La compatibilità è come la bellezza, è sempre negli occhi di chi guarda! Tuttavia, l’eccitazione e la frenesia dei primi tempi, potrebbero dare una visione distorta di sé e dell’altro. Presi dall’intensità emotiva del momento, potremmo addirittura pensare che siamo disposti a sopportare tutto può averla/o. Affrontare conflittualità, prendersi cura delle sue paure, spazzare vie le sue ansie… L’amore ci rende coraggiosi ma spesso, nella concretezza quotidiana, ci perdiamo. Il risultato? Dopo qualche tempo la relazione si trasforma in una scatola e noi ci sentiamo intrappolati dentro. Come evitare tutto questo? Scegliendo con maggior consapevolezza il partner e imparando a discernere quelle che sono naturali reazioni psicofisiologiche legate all’attrazione dall’amore, che è qualcosa di più profondo che si costruisce -insieme- giorno dopo giorno.
Compatibilità di coppia
In una coppia sana, la compatibilità è un obiettivo in costante movimento. Ciò che oggi conta ed è importante per te, potrebbe non esserlo più tra qualche anno. È normale ed è quello che ti auguro: significa che ti evolvi, che cambi con la tua crescita. Con te, anche le tue esigenze cambiano. Quando si è in due, si condividono scopi, valori e soprattutto, si evolve insieme. Sai chi non evolve mai? Chi ha importanti disturbi della personalità e compromissioni dell’umore che -purtroppo- lo costringono a rimanere sempre fermo e immobile nei medesimi schemi.
Questa breve premessa per indicarti che la compatibilità di coppia non è qualcosa di misurabile e, se anche lo fosse, le misure prese in un dato momento non sarebbero più accurate dopo qualche anno. Allora come fare? Affidandoti a criteri di base che vedremo insieme.
1. Ti senti libero con lei/lui?
Il fondamento di qualsiasi relazione stratta è la libertà. Con lui/lei, ti senti libero di esprimere te stesso? Libero di parlare o di manifestare le tue peculiarità, stranezze incluse? Se eviti di parlare perché non vuoi turbare il tuo partner, se ti arrendi prima di iniziare una conversazione o ti sembra di camminare sulle uova… Lascia che te lo dica, non siete compatibili. Se senti ti senti costretto a reprimere aspetti della tua personalità, rifletti: lo stai facendo per lui/lei?
Certo, ci saranno sempre momenti in cui puoi sentirti riluttante a parlare o esprimere chi sei apertamente. Ma dovrebbe trattarti di situazioni contestualizzabili e non un continuum. Se ci sono aspetti di te che sei costretto a reprimere, allora fai un passo indietro verso la relazione e prenditi il tempo per riflettere. Ritorna pure dal tuo partner ridefinendo nuovi confini e nuovi ruoli. Come dicevo, nella vita siamo in costante evoluzione e anche la coppia cambia!
2. Ti piacciono i suoi ritmi?
Come ti piace trascorrere il tempo? E a lui/lei? Quando scegli un partner, accetti indirettamente anche il suo stile di vita. Se tenti di cambiarlo, allora qualcosa non va -a monte- nella tua scelta. Se la tua idea di coppia è avventure, passeggiate e uscite, mentre la sua è tutta divano, Netflix e letto, allora avete bisogno di trovare un compromesso che possa stare bene a entrambi. Al contrario, se i suoi ritmi ti piacciono, riuscirete indubbiamente a soddisfare le reciproche esigenze. Inizia a riflettere su questo: il suo stile di vita ti piace? Se la risposta è sì, allora hai risolto solo l’1%, perché la compatibilità non è certamente solo questo.
3. La relazione è equilibrata?
Nelle coppie disfunzionali, i bisogni e i desideri del singolo dominano la vita dell’altro minando il benessere della relazione. Le relazioni sbilanciate hanno mille forme diverse, la più caratteristica: c’è uno che decide e l’altro che esegue, c’è uno che butta fuori e fa oversharing emotivo, e l’altro che accumula e sopporta, c’è uno che dà e l’altro che prende incessantemente! Uno si sente in diritto e l’altro si sente svuotato di tutto. Uno fa valere i suoi bisogni e, al contempo, quelli dell’altro vengono minimizzati, ignorati e accantonati.
Nelle relazioni equilibrate, se hai un bisogno da soddisfare, l’altro ti copre le spalle e ti aiuta a farlo, perché sa che tu farai lo stesso con lui. Si chiama reciprocità e costituisce il cardine principale della compatibilità di coppia!
4. Ha una buona regolazione emotiva?
Se c’è una discussione, riuscite a mettere un freno prima che le cose vi sfuggano di mano? Riuscite a regolare gli impulsi emotivi primi che questi facciano danni? Tornare indietro dopo aver pronunciato parole velenose -anche se non si pensavano- è impossibile. Dopo un litigio, ormai, quel che è detto è detto. Chiedere scusa serve a ripristinare un equilibrio ma non cancellerà il torto arrecato. Allora cosa fare? Evitare di discutere in preda alle emozioni travolgenti.
