Per oltre un secolo, ricercatori di diversi ambiti disciplinari hanno tentato di spiegare il significato dell’amore ma la sua natura polisemica ne ha reso difficile la comprensione e ancora più difficile la possibilità di elaborare un enunciato teorico. Diversi psicologi hanno tentato di definire l’amore usando tecniche psicometriche, Robert Stenberg con la sua «Triangolar Theory of Love» e Susan Hendrick con la sua «Love Attitudes Scale», sono gli esempi più popolari. Non mancano, dunque, questionari e scale valutative volte a misurare l’intimità di coppia, la coesione, l’attaccamento, la fiducia e, da qualche anno a questa parte, il campo della neurobiologia ha spalancato le porte alle indagini con risonanza magnetica funzionale.
È stata descritta, nel dettaglio, la chimica dell’amore così come la mappa cerebrale dell’amore; esatto, c’è una rete neurale specializzata nelle relazioni d’amore (Bartels e Zeki, 2000) e, più di recente, è stato scoperto che questo sentimento cambia il modo in cui funziona il cervello.
Questa premessa nasce per sottolineare la complessità del tema che andremo ad affrontare. Per comprendere profondamente cosa manca alla propria relazione d’amore e, soprattutto, cosa fare per migliorarla, è necessario capire di cosa stiamo davvero parlando. In altre parole, non possiamo dire di «amare» se non sappiamo davvero cos’è l’amore, non possiamo dire davvero di «stare bene con il partner», se, nel nostro bagaglio, manca il concetto di benessere di coppia.
Sfruttando la celebre teoria del modello triadico di Robert Stenberg (1986), non solo proveremo a descrivere quali sono gli ingredienti indispensabili per una relazione d’amore appagante, stileremo inoltre 15 domande per indurti a riflettere sulla tua relazione e capire cosa davvero manca alla coppia. La teoria dell’amore di Robert Sternberg (1986) sostiene che questo sentimento può essere compreso in termini di tre componenti: intimità, passione e impegno. Ognuno dei quali può essere descritto in quattro sotto-componenti. Analizziamoli insieme. Nota bene: l’amore non è mai unidirezionale, quindi ogni sfaccettatura, nella coppia appagata, deve essere sperimentata da entrambi i componenti.
Le quattro sfaccettature dell’intimità
L’intimità è una caratteristica essenziale di una relazione d’amore appagante. Essa è costituita, a sua volta, da: fiducia, comprensione, connessione e familiarità. Leggendo le varie definizioni, rifletti sulla tua relazione, nel tuo legame riconosci la fiducia? La comprensione? La connessione e la familiarità? Fidarsi del partner significa credere in lui: essere consapevole del sentimento che nutre per te e sapere di poter contare sul suo supporto. Fiducia significa questo: valutare i sentimenti, gli atteggiamenti e le intenzioni del partner positivamente, al punto di sentirsi sicuri nel legame.
La comprensione è una caratteristica piuttosto difficile da spiegare ma che una coppia affiatata vive nel quotidiano. Comprendersi significa accettarsi e sapere che ciò che fa l’altro ha un senso. Comprendersi significa validare i sentimenti, le esperienze e le reazioni del partner. Sebbene un comportamento del partner possa sorprendere all’inizio o anche generare disappunto, un confronto diretto può sempre aiutare a capire perché è stato compiuto. Nelle coppie stabili, c’è abbastanza fiducia da potersi raccontare senza dover sopportare il peso della critica del partner perché egli ci comprende, senza giudicarci.
La connessione può essere descritta come una vicinanza affettiva. In qualche modo, il partner ci attrae, ci conquista e lo sentiamo vicino. Cosa dire poi della familiarità? Ingrediente indispensabile dell’intimità di coppia. Questa componente è quella che ti fa sentire a tuo agio con il partner. Leggendo le varie definizioni, come valuteresti la tua coppia? Per aiutarti, prova a rispondere a queste domande:
- Sei certo del sentimento che vi unisce? Sei sicuro dei sentimenti che nutre per te?
- Siete entrambi compatibili con le situazioni della vita quotidiana?
- Ti senti compreso del tuo partner e, a tua volta, riesci a comprendere il suo punto di vista?
- Ti senti criticato dal tuo partner? Critichi o giudichi i suoi sentimenti e le sue scelte?
- Nella coppia, esistono argomenti tabù, che evitate a ogni costo?
- Ti senti rilassato? Puoi essere te stesso?
