Introdurrò il tutto con una domanda semplice: «come stai?». Forse anche tu, proprio come me, per rispondere a questa domanda adotti una forma standard che con il tempo è divenuta impersonale anche se dovrebbe parlare di te. La classica risposta a quel come stai è un vago «bene, grazie». Ma quando quel quesito arriva da un affetto vicino, allora quel «Come ti senti?» può diventare una domanda difficile a cui rispondere. Se la domanda del tuo affetto più sincero sorge con spontaneità, affetto e preoccupazione, la tua risposta non emerge con altrettanta spontaneità. Spesso ci capita di doverci pensare un po’ su. Proviamoci adesso. Come ti senti? Sai rispondere con esattezza?
«Come ti senti?»
Se sei cresciuto in una famiglia disfunzionale, che per anni ha ignorato o sminuito i tuoi sentimenti, ti sei allontanato così tanto da te stesso che la domanda «come stai?» può sembrarti una sfida. Eppure, in teoria, non si tratta di una domanda difficile, la risposta parla di te, di quello che hai dentro, di ciò che è tuo.
La domanda diventa ostica perché, quando cresci un po’ abbandonato a te stesso, nella piena trascuratezza emotiva e senza alcun riferimento psicoaffettivo, impari che i tuoi sentimenti sono irrilevanti! Anzi, se sei stato meno fortunato, forse hai imparato che i tuoi sentimenti sono ingombranti e che il cuore è solo un impiccio e che sarebbe meglio averlo infrangibile. Questo lo impari perché non ti è stata trasmessa alcuna abilità per sentire a pieno, accogliere e comprendere e condividere le tue emozioni.
Naturalmente, anche per te ci sono giornate in cui le emozioni sono facile da capire (come per la maggior parte delle persone). Se hai appena ricevuto un bellissimo regalo, ti senti grato, lo sai. Nel giorno della tua promozione o di un buon risultato accademico, ti senti soddisfatto. Le cose però si fanno più ingarbugliate quando entriamo in dinamiche relazionali, quando amiamo, quando desideriamo e quando affrontiamo situazioni difficili. È in questi momenti che oltre alla domanda come stai, diviene difficile anche rispondere a quesiti come: cosa vuoi? Di cosa hai bisogno?
«Cosa vuoi? Di cosa hai bisogno?»
Cosa vuoi? Di cosa hai bisogno? Chi è cresciuto senza la minima educazione emotiva, potrebbe avere l’impressione che ciò che vuole non è ciò di cui ha bisogno. In effetti, per qualcuno, mente e cuore potrebbero essere del tutto disconnessi, così il cuore ti dirige in una direzione mentre la tua parte razionale ti vorrebbe a tutt’altra parte! Questo succede perché il dolore ha il potere di divederti, di scinderti in più parti e ognuna di queste parti potrebbe avere bisogni e desideri contrastanti e tu, esplorando te stesso, dovresti conoscere ogni parte di te. Ma questo non si verifica! Perché nessuno di noi esplora volontariamente se stesso, non sa come fare! Non ha gli strumenti, neanche sa che esistono più parti di sé che vivono in lui. Piuttosto che fermarci e guardarci dentro, ci lasciamo distrarre da scariche immediate: l’ultimo acquisto, la cioccolata, maratone di serie tv (…) e qualsiasi cosa possa distrarci, anestetizzarci, darci un appagamento immediato, seppur effimero e illusorio.
Un libro che ti fornisce gli strumenti per scoprire chi sei davvero
Fin da piccoli ci hanno insegnato a curare il nostro corpo con mansioni semplici: lava i denti, fai la doccia, non sporcarti… ma per quanto riguarda la sfera emotiva, siamo stati fortemente penalizzati. Ancora oggi, manca la cultura di un’educazione psicoaffettiva e basta guardarci in giro per carpirne gli effetti!
Nel nostro sviluppo psicoaffettivo, tutto è stato lasciato un po’ al caso o addirittura invalidato. I modelli genitoriali avuti, infatti, spesso erano basati sulla gerarchia, uno stile educativo per il quale, il bambino era posto come subordinato (e di minore importanza) ai grandi. Così i modelli genitoriali avuto ci hanno insegnato a non amarci, a non rispettarci e a ignorare i nostri bisogni. Abbiamo implicitamente appreso che c’è sempre qualcosa di più importante che non sia la cura di noi. Il libro «d’Amore ci si ammala, d’Amore si Guarisce» va a riprisintare un equilibrio perduto ormai tanto tempo fa, ti insegna a rivendicare il tuo valore di persona completa, degna di stima e di amore. Ti fornisce gli strumenti per comprenderti, ascoltare i tuoi bisogni e soprattutto farli rispettare! Ecco 10 motivi per cui dovresti assolutamente leggere questo libro.
