“Se non avessi fatto…“; “Se non avessi detto…“. Così vivono troppi di noi, di rimpianti, rimuginando di continuo su cause, colpe, rimorsi per eventi che, di fatto, esistono ormai solo nella mente. “La strada non presa”, poesia di Robert Frost inizia con un’affascinante immagine: “due strade a un bivio in un bosco ingiallito”, il narratore si interroga su quale strada prendere per poi scegliere quella meno battuta. Una decisione che cambierà il corso degli eventi. Ma cosa sarebbe successo se avesse preso l’altra strada? Nessuno può saperlo perché quella è una scelta non fatta. La strada non presa è la fonte di tutti i rimpianti. Ti seduce con le sue fantasie di quello che sarebbe potuto essere se avessi preso un’altra decisione.
C’è sempre tempo per…ma il tempo scorre inesorabile e non torna indietro
E’ vero, il tempo fugge e se guardi indietro sembra sia volato via. Ma è stato il “tuo tempo” e il modo in cui lo hai sfruttato, ti piaccia o meno, che ti ha portato fin qui. Il più delle volte non ci fai caso, sembra tutto “normale”, ma poi capitano momenti come questi che ti fermi un secondo, rifletti, e comprendi quanto sia veloce questo tempo che passa via, inesorabile, senza che neanche ci facciamo caso.
5 classici rimpianti in cui cadiamo facilmente
Un’occasione mancata, una scelta errata, un mossa non affrontata possono fare un’enorme differenza nella vita. A volte quel singolo passo che evitiamo di fare perché non troviamo il coraggio si rivela a distanza decisivo. Purtroppo non va sempre come vorremmo, un po’ a causa delle circostanze e un po’ per colpa nostra…e così ci ritroviamo a fare i conti con quei maledetti “Se solo avessi….”
Rimpianto 1: “Avrei dovuto fregarmene della gente e fare quello che più desideravo”
Viviamo in un mondo fatto di apparenze e di giudizi. Spesso viviamo le nostre vite facendo esattamente ciò che la gente si aspetta da noi o temendo il giudizio degli altri. Il problema di questo modo di vivere sta nel fatto che spesso andiamo contro i nostri princìpi e contro ciò che il nostro cuore ci dice di fare.
Questo è uno dei rimpianti più comuni in assoluto ed è uno dei rimpianti che causa più dolore perché ci si rende contro troppo tardi degli errori commessi. Quando il tempo inizia a scarseggiare tutto assume un significato diverso. Ciò che prima reputavamo importante, diventa insignificante e ciò che davamo per scontato diventa fondamentale al punto da rimpiangerlo per non averne compreso prima l’importanza.
Spesso sappiamo cosa dobbiamo fare ma non abbiamo il coraggio di farlo. Per esempio, perché continuare una relazione che ti fa stare male? Perché, invece, non comprendi che forse è meglio essere soli ma liberi e sereni piuttosto che logorare se stessi e il partner in una relazione malsana? Abbiamo timore di quello che la gente possa pensare; pensiamo a quello che i nostri parenti o amici possano dire di noi. Preferiamo l’infelicità di un lavoro monotono o di una relazione distruttiva ed uniformarci a quello che gli altri si aspettano da noi ed evitare così i loro giudizi piuttosto che seguire la nostra felicità. Se non sei pienamente felice della tua vita già adesso, e ne sei consapevole, allora hai l’impagabile possibilità di attuare quei cambiamenti che ti possono rendere felice ora!
Rimpianto 2: “Vorrei non aver lavorato così tanto”
Spesso, il lavoro ha la priorità su tutto e, purtroppo, su tutti. Se poi quel lavoro lo si ama, ecco che ci si ritrova a lavorare anche 25 ore al giorno, 8 giorni alla settimana (festivi compresi). La questione è che passiamo le nostre giornate a fantasticare sul nostro futuro e su ciò che di buono ci aspetta o dando per scontato che abbiamo tempo in abbondanza per fare le cose che amiamo o per trascorrerlo con chi amiamo, senza renderci conto che l’unico momento che abbiamo è quello presente.
Vivere una vita felice significa trovare un equilibrio in tutte le cose: lavoro, famiglia, passioni. Quando si dedica più tempo a una cosa piuttosto che un’altra, ecco che l’equilibrio viene meno ed è proprio questo fatto che ci fa rimpiangere di non aver dedicato del tempo prezioso anche alla famiglia o alle nostre passioni.
