Nel corso della propria esistenza ogni coppia si trova a dover affrontare precisi passaggi evolutivi che richiedono la messa in discussione di equilibri, progetti e abitudini consolidate. La coppia quindi nasce, cresce e si sviluppa proprio come un organismo vivente che matura attraversando fasi successive di sviluppo. Nella maggior parte dei casi queste fasi di transizione si accompagnano a momenti di crisi nel rapporto che, a seconda di come vengono affrontate, rappresentano un’occasione di crescita o di stallo.
Le 5 fasi della relazione
Adottando un modello evolutivo chiamato Diagnosi Evolutiva della Coppia, Bader e Pearson ritengono anche lo sviluppo della coppia come un processo complesso fatto di stadi che si susseguono in un crescendo di complessità, in un ordine invariabile e necessario: nessuno stadio può essere saltato, perché ciascuno prepara a quello successivo attraverso la realizzazione di compiti specifici e l’acquisizione di nuove abilità. Le fasi evolutive della coppia sono quindi:
1. SIMBIOSI (IO + TU = NOI) Riguarda circa i primi sei mesi di vita della coppia
Essere una cosa sola, le due parti di una mela, angeli con una sola ala che volano solo abbracciati: sono queste le metafore della coppia nella prima fase simbiotica, che enfatizza tutto ciò che accomuna, e più o meno consapevolmente, nasconde le differenze, ponendosi sempre in termini di “noi”. Si tratta di un periodo solitamente circoscritto ai primi mesi di frequentazione caratterizzato da un’elevata idealizzazione dell’altro.
Tale stadio simbiotico presenta il fine primario di gettare le fondamenta del legame, consentendo ai due singoli individui di esaltare le qualità dell’altro in modo da favorire l’identificazione del Sé nella coppia. Durante l’innamoramento l’altro è arricchito da abilità e caratteristiche che spesso si discostano molto dalla realtà; lo stesso distacco viene agito a livello ambientale portando i partner a isolarsi dal proprio contesto ponendo l’altro in primo piano.
Quali sono i segnali che indicano che si sta cominciando ad uscire dalla fase simbiotica? In genere, il primo segnale è : l’altro ha un limite, un “difetto” che comincia a diventare importante, ad avere un suo peso. Può trattarsi di un lato del carattere. Se si riesce a superare questo momento, le differenze iniziano ad essere viste come qualcosa che può aiutare a tenere saldo il legame e non come caratteristiche distruttive.
NOTA BENE: permanere in questa fase porta a due rischi contrapposti. Da una parte rimanere “incollati” (“We are one” – Noi siamo uno) e annullare lo sviluppo delle singole personalità, con il rischio che il sistema si chiuda in se stesso e collassi.
Dall’altra una modalità ostile-dipendente (“I can’t live with you and I can’t live without you” – Non posso vivere con te ma non posso vivere senza di te), un legame distruttivo e disperante, fatto di conflitti estenuanti dovuti all’incapacità di prendere le distanze. Ad ogni azione o provocazione dell’uno corrisponde una reazione dell’altro, in un cortocircuito di recriminazioni reciproche che si alimenta da solo.
2. DIFFERENZIAZIONE (IO E TU NEL NOI) Riguarda circa il periodo dai sei mesi ai nove di vita della coppia
La fase successiva è definita della differenziazione ed è rappresentata dalla presa di coscienza dell’altro. L’esame di realtà non appare più compromesso come nello stadio precedente e finalmente il partner ci appare per quello che è realmente. Ciò comporta una graduale percezione delle effettive qualità dell’altro e la comparsa di difetti mai individuati prima.
Come suggerisce il nome stesso, si tratta di una fase evolutiva incentrata sulle differenze, sulle distinte caratteristiche dei singoli partner la cui entrata in gioco detta l’emergere dei primi, significativi conflitti. Lo scopo relazionale della differenziazione è permettere alla coppia di conoscersi davvero per ciò che si è, rendendo il tutto meno complicato grazie all’unione raggiunta nella fase precedente.
NOTA BENE: nella differenziazione sono ancora attive dinamiche di natura simbiotica quali i tentativi manipolatori nel modificare l’altro secondo le proprie esigenze e la tendenza nell’evitamento e nel non riconoscimento delle differenze per scongiurare il confitto. Il modo in cui tali processi restano attivi e predominanti all’interno della relazione di coppia ne influenza il superamento e il passaggio alla fase successiva ma, allo stesso tempo, esercita importanti cambiamenti a livello emotivo.
