Frasi tipiche di chi vive un’amore possessivo

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

In questo articolo proverò a porti due semplici domande, grazie alle quali potrai capire perché non puoi fare a meno di amare il tuo partner, nonostante la consapevolezza che non si tratta della persona adatta a te. Prenditi qualche minuto e sii paziente perché prima di entrare nel vivo dell’argomento, è necessaria una doverosa premessa sui vari volti della dipendenza affettiva.

Si parla tanto del narcisismo patologico come l’origine di ogni male, come la forma più tormentata e talvolta violenta del rapporto di coppia… anche la dipendenza affettiva può essere descritta come un’autentica bestia nera, capace di sfociare in scenari drammatici; basterà pensare al cosiddetto delitto passionale, ai casi di cronaca dove si parla di omicidio-suicidio e al suicidio per amore.

Frasi tipiche dell’amore possessivo

Per comprendere meglio quanto può essere distruttiva una dipendenza affettiva riporto alcune frasi classiche pronunciate da chi è affetto da questo disturbo di personalità.

  • “Tu non mi ami quindi io non sono nulla, non valgo niente e merito di morire”.
    Non esiste il suicidio per amore ma quello per dipendenza affettiva sì.
  • “Farò tutto quello che vuoi, tutto quello che serve per tenerti vicino”.
    Non esiste l’amore a ogni costo, anche questa volta si tratta di dipendenza affettiva.
  • “Devi essere mio, non ti libererai di me tanto facilmente. Se non posso averti io, nessuno deve averti”.
    L’amore non è distruzione ma la dipendenza affettiva può esserlo quando chi ne soffre sperimenta il rifiuto. Un’altra frase classica di chi soffre di dipendenza affettiva è questa: “So che non è la persona giusta per me ma non riesco a lasciarmi”.

Dipendenza naturale e dipendenza patologica

Ognuno di noi, durante l’infanzia, ha sviluppato una dipendenza naturale dove aveva bisogno di una controparte umana per esistere, crescere e definirsi. E’ da questa naturale dipendenza che ha origine una sana forma di interdipendenza sociale. Purtroppo se quella dipendenza naturale assume connotazioni devianti, non in sintonia con i bisogni del bambino, da quella naturale dipendenza si possono originare diverse forme di dipendenza patologica.

Ogni forma di dipendenza affettiva ha luogo quando la persona non riesce a integrare, prima di tutto dentro se stessa, le dimensioni di dipendenza-indipendenza, collocandosi in tal modo ad uno degli estremi di questa polarità.

Per assurdo, anche l’anaffettività può avere implicazioni con la stessa dipendenza affettiva soprattutto quando è correlata a un bisogno vivido di sentirsi autosufficienti.

C’è una cosa, però, che accomuna ogni forma di dipendenza affettiva: la paura della solitudine, la paura di esistere senza l’altro, la paura di essere rifiutati e non accettati. Per chi soffre di dipendenza affettiva, infatti, il partner diventa una sorta di regolatore della propria autostima necessario per garantirgli una sorta di diritto all’esistenza.

Spesso c’è chi aberra all’idea di separarsi dal partner senza però averne ben chiare le cause. La paura della solitudine, in questo caso, resta taciuta, inespressa a livello inconscio, ma condizione ogni condotta relazionale. Chi soffre di dipendenza affettiva non sa vivere, in modo matura, la relazione perché non tollera non solo la solitudine ma vive male anche il rapporto di coppia: se il partner si distrae e manifesta altri interessi, chi soffre di dipendenza affettiva si sente abbandonato. Per il dipendente affettivo la relazione è fusione e non scambio/incontro.

Se, in qualche modo, ti ritrovi nelle dinamiche descritte, prova a rispondere ad due semplici domande, senza raccontarti bugie! Guarda bene dentro te stessa.

Cosa vedi nel tuo partner di così bello e speciale? Quali sono le caratteristiche che ti spingono ad amarlo?

Molto spesso, chi soffre di dipendenza affettiva fatica a rispondere a questa domanda. Concettualmente trovano il proprio partner interessante, affascinante…. ma spesso, da un punto di vista umano, non condividono molti aspetti della sua personalità. Anzi, in un’analisi più critica, quel partner si discosta di molto dalla persona ideale che vorrebbero al proprio fianco.

