Lasciar andare fa paura. Tuttavia, è la scelta migliore da prendere, con tutta la fatica che comporta. Perché? Il passato ci tiene legati, la paura ci impedisce di prendere una decisione necessaria. Temiamo di sentire di aver fallito. In realtà, non abbiamo perso, abbiamo guadagnato qualcosa. Bisogna essere forti e consapevoli che i rimpianti e i dubbi cercheranno di assalire la nostra mente per confonderci e farci tornare sui nostri passi.
Lasciati andare, allontanati dal superfluo
Forse non vogliamo prenderne coscienza: la dipendenza e la paura di allontanarci da quello a cui siamo fortemente legati ci fanno apparire necessario ciò che, in realtà, è superfluo se non addirittura inutile. È come riordinare l’armadio dei vestiti. Spesso è ingombro di abiti che avremmo dovuto buttare da un pezzo, ma qualcosa dentro di noi ci trattiene dal farlo. È faticoso disfarsi di quello che è stato importante per noi.
Le relazioni umane sono fondamentali. Siamo esseri sociali, abbiamo bisogno di interagire con gli altri. Le emozioni, però, ci dominano e ci fanno soffrire, sentire felici e preoccuparci per gli altri. Mettere fine ad una relazione durata anni perché non ci fa stare più bene, non è semplice come sembra. Siamo legati a tutto quello che abbiamo vissuto, che abbiamo superato insieme al nostro partner.
Tendiamo a dare la colpa a noi stessi, ma a volte, pur mettendocela tutta, non c’è modo di tenere in piedi una relazione. E cosa succede quando è l’altra persona a lasciarci? Gli ex sono quasi sempre una spina nel cuore. Sopportare il dolore di una separazione non è facile e, a volte, segretamente vorremmo tornare con loro. In realtà non ci rendiamo conto che con questo atteggiamento viviamo in un passato che non sarà mai presente né futuro.
La paura di lasciar andare
La necessità di lasciar andare si scontra con il fatto che le nostre azioni, invece di aiutarci, si ritorcono contro di noi. Senza rendercene conto, spesso nel prendere una decisione ci lasciamo guidare dalle emozioni negative. Emozioni che ci fanno imboccare le strade peggiori. È il caso delle relazioni tossiche che ci soffocano, ma da cui non riusciamo ad uscire. In modo del tutto inconsapevole forse ci servono per alimentare la nostra rabbia oppure sfruttiamo la situazione per sentirci vittime.
Quando una situazione ci crea malessere, quando da tempo non siamo più felici, proviamo a capire se si tratta di semplice paura di lasciar andare. Esiste una specie di dipendenza alle esperienze dolorose, quelle che ci “agganciano” e ci impediscono di vedere gli aspetti positivi della vita. Uscire da questo circolo vizioso è possibile.
Lasciar andare è un gesto liberatorio
Per quanto sia doloroso e faccia soffrire, per quanto la nostra mente sia sommersa dal rammarico, lasciar andare è un atto che rende liberi. Per eliminare ogni dubbio, proviamo a riflettere su questi aspetti:
- Non dobbiamo avere paura della solitudine. In realtà non siamo mai soli, ma ci sentiamo tali perché abbiamo spezzato il legame con una persona che riempiva buona parte della nostra vita. Sono molte le cose che vi aspettano, la sensazione di essere soli non durerà a lungo.
- Lasciar andare non significa smettere di amare. Non trattenere per puro egoismo una persona al nostro fianco è una dimostrazione d’amore. Amare, infatti, non significa possedere.
- Non abbiamo fallito, abbiamo imparato. Tutte le tappe della vita che hanno inizio e fine nascondono un insegnamento. Non abbiamo fatto fiasco e non tutto è stato uno sbaglio. È stata, invece, un’opportunità per crescere, maturare. Nessuno è responsabile della nostra felicità. A volte lo crediamo, ma si tratta di un grave errore da parte nostra. Non mettiamo la nostra felicità nelle mani degli altri, altrimenti, quando si allontaneranno, ci sentiremo svuotati.
- Lasciar andare è una decisione coraggiosa, ma necessaria. È faticoso, è difficile, ma questo non significa che non possa essere presa. Ci sono momenti nella vita in cui è necessario sbarazzarsi di qualcosa o di qualcuno per poter andare avanti.
- Cambiare idea non è negativo, al contrario, può essere sinonimo di crescita. Cambiare progetti o rendersi conto che qualcosa ha smesso di appassionarci non significa che abbiamo fallito, ci resta comunque l’esperienza vissuta, che può essere fonte di saggezza. Infatti, spesso non importa quale obiettivo hai raggiunto, ma la persona in cui ti sei trasformato mentre percorrevi quel cammino.
