Amare non significa cercare qualcuno che ci completi

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Amare è una delle esperienze più belle che possiamo sperimentare nella vita; solo grazie all’amore noi aderiamo al nostro vero essere e siamo perciò noi stessi. L’amore, però, spesso lo confondiamo con la passione, l’infatuazione o la dipendenza. Infatti, la linea di confine tra amore e dipendenza affettiva è molto sottile; è molto facile cadere in un rapporto malsano dove una persona cancella la sua personalità per soddisfare l’altra. In cosa si differenzia l’amore sano da una dipendenza affettiva?

Cos’è la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è una sorta di “imprinting disfunzionale” che pone le radici nella primissima infanzia con le figure di accudimento. John Bowlby, con la ‘teoria dell’attaccamento’, è stato il pioniere teorico del filone di ricerche sull’argomento. Tali studi hanno dato un contributo molto importante nella conoscenza del processo di sviluppo del bambino e inoltre hanno permesso una maggiore comprensione dell’andamento delle relazioni affettive e sentimentali.

Il cosiddetto ‘legame di attaccamento’, infatti, fungerà da modello per le successive relazioni che il bambino costruisce con altre figure durante tutto l’arco dello sviluppo, fino all’età adulta. A questo punto, è fin troppo chiaro il ruolo cruciale delle figure adulte sia per quanto riguarda il soddisfacimento dei bisogni primari ( fame, sete, protezione etc..), sia per la costruzione dei legami affettivi in età adulta.

Chi soffre di dipendenza affettiva nutre un forte bisogno di legarsi a una persona dalla quale dipendere in maniera emotiva e concreta. Ciò a tal punto da sviluppare un attaccamento totalizzante e una grande paura alla separazione. La persona con dipendenza affettiva non si pone coscientemente in ascolto dei propri bisogni, ma il bisogno che esprime è quello di gratificare il suo bisogno di dipendenza. Si dedica  esclusivamente al partner, ai suoi bisogni o a quei bisogni che presume tali. La relazione affettiva risulta assolutamente carente di equilibrio e reciprocità.

Differenza tra l’amore e la dipendenza affettiva

Una delle modalità più sane per passare dall’innamoramento all’amore vero è quella di riconoscere noi stessi e l’altro, accettare quello che siamo, anche i limiti umani ed esistenziali dell’individuo, e della relazione. Amare vuol dire stare bene dentro. Quando si ama in modo maturo sentirsi ricambiati ci fa stare sereni. Amare non significa cercare qualcuno che ci completi, o che non ci faccia sentire soli, o qualcuno che colmi i nostri vuoti. Stiamo semplicemente cercando un partner che porti del valore aggiunto alla nostra vita. A quel punto, daremo amore non per essere ringraziati o per trarre vantaggi, ma per l’autentico piacere che traiamo dall’amare.

Quando ami pensi in funzione della coppia, quando dipendi ti concentri solo sui suoi bisogni

Pensi continuamente al tuo partner e alle cose nuove che puoi fare per sorprenderlo e soddisfarlo. Non ti preoccupi di chi contribuisce di più al rapporto e non ti arrabbi per i dettagli senza importanza, perché sei consapevole che hai una persona meravigliosa al tuo fianco. Non cerchi di manipolare o dominare il rapporto, perché ti senti al sicuro. Al contrario, chiedi sempre la sua opinione perché ti piace farlo  sentire ascoltato e amato. L’amore maturo è quello che dà senza aspettarsi nulla in cambio, perché il dono è gratificante in sé.

Chi dipende emotivamente, al contrario, si concentra sul modo in cui il partner lo rende felice, stabilisce un rapporto egoistico perché è pronto ad arrendersi, ma solo per ricevere qualcosa in cambio. Questo tipo di persona ha anche una paura enorme di perdere il proprio partner, così spesso assume un atteggiamento manipolativo e tenta di controllare il rapporto per fare in modo che continui ad essere una fonte di soddisfazione personale.

