Tutti abbiamo sentito parlare, almeno una volta nella vita, di contratto prematrimoniale. Un contratto prematrimoniale ha valore legale e, in Italia, generalmente si limita a disciplinare il regime patrimoniale. Per alcune coppie italiane e più comunemente negli USA, i contratti prematrimoniali si spingono oltre le questioni danarose e somigliano più a vere e proprie linee guida di convivenza e preavvisi per un’eventuale separazione… l’idea sembra fredda e non adatta a una storia d’amore, tuttavia, tutto dipende dal contenuto di tale accordo.
Anche quando si inizia una relazione terapeutica, il clinico si impegna nella cura del suo paziente e il paziente si impegna a curare se stesso sotto la guida e le indicazioni terapeutiche. Questo impegno reciproco è messo nero su bianco mediante l’accordo terapeutico (anche noto come patto terapeutico o contratto terapeutico).
Questo format ha lo scopo di regolare l’impegno e le aspettative di entrambi gli attori e può costituire un vero scudo nei momenti di fragilità. Il clinico propone questo accordo dopo la diagnosi, quando ha un’idea chiara del percorso da intraprendere.
Perché una giovane coppia non dovrebbe stilare un suo vademecum? Qualcosa di sano, utile e supportivo, atto a semplificare il legame e a spingerlo verso la crescita individuale e di coppia. In basso ci sono i 7 prerequisiti imprescindibile per qualsiasi accordo di coppia.
Quando parliamo d’amore sembriamo dei malati fuori di testa
«Sono pazzo di te», «farei qualsiasi cosa per te, mettimi alla prova!», «non riesco più a pensare a niente», «sei tutto il mio universo», «senza te non posso vivere» (…), siamo abituati ad adottare un linguaggio d’amore che somiglia più a qualcosa di patologico che a vero amore incondizionato.
Non voglio infrangere nessuna magia, ma devo sottolineare subito che l’amore non ha niente a che fare con la dipendenza, ne’ tanto meno con la disregolazione emotiva (l’incapacità di regolare il volume delle proprie emozioni).
Chi è innamorato spesso si sente più come un «prigioniero d’amore» che come un attore, padrone della propria vita (e in pieno possesso delle facoltà mentali). Eppure l’amore non dovrebbe lanciarti a tutta velocità verso destinazioni sconosciute, non è un qualcosa di divorante, ma qualcosa che va compreso, accolto e di cui ci si prende cura in due. Ecco perché può essere utile un accordo di coppia.
Ognuno di noi può decidere se mettere il tutto nero su bianco o se lasciare che queste regole vengano assunte in modo implicito. Se sei scettico al riguardo, sappi che qualsiasi relazione è già contrattuale, con questo passo rendi solo le cose più chiare e semplici. Viviamo in una società ricca di norme sociali implicite che regolano come dobbiamo comportarci in diversi contesti, talvolta siamo in difficoltà solo perché nessuno ha mai pensato di semplificare le cose trasformando il non detto (l’assunto dato per scontato) in parole.
Il contratto di coppia e i prerequisiti indispensabili
A questo punto è chiaro che un contratto di coppia non è nulla di vincolante, ma solo un pro-memoria su cosa ci si aspetta dalla relazione, cosa si è disposti a fare e/o a tollerare.
Quando iniziamo una relazione, le nostre aspettative sono elevatissime. Inoltre cadiamo in errori molto comuni, talvolta crediamo che il partner sia l’unico artefice della nostra felicità (o infelicità). «Sei tutta la mia vita». No, in realtà il partner non è tutta la vita ma una parte fondamentale e preziosissima di essa, ricorda che la tua vita è iniziata prima ancora che arrivasse il tuo partner e di certo continuerà anche in caso di una separazione. Ricorda anche che sei tu il responsabile della propria felicità.
Questo concetto non va giù a nessuno, ma è così. Nel mondo degli adulti, la responsabilità è troppo spesso associata alla colpa e non al potere. E’ importante comprendere che avere la responsabilità del proprio benessere significa esercitare il proprio potere e le proprie energie, per costruirsi una vita felice. Se la vita ci sottopone a ingiustizie, sicuramente subiamo dei torti ma il modo in cui reagiamo dipende da noi. Questo è vero anche in coppia.
Regolare le reciproche aspettative è un compito estremamente arduo. In una coppia sposata si raggiungono compromessi (talvolta anche scomodi), c’è chi ha il ruolo di pagare le bollette, chi di fare la spesa o gestire la casa… quando poi si raggiunge la piena flessibilità dei ruoli, la coppia può dirsi felice. La flessibilità, infatti, è indice di cooperazione, rispetto reciproco e soprattutto complicità… ma solo raramente tutto questo si verifica in modo spontaneo.
Un «contratto di coppia» ti dà l’occasione di sederti con il partner e analizzare la tua storia. Comprendere quali aspettative sono state deluse, quali confini violati e in che direzione state andando.
I termini di una relazione emotivamente appagante
In una coppia, soprattutto quando uno dei due non è economicamente autonomo, il denaro è un tasto dolente. In qualsiasi relazione, altro tasto dolente è rappresentato dal sesso. Nella coppia, entrambi i protagonisti dovrebbero sentirsi al sicuro anche quando affrontano argomenti spinosi come questi.
La sicurezza, la possibilità di esprimersi senza timore, è fondamentale: il non detto genera conflitti irrisolti che inevitabilmente conducono a tradimenti o rotture. Vediamo quali sono i prerequisiti di qualsiasi relazione sana ed emotivamente appagante.
