Nessuno può, ad oggi, affermare con certezza assoluta quale percorso evolutivo, quale combinazione di geni e aspetti ambientali, conduca un bambino a sviluppare un comportamento manipolatorio. Condizioni di partenza simili possono portare a esiti molto differenti tra loro e viceversa. Ci sono, però, svariate ipotesi, frutto delle ricostruzioni dei clinici rispetto alla storia di sviluppo di persone manipolatrici e narcisiste.
Chi è il manipolatore emotivo
Il manipolatore emotivo è una persona come tante, almeno apparentemente! Può essere sia un uomo che una donna, svolgere i lavori più vari e appartenere al proprio ambiente familiare, lavorativo o sociale. Si può facilmente non riconoscere perché nella maggior parte dei casi è molto abile a confondere il proprio interlocutore con ragionamenti simil logici e nel distorcere le situazioni a proprio vantaggio.
Inizialmente si presenta come una persona sensibile, empatica, altruista e molto interessata alle nostre necessità. Gli serve per entrare nel nostro spazio personale. È un processo, il suo, che viene attivato in maniera subdola e silenziosa. Quando il predatore emotivo si avvicina alla vittima, infatti, lo fa sempre in maniera discreta e gentile. Si plasma alla volontà della sua preda, si adegua alle sue esigenze e ai suoi bisogni, ai suoi ambienti e alle sue abitudini ottenendo così la massima fiducia… insomma un vero e proprio manipolatore emotivo!
Cose che il manipolatore emotivo non sopporta
Pur essendo il manipolatore una persona incapace di provare sentimenti e di lasciarsi andare all’emotività, anche lui ha dei punti deboli che, se sfiorati, sono in grado di metterlo in ginocchio. Cosa non sopporta un manipolatore? Quali sono i comportamenti che proprio non riesce a tollerare e che lo fanno impazzire?
1. Guardarsi dentro
Il predatore emotivo ha troppa paura di guardarsi dentro perché crede che la verità che troverebbe sarebbe devastante. Emotivamente, è una persona spenta dentro, non è capace di connettersi con le sue emozioni, con le sue ferite interiori. Non è in grado di apprezzare l’amore. Può far finta di amare se stesso e gli altri, ma non è in grado di farlo.
2. Le persone risolte
Odia le persone indipendenti affettivamente perché non riesce ad avere il controllo su di loro e quindi manipolarli. Trovarsi, dunque, in un contesto dove il manipolatore sa di non avere un grosso ascendente tende a destabilizzarlo parecchio!
3. Il tuo successo
Il manipolatore pensa di dover essere l’unico a ricevere tutti i consensi, l’attenzione e i riconoscimenti. Lui o lei è patologicamente geloso e invidioso se un altro/a riceve un riconoscimento. È probabile che assuma comportamenti passivo-aggressivi per destabilizzare la sua preda.
4. Essere ignorato
Tra le cose che il predatore emotivo proprio non sopporta è essere ignorato. Non riesce ad accettare di non essere ritenuto interessante da qualcuno, perciò, se trova qualcuno o qualcuna che non resti colpito dal suo modo di porsi, cercherà di attirare la sua attenzione per aumentare il suo ego.
5. Essere deriso
Essere preso in giro per il manipolatore è un qualcosa di catastrofico. In particolare se succede davanti a molte persone. Sentendosi come una sorta di supereroe non può concepire che qualcuno possa umiliarlo in questo modo. Questo perché solitamente è lui/lei a denigrare le altre persone.
6. Chi riesce a catturare l’attenzione o avere più successo di lui/lei
Il manipolatore nutre una profonda gelosia verso chi è naturalmente carismatico e brillante. Le persone di successo lo fanno sentire in competizione, e questo suo disagio lo porta a praticare qualsiasi tattica pur di sminuirle. E’ capace di inventare fandonie sul loro conto per sentirsi superiore.
7. Non avere il controllo
Il manipolatore non sopporta se qualcosa non va come prefissato. Ma anche se qualcuno non si comporta come secondo lui dovrebbe. Ogni sua azione dovrebbe corrispondere a una precisa reazione nel mondo esterno e quando non accade quello che aveva programmato può diventare iracondo e vendicativo. Questo succede anche con lui/lei stesso se non riesce a mantenere il controllo totale delle sue emozioni.
8. Il rifiuto
Essere rifiutato non è una possibilità presa in considerazione dal manipolatore dato che si sente superiore a tutti quelli che lo circondano. La sua fortissima (finta) autostima quindi viene minata quando qualcuno non cede al suo fascino e alle sue manipolazioni.
9. Fallire
Il manipolatore non sopporta di fallire, la sua vita deve essere solo costellata di successi di cui potersi vantare con le sue vittime. Anche quando fallisce non si assume mai le proprie colpe e cerca di scaricarle su altre persone. Quando non c’è nessuno da incolpare il manipolatore prova grossa frustrazione. Possono seguire comportamenti aggressivi verso il primo mal capitato.
10. L’intimità di coppia
Il manipolatore teme l’intimità perché la vive sempre come invasiva e come una minaccia alle sue difese. Vive il sentimento con freddezza, distacco e mancanza di empatia. La sua illusione è che non ha bisogno di nessuno, in realtà soffre intimamente di un bisogno di dipendenza.
