Cosa si nasconde dietro al piacere di schiacciare punti neri e brufoli

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Ogni nostro atteggiamento, così come qualsiasi movenza che ci caratterizza, parla di noi! Anche alcune “sporche” abitudini dicono molto sul nostro conto. Oggi ci soffermeremo su una pratica molto comune, quella di schiacciare punti neri e brufoli dal viso, dalla schiena o da qualsiasi altra parte del corpo! Questa abitudine scinde la società in due parti: quelli che aberrano l’idea di schiacciare i punti neri per lo schifo che provoca tale pratica e quelli che, in qualche misura, provano una certa soddisfazione nel farlo. In questo articolo mi soffermerò proprio su questa seconda categoria: perché molti di voi provano soddisfazione nel togliere i punti neri? Vi siete mai posti questa domanda?! Certo che no… siete troppo impegnati a purificare il mondo dal male dei punti neri che vi sfugge il significato psicologico di tale gesto.

Schiacciare punti neri e brufoli, una vera mania

Tutti hanno avuto un’amica fissata con i punti neri o con i brufoli oppure, qualcuno di voi che legge, è coinvolto in prima persona in tale pratica. Tra chi ama togliere i punti neri si può fare un ulteriore scissione. Troviamo, infatti, chi ama togliere i punti neri solo su di sé e chi, invece, si diletta e prova una certa soddisfazione a togliere i punti neri o brufoli degli altri.

Fa quasi sorridere ma è così: tempo fa frequentavo un’amica che mi rimproverava perché non avevo punti neri o brufoli da farle togliere…! Curioso ma vero. Questa pratica non interessa una piccola percentuale della popolazione ma sembra essere una mania collettiva di una buona fetta di popolazione.

Pensate che stia esagerando? Provate a digitare “schiacciare punti neri” o “schiacciare brufoli” su YouTube, noterete che la rete è ricca di video tutorial che consigliano come eseguire questa pratica con video che superano i 4 – 5 milioni di visualizzazioni. O peggio, video che riprendono tale pratica su brufoli o punti neri giganteschi. Come si arriva a ciò e soprattutto come si configura questo fenomeno in chiave psicologica?

Dermotillomania

La dermotillomania è una condizione clinica caratterizzata da un costante stuzzicamento della pelle che causa lesioni cutanee e che nelle affezioni più gravi può essere molto invalidante. Diciamo che chi sente il bisogno compulsivo di togliere punti neri e brufoli si configura, anche se molto lontanamente, in un quadro analogo. I pareri della comunità scientifica su tale tendenza sono diversi ma mai contrastanti tra loro. Nel paragrafo successivo ne riporterò qualcuno.

Cosa si nasconde dietro al piacere di schiacciare punti neri e brufoli?

Per Nina Strohminger, autrice del libro “The Hedonics of Disgust” (University of Michigan, 2013) nella pratica di schiacciare i punti neri e brufoli non vi è nulla di masochistico, piuttosto si cela la voglia di avere esperienze, di sperimentare.

Dean McKay, professore di psicologia presso la Fordham University di New York spiega che nel toglie punti neri e brufoli si prova sia un brivido legato a un rischio inconscio (come quello di farsi male durante la pratica o contrarre malattie) e una conseguente sensazione di soddisfazione e sollievo al termine della pratica. Spiega McKay che si può provare sollievo dopo tale pratica anche se il secreto di brufoli e punti neri è ritenuto disgustoso.

Amy Wechsler, dermatologa e psichiatra di New York, riferisce che alcuni dei suoi pazienti rimuovono punti neri e brufoli per rilassarsi. Stando alla letteratura psicologica che riguarda la dermotillomania, chi elimina punti neri e brufoli usa tale pratica per ovviare a particolari stati emotivi come ansia, rabbia, tensione, noia o solitudine. Insomma, la pratica di togliere punti neri e brufoli potrebbe avere stimoli condizionati dal nostro inconscio.

Se ci rifacciamo alla simbologia della Psicoanalisi Induttiva, gli stimoli condizionanti del nostro inconscio sono correlati a desideri, frustrazioni e rabbia. Ecco che arriva la scissione tra chi ama togliere i punti neri su di sé o sugli altri. Ovviamente i due profili sono sovrapponibili. Togliere punti neri e brufoli dal proprio corpo potrebbe essere un atteggiamento tipico di chi non riesce ad accettarsi e soprattutto di chi non riesce ad accettare errori commessi o episodi subiti/vissuti nel proprio passato.

Nel gesto emblematico di rimuovere il punto nero o il brufolo, si rivive il desidero di “Strappare via il proprio vissuto“. Eliminare una vecchia vergogna del passato che, almeno a livello inconscio, ancora ci tormenta. In genere chi ama togliere i punti neri solo su di Sé è una persona introversa, poco reattiva e che tende a rinnegare il passato. L’impulso di rimuovere punti neri e brufoli nasce dalla volontà inconscia di cambiare qualcosa dato che non è stato possibile riuscire a  farlo in passato.

Chi ama togliere i punti neri sugli altri esprime una certa rabbia implosa. In questo quadro si configura una personalità più estroversa e reattiva. Nei fatti, anche in questo caso si è di fonte all’incapacità di cambiare e questa incapacità si traduce in impotenza, frustrazione e rabbia.

Il perfezionismo e il paradosso del cambiamento

In quell’azione si ha la soddisfazione di cambiare qualcosa di “sbagliato” o “impuro”, seppur solo per la pelle. Quando il “togliere via” coinvolge peli incarniti, pellicine e altre piccole difformità della pelle, si può parlare di tendenza al perfezionismo.

La ricerca delle perfezione nasce per compensare, in maniera inconscia, la mancanza del passato legate all’incapacità di cambiare se stessi o di accettarsi. La facoltà di cambiare nasconde in sé un apparente paradosso: solo quando riuscirai ad accettarti per ciò che sei sarai capace di cambiare ed evolverti. Analogamente, solo quando sarai capace di accettare il tuo passato potrai migliorare le condizioni del tuo presente e costruire il futuro ideale.

Quando la mania di eliminare punti neri e brufoli si estende anche a peli, pellicine e qualsiasi difformità della pelle, si può parlare di tendenza al perfezionismo. In questo caso i soggetti possono restare ore davanti allo specchio a esaminare da vicino il loro volto alla ricerca di imperfezioni, nel tentativo di eliminarle e raggiungere la tanto ambita perfezione. Anche in questo contesto, la ricerca delle perfezione nasce per compensare, in maniera inconscia, a mancanza del passato legate all’incapacità di cambiare se stessi o di accettarsi.

Paradossalmente, dopo un “trattamento” di rimozione brufoli e altre imperfezioni, la pelle appare peggio di prima: tutto intensifica emozioni negative come vergogna o ansia. Tali emozioni possono, a loro volta, scatenare successivi episodi creando un circolo vizioso.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» (tradotto in 5 lingue) e del nuovo «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce».
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