Quando qualcuno smette di amare è inevitabile che ci siano dei cambiamenti nei suoi modi di fare. Dal modo di guardare l’altra persona al modo di comunicare, tutto lascia intuire che l’amore un tempo presente è ormai svanito per sempre. Se stai vivendo una relazione caratterizzata da continui alti e bassi (come se fossi sulle montagne russe), comportamenti svalutanti da parte dell’altro, da un continuo e crescente stato di allerta, dal timore che da un momento all’altro possa esplodere una lite o l’altro possa arrabbiarsi e colpevolizzarti per qualsiasi piccolezza… può darsi che tu abbia a che fare con un partner che ha smesso di amarti.
Cosa faccio se il mio partner ha smesso di amarmi?
L’amore non corrisposto è una delle esperienze più dolorose che si possano vivere. Quando si ama qualcuno e questi non ricambia i propri sentimenti, ci si sente svuotati, soli e spesso incapaci di andare avanti. Soffrire per amore non corrisposto è un’esperienza comune a molti, indipendentemente dall’età, dal genere o dalla cultura.
Finché c’è l’amore due partner stanno insieme: quando uno dei due si disinnamora, non ha più senso portare avanti la relazione. Tutto lineare e matematico: ma proprio per questo in amore non funziona. Il fatto che molte coppie restino insieme anche quando l’amore finisce ci fa capire che ci sono molti fattori che complicano le cose e che rendono difficile dire basta. Soprattutto quando si sta insieme da molti anni, si ha paura di deludere il partner, di suscitare il disprezzo di conoscenti e parenti, di sentire la mancanza delle abitudini o di dover affrontare troppe fatiche quotidiane e troppe spese da soli. In molti casi quindi si trascina la situazione fino all’irrompere di un evento che scuota la mente e apra gli occhi, ad esempio un tradimento.
E intanto il tuo cuore va in frantumi
In ogni frattura relazionale, c’è un dolore. Ci si sente soli nel profondo dell’anima, anche se il partner vive, mangia e dorme con te. Pur vivendoci insieme, hai accanto non una persona ma una specie di “maschera” o miraggio di qualcuno che in realtà non esiste. Di fatto sei sola/o, e lo senti. Potresti avere la sensazione chiara che il partner ti resti accanto o ti “sopporti” semplicemente perché gli fa comodo per qualche ragione, e accorgerti che ogni tentativo di comunicazione ti lascia ogni volta esausta/o, inascoltata/o e frustrata/o, perché a l’altro non interessa nulla di te e ancor meno di ciò che hai da dire.
La mia sofferenza ha a che vedere con la mia infanzia?
L’amore non corrisposto può essere fonte di grande sofferenza. Ci si sente respinti, abbandonati e soli. Spesso, però, ci si dimentica che dietro a questo tipo di relazione c’è un’importante variabile: lo stile di attaccamento. Lo stile di attaccamento rappresenta il modo in cui una persona si lega affettivamente agli altri. Esso si forma durante l’infanzia e viene influenzato dalle figure di attaccamento primarie, ovvero i genitori o le figure che hanno avuto cura del bambino nei primi anni di vita.
Il primo è caratterizzato da una fiducia nei confronti degli altri e da una capacità di esprimere i propri bisogni senza timore di essere abbandonati. Il secondo, invece, è caratterizzato da una tendenza ad evitare la vicinanza emotiva. Infine, il terzo è caratterizzato da un’inconsistenza tra il desiderio di vicinanza emotiva e la paura dell’abbandono. L’amore non corrisposto può quindi dipendere dallo stile di attaccamento delle due persone coinvolte nella relazione.
Ad esempio, se uno dei partner ha uno stile evitante potrebbe avere difficoltà a mostrare affetto e a creare un legame profondo con l’altro. Se invece uno dei partner ha uno stile ansioso-ambivalente potrebbe avere paura dell’abbandono eccessiva che lo porta ad aspettarsi troppo dalla relazione, mettendo sotto pressione l’altro. È importante comprendere che lo stile di attaccamento può essere modificato nel corso della vita, attraverso un lavoro di consapevolezza e di auto-osservazione. In questo modo si possono superare le proprie paure e i propri blocchi emotivi e creare relazioni più sane e soddisfacenti.
Ma perché gli amori non corrisposti sono così dolorosi?
Ci possono essere molte ragioni per cui ci si sente così male: forse si ha bisogno di sentirsi amati ed accettati dagli altri per sentirsi bene con se stessi, oppure si ha paura di rimanere soli o di non essere amati da nessuno. Capire queste ragioni può aiutare a trovare modi per affrontare il dolore e superarlo. Sì, non è facile. Soprattutto quando la sofferenza derivante da una delusione d’amore è tale che ti sembra quasi non ci sia via d’uscita, quando vedi tutto nero, quando sei portata/o ad abbandonarti a questa situazione di malessere e non hai la forza di ripartire.