Imparare a parlare quando il polverone si sarà abbassato è l’unica soluzione possibile. La coppia compatibile ha una buona regolazione emotiva. Cosa significa? Significa che il partner non si potrà trasformare nel “contenitore emotivo” dell’altro e ancor meno nel suo cestino dell’immondizia. A volte, usiamo la relazione per riversare tutte le frustrazioni che abbiamo accumulato negli anni di vita. Tutti i torti subiti, tutti i sogni infranti, la delusione di ambizioni lavorative andate a male… Viene spostato tutto nella coppia. L’altro viene visto come il possibile risolutore (e dunque, più spesso, la causa) di tutti i mali.
Questo è un presupposto di assoluta incompatibilità di coppia. Se l’altro sa gestire in autonomia le sue emozioni, non le riverserà su di te. Allora sarà possibile cooperare, avere conversazioni produttive, davvero finalizzate alla risoluzione dei problemi di coppia e non al mantenimento delle sue conflittualità interiori.
5. È aperto?
Nella gran parte di articoli che parlano di compatibilità o incompatibilità di coppia, si legge questa frase «condividere gli stessi valori». In realtà, le prospettive cambiano e anche i tuoi e i suoi valori possono evolvere nel tempo. Allora cosa valutare? Se è aperto. I valori dell’altro, possono essere diversi dai miei, non c’è nulla di male se c’è apertura. Se riuscite ad accettarvi nelle vostre diversità, la coppia è perfettamente compatibile. Cosa diversa, sono gli scopi.
6. Condivide i tuoi stessi desideri?
Se c’è apertura, i desideri di uno non andranno certo a scapito dell’altro. Tuttavia, ci sono degli scopi che possono non essere compatibili con la visione dell’altro. Per esempio, se nel tuo percorso di vita vuoi almeno tre figli, un cane e vivere in una casa di campagna, mentre il partner vuole un appartamento in città e non desidera figli, allora negoziare non serve.
È vero, uno dei due potrebbe cambiare idea ma è sbagliato vivere la relazione con la prospettiva che l’altro cambi. Nel primo punto l’ho chiarito: ognuno deve essere libero di esprimere se stesso nella sua interezza, nei suoi bisogni e nella sua identità. Se i vostri obiettivi sono inconciliabili, chiediti se vale la pena mettere da parte ciò che vuoi tu per qualcun altro.
7. C’è un accordo implicito?
Quando ti sei innamorato, avevi bisogno di qualcosa nella tua vita. Magari volevi allontanarti dai tuoi genitori, costruire la tua stabilità, volevi un figlio o semplicemente desideravi sentirti stimato e amato oppure volevi sentirti importante per qualcuno perché non riesci a esserlo per te stesso. Anche se non ne parli mai apertamente e forse non riesci a sintonizzarti con ciò che senti, determinati bisogni dominano la tua vita e anche le tue scelte affettive. Il partner che hai accanto, non l’hai certo scelto sulla base di criteri di compatibilità ma sulla base dei tuoi bisogni inespressi.
Nella coppia, la cosa non viene palesata ma c’è un accordo implicito che recita più o meno così: io soddisferò i tuoi bisogni inconsci e tu soddisferai i miei. Questo accordo non dovrebbe esserci ma è ciò che capita a tantissime coppie. Nell’ideale, ognuno dovrebbe soddisfare da sé i propri bisogni e con l’altro, persegue unicamente il desiderio di condivisione e unione. Solo così è possibile il vero appagamento perché solo in questo modo sarà possibile perseguire i due scopi fondamentali della vita: appartenere (e quindi coltivare vicinanza affettiva con l’altro) e affermarsi (e quindi coltivare la propria autonomia emotiva).
Allora cosa fare? Impara a osservare le relazioni che stringi e soprattutto, impara a sintonizzarti con il tuo mondo interiore, su quelli che sono i tuoi bisogni inconsci che cerchi di appagare mediante gli altri ma che potresti benissimo soddisfare da te! Semplicemente, nessuno ti ha mostrato ancora come si fa. Quando veniamo al mondo, ci insegnano a leggere e a scrivere, ci insegnano la matematica, la storia, tutti apprendimenti importanti, per carità… ma si dimenticano di fornirci una buona educazione psicoaffettiva, che è il presupposto necessario per crearsi una vita felice. Se ti va di fare un “corso di recupero accelerato”, ti consiglio la lettura del libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce» (disponibile in tutte le librerie e su amazon, a questo indirizzo), troverai un bel po’ di risposte su come funziona il tuo mondo interiore e finalmente riuscirai a perseguire i due scopi fondamentali della vita: coltivare intimità e vicinanza e, al contempo, affermare la tua identità e autonomia.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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