Quando ami ti senti libera anche se impegnata, quando dipendi ti senti prigioniera dell’amore

L’amore maturo implica che ogni persona sia in grado di crescere nel rapporto. Ciò significa che ognuno è libero di esprimere se stesso, senza paura di esporre difetti e debolezze. Questa fiducia reciproca è liberatoria e consente a entrambi di esprimere al massimo il proprio potenziale. In questo tipo di relazione non c’è spazio per il controllo, perché ognuno incoraggia l’altro a prendere in considerazione nuovi obiettivi e lo sostiene nel perseguirli. L’amore maturo è un terreno fertile per la crescita personale. La dipendenza emotiva, al contrario, diventa spesso una prigione. La persona dipendente vuole che il partner passi sempre più tempo al suo fianco, che gli si dedichi completamente dimenticando sogni e progetti. Pertanto, la relazione terminerà per diventare stretta e scomoda.

Quando ami sogni, quando dipendi soffri

L’amore sopporta bene il passo del tempo. Infatti, a differenza della passione, l’amore maturo si sviluppa e cresce nel corso degli anni. Come un albero, affonda le sue radici in profondità e sviluppa nuovi rami. Questo non vuol dire che non vi saranno mai disaccordi e problemi, ma che ciascuna delle persone crescerà accanto all’altra, decidendo ogni giorno di stare insieme, non perché hanno bisogno l’uno dell’altro, ma perchè si amano.

L’amore si concentra sull’altra persona, nelle qualità positive che la rendono perfetta per te. Invece, la dipendenza emotiva si basa su un senso di vuoto che deve essere riempito a qualsiasi costo. Infatti, molti di coloro che vivono la dipendenza emotiva passano rapidamente da un rapporto all’altro, perché in fondo ciò che gli interessa non è la persona in sé, ma come questa può riempire la carenza affettiva. Si tratta di persone che non possono stare sole e non cercano l’anima gemella, ma solo qualcuno per riempire il vuoto.

Perché le relazioni di dipendenza sono così dannose?

Le relazioni che generano dipendenza emotiva finiscono per rendere entrambi infelici. La persona dipendente vuole sempre di più, non è soddisfatta e vive con l’ansia continua generata dalla paura della perdita. L’altra parte si sente sempre più sopraffatta, incapace di sviluppare il proprio potenziale, intrappolata in un rapporto che non apporta nulla. Di conseguenza, prima o poi questi rapporti finiscono.

Ricordiamoci..

Per essere davvero felici bisogna prima imparare ad amare se stessi.  Se ci amiamo totalmente, se non abbiamo carenze emotive da colmare allora sì che la nostra relazione può essere appagante. Ma se non sentiamo di valere e meritare, se non riconosciamo il nostro valore, se pensiamo che non ci sia destinato nulla di buono, significa che non ci accettiamo esattamente così come siamo, e quindi, oltre a non ricevere nulla, ci sarà impossibile dare amore.

Lascia andare le persone che non sono pronte ad amarti

Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella tua vita e sarà anche la cosa più importante. Smettila di presentarti alle persone che non sono interessate alla tua presenza. So che il tuo istinto è quello di fare di tutto per apprezzare chi ti circonda, ma è un impulso che ti ruba tempo, energia, salute mentale e fisica. TU meriti un amore senza lacrime, pieno di parole sincere e non ironiche, TU meriti vicinanza e complicità, e non reti che ti manipolano, né un amore pieno di sofferenza o che ti imprigioni. Se la persona non può apprezzarti per quello che sei, non merita il tuo amore.

Certo! Lasciare qualcuno non è mai una cosa facile e forse anche tu ti stai chiedendo come lasciare una persona che pensi ancora di amare anche se ti fa stare male. Potresti volerlo fare per mille motivi, ma i dubbi e le paure possono essere più forti di te. Come si fa? Potresti pensare al suo comportamento, alla tua sofferenza che passa inosservata, potresti pensare che meriti di meglio. So bene che serve tanto coraggio per  chiudere quella porta e, forse è una forza che ora non hai. Te lo dico chiaro, tu non soffri perché perderai quella persona, soffri perché pensi che lasciandola non sapresti come riorganizzare la tua vita e magari anche l’idea della solitudine ti spaventa…questo è il punto. Ma sai che ti dico: una soluzione a tutto questo c’è!

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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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