In primo luogo, l’amore è una delle emozioni più intense che si possano provare e quando non viene ricambiato, ci sentiamo come se avessimo perso qualcosa di molto prezioso. La sensazione di perdita può essere molto intensa e difficile da gestire. In secondo luogo, gli amori non corrisposti possono far emergere molte insicurezze personali. Ci chiediamo cosa c’è di sbagliato in noi che ha fatto sì che la persona amata non ci ricambi. In questo modo, l’amore non corrisposto può minare la nostra autostima e la nostra fiducia in noi stessi.
Inoltre, gli amori non corrisposti possono portare a sentimenti di gelosia e possessività nei confronti della persona amata. Ci sentiamo frustrati nel vedere che qualcun altro sta ricevendo l’attenzione e l’affetto che vorremmo avere noi stessi. Infine, gli amori non corrisposti possono portare a un senso di disperazione e impotenza. Ci sentiamo come se non ci fosse niente che possiamo fare per cambiare la situazione e questo può portare a un senso di rassegnazione e tristezza profonda. In conclusione, gli amori non corrisposti sono dolorosi perché ci fanno sentire soli, indesiderati e insicuri. Tuttavia, è importante ricordare che l’amore non corrisposto non dovrebbe definirci come persone e che ci sono molte altre opportunità per trovare l’amore e la felicità nella vita.
Riconoscere e ammettere che la tua relazione è sbilanciata e, soprattutto, che ti porta dolore in maniera squilibrata rispetto a tutti i tuoi sforzi non è facile. Tuttavia, quando (o se) ti accorgi che stai rinunciando a molte parti di te (idee, desideri, convinzioni, etc) significa che il tuo rapporto non funziona in modo sano. In altre parole si sgretolerebbe se tu smettessi di sacrificare tutto quello che fai.
Come smettere di soffrire?
Scoprire che la propria metà non prova più il trasporto di un tempo o che, ancor peggio, non è più innamorata è una realtà dolorosa ma che si deve essere in grado di saper vedere e accettare. Solo così infatti si potrà porvi rimedio là dove possibile o, in alternativa, farsene una ragione e sistemare le cose prima che sia troppo tardi e che alla mancanza di amore si uniscano sentimenti negativi come l’insofferenza o il rancore. E c’è una sola strada: arrendersi, cedere e cominciare a occuparci di noi.
Se qualcuno non ci vuole, non ci vuole e basta: non accade perché l’altro è più ambizioso, più colto, più bello. Queste spiegazioni razionali portano fuori strada! Deve esserti chiara una cosa: tutti gli incontri che fai hanno un senso, anche quelli che ti fanno star male come capita quando ci si innamora di qualcuno che non prova i nostri stessi sentimenti. Più spesso di quanto crediamo, sono queste esperienze a essere fondamentali per la nostra crescita: l’amore non corrisposto ci mette a nudo e ci costringe a fare i conti con noi stessi.
Chiudere una relazione non è mai indolore
Sarò onesta: lasciare una persona con la quale si è trascorsa parte della vita, costruita una famiglia o semplicemente nei confronti della quale si provano forti sentimenti non è facile e non è indolore. Provare un sentimento o un’emozione non significa doverla fuggire. Lasciali dunque fluire naturalmente nella coscienza senza negarli e senza cercare di bloccarli o cancellarli.
Si tratta però di un dolore destinato ad alleggerirsi e a divenire via via meno forte nel tempo. Tu però davi fare la tua parte; fidarti di te e fidarti del fatto che il tempo sarà dalla tua parte! Ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana ti accorgerai che gradualmente questo dolore si attenua, e al suo posto compaiono spazi mentali ed emotivi nuovi, all’interno dei quali sperimenterai sensazioni ed emozioni inattese di libertà, fiducia, curiosità, forza interiore, coerenza e gioia.
Man mano che costruirai nuove abitudini e la cura verso i tuoi reali bisogni, (in quanto persona autonoma e indipendente e non più legata al soddisfacimento delle altrui aspettative), questo dolore lentamente diverrà meno sopraffacente, e al suo posto nascerà e crescerà il germoglio della migliore versione di te. E questo germoglio man mano porterà con sé la gioia che deriva dal saperti libera e capace di agire per il tuo vero bene.
Ricorda…
Ognuno ha i suoi tempi e non è possibile prevedere quando e come questa evoluzione farà la sua comparsa ma sii fiduciosa/o perché, se ti manterrai forte e nella tua decisione abbastanza a lungo, il premio sarà davvero ricco e ti donerà una forza interiore e una consapevolezza nuova, che resteranno per sempre con te e faranno sì che le tue scelte future siano più sagge e in armonia con il tuo senso di valere.
Come rinascere
Nel mio libro «D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce» ti prendo per mano per visitare i tuoi luoghi bui e temuti, ti insegno a chiamare col nome le tue difficoltà senza giudicarti, a donarti e donare perdono a chi ha avuto un ruolo nelle tue ferite.. perché è imparando ad amarsi che si pongono le fondamenta per un incontro autentico con l’altro. Con il libro, potrai ripristinare un equilibrio perduto: ogni pagina ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, amabile e degna di stima, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare. È vero, meriti di essere notato, ma la prima persona che deve imparare a farlo, sei tu! Perché come scrivo nel libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi in tutte le librerie oppure su Amazon, a questo indirizzo
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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