1. Per imparare a scoprire le tue emozioni
Le tue emozioni sono l’essenza di chi sei e ti raccontano di tutto ciò che hai vissuto nella tua vita. La gioia che provi oggi, è sì legata a un evento appena vissuto ma porta con sé tutta la gioia provata nel passato e così anche per senso di solitudine, angoscia, ansia, paura (…). Il dolore che provi oggi, porta con sé i carichi del tuo passato, ecco perché è così insostenibile. Le persone troppo sensibili, sono solo persone che hanno vissuto troppo, la loro sensibilità riflette le esperienze che hanno vissuto. Questo succede perché siamo dotati di una memoria implicita, di una sorta di database emotivo.
Quando alcune emozioni risuonano nel presente, fanno riattivare vissuti del passato. Ciò si verifica soprattutto quando quei vissuti non sono mai stati elaborati, quando i nostri bisogni sono stati ignorati per troppo tempo. Così, la telefonata mancata di un amico diviene un affronto personale, perché fa risuonare in te il dolore di tutte le mancanze subite. L’automobilista che ti supera per strada può farti arrabbiare come una biscia, perché quella rabbia fa risuonare in te il dolore di tutte le ingiustizie subite, alle quali non hai potuto ribellarti perché troppo indifeso. Ecco, in questo libro, imparare a capire cosa ti raccontano di te le emozioni più intense.
2. Per darti un’altra possibilità
Ognuno di noi aveva della grandi ambizioni per la sua vita. Ambizioni che ha perso crescendo. Le ha smarrite perché ha perso il contatto con se stesso. Meriti un’altra possibilità di sognare e finalmente esaudire i tuoi sogni. Questo libro ti fornisce gli strumenti giusti per imparare a seguire il tuo cuore, per mostrarti la via. Perché sì, si nasce due volte, la prima quando vieni al mondo e la seconda, quando impari a volerti bene.
3. Per scoprire le meraviglie che ti porti dentro
Come premesso, crediamo di conoscerci ma non è così. Ciò che abbiamo imparato a fare è… sottovalutarci, così sottostimiamo le nostre risorse, ignorando le meraviglie che ci portiamo dentro.
4. Per scegliere sempre ciò che è meglio per te (e non per gli altri)
Quando impari a guardarti dentro, ad ascoltare e accogliere ciò che provi, scoprirai ben presto cosa ti piace e cosa non ti piace. Scoprirai ben presto che molte delle cose che affermi di volere, non riflettono una tua reale ambizione ma sono il frutto di conflitti irrisolti. Un mio amico ha trascorso anni a inseguire un sogno che poi ha scoperto non essere suo. Un’altra amica, si cimentava in imprese solo per poter raccontare agli altri di averle fatte, ma non le voleva davvero, erano per lei dei trofei da mostrare.
Molti di noi dicono «sì» anche quando vorrebbero dire un netto «no», facendo della disponibilità una vera vulnerabilità. Non riuscendo a prendere la decisione migliore per se stessi. Altri, invece, sono in crisi pensando che ci sia differenza tra ciò che è giusto (e andrebbe fatto) e ciò che vogliono fare. Guardandosi dentro, diventerà facile prendere sempre le decisioni migliori per sé, dire no e fare sempre i propri interessi, senza ledere a nessuno (e soprattutto a senza ledere a sé!). Senza mai correre il rischio di sentirsi usati.
5. Per dare una risposta ai tuoi perché
- Perché ti innamori sempre della persona sbagliata?
- Perché hai paura della solitudine?
- Perché sei sempre accondiscendente?
- Perché ti spaventa il giudizio altrui?
- Perché quando fai un errore sei così severo con te stesso?
- Perché pretendi da te il massimo?
- Perché non riesci a lasciarti andare a certe emozioni?
- Perché sei troppo sensibile?
- Perché hai sbalzi d’umore?
- Perché sei perfezionista?
- Perché ti colpevolizzi?
- Perché fai fatica a fidarti?
- Perché fai sempre gli stessi errori?
- Perché te la prendi sempre con le persone sbagliate?
- Perché a volte ti viene da piangere senza motivo?
- Perché ti senti sempre l’ultima ruota del carro?
In ogni pagina troverai risposte a mille e più perché.
6. Per comprendere dinamiche relazionali
Il modo in cui ognuno di noi stringe relazioni, è un po’ come un’impronta digitale, unica nel suo genere e dipendente dal nostro sviluppo. Le impronte digitali si formano e crescono con noi, e così anche i nostri modelli relazionali. Come ti rapporti agli altri racconta la storia della tua vita.
7. Per conoscere meglio anche gli altri
Tutti abbiamo una persona cara che non riusciamo a capire. Ebbene, una lettura introspettiva ci fornisce le nozioni giuste per comprendere meglio chi abbiamo di fronte.