Norma n.1: la sicurezza e l’ascolto empatico
La prima promessa che i due partner dovrebbero farsi a vicenda risiede nella sicurezza: ognuno deve concedere all’altro lo spazio e il tempo per parlare. Deve concedere la pazienza di ascoltare senza interrompere scattando sulla difensiva. Si ascoltano i bisogni dell’altro con pazienza, perché non sempre esprimere alcuni concetti è semplice ed è importante concedere il beneficio del dubbio se un concetto è stato espresso male.
«Qualsiasi cosa dirai potrà essere usata contro di te», questa frase terrorizza molte persone che, vedendo l’impazienza e l’aggressività difensiva altrui, finiscono per non esprimersi. Ecco perché è necessario un luogo di confronto sicuro, calmo e di non giudizio, ma solo di comprensione.
Norma n.2: divergenza d’opinione e stima
Anche le persone più simili tra loro hanno delle divergenze. Le idee e le opinioni dell’altro vanno rispettate e non schernite o screditate. «La tua idea non mi piace ma la rispetto, la rispetto perché ti stimo». Dovrebbe essere questo il prerequisito fondamentale, a che serve dire «sono pazzo di te» se poi non c’è stima?! Se hai scelto quel partner, è perché ti piace e nutri in lui una profonda stima. Se non stimi il tuo partner, vuol dire che la tua relazione è disfunzionale e un “accordo” probabilmente non servirà a molto.
Norma n.3: chiarezza e punti di incontro
Chiarisci cosa ti piace e cosa non ti piace. Non aspettare che il tuo partner ti legga nella mente. Chiarisci quali sono le tue aspettative e in che direzione vuoi che vada la coppia. Sulla base di questa chiarezza, poi, si troveranno dei punti di incontro che possano andare bene a entrambi.
Norma n.4: confini sani in coppia sana
I confini regolano l’intera relazione, in ogni coppia bisogna trovare un equilibrio tra vicinanza e distanza, tra interdipendenza e autonomia. Le relazioni sane riescono a trovare un perfetto equilibrio tra i due poli. Mentre nella dipendenza affettiva vige il bisogno fusionale (esisto attraverso te, mi annullo per te), per il partner evitante le parole d’ordine sono autonomia e distanza emotiva. Impara a scandire la giusta distanza nella coppia così da poter essere un noi composto da due identità diverse.
Norma n.5: alimentare l’amore
L’amore non è qualcosa che va avanti per inerzia. Va alimentato… in che modo? Mediante gratificazioni vicendevoli. Se il partner ti gratifica e ti appaga, è chiaro che sei motivato a investire nella coppia. Questo discorso è bidirezionale.
Entrambi i protagonisti della coppia dovrebbero appagarsi in modo reciproco e ricordare, di giorno in giorno, quanto sia meravigliosa la persona che si è scelta al proprio fianco. Questo non significa chiudere gli occhi e ignorare difetti, significa piuttosto valorizzare i pregi e muoversi in una direzione in cui quei difetti possono sempre essere offuscati dal valore aggiunto che la relazione comporta.
Ecco che di nuovo distruggo il romanticismo: si porta avanti una relazione quando il bilancio dell’appagamento di coppia è in positivo. E’ inutile portare avanti una relazione quando l’amore è morto ormai da tempo, perché per incuria i partner hanno scordato di alimentarlo.
Norma n.6: il supporto alla crescita
Il partner non va mai lasciato solo (non fisicamente, ma emotivamente!), soprattutto se sta attraversando un periodo di difficoltà. Una relazione deve essere un luogo in cui trovare supporto e ristoro. Ciò non significa che dobbiamo trasformarci in super-caregiver, piuttosto significa che dobbiamo far sentire l’altro supportato, soprattutto se sta affrontando difficoltà. E’ ovvio che dobbiamo aspettarci il medesimo trattamento.
Se la tua relazione somiglia più a un campo minato che stressa e terrorizza, qualcosa non va, cerca di analizzare la scelta del partner e il perché state ancora insieme. Ricorda che non sei prigioniero d’amore ma una parte attiva.
Norma n.7: non esistono condanne a vita
Nonostante queste bellissime premesse, siamo tutti esseri umani e in quanto tali, fallibili. Se il partner commette un errore, certamente dobbiamo parlarne e affrontare la questione con attenzione e cura, ricordando che nella coppia non esiste l’ergastolo. Un errore non va scontato per l’intera vita. Le cose non vanno rinfacciate, rinfacciare significa nutrire rancore e questo lede il benessere di coppia. Se il tuo partner ha commesso qualcosa di imperdonabile, allora fai un favore a entrambi e lascialo, perché se non riesci a perdonargli qualcosa trasformerai la vita di entrambi in una condanna.
Raccomandazione utile
Impara a osservare le relazioni che stringi e soprattutto, impara a sintonizzarti con il tuo mondo interiore, su quelli che sono i tuoi bisogni inconsci che cerchi di appagare mediante gli altri ma che potresti benissimo soddisfare da te! Semplicemente, nessuno ti ha mostrato ancora come si fa. Quando veniamo al mondo, ci insegnano a leggere e a scrivere, ci insegnano la matematica, la storia, tutti apprendimenti importanti, per carità… ma si dimenticano di fornirci una buona educazione psicoaffettiva, che è il presupposto necessario per crearsi una vita felice. Se ti va di fare un “corso di recupero accelerato”, ti consiglio la lettura del libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce» (disponibile in tutte le librerie e su amazon, a questo indirizzo), troverai un bel po’ di risposte su come funziona il tuo mondo interiore e finalmente riuscirai a perseguire i due scopi fondamentali della vita: coltivare intimità e vicinanza e, al contempo, affermare la tua identità e autonomia.
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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