Eppure, nonostante un’analisi più critica, chi soffre di dipendenza affettiva continua ad affermare: non riesco a fare a meno di amarlo. A questo punto dovresti chiederti:

Ma amo lui, con tutte le sue caratteristiche o solo l’immagine che ho costruito nella mia mente?

In questo scenario rientrano tutte quelle persone che, una volta fidanzate o “accasate” cercano poi di cambiare il partner avviando una sfida continua. Se ami una persona per ciò che è, non sentirai mai il bisogno di cambiarla… se, al contrario, sei vittima di dipendenza affettiva, può insorgere in te questo malsano desiderio.

Non ti amo ma non riesco a lasciarti

In una particolare connotazione della dipendenza affettiva, definita nella fattispecie dipendenza affettiva provocatoria, chi soffre di questo disturbo può arrivare a concepire pensieri come:

“Il mio partner non mi piace, lo disprezzo ma non riesco a lasciarlo!” Quando si parla di dipendenza affettiva provocatoria, chi ne soffre, può addirittura arrivare ad odiare il partner ma non essere capace di separarsi da lui. Questa particolare declinazione del disturbo dipendente di personalità è stata approfondita nell’articolo Non ti sopporto ma non riesco a lasciarti.

Se provi a mettere da parte il tuo partner e a concentrarti solo su te stessa e sulla tua vita, a prescindere da lui, che cosa provi?

In questo caso, la risposta è solitamente preoccupazione, ansia o paura. Adesso prova ad entrare in contatto con questa emozione, prova a tollerarla e a chiederti… “cos’è che mi fa tanta paura, così tanta da arrivare ad annullare me stessa per l’altro?”. Sì, c’è qualcosa da cui stai sfuggendo, qualcosa che temi più di qualsiasi altra cosa… hai paura della solitudine.

Chi soffre di dipendenza affettiva purtroppo non ha appreso, nell’infanzia, la sana capacità di stare solo perché gli sono state negate determinate basi, è proprio per questo che in età adulta cade vittima di tali dinamiche.

Prima di disperarti, sappi che puoi imparare a tollerare la solitudine anche oggi che sei adulta. Puoi imparare a costruire una nuova immagine di te, più forte e soprattutto imparare a integrare, dentro te stessa, le dimensioni di dipendenza-indipendenza, senza necessariamente collocarti a uno degli estremi di questa polarità.

Nel caso della dipendenza affettiva la paura della solitudine diventa l’incubo peggiore, la dannazione totale. Una paura che, però, può essere superata.

Prova a soffermarti su te stessa, parti da piccole esperienze dove puoi sperimentare la solitudine, dove fai qualcosa solo per te stessa. Procedi un passo per volta. Sperimentando la solitudine e associandola a emozioni ed esperienze positive, capirai che la solitudine non è associata a fallimenti abbandonici o a un senso di non valere, ma che può essere qualcosa di sano e necessario per raggiungere una certa maturità emotiva. Nel momento in cui riuscirai ad apprezzare la tua solitudine, allora smetterai di temerla. In questo modo riuscirai a creare le premesse per la tua emancipazione emotiva, per iniziare rapporti più sani e maturi.

Sperimentare una relazione basata su amore autentico, rispetto, reciprocità e sana interdipendenza diverrà per te un’esperienza emotiva dall’elevato valore, in grado di dare nuovi feedback al tuo inconscio.

Una lettura per crescere

Nel mio libro bestseller «d’amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce», ti propongo un percorso di auto-analisi, in cui potrai esplorare ogni parte di te e comprenderti nel profondo. Le scelte che facciamo in amore e nella vita, sono la diretta manifestazione dei nostri desideri o… paradossalmente, delle nostre paure! Talvolta rischiamo di vivere una vita fatta di tante profezie che si auto avverano, rischiando di sabotarci da soli. Ciò capita perché il funzionamento mentale, le interazioni con l’altro e i sentimenti, sono estremamente complessi e, durante la nostra crescita, nessuno ci ha spiegato come districarci tra impulsi, emozioni, relazioni affettive e bisogni emotivi! Ecco perché ho deciso di scrivere un libro sull’argomento. Ho racchiuso in un manuale tutte quelle nozioni che avrei voluto conoscere io ancor prima di diventare una psicologa! Sono sicura che potrà esserti utile. Lo trovi in libreria o su Amazon.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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