Spesso noi donne ci sentiamo incomplete, come se ci mancasse qualcosa. Così colmiamo questo senso di vuoto instaurando relazioni sbagliate, focalizzandoci su certe piccole imperfezioni e carenze, che ce impediscono di sentirci persone complete. Quando ci sentiamo sole, andiamo alla disperata ricerca di un partner capace di colmare quei vuoti che nessuno c’ha saputo mai riempire; sentiamo il bisogno di ricevere molte attenzioni per sentirci davvero felici. Eppure quel senso di incompletezza è sempre lì ad aspettarci.
Cosa vuol dire essere una donna risolta
Essere una donna risolta vuol dire avere sicurezza nei propri mezzi, sentirsi realizzata e appagata senza dover fare affidamento su un’altra persona. Significa essere emotivamente indipendente e riuscire ad avere relazioni sane con le persone, senza adottare comportamenti di codipendenza.
5 buone ragioni per tornare a credere in noi stesse e sentirci davvero complete
E’ il momento di cambiare atteggiamento e considerare questi aspetti della nostra vita quotidiana da un altro punto di vista. Ciò che ci manca in realtà non può essere colmata con nessuna relazione, nessun impegno. Ciò che ci manca è il modo di approcciarsi al mondo. Non sono gli altri a completarci, siamo già donne complete; non abbiamo bisogno degli altri che ci dicano come essere felici.
1. Le battaglie che abbiamo affrontato e gli insegnamenti che ne abbiamo ricavato
Siamo donne complete perché abbiamo già vissuto molte esperienze. Abbiamo attraversato momenti difficili e affrontato situazioni complesse e delicate, in cui abbiamo avuto modo di conoscere il lato migliore e quello peggiore della gente.
Tutti i momenti che abbiamo vissuto costituiscono, nell’insieme, un insegnamento prezioso che ci sarà sempre utile. Anche le delusioni hanno qualcosa da insegnare, proprio come le epoche di intensa felicità. Tutte le lotte che abbiamo portato avanti e i rispettivi momenti di pace e serenità formano i tasselli della nostra storia, quella stessa storia a cui dobbiamo imparare a dare il giusto valore perché è quella che racconta chi siamo oggi.
2. Non ci manca nulla che non possiamo trovare dentro di noi
Spesso, soprattutto da giovani, cerchiamo la felicità come se si trattasse di una creatura mitologica da scovare e catturare, ma non è così. La felicità risiede dentro di noi, ed è lì che dobbiamo cercarla. Le persone che passano tutto il tempo a lamentarsi di quello che manca loro, accumulano un gran vuoto nei loro cuori, una condizione, in cui è difficile riuscire a far nascere e coltivare la felicità.
Solo quando saremo in grado di capire che possiamo trovare dentro di noi cosa ci manca, riusciremo a essere più felici. Se ci manca sicurezza, non cerchiamola negli altri: impariamo piuttosto a non avere paura. Se quello che ci manca è l’amore, impariamo a volerci più bene, perché l’amor proprio è il segreto della dignità, con cui è possibile costruire rapporti affettivi sani e felici.
3. Abbiamo imparato che vi sono cose che non sono importanti
L’aspetto migliore della maturità è rendersi finalmente conto che ci sono cose e persone per cui non vale la pena disperare, preoccuparsi o piangere. Anche questo, quindi, fa di noi donne complete, perché abbiamo imparato a dedicare tutte le nostre energie e passioni a ciò che davvero ci importa.
Nella vita di ognuna di noi dovrebbe arrivare quel momento in cui ci rendiamo finalmente conto che bisogna pensare un po’ di più a noi stesse e, soprattutto, che non c’è niente di male nel farlo: non significa di certo che pecchiamo di egoismo, tanto meno di superbia, stiamo solo proteggendo la nostra autostima.
4. Abbiamo imparato a non avere paura del futuro
Una donna completa e matura non teme il futuro perché ha imparato ad avere fiducia in se stessa, perché ha fatto della resilienza la sua arma migliore, perché le battaglie che ha affrontato sono state la sua migliore scuola ed è lì che ha imparato a tener testa a tutto ciò che il futuro le riserva.
Siamo consapevoli, inoltre, che la vita è fatta di cicli e che, per viverli a pieno con dignità e con serenità, non bisogna aggrapparsi a ciò che abbiamo perso o che ci siamo lasciate alle spalle. Se siamo state lasciate, siamo in grado di continuare la nostra vita a testa alta, sapendo che continueremo a conoscere persone che ci porteranno gioia e non tristezza. Sappiamo anche che, certe volte, abbiamo commesso degli errori e abbiamo fatto delle scelte che si sono rivelate poi sbagliate. Nonostante tutto, però, non ci pentiamo, perché sono proprio questi gli errori che ci hanno aperto gli occhi e ci hanno fatto capire quali sono i passi falsi da non commettere in futuro.
5. Non abbiamo bisogno che nessuno ci completi
Siamo già donne complete, donne che sanno godersi la compagnia di chi le circonda, della propria famiglia e dei propri amici. Siamo giunte ad un punto della nostra vita in cui sappiamo che, per offrire la parte migliore di noi agli altri, abbiamo bisogno di stare bene con noi stesse, poiché accumulare paure ed insicurezze non fa altro che complicare i nostri rapporti interpersonali.