Immagina di lavorare 10-15 ore al giorno, immagina persino di amare il tuo lavoro e di avere anche un discreto successo. Ora immagina di non avere più la possibilità di godere della presenza di tu/o moglie/marito/madre/padre/nonna/nonno (o le persone che ami, chiunque esse siano). Come ti sentiresti pensando al fatto che hai dedicato gran parte della tua vita al lavoro senza aver potuto apprezzare del tempo con le persone che ami? Non bene, vero? Viviamo in un’epoca in cui la corsa al successo e alla cose materiali è lo standard e rappresenta il nostro status.
Anche se non vi è nulla di male nel volere una vita migliore, non bisogna dimenticare che la vita stessa è fatta anche di altre cose a cui bisogna dare la stessa dedizione. Che sia la tua famiglia o le tue passioni, non devi commettere l’errore di focalizzarti solo su un singolo aspetto (ad esempio il lavoro) ma cercare in tutti i modi di ricreare quell’equilibrio di cui si parlava in precedenza. È tutta qui la felicità: una questione di equilibrio.
Rimpianto 3: “Vorrei avere avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti”
Spesso si ha paura e imbarazzo di aprirsi e di essere sinceri. I l problema è che le stesse barriere che innalziamo per difenderci da questo imbarazzo sono le stesse che impediscono a chi abbiamo difronte di vedere chi siamo realmente e di apprezzarci. Crescendo abbiamo perso la capacità di essere sinceri, onesti e puri. Se ci pensi, i bambini hanno la capacità di esprimere i propri sentimenti in maniera limpida e diretta. Non hanno meccanismi interni di repressione dei sentimenti è questo facilita loro le comunicazioni interpersonali, specie con gli adulti. Se son felici, ridono, se son tristi, piangono, se sono “innamorati” lo dicono e lo esprimono senza paure o freni. Da adulti, poi, tutto cambia.
Tutte le cose che ci avevano caratterizzato da bambini, come la sincerità, la purezza e la trasparenza, vengono perse per strada e ci ritroviamo soli e separati gli uni dagli altri. La paura del dolore, di un rifiuto, del giudizio, ci fa innalzare questi muri che ci allontanano dagli altri e che allontanano gli altri da noi. Il problema è che ci fanno perdere una fetta preziosissima della nostra vita. Siamo esseri emozionali e come tali una repressione continua e costante dei nostri sentimenti non fa altro che renderci persone infelici. Tuttavia, anche questo rimpianto si può evitare con una certa dose di coraggio.
Rimpianto 4: “Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici”
Ecco un altro rimpianto molto comune e non è un caso che lo sia! Siamo animali sociali e questo nostro istinto ci porta a sviluppare costantemente relazioni sociali o comunque ci porta a desiderare un confronto con le altre persone, anche al solo fine di passare il tempo. La solitudine è un altro grande male del nostro tempo. Un amico (vero) è probabilmente la persona che più ti può aiutare e supportare nella vita. Un amico è l’unico che può capire come ti senti (o quantomeno avvicinarsi a capirlo) poiché è con il tuo amico che ti puoi aprire senza avere la paura di essere giudicato. È quello che fa un vero amico: ti ascolta, ti aiuta e ti supporta.
In precedenza abbiamo parlato di equilibri e anche l’amicizia ne fa parte. Avere delle persone con cui confrontarci, con cui uscire, con cui condividere sentimenti ed emozioni è una delle cose più belle che si possano provare. Gli amici (quelli veri) sono gli unici che ti possono capire davvero. Se ci pensi ogni fascia di età ha le sue amicizie importanti: ci sono gli amici d’infanzia, quelli del periodo (pre)adolescenziale, quelli della maturità, persino gli amici della terza età. Ogni età ha la sua cerchia di amicizie che purtroppo perdiamo. Quanti di voi possono dire di essere rimasti in contatto con gli amici di infanzia? Probabilmente molto pochi.
Si cresce insieme, si cambia, si vivono storie e avventure con cui si potrebbero scrivere romanzi interi e poi, ad un certo punto le strade si dividono. Ci si lascia, il tempo passa e ci si scorda del tempo passato insieme. Ma non tutto è perduto
Rimpianto 5: Vorrei aver permesso a me stesso/a di essere più felice
Per quanto sia incredibile, anche la felicità è uno stato mentale e sta a noi sceglierla giorno dopo giorno. Spesso siamo noi stessi ad incatenarci e a privarci della felicità. Eppure, possiamo essere tutto quello che desideriamo se ci diamo la possibilità di esserlo.
