Il rispetto è alla base delle relazioni con gli altri e del rapporto con se stessi. Infatti, anche il rispetto per la propria persona è importante, anzi, fondamentale: l’amor proprio si basa sul rispetto del proprio corpo, dei propri valori, sulla soddisfazione delle proprie necessità. Ciò non sempre si verifica! Mi riferisco all’assenza di rispetto, sul quale passiamo sopra con totale noncuranza pur di non guardare in faccia la realtà, pur di sentirci accettati…perché ormai è entrato nella nostra normalità.
Ammettiamolo, nella vita di tutti noi c’è o c’è stato una persona subdola e scaltra che ci ha messo alle corde e ci ha sottratto molta energia. Sono molti gli insulti celati e le critiche che abbiamo dovuto subire, tentativi di manipolazione o veri e propri abusi emotivi. Il problema è che spesso questi atteggiamenti arrivano da persone a noi care che sostengono di amarci. Beh, la vita si evolve, gli scenari cambiano, si raggiungono nuove consapevolezze e il “No contact” quando vogliamo riappropriarci della nostra autostima, ci può davvero stravolgere -in meglio- la vita.
Se il tuo benessere dipende sempre da qualcuno che non sei tu, sei sempre in balia delle scelte e degli umori di quel qualcuno. E attenzione, perché non è detto che quel qualcuno sia per forza il partner. Potrebbe anche essere un amico, un’amica, un genitore o qualsiasi persona cara che rivesta per te un punto di riferimento essenziale nella vita.
Che cos’è il No Contact
Semplicemente allontanarsi, prendere le distanze, tagliare i ponti, azzerare o abbassare al minimo le comunicazioni. Lo scopo è quello di ritagliarsi spazio e tempo solo per se stessi, per auto-tutelarsi e proteggersi da tentativi di manipolazione.
Quando applicare il No Contact
Il “No contact” deve essere l’ultima spiaggia. E capiremo che è nel nostro interesse applicarlo quando ci sentiremo sconfitti nel rapporto, disarmati e non più disposti a subire. Se la strada della ragionevolezza e del dialogo con determinate persone non funziona e il rapporto non è basato sulla reciprocità non possiamo, anzi non dobbiamo sempre appellarci alla nostra “comprensione” (è fatto così! A certe cose non ci arriva neanche…!), al nostro senso di “resistenza” (e intanto ingoiamo un altro dispiacere, un’altra ingiustizia subita) e al nostro irrimediabile affetto (che spesso si legge “dipendenza affettiva” e si manifesta con un “gli voglio troppo bene, posso aiutarlo” oppure “è mia madre, ho il dovere di fare qualcosa per lei”, “voglio che questa relazione vada avanti, ho bisogno di lui/lei”).
Ok, sappi che l’unico vero dovere che hai è quello di auto-tutelarti, lo devi a te stessa/o e puoi iniziare a rispettarti adesso, tagliando quei legami che non ti fanno stare bene.
Il No Contact non è immediato
Se stai cercando il “No contact” per allontanarti da qualcuno o qualcuna, sappi che questa persona farà di tutto per farti tornare sui tuoi passi. Ti convincerà che sei confusa/o, che stai prendendo un abbaglio e che è la cosa sbagliata da fare. In fondo, una cosa che ti avrà portato a cercare il no contact probabilmente è proprio l’incapacità di stabilire confini netti nella relazione. Se l’altro non rispetta i tuoi confini, come potresti chiedergli/le di rispettare il tuo silenzio? Ecco, devi saperlo, l’inizio sarà duro. Costui o costei farà leva sui tuoi sensi di colpa e se è il tuo caso, sulla tua dipendenza affettiva. In questa fase la tua vita potrebbe sembrare subire una battuta d’arresto, potresti soffrire e già pentirti della tua scelta…
Quando il no contact funziona
Se lo scopo è quello di riuscire a staccare i contatti con una persona, allora non ci devono essere
- Telefonate
- Messaggi
- Incontri in luoghi che si sanno essere frequentati dall’altra persona
- Messaggi via facebook/instagram
- Interazioni sui social (bisogna evitare di visitare il profilo, commentare foto, e così via)
- Contatti con la famiglia dell’altra persona
- Contatti con gli amici dell’altra persona
Quando il no contact non funziona
No contact vuol dire non avere più contatti con qualcuno che ti fa solo male. Ma può significare anche ridurlo al minimo essenziale nei casi in cui interrompere completamente ogni contatto non sia possibile, ad esempio quando ci sono dei figli in comune. Un aspetto che ritrovo spesso è invece una tendenza contraria al mettere la giusta distanza. Cioè l’intestardirsi nell’idea di doversi vedere per parlare, e portare ad ogni costo l’altro a capire le nostre ragioni ed i suoi errori.
Ci raccontiamo insomma che possa essere utile tentarle tutte, ed ogni scusa è buona pur di vederlo a tale scopo affinché cambi. Iniziamo insomma una missione sino all’ultimo respiro, allo scopo di provare a redimere l’altro e far funzionare il rapporto.
