Se ti riconosci in queste caratteristiche, sei emotivamente maturo

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

La maturità emotiva è raramente la naturale conseguenza di un percorso di vita. È più spesso una faticosa conquista che, però, garantisce una leggerezza interiore impagabile. Ma in cosa consiste? La maturità affettiva è quella saggezza che ti garantisce, in ogni momento, un buon grado di libertà personale; il che significa che ti senti libero di essere chi vuoi essere, senza dover nascondere agli altri parti di te e soprattutto, senza essere prigioniero di un ruolo che gli altri hanno pensato per te. Garantisce, inoltre, la capacità di perseguire i propri valori e obiettivi, senza lasciarsi condizionare da ciò che pensano gli altri.

Chi ha un’ottima maturità affettiva, per esempio, non sente il bisogno di cambiare spesso lo smartphone per stare al passo con le mode, ne’ di fare esperienze solo per poter postare sui propri canali social le prove di quell’impresa. Insomma, la maturità affettiva garantisce la piena libertà di sé… anche nei rapporti! Chi è affettivamente maturo, infatti, sa cooperare con gli altri e non sente il bisogno di competere; non si paragona in termini distruttivi. Se c’è una lite, preferisce fare un passo indietro invece di sopraffare l’altro: sa che non gli serve! Sa che può fare un uso migliore delle sue risorse, sa che non gli serve perdere tempo con chi non vuole o non può capire il suo punto di vista.

In sintesi, chi è affettivamente maturo:

  1. Sa rapportarsi con gli altri in modo produttivo
  2. È capace di scandire limiti e confini con le persone invadenti
  3. Sa relazionarsi con gli altri garantendo reciprocità di stima e rispetto
  4. È in grado di far rispettare i suoi bisogni
  5. Non si lascia condizionare dal senso di inferiorità, perché non lo nutre
  6. Sa di essere degno di stima e tratta gli altri come suoi pari (oppure aumenta i confini!)
  7. Riflette prima di parlare e si assume la responsabilità di ciò che dice
  8. Sa accettare e superare serenamente le situazioni di rifiuto e abbandono
  9. Non teme le critiche, anzi, le usa come spunto di crescita. Le critiche distruttive? Sa che sono solo il punto di vista di qualcuno e spesso figlie di frustrazioni personali
  10. È capace di affrontare la vita rimanendo coerente e fedele ai propri impegni e valori
  11. Non teme il giudizio altrui perché si è svincolato dal senso di dipendenza dalle figure di riferimento e dai suoi “superiori”
  12. Non si sente in soggezione
  13. È consapevole delle proprie risorse e sa di poter sempre migliorare (non si smette mai!)
  14. Sa accettare la propria solitudine, sta bene con se stesso e, all’occorrenza, sa stringere legami con gli altri. Sa nutrire il senso di vicinanza
  15. Conosce l’amore realistico, sa, infatti, amore sia nei fatti che nella verità, non solo con i paroloni e i grandi gesti romantici
  16. È in grado di mantenere vivo l’amore e i legami perché, come premesso, muovendosi nella vita alimentando i suoi valori e i suoi scopi, ha un atteggiamento fecondo verso la vita sentimentale e le relazioni più care.
  17. Non è in guerra con se stesso, non ha una “parte razionale” che lo guida verso una scopo e una “più istintiva” che lo dirige nella direzione opposta! Non ce l’ha perché le sue emozioni sono ben integrate nella sua identità personale e sono in linea con valori e scopi.

Chi non ha potuto sviluppare una sana maturità affettività, vive ogni rapporto in maniera conflittuale sperimentando situazioni contraddittorie: assume un atteggiamento passivo o di ribellione contro le persone e, talvolta, addirittura contro se stesso. Diventa egli stesso un nemico da cui difendersi. Come scrivevo in premessa, la condizione di maturità affettiva non è un pacchetto full optional da acquisire, bensì è composta da piccole e progressive conquiste che si fanno nel corso della vita più o meno spontaneamente. Ma attenzione! La mancata conquista della maturità affettiva non è certo un demerito personale: è possibile fare delle conquiste solo quando l’ambiente in cui cresciamo ce le consentono.

Ma come si conquista tutto questo?

Possiamo, infatti, vedere in noi stessi e nell’altro una risorsa solo se, fin da bambini, ci hanno insegnato a considerarci una risorsa e ci hanno dato fiducia. Siamo capaci di riconoscerci grandi potenzialità solo se qualcuno, tanto tempo fa, ci ha insegnato a farlo credendo in noi. Possiamo trattare noi stessi e l’altro con rispetto solo se, fin da bambini, ci hanno insegnato a portare rispetto per noi stessi!

Il medesimo discorso vale per la stima, la fiducia, la comunicazione -nel comunicare, tratteremo gli altri come nostri pari solo se nel passato siamo stati considerati alla pari… ma spesso, voltandoci alle spalle, notiamo che siamo stati trattati sempre come subordinati a qualcuno! Come “non all’altezza di..”. E questo trattamento si è ripetuto così tante volte da rientrare nella “normalità”, a un certo punto non ci abbiamo fatto più caso perché era entrato a far parte di noi, nel nostro ruolo, nella nostra identità sfaccettata. Forte ma fragile. Forte perché per farci ascoltare dovevamo usare la rabbia. Fragile perché, in fondo, sapevamo che quell’ascolto, quelle attenzioni, quelle premure, non sarebbero arrivate.

Ecco perché spesso la nostra componente emotiva ci guida verso una direzione mentre noi, con la nostra volontà, vorremmo dirigerci verso ben altre mete! Le resistenze, la paura, l’insicurezza, la sfiducia… sono tutti emozioni che abbiamo appreso e che, entrando a far parte di noi e della nostra identità, ci hanno negato quella bellissima libertà che è intrinseca della maturità affettiva. Siamo diventati sfiduciat, insicuri, spaventati, inibiti… ahimé, talvolta anche impotenti. L’impotenza dinanzi alle avversità della vita è la cosa peggiore. Ma non ci siamo arresi.

L’evoluzione è possibile

Come ho premesso, la facoltà di fidarsi delle proprie risorse ed esprimere se stessi in piena libertà e armonia con il mondo che ci circonda, non è un’utopia ma la naturale conseguenza di una serie di conquiste che ognuno di noi può compiere. I più fortunati ci arriveranno in modo spontaneo, con esperienze di vita supportive e comode.

Chi parte svantaggiato, invece, al contrario di quanto promettano motivatori e coach, non può fare un rapido sbalzo in avanti, ha bisogno di iniziare a piccoli passi: una conquista per volta. È vero, probabilmente non è ciò che volevi sentirti dire ma è la realtà. Non si può imparare a fare il salto con l’asta se prima non è stato possibile correre o finanche camminare. La maturità affettiva, infatti, si conquista imparando prima la sicurezza e poi l’autonomia (che sono pressoché come imparare a camminare e a correre per un atleta!) e… Queste sì che ti daranno la spinta giusta! Se sei pronto a fare un lavoro su te stesso e desideri concederti ciò che fino a oggi ti è stato negato, ti consiglio la lettura del mio libro: «il mondo con i tuoi occhi». Si tratta del saggio di psicologia che ti mostrerà come affermare te stesso. Puoi preordinarlo su amazon a questo indirizzo o trovarlo in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.

Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
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