8. Per fare pace con il tuo passato
Il passato a volte può sembrarci troppo ingombrante, troppo pesante per essere pacificato. Quante volte ci capita di pensare a quello che è stato e che poteva essere? Ci riempiamo la testa di sé e di ma, colpevolizzandoci di qualcosa che non ha avuto il lieto fine. La verità è che tenere in vita certi fantasmi, non ci consente di vivere il presente. E’ importante capire che ci sono cose che non possono essere risarcite, e che l’ostinarsi a pretendere un risarcimento porta a trascurare e sprecare occasioni buone di vita. A tal proposito vorrei citare l’aforisma di Serge Marquis. “Si chiama Pensicchio, è un criceto e corre notte e giorno su una ruota. Dentro la nostra testa. La sua principale occupazione è renderci la vita impossibile. Lo fa in tanti modi diversi, come uno zelante, cattivissimo consigliere: ci istiga, gioca con l’insicurezza e l’insoddisfazione che covano dentro di noi. Genera ansia, nervosismo, stress e ci paralizza in un loop di inutili pensieri negativi.”
Ma chi ha messo il criceto nella ruota? Una generalizzazione inconscia!
La sfiducia nella vita nasce dalla sfiducia sperimentata in una relazione. Ciò che chiamiamo “vita”, psicologicamente parlando, è il riflesso di ciò che abbiamo sperimentato nelle relazioni significative. Le relazioni primarie con le figure di attaccamento rappresentano, per il piccolo, il “mondo” e la “vita”; e quando le relazioni primarie non sono state sufficientemente di supporto, il piccolo sperimenta la sfiducia, andando, poi, a generalizzarla in varie forme. Nessuno è esente da questo meccanismo: la sfiducia è un’esperienza universale, seppure con infinite gradazioni. La sfiducia è l’esperienza a causa della quale il piccolo inizia a difendersi e a fronteggiare da sé, sentendosi separato dal suo ambiente. La sfiducia, infatti, è ciò da cui nasce l’ego, o il carattere.
Perché è importante riconoscere tutto questo?
Per avere una possibilità di fermare la folla corsa del criceto! Fronteggiare e difendersi da un mondo di cui non ci si può fidare significa perpetuare la sfiducia; vivere una vita in difensiva porta inevitabilmente alla creazione di una vita sempre più difficile! La soluzione, invece, sembra piuttosto quella di renderci conto che i semi della sfiducia nascono dentro di noi, dentro la nostra esperienza profonda e, nello specifico, dentro la nostra esperienza con qualcuno. I semi della sfiducia nascono da una ferita e la nostra responsabilità è quella di sanare quella ferita, per il bene della nostra vita e di chi ci sta attorno.
9. Per essere più connesso a te stesso e agli altri
I torti subiti, il tuo sentirti sempre al posto sbagliato e così invisibile alle persone a te care svaniscono quando smetti di ricordare parte della tua vita con rabbia e paura, quando smetti di condannarti, quando poni l’attenzione sui tuoi bisogni anziché i tuoi errori. Nessuno dei tuoi problemi deve dipendere da quel che è stato, nessun dolore presente deve dipendere da cose accadute anni fa, la tua vita attuale non deve essere condizionata dagli eventi che hai vissuto.
E tutto questo dipende solo da quel che oggi scegli di fare. È ovvio che molte decisioni e situazioni passate comportino conseguenze che incidono sulla tua vita e con cui devi fare i conti anche oggi. Ma come le vivi (con serenità e impegno o dolore e disperazione) e cosa fai (in ogni istante tu scegli se continuare come hai sempre fatto o compiere scelte nuove) sono cose legate solo al presente e che dipendono solo da te.
10. Per diventare la persona che più di tutte, ammirerai!
Troppo spesso gli impegni giornalieri finiscono per farci dimenticare di noi stessi. Già, sembra un dettaglio, ma se ci fermiamo solo un secondo a pensare, è proprio così. Lavoro, famiglia, amici e impegni occupano gran parte del nostro tempo e finiamo per diventare attori non protagonisti della nostra vita. Sii sincero con te stesso: quanto impegno e valore dai ai tuoi bisogni, i tuoi pensieri e i tuoi desideri?
Come vedi, i motivi per leggere questo libro sono molteplici ma se quanto detto fin ora non è abbastanza, sappi che il libro è annoverato tra i bestseller 2023, aiutando decine di migliaia di persone a riscoprire se stesse e mettersi pienamente in gioco. Il libro serve a questo: fornirti nuove consapevolezze, nuove prospettive su chi sei e chi sei in grado di essere. In ogni pagina ti spiego come le tue esperienze passate stanno condizionando il tuo presente e ti impediscono di guardarti per ciò che sei! In effetti, se ti sottovaluti, è perché per troppo tempo sei stato sottovalutato da persone che per te erano importanti.
Allora impara a guardarti con i tuoi occhi, impara ad amarti perché sì, «d’amore ci si ammala, d’amore si guarisce». Non è un libro per cuori infranti ma per chi vuole iniziare davvero a donarsi tutto ciò (considerazione, stima, fiducia, sicurezza, rispetto, amore…) che non gli è mai stato concesso. Ed è quello che ti auguro. Puoi trovarlo in tutte le librerie e a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
Se ti piace quello che scrivo, seguimi sul mio profilo Instagram: @anamaria.sepe.
Se ti piacciono i nostri contenuti, seguici sull’account ufficiale IG: @Psicoadvisor
Puoi leggere altri miei articoli cliccando su *questa pagina*