Un partner manipolatore condizionerà la tua vita, è questo che vuoi?
Vuoi soffrire per questa persona, mentre a lui/lei non importa nulla se stai male? Ricorda: il manipolatore compie sulla sua preda un’azione di svalutazione ed erosione della personalità, creando una forte dipendenza affettiva. Quando ha terminato la sua operazione, la abbandona. Chi, che nella fase iniziale del rapporto, si è sentita la persona più fortunata e amata del mondo, dopo l’abbandono si trova a vivere una vera crisi di astinenza.
Il manipolatore pensa solo a se stesso, non è in grado di provare empatia per la tua sofferenza. Cosa fare? La soluzione più sensata è mettere fine alla tua relazione. Lasciare un narcisista non è semplice. Le sue potenti strategie manipolatorie sono volte a mantenere le persone accanto a sé, per accrescere ancor di più il suo ego. Messaggi, pianti, ricatti morali, minacce: il manipolatore è disposto a tutto. Avrai bisogno di molta forza morale e fermezza per non cedere ai suoi tentativi.
E per riuscirci… a lasciare un manipolatore affettivo dovrai superare le tue paure e decidere di essere tu a mettere la parola fine con un distacco reale. E sai la cosa che il manipolatore non sopporta più di ogni altra cosa al mondo?
IL TUO FIORIRE
Ciò che il predatore emotivo non sopporta più di ogni altra cosa, è vederti ricostruire la tua vita, andare avanti e creare più successo e felicità di prima. Infatti crede di devastare per sempre la tua vita, cosa che lo fa sentire davvero importante. Ma tu puoi guarire e rifiorire…è il momento per riscoprirsi, per ricominciare a vivere e ad apprezzare la libertà come valore imprescindibile, non barattabile con nessuna forma di amore, benché meno per un amore che arreca solo dolore.
Non è semplice elaborare quel senso di mancanza che fa così male dentro ma bisogna pur rimodellarsi su nuovi equilibri. E quando ti sarai presa/o tutto il tempo che ti serve per ritrovare le energie, prova a vivere il tuo “essere sola/o” come uno splendido regalo che la vita ti ha fatto: metterti nella condizione di dover camminare per costruire la vita e le relazioni che realmente desideri e alle quali, forse, avresti rinunciato se lui/lei non ti avesse chiuso l’amore in faccia!
Distaccarsi emotivamente da certe persone è la migliore cura, anche se non è facile
Ricorda, non è la solitudine che fa star male ma è la ferita e il senso di abbandono ed è li, nel profondo di queste leve, che devi andare a lavorare per guarire il tuo animo in frantumi. Contro ogni forma di manipolazione c’è solo L’AMORE. Poiché il manipolatore non è in grado di dare amore, questo va cercato dentro di te e nelle persone che ti vogliono veramente bene.
E ricorda anche che…
La vita ideale si realizza nel quotidiano. E’ un viaggio, non solo una destinazione. Ogni giorno, se sarai risoluta, se ci lavorerai, se farai il possibile per realizzare chi sei e cosa vuoi con uno scopo ben preciso, ti ritroverai senza nemmeno accorgerti che la tua vita ideale, LA VITA CHE HAI SCELTO DI VIVERE, la stai vivendo ogni singolo giorno, giorno dopo giorno….devi solo credere nel tuo straordinario VALORE, quel valore che lo stronz* di turno cerca a tutti i costi di sminuire.
Quanti di noi aspettano ancora di fiorire?
Quanti di noi aspettano ancora di essere «trattati» con amore? E non parliamo di un surrogato d’amore, quello indubbiamente l’abbiamo conosciuto. Molti di noi, purtroppo, non hanno mai avuto l’opportunità di accogliere un profondo amore incondizionato, quello fatto di accettazione, stima e validazione emotiva. No, questo legame amoroso in cui potevamo davvero esprimere noi stessi, non lo abbiamo conosciuto e ci appare quasi come una chimera. I legami che abbiamo stretto fino a oggi, più che basati sull’amore, vertono sui ricatti affettivi, sui compromessi, sugli obblighi morali indotti, sui sensi di colpa, sulla paura dell’abbandono… insomma su tante sensazioni sofferenti che niente hanno a che vedere con l’Amore. «Se fai questo, se mi appoggi, se sei abbastanza buono, silenzioso, ubbidiente, bravo, capace, intelligente… allora, forse, forse, allora sì, forse sarai amato».
Era questa la falsa promessa. Falsa perché l’amore non è fatto di «se sei…» o «se mi dai..». È fatto di vicinanza e accettazione. È fatto di tanti impliciti «tu vai bene così», «puoi esprimere te stesso perché hai un valore intrinseco!» Quel valore, non deve dartelo certo il legame, il legame deve riconoscerlo, deve fornire l’ambiente giusto per esprimerlo, per farlo sbocciare, fiorire…! Ecco, allora ripeto la domanda, quanti di voi stanno ancora aspettando di fiorire? Se sei tra questi, in tutte le librerie, trovi un preziosissimo manuale che ti prenderà per mano e ti insegnerà a trattarti con amore. Il titolo? «d’amore ci si ammala, d’Amore si guarisce». Perché come scrivo nell’introduzione del libro… ,” Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Puoi trovare il pluripremiato libro in qualsiasi libreria d’Italia o su Amazon, a questo indirizzo.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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