Ad esempio la tendenza a manipolare l’altro può impedire la differenziazione del Sé e innescare reazioni emotive legate alla tristezza e alla perdita di controllo da un lato, e alla rabbia e al disinnamoramento dall’altro. In alcuni casi la coppia può restare letteralmente intrappolata in queste dinamiche, non riuscendo a raggiungere una posizione che permetta ai singoli membri di percepirsi sul piano individuale e sfociando in stili relazionali dominati dalla simbiosi e dalla dipendenza affettiva.
3. SPERIMENTAZIONE (IO, TU E IL MONDO) Riguarda circa il periodo dai dieci ai diciassette mesi
Il consolidamento della fase di differenziazione porta ad una visione più oggettiva del partner, e vengono evidenziati gli aspetti nei quali i coniugi sono divergenti. Aumentano in questa fase le occasioni di divergenza e di conseguenza i conflitti, e quindi il compito di sviluppo è quello di riuscire a gestirli. La fase di sperimentazione (I want to be me! – Voglio essere me stesso-a) – che segue a ruota – è un periodo nel quale ognuno si dedica ad attività e interessi senza l’altro. L’autonomia e l’individuazione sono fondamentali.
NOTA BENE: Anche qui, può succedere che uno dei due sia ancora in fase simbiotica e l’altro nella fase di sperimentazione. In questo caso le tensioni aumentano prendendo la forma polarizzata “Don’t leave me/Leave me alone” – Non lasciarmi/Lasciami solo-a.
4. RIAVVICINAMENTO (IO VERSO TE, TU VERSO ME) Riguarda circa il periodo dai diciassette ai diciannove mesi
Quando l’identità personale è sufficientemente definita, se la coppia è riuscita a rimanere ufficialmente e intimamente legata, arriva la fase di riavvicinamento (“Homeward bound” – Ritorno a casa) un ritrovato bisogno di recuperare il supporto emozionale nella coppia. Vicinanza e allontanamento si alternano (“One foot in, one foot out” – Un piede dentro un piede fuori) e vengono gestiti con meno ansia e conflitto.
5. INTERDIPENDENZA (NOI: IO CON TE E TU CON ME) riguarda circa il periodo dai diciannove ai trentasei mesi
La fase dell’interdipendenza, l’ultima, viene raggiunta quando la coppia riesce a coniugare la sicurezza della costanza della relazione con l’incoraggiamento reciproco ad affacciarsi nel mondo.
Nell’Interdipendenza, si ha rispetto e sensibilità verso i propri e quelli del partner. Lo scopo è l’integrazione degli aspetti positivi e negativi di sé e dell’altro e una reale intimità. In altre parole ci si dice: io sono questo, tu sei questo e insieme facciamo un NOI.
È importante quindi riconoscere un Io, un Tu e un Noi. Tanto più si ha una buona conoscenza di sé e una percezione integrata del proprio Io, tanto più sarà semplice accogliere l’altro come diverso da sè e costruire insieme una nuova identità in cui entrambi i partner possono affermare se stessi con spontaneità, libertà e rispetto. Le difficoltà fisiologiche che si possono incontrare quindi possono essere affrontate e superate attraverso il dialogo e l’ascolto.
Questo schema è, ovviamente, un modello teorico di riferimento e il passaggio da una fase all’altra non ha gli stessi tempi per ogni coppia, trattandosi di un sistema unico per le individualità che lo compongono e per le dinamiche relazionali che ne scaturiscono.
CONCLUSIONI
Quanto detto riguarda, in generale, ciò che più o meno può verificarsi all’interno delle varie fasi che una coppia ‘normale’ vive durante il suo processo di crescita. E’ chiaro, comunque, che le cose non vanno mai così lisce e regolari. Quello che spesso può accadere nella realtà è che le persone presentino entrambe delle difficoltà in un particolare momento della relazione, in una particolare fase evolutiva della coppia, oppure che uno dei due si trovi più avanti dell’altro nella crescita.
Può avvenire, ad esempio, che uno dei due cominci a differenziarsi mentre l’altro resta a livello della fase simbiotica, oppure che uno voglia sperimentarsi all’esterno del rapporto di coppia e l’altro sia ancora al livello della simbiosi. In generale possiamo dire che più di due stadi di differenza non possono esserci in una coppia; se ciò fosse, avverrebbe una rottura perché la differenza sarebbe sproporzionata per poter mantenere in piedi una relazione significativamente sana.
Ricordiamolo sempre…chi ama dona libertà, non la toglie, e non teme di donarla, non teme più la sua vulnerabilità.
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