Quando lo capirai che non c’è nulla di più deleterio! L’unica vera rivincita non è cercare di portarlo a capire, o provare a cambiarlo, ma allontanarti e riprendere in mano la tua vita. L’altro non lo capirà mai e non cambierà di certo perché lo vuoi. Il tuo compito non è cambiare qualcuno ma guardare in faccia la realtà. Quindi, se ti sono familiari queste dinamiche sappi che il no contact non sta funzionando!
- Quando speri che interrompendo i contatti l’ex, si renda conto che eri importante per lui/lei e quindi ti chieda di tornare insieme (e che tutto cambierà).
- Quando pur non avendo nessun contatto diretto, senti il bisogno di vedere cosa sta facendo in questo momento, visitando la sua pagina facebook, creando un profilo apposta per seguirlo sui social, chiedendo alle conoscenze comuni lui/lei come sta, cosa fa…
- Quando ti concentri sull’ex più che su te stessa/o. Ad esempio pensando: questo no contact lo/la ferisce? Posso aspettarmi che il no contact abbia effetti su di lui/lei? Quale sarà la sua reazione?
Perché è giusto praticare il no contact
Si tratta innanzitutto di dire a se stessi: “Ho bisogno di spazio per capire cosa c’è che non funziona”. E ripartire da lì. Proprio quando si riesce a concentrare su di sé si vede nascere la domanda più importante: “C’è qualcosa in me che mi porta a stare male?” Non si tratta di prendersi la colpa di come è andata una relazione (di sensi di colpa di solito, ce n’è già in abbondanza, e servono principalmente a stare peggio). Si tratta di iniziare a vedere cosa succede.
- Perché lasci entrare nella tua vita una persona crudele?
- Perché hai bisogno che le tue emozioni vengano confermate dall’altro?
- Perché non riesci a lasciarlo anche se ti fa stare male?
- Perché ti metti al secondo posto, e ti tratti come se valessi poco o niente?
- Perché odi svegliarti da solo/a la mattina? Hai paura di non trovare più nessuno che voglia stare con te? Vedi le altre coppie felici e vorresti avere la loro fortuna? Se è così, è possibile che tu sia solo dipendente dall’amore… Ami avere una relazione, ma forse non la persona con cui stavi…
Interrompere i contatti con l’ex ti aiuterà a capire tutto questo! Praticare il No Contact consente di disintossicarsi e far si che un sistema completamente in tilt possa pian piano recuperare la propria normalità. Allontanarsi dall’ambivalenza aiuta a ricentrarsi e a rimettersi in sesto.
Il no contact quanto deve durare?
Il tempo necessario a disintossicarsi, e non è possibile stabilire a priori una tempistica essendo essa molto soggettiva. Ma di certo quando il processo di guarigione sta attecchendo ed è a buon punto ce ne accorgiamo, lo sentiamo.
No contact: cosa non è
Il no contact non è un modo per riconquistare la persona amata, il no contact non è un modo per farla tornare! Il no contact funziona, ma a patto di essere utilizzato il modo funzionale. Cioè come un sano momento, un sano spazio per sé, per ritrovare una normalità dimenticata, ed allontanarsi dalle grinfie del gioco perverso reiterato per troppo tempo. Il no contact quindi non è assolutamente un modo per “ricattare”, far sentire la propria mancanza, punire, affinché l’altro capisca e quindi di riflesso cambi idea. Se pensiamo di utilizzare il no contact a tale scopo siamo ahimè fuori strada e continueremo solo a farci molto male.
Elabora il lutto, elabora la tua perdita
La madre, il partner o il fratello che meritavi non esiste, non l’hai mai avuto, sei caduta/o in un inganno molto lungo, ci hai sperato… ma non è mai esistito. Una volta assimilato questo concetto, sarai finalmente libera/o! Ricorda sempre…Nessuno può farti da carceriere ed impedirti di farti del male, solo tu ed il tuo reale desiderio di guarire possono venirti in aiuto, e consentirti di recuperare la tua dignità.
Non dimenticarti che tra le persone che ami ci sei anche tu
È mai possibile andare “contro se stessi”? Purtroppo sì, questo capita quando non ti hanno insegnato a riconoscere il tuo valore. Come spiego nel mio ultimissimo libro, siamo la sintesi dei nostri vissuti e, il modo in cui ci comportiamo con noi stessi, riflette in qualche misura il modo in cui gli altri ci hanno trattato durante l’infanzia. È lì, a quell’età che impariamo come scendere a patti con noi stessi, se rispettarci e stimarci oppure se metterci da parte e calpestare i nostri diritti emotivi e finanche negare i nostri bisogni!
Se hai voglia di imparare a conoscerti -per davvero!- e a guardarti con i tuoi occhi (e non come ti guardano gli altri), ti consiglio la lettura del mio nuovo libro «il Mondo con i Tuoi occhi». Si tratta dell’attesissimo saggio di psicologia incentrato sull’affermazione personale, cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, dovrai aspettare un pochino: il libro è ora in pre-order (puoi ordinarlo qui su Amazon) e sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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