È strano! Un giorno qualsiasi, quella mano affettuosa e confortante che amavo stringere nei momenti di gioia e di tristezza diventa fredda, sembra quella di un estraneo. Lui lentamente o all’improvviso è diventato un mistero, un rompicapo, se non un nemico. Si può amare anche senza essere ricambiati, certo, ma perché dedicare il proprio tempo e il proprio amore a chi non rende la nostra vita uno spettacolo?
Moltissime persone si perdono e soffrono in questo genere di relazioni “distorte” e disfunzionali. All’inizio, si guarda al di là dei difetti del proprio partner e dei limiti della relazione, perché troppo presi a rendere felice chi si ama.
Chi sei? Cosa ci sta succedendo?
Prima mi dicevi “quando mi svegli la notte, starei ore ad ascoltare il tuo respiro. Sei così bella“. Ora mi dici “mi hai svegliato anche stanotte. Tu non russi, tuoni ma fatti operare!” E quante volte mi dicevi “mi tieni sempre allegro, sei una miniera di giochi e di scherzi” ora invece “la pianti con questi scherzi idioti, valli a fare a tua madre”. In auto? Quando ero alla guida mi dicevi sempre “Quando guidi mi fai sentire sicuro”. Ora, già dopo qualche chilometro mi dici “Ma come cavolo guidi! Accostati e fermati, adesso guido io”
Non è questione di persone cattive, di sfortuna o di un destino avverso: queste situazioni nascono da scelte sbagliate (dovute ad idee errate, a convinzioni negative, a condizionamenti); si risolvono comprendendo da dove nasce l’errore…che spesso è riconducibile all’infanzia. Se non siamo stati amati abbastanza da piccoli, è possibile che da adulti si possa arrivare addirittura ad accontentarsi di vivere un rapporto emotivamente unidirezionale pur di non rimanere da soli. Si acquisiscono delle convinzioni negative su se stessi del tipo “Valgo poco”, “Non sono abbastanza”, “Non merito di essere amata/o”, “Non troverò mai qualcuno che mi voglia”, ecc.
Amare senza essere amati è come provare ad accendere una candela con un fiammifero spento
La verità è che non sappiamo bene perché lo facciamo, perché ci impegniamo ad idolatrare qualcuno o qualcuna che non ci ama. Persistiamo e resistiamo, e continuiamo a dire “se gli/le dico questo forse…”, “magari se cambio questo aspetto di me…”; come se, così facendo, ottenessimo qualcosa. Ma l’amore non è un distributore automatico, non basta inserire una monetina e schiacciare un pulsante per ottenere ciò che tanto desideriamo. A volte non c’è altro rimedio che fare il passo decisivo: arrendersi all’evidenza e smettere di struggerci per chi non merita le nostre attenzioni.
Quindi se ti ritrovi in situazioni che si ripetono (persone che ti rifiutano, partner che ti tradiscono, relazioni deludenti…), magari hai delle convinzioni inconsce che ti condizionano. In questo caso è necessario diventarne consapevoli, e liberarsene.
Siamo guidati dai bisogni, anche se invisibili
Quando ci sentiamo attratti da qualcuno/a, è perché costui o costei ci appare in grado di nutrire dei nostri bisogni profondi: se ci immaginiamo insieme a lui/lei, proviamo un senso di felicità e soddisfazione (corrispondente ai bisogni appagati). Quei bisogni a volte sono inconsci, nascosti nei meandri della nostra psiche. Non sappiamo nemmeno di averli, eppure ci attraggono verso la persona che può soddisfarli, e ci legano alla persona che li appaga.
A volte ci leghiamo a persone senza capirne il motivo, anche se ci ignorano o ci trattano male. Anche in queste situazioni apparentemente senza senso, alla radice ci sono dei bisogni inconsci; per esempio:
- Se siamo molto legati alla figura di un genitore, tenderemo a volere vicino un partner che ce lo ricordi (anche se costui era freddo o ipercritico).
- Una persona che ha avuto dei traumi infantili potrebbe aver bisogno di sentirsi maltrattata o respinta, e si legherà a qualcuno che lo fa, anche se ci sta male.
- Oppure chi ha una “ferita da tradimento” si lega a chi poi lo tradisce, ed anche questo nutre un bisogno – per quanto inconsapevole – di rivivere la propria ferita.
In altre parole, i bisogni possono essere nascosti o contraddittori o persino auto-lesionistici… ma muovono comunque le nostre scelte sentimentali. Ci sono relazioni che nascono con già incisa a fuoco la data di scadenza.
Se sei pienamente consapevole che niente di ciò che desideri potrà realizzarsi, esci dalla porta principale. Con dignità, a testa alta e con il cuore integro. Amare qualcuno/a che non ti ama è infinitamente doloroso, ma lo è ancor di più smettere di amare te stessa/o per seguire qualcuno che non ti merita.
Riprenditi la responsabilità e il potere
Abbi ben chiara una cosa: l’unico responsabile della tua felicità, sei tu. Non è compito degli altri renderti felice, né soddisfare i tuoi desideri. Solo un bambino si aspetta che altri si prendano cura di lui: un adulto si prende cura di se stesso. Se incontri qualcuno che ti rende infelice e/o ti tratta male, è tuo compito allontanartene il più in fretta possibile; non aspettare che sia l’altro a diventare gentile (gli esseri umani sono tutti imperfetti, alcuni più di altri).
Finché attribuisci ad altri la colpa del tuo malessere, stai anche dando loro la tua responsabilità e il tuo potere (se dipende da loro, significa che loro hanno potere su di te): riprendi in mano il tuo potere, la tua vita, e decidi cosa è davvero bene per te. Smetti di raccontarti favole romantiche e credere a illusioni zuccherose, e cerca di volerti bene e rispettarti: se non lo fai tu per primo, perché dovrebbero farlo altri?
Prenditi cura del tuo giardino
In pratica, tu sei il centro del tuo mondo (il che è diverso dal sentirsi il centro del mondo in senso ampio, e pretendere che gli altri ti trattino come tale; o ritenersi al di sopra degli altri che sono tendenze egocentriche e distruttive).
Quando ti prendi cura del tuo mondo interno, ti tratti bene e lo coltivi facendolo diventare come un bel giardino fiorito, allora tutti quelli che vi transitano si troveranno bene e tu per primo. Le altre persone staranno bene in tua compagnia e ti apprezzeranno, perché come sei dentro viene percepito all’esterno. Quindi se ho coltivato amore e benessere dentro di me, gli altri ne saranno istintivamente attratti. Invece trascurare se stessi, criticarsi e punirsi, servirà solo a rendere il tuo mondo interno un deserto inospitale, disagevole e ostile, in cui nessuno vorrà rimanere – e da cui tu stessa/o vorrai fuggire. Perciò, se vuoi cambiare la tua vita in meglio, comincia dal prenderti cura di te stessa/o.
Tu hai cose più importanti a cui dedicarti, non puoi lasciare che qualcuno, chiunque esso sia, “bruci” il tuo tempo. Trattati come se tu fossi la persona più importante del mondo perché nel tuo mondo, lo sei. E a chi ti chiede di restare per raccogliere le briciole di un cuore disinteressato tu rispondigli: ti lascio perché mi amo.
Pianteresti mai un seme nel catrame?
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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