Quando è il caso di continuare a cercare di raggiungere un obiettivo e quando lasciare perdere?
Il confine si trova su quel filo che separa due momenti. Quello in cui passiamo dal concentrarci sulla soluzione del problema al concentrarci sul problema stesso. Fino a quando vediamo soluzioni, fino a quando le cerchiamo e proviamo a metterle in atto provando e riprovando con fiducia e pronti a rimettere in discussione ciò che abbiamo provato, va bene. Insistere può avere un senso.
Arriva un punto però, in cui potremmo continuare a sbattere sempre sullo stesso scoglio, intestardirci su una soluzione che non va pretendendo di far entrare un cerchio in un quadrato! A quel punto la nostra mente smette di concentrarsi sulle possibili soluzioni e si intestardisce sul problema iniziando a fargli la guerra senza vedere altro. Ecco, quello è il momento di lasciare andare! In quel momento, quello in cui ci concentriamo sul problema invece che sulle soluzioni, perdiamo il contatto con la realtà e non vediamo altro che l’oggetto della nostra pretesa, del nostro attaccamento. È lì che allargare la prospettiva, allontanarsi dall’oggetto del proprio attaccamento per tornare a guardare l’intera realtà, inizia a fare la differenza!
La vita è un continuo cambiamento e andare avanti significa anche lasciarci alcune cose alle spalle
Se non lo facciamo e continuiamo a trattenerle, finiranno solo per essere un peso inutile che ci impedirà di continuare ad andare avanti. Arrendersi non è negativo, in certi casi può essere un segno d’intelligenza. La vera saggezza consiste nel trovare l’equilibrio tra perseverare e abbandonare, nel riuscire a discernere tra la testardaggine e le possibilità reali. Investire in questa abilità ci permetterà di salvare la cosa più preziosa che abbiamo nella vita: il nostro tempo. Accumuliamo vecchie cose di cui non riusciamo a liberarci, ci aggrappiamo al rancore per un amore finito male, o al dolore per ciò che sentiamo essere l’estremo tradimento – la morte di chi ci è caro -. Lo spettro delle cose che dobbiamo lasciar andare è variegato, ma tutte hanno un comune denominatore: ci fanno interrompere la comunicazione con il centro del nostro essere – per rabbia, per paura, per rancore – e i blocchi energetici che ne derivano possono letteralmente avvelenarci la vita, talvolta persino per sempre. Possiamo evitarlo… imparando a lasciar andare!
Lasciare andare è un atto che richiede coraggio
Un famoso detto napoletano recita: “Acqua ca nun cammina, fa pantano e feta” (acqua che non scorre si intorbidisce e fa cattivo odore). Questo vecchio proverbio rende pienamente il concetto: tutto quello che non lasciamo fluire si sedimenta dentro di noi, lasciandoci con energie “sporche” che ci affaticano.
Certo, non è semplice capire quale sia il tempo migliore per andare oltre. In generale, ogni volta che la memoria ci richiama alla mente attimi dolorosi del passato, e questi influenzano la nostra realtà nel presente, siamo imprigionati in un tempo che non ci rappresenta più. Senza il peso dei pensieri negativi, il dolore, la sofferenza, riusciremo a camminare a passo svelto in questo folle viaggio che è la vita. Lasciare andare non significa arrendersi, al contrario: vuol dire accettare la sfida e imparare a non avere bisogno di niente, se non di quello che ci consente di essere felici.
Trova la parte di te che non rimugina ma sente, che non pensa ma sa, che non dubita e vive, fiduciosa nel fatto che non ti manca nulla in questo momento né per essere felice, né per affrontare le difficoltà. Se vuoi che da questo momento qualcosa di straordinario entri nella tua vita, crea uno spazio da riempire.. di cose belle, di momenti felici, di persone amorevoli ed esperienze meravigliose. Insomma, riempi di senso la tua vita perché ti porta a dare un immenso valore al presente. Ti porta ad Esserci.
È dentro di te che troverai l’ascolto, la comprensione, l’amore, la considerazione e la stima mancati. È con i tuoi occhi che potrai dire «wow». Non ci sarà nessuno da stupire, le bellezze che ti porti dentro non dovranno essere “scoperte” da nessuno se non da te stesso! Se hai voglia di iniziare questo cammino, ti consiglio la lettura dei miei due libri
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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