- Riuscite a vedere ragioni precise per un grande futuro insieme?
- Tu senti a tuo agio nella relazione? Puoi cantare a squarciagola dinanzi al tuo partner sentendoti a tuo agio?
- Ti senti libera di confidare al tuo partner anche i sentimenti di cui non vai fiera?
- Ti fidi completamente e senza riserve del tuo partner?
- Sai fare un elenco di 6 cose che ami (ancora) del tuo partner?
- Credi che il tuo partner saprebbe fare un elenco di 6 cose che ama (ancora) di te?
- Ti mostri al tuo partner per come sei davvero?
- Quando hai un problema ne parli con il tuo partner?
Se, tendenzialmente hai riposto sì alla gran parte delle domande, la tua vita di coppia può godere di un’ottima intimità. Nella relazione ci sono tutti i requisiti giusti per crescere insieme. Al contrario, se tendenzialmente le tue risposte sono state negative, avete molto su cui lavorare, sottolineo avete perché, come anticipato, le relazioni d’amore hanno bisogno di reciprocità, sono una danza a due, un ballo in cui entrambi i partner hanno bisogno di cooperare.
Sappi che l’intimità si sviluppa in modo graduale, il tempo è un ottimo alleato. Alcune sensazioni non irrompono dirompenti nella coppia ma maturano man mano. La passione, che vedremo di seguito, in genere emerge immediatamente nel rapporto e va alimentata nel tempo. Al contrario, l’intimità, è qualcosa che si costruisce con l’esperienza. Dieci sono i principi che compongono questo dominio in ogni sua sfaccettatura.
- Desiderare il benessere dell’altro Amato
- Essere felici nello stare con l’Altro amato
- Rispettare e tenere nella corretta considerazione l’Altro amato
- Poter contare sull’Altro amato
- Comprendere l’Altro amato e sentirsi compreso da lui/lei
- Condividere se stessi con l’Altro amato
- Poter contare emotivamente sull’Altro amato
- Dare supporto emozionale all’Altro amato
- Riuscire a comunicare in modo autentico e intimo con l’Altro amato
- Riconoscere all’Altro amato l’importanza emotiva che riveste
Le quattro sfaccettature della passione
Se il concetto di intimità è più consueto (fiducia, comprensione, vicinanza e familiarità sono temi universali), quello di passione può variare molto da coppia a coppia e da persona a persona, qui le tue sensazioni sono l’unico punto di riferimento. Le persone, infatti, differiscono ampiamente nella misura in cui si appassionano (Tennov, 1979) ma tutti noi, in misura diversa, possiamo sperimentare passione. In questo dominio rientrano: l’eccitazione, la trasformazione, la focalizzazione e l’esclusività.
L’eccitazione prevede interesse, entusiasmo, voglia di scoprirsi, avvicinarsi e riscoprirsi ancora, con una pulsione fisica. Quando la passione è di una certa intensità, richiede molte risorse cognitive: fa sì che il partner focalizzi la sua attenzione su determinati aspetti della vita passionale di coppia: questa ha un forte potere attrattivo. La passione conserva anche un potere trasformativo, non ristagna, non annoia, è nel riscoprirsi e nell’evolversi insieme come persone singole prima e come coppia poi che si cela il potere trasformativo della passione. Nella coppia appagata, i due si conoscono intimamente, profondamente e, con consapevolezza, si esplorano a vicenda anche sul piano fisico.
Con la passione, Stenberg (1986, 1997a, 2017) ha sentito il bisogno di parlare di esclusività. In effetti, quanto proviamo una passione intensa e predominante, questa ha un certo tipo di esclusività, ci dirige prepotente verso una persona. Ciò non significa che non si può provare passione per altre persone (o idee), piuttosto significa che l’oggetto della passione, la persona amata, occupa un posto unico nella nostra mente e nel nostro cuore. Poiché ognuno vive la passionalità a suo modo, in questo ambito non ci sarà nessuna domanda specifica a cui rispondere, solo degli interrogativi vaghi, per aprire riflessioni. Semplicemente chiediti quanto ti senti appagato e coinvolto dalla tua relazione.
- Immagina che il tuo partner debba allontanarsi per un lungo periodo. Ti mancherebbe?
- Quando si avvicina a te cosa provi? Sperimenti delle sensazioni fisiche?
- Vi baciate spesso?
