio lasciarlo! Andare via…”- ti aiuterà ad analizzarti. Pensiamo che la vita dovrebbe scorrere BENE in automatico ma in realtà, siamo tutti casi da studiare ^^ e anche tu hai il tuo bel automonitoraggio da fare. Hai solo bisogno degli strumenti psicoaffettivi giusti per portarlo a termine in modo vincente. Automonitorarsi e rompere gli schemi non significa “arrestarli” e basta, significa -come ti spiegavo prima- provare diversi vestiti, sperimentarti in modi inediti di esistere e di reagire. Magari la tua relazione ti sorprenderà!

Nuovi schemi appresi

In qualsiasi momento della nostra vita possiamo allenarci e apprendere un nuovo automatismo. Sai che di recente ne hai appreso uno nuovo? Abbiamo la tendenza a scappare dalle situazioni scomode, l’avrai capito! Per scappare dallo stress, abbiamo appreso lo schema dello scrolling sui social come tiktok, Instagram e facebook. Con lo smartphone in mano, ci comportiamo come se avessimo tanto tempo da buttare e nessuna alternativa disponibile. Eppure, un po’ di sforzo cognitivo potrebbe aprirti nuovo opportunità. È stato semplice apprendere lo schema dello scrolling vero? E sai, potresti ficcare nella tua vita automatismi più profittevoli, come quello dell’amor di sé, dell’affermazione di sé, dell’attrazione e delle risposte assertive che ti rendono indipendente.

Ho descritto come “correggere” i mille automatismi che condizionano la tua vita nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce» (edito Rizzoli – Mondadori, lo trovi in tutte le librerie a questa pagina Amazon, è il libro più consigliato dagli psicoterapeuti!). Fare un passo indietro e imparare a osservare i tuoi schemi appresi, ti darà modo di evolverti e costruirti una vita su misura anche quando sei capitato in posti che non ti piacciono!

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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