Non abbiamo bisogno di un partner a tutti i costi per essere felici. Non siamo alla ricerca della nostra mezza mela: vogliamo mele intere, da mordere e gustare con maturità, sincerità e libertà. Siamo donne complete che sanno godersi ciò che hanno, senza per questo smettere di imparare ogni giorno dalle proprie esperienze, grazie all’intuito e ad una mentalità aperta capace di occuparsi di ogni cosa con empatia, rispetto e saggezza.
La maternità mi completa?
Essere madre o scegliere di non esserlo mai? È, sicuramente, uno dei terreni più spinosi su cui le opinioni si confrontino, perché molto spesso sono in primis le stesse donne ad avere un’idea distorta riguardo la (non) maternità. Cresciute per generazioni con il mito del matrimonio e del diventare brave madri, molte di noi hanno fatto le “prove generali” durante l’infanzia, con bambole cui cambiavano i vestitini, i pannolini o a cui davano la pappa.
E, a livello socio-culturale, l’idea che una donna si discosti da ciò che per secoli la società ha pensato per lei è ancora oggi ritenuto “sconveniente”, se non ai limiti dell’immorale. È il motivo per cui le donne che non hanno figli vengono talvolta considerate “incomplete, a metà, non realizzate”; ma la realtà dei fatti si articola soprattutto in due punti: C’è un senso di ingiustizia in queste parole, legato a chi madre vorrebbe esserlo diventata ma, per cause di forza maggiore, non ha mai potuto, per cui il solo pensiero di ritenerla “incompleta” è da ritenersi gravemente offensivo e irrispettoso.
Piaccia o non piaccia, la questione dell’istinto materno non è innata nelle donne solo per il semplice fatto di essere nate tali, e proprio come non ci si aspetta da un uomo che voglia essere padre per forza, e non per questo lo si giudica, altrettanto dovrebbe essere fatto con chi, donna, con cognizione di causa, consapevolezza e coscienza sceglie di non mettere al mondo dei figli. Ci sono splendidi esempi di donne che hanno dato moltissimo alla società e si sono realizzate al 100% in ciò che a loro stava a cuore, senza aver mai avuto prole. Due su tutte? Rita Levi Montalcini e Margherita Hack.
Finché ascolterai quella vocina che vuole farti credere che non vali abbastanza, ti sentirai sempre una donna incompleta!
In tutti noi esiste un po’ di paura di non essere abbastanza, di non meritare amore… Ma se vuoi opporti a questo consigliere ostile e giudicante devi iniziare a confrontarti con le tue paure. C’è un piccolo esercizio che puoi fare per te stessa per ritrovare e percepire le tue risorse interiori. E se pensi di non averne, ti blocco subito: ne hai. Ne abbiamo tutti. Non tutti però siamo capaci di usarle e sfruttarle, di contare su queste risorse in modo attivo per determinare il nostro futuro.
Questo esercizio ti può aiutare a comprendere quali sono le tue risorse e aiutarti così a riacquisire sicurezza e fiducia nelle tue capacità e potenzialità. In poche parole, può contribuire a restituirti il coraggio che hai perduto per strada, chissà dove, e che ti servirà per lanciarti in avventure nuove e di affrontare le mille incognite del domani.
In che cosa consiste l’esercizio? Annota su un piccolo taccuino tutto ciò che ritieni di aver appreso nella giornata trascorsa e tutte le difficoltà che sei riuscita ad affrontare. Nulla di trascendentale? Prova e mi dirai. Come ripeto sempre, il potere sta tutto nella semplicità.
Ciò che mi interessa è che tu sviluppi la capacità di riconoscere le tue risorse, che tu abbia consapevolezza della forza che hai dentro di te e degli ostacoli, piccoli o grandi che siano, che ti trovi già ad affrontare ogni singolo giorno. Voglio che tu impari a valorizzare te stessa e che tu possa vederti davvero senza quella vocina che, da dentro, ti ripete costantemente che non sei abbastanza. Tu sei molto più di quanto pensi. Tu non sei gli altri. Tu sei molto di più: TU sei TU con i tuoi pregi e difetti.
Ricorda.. l’imperfezione e la fragilità fanno parte della natura umana e questo non deve impedire a te stessa di volerti bene ed apprezzarti. Anzi sono i tuoi difetti che ti completano perché ti rendono unica e autentica.
Un libro per affermare il tuo valore
Dobbiamo stabilire dei limiti. Non bisogna tollerare critiche e disprezzo celato. Il disprezzo costante è un abuso psicologico che può danneggiare chi ha già delle fragilità di fondo. Non possiamo normalizzare il disprezzo. Permettere agli altri di sminuirci significa precipitare in un abisso in cui perdiamo di vista il nostro valore. Allora cosa fare? Per cambiare radicalmente la tua vita, inizia a formarti e a capire come funzionano davvero le cose.
Esiste una realtà ben concreta in cui tu sei al centro della tua vita. In cui tutti i tuoi bisogni hanno un senso, vanno ascoltati e appagati! Una realtà in cui puoi affermare te stesso, accoglierti e amarti. In tal modo, attrarrai a te solo persone che sono capaci di darti la considerazione che meriti. Che, come nel mio esempio, hanno cura del legame che instaureranno con te. Non si tratta di un’utopia. Tutto questo è possibile e puoi averlo in tutti i rapporti. Ho scritto un libro sull’argomento che, per il suo approccio pratico, è annoverato tra i libri più consigliati dagli psicoterapeuti: s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce». Non farti ingannare dal titolo, ti assicuro che non parla di cuori infranti ma ti prende per mano e ti guida nel percorso di affermazione di sé! Lo puoi trovare in tutte le libreria o su Amazon, a questo indirizzo.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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