Le sfaccettature dell’impegno
Un rapporto di coppia appagante, caratterizzato dal vero amore, è molto raro e soprattutto difficile da mantenere: necessita una buona dose di impegno. Una relazione non è come un vino da lasciare lì e far invecchiare, l’amore somiglia più a una meravigliosa pianta, da curare e nutrire ogni giorno, con le giuste cure, non esiterà a dare frutti!
L’impegno implica persistenza. Persistenza nella comprensione, nell’incontro e più in generale, nella cura dell’intimità. Mentre alcuni rapporti d’amore finiscono con lo sfumare della passione, altri vanno avanti autosostenendosi. Questo è il terreno di gioco della reciprocità perché se è solo uno dei due componenti a impegnarsi, il suo sforzo sarà duplice, così come doppie saranno le insoddisfazione di coppia: ogni relazione sbilanciata è destinata a causare sofferenza e infine, a finire.
L’impegno vede un riscontro anche in ambito istituzionale: esistono i matrimoni, le unioni di fatto e civili, così come le convivenze, dove ci si impegna a condividere e organizzare il medesimo spazio. L’impegno è la polizza assicurativa per il futuro, nelle relazioni d’amore «il gioco vale la candela» in quanto lo stesso amore attiva le aree cerebrali della gratificazione. Questa attivazione non è caratteristica delle prime fasi come qualcuno potrebbe supporre, può invece perdurare anche a lungo termine. Ogni relazione d’amore importante ha un suo significato: la stessa unione diventa un motivo portante nell’esistenza dei due partner. Rifletti sull’impegno che tu e il tuo partner riponete nella coppia. Per farlo, aiutati con queste domande-spia:
- Decidete insieme le cose oppure uno prevarica sull’altro?
- Sei soddisfatto di come scandite il tempo insieme?
- Se convivete, dividete in modo equo le responsabilità?
- Sei collaborativo? Il partner è collaborativo?
- Mantiene le promesse fatte? E tu?
Se nella coppia c’è un partner prevaricatore (che decide sempre cosa fare, dove andare e che, al contempo, si sottrae alle responsabilità), la coppia è chiaramente sbilanciata. Probabilmente, uno dei due, soffoca i propri bisogni. In ognuno dei domini elencati, i bisogni di entrambi i partner devono incontrarsi e soddisfarsi. In coppia si cammina uno accanto all’altro, non ci si pestano i piedi a vicenda (non ci sono critiche, accuse, rancori o condanne), non si fa una gara (non c’è nessuno che tiene un punteggio di chi ha fatto cosa, chi ha detto cosa…) e soprattutto si va verso lo stesso orizzonte (si condividono scopi e significati).
Cosa vuoi dalla tua relazione? Una lettura per fare i conti con l’esperienza passata
Se trovi più facile decidere cosa vuoi dai tuoi colleghi, dai tuoi familiari, dai tuoi amici…piuttosto che decidere cosa vuoi in una relazione, potresti dover cambiare la tua attenzione. Tendiamo a ignorare molte cose del partner, preferiamo girarci dall’altra parte! Inganniamo noi stessi pensando che il nostro partner non sia cattivo; proviamo così a vedere le cose in modo positivo, dicendoci, ad esempio: “fa così perché è una persona protettrice, mi ama al di sopra di tutto e vuole prendersi cura di me”. Tuttavia, la realtà è che quella relazione si basa solo sull’incertezza, sull’ira, sulla necessità, sull’insicurezza e sul sospetto. Pur di avere l’oggetto del proprio amore si passa sopra a tutto: a tradimenti, freddezze, eclatanti mancanze di rispetto. Ammettiamolo! Non prendiamo mai in considerazione alcune delle questioni critiche che possono creare o distruggere una relazione. Forse è ora di pensarci.
Se vuoi finalmente costruirti il tuo spazio, fai mille passi indietro, allontanati da chi non sa amare e inizia a costruire le tue consapevolezze. Sai, ho scritto un libro che è diventato il testo più consigliato dagli psicologi. Il titolo? “D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce“. Nel libro ti prendo per mano per visitare i tuoi luoghi bui e temuti, ti insegno a chiamare col nome le tue difficoltà senza giudicarti, a donarti e donare perdono a chi ha avuto un ruolo nelle tue ferite.. perché è imparando ad amarsi che si pongono le fondamenta per un incontro autentico con l’altro. Con il libro, potrai ripristinare un equilibrio perduto: ogni pagina ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, amabile e degna di stima, ad ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto, a farli rispettare. Perché come scrivo nel libro perché come scrivo nell’introduzione al mio libro: “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Puoi acquistarlo in libreria o a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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