Pensaci: se la tua unica certezza è che nella tua vita c’è qualcosa che non ti piace, restare immobile equivale ad arrendersi all’insoddisfazione; significa che hai deciso – pur senza rendertene conto – di lasciare che tutto rimanga esattamente com’è. La scelta di abbracciare il cambiamento, che ti appare così spaventoso solo perché sconosciuto, sarebbe davvero l’unica maniera che avresti di alimentare le occasioni e le opportunità. In quest’ottica, dovresti considerare il cambiamento non come un qualcosa da cui fuggire, ma come un grande potere da cui attingere o per rispolverare un altro po’ del nostro spirito bambino – un superpotere.
Il potere del cambiamento è infatti il solo strumento che ti dà modo non solo di sognare nuove possibilità ma anche di trasformarle in realtà concrete. Immagina ad esempio la possibilità di stare meglio, di costruire relazioni più appaganti, di nutrire più ambizioni in ambito lavorativo e personale. Avere più possibilità significa anche avere il potere di prendere una decisione che sia giusta per te, di definire la tua strada, di scegliere di essere fautore del tuo destino. E se puoi scegliere, significa che sei tu a definire e plasmare il mondo che ti circonda. Non sei tu a doverti modellare alla realtà per quella che è.
Il tempo che passa, ci ricorda che noi ci siamo oggi, ma chissà se domani siamo ancora qui a raccontarci
Come abbiamo visto molti dei rimpianti più grandi e frequenti non sono dovuti a episodi. Sono il risultato di tante piccole scelte quotidiane che finiscono per farci costruire una vita e un’immagine di noi stessi che non rispecchia la nostra essenza. Non è pessimismo, né senso macabro della vita, è semplicemente un modo di leggere la realtà, e la realtà è che non siamo immortali. Proprio per questo dovremo sposare l’idea del cambiamento, sempre, quando è si troppo tardi, ma non troppo, se abbiamo ancora un giorno a disposizione per non annullare il senso della vita, che poi, a pensarci bene, si riduce solo a uno: viverla.
Apri gli occhi e prendi il controllo della tua vita
La vita ti metterà a dura prova con situazioni ed eventi a cui non puoi sfuggire e che magari ti arrecheranno dolore, fanno parte di quel pacchetto che chiamiamo vita, ma sappi che non saranno mai insormontabili. Ciò che accade fuori non è mai responsabile del tuo stato d’animo interiore. Il vero e unico responsabile è il tuo atteggiamento mentale nei confronti di ciò che accade.
Chiediti: sto davvero vivendo la vita che voglio? Se la risposta è negativa, chiediti il perché, e agisci. Inizia a crearti la tua vita, non perdere più tempo, è arrivato il momento di smettere di seguire gli altri, di giudicare, di soffermarti sulle discussioni. Inizia a goderti la vita come meriti. Ricorda sempre: tu NON sei inferiore a nessuno se credi in te stesso.
Sii consapevole di CHI SEI
Sicuramente conosci il tuo colore preferito del momento (è normalissimo se cambia!), quando sei nato e le scarpe che preferisci indossare. Ci sono, però, tantissime cose di te che ignori completamente e per questo a volte ti senti confuso, disorientato sulle scelte da prendere o addirittura incoerente (stare con chi ti fa soffrire, procrastinare cose che a lungo termine ti fanno bene, ignorare i tuoi bisogni autentici…). In realtà, non c’è niente di incoerente nel provare desideri ed emozioni contrastanti. Anche queste sono il frutto di un “giudice severo”, perché se da un lato inneggi la forza, il controllo e la determinazione, dall’altro ci sarà sicuramente una parte di te che desidera la fuga e la perdita di controllo e che quindi spingerà verso delle condotte che sembrano remarti contro.
Tutto questo è “razionale” nella logica delle emozioni… solo che non conoscendoti profondamente, non sapendo come funziona la tua psiche, tu non puoi saperlo! Se ti va di iniziare a conoscerti davvero, sappi che ho scritto un libro, s’intitola «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», lo puoi trovare a questa pagina Amazon e in tutte le librerie d’Italia.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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