A dispetto dei nostri migliori sforzi, a tutti noi capita di dare giudizi. Sia che noi stiamo giudicando gli altri, o che ci sentiamo giudicati, in fondo un giudizio è un’opinione o una decisione basata su pensieri, sentimenti e prove. Ne facciamo centinaia ogni giorno. Giudichiamo i comportamenti, il modo di parlare, di vestire, l’aspetto estetico e decretiamo ciò che è giusto o sbagliato, bello o brutto, intelligente o stupido. Il giudizio è una componente inevitabile della società umana. Questo giudizio può manifestarsi attraverso una serie di frasi tipiche, alcune delle quali possono essere dannose o inopportune.
Che si tratti di un conoscente, di un amico, di un personaggio televisivo, di un politico, di un familiare, sembra che chiunque oggigiorno si arroghi il diritto di giudicare chiunque. Nell’aspetto fisico, nei comportamenti, negli atteggiamenti, nei percorsi di vita. Questo accade addirittura con completi estranei. Parliamo in questo caso di pregiudizio (giudizio preconcetto). Il pregiudizio tendenzialmente consiste nel giudicare negativamente (e più raramente positivamente) qualcosa o qualcuno senza averne una conoscenza.
Un aneddoto per esemplificare il concetto di giudizio
Qualche tempo fa mi sono imbattuta in una mia vecchia conoscenza. Tra una chiacchiera e l’altra le ho esternato il mio periodo di forte stress e le dico….“vorrei fare un corso di tennis, magari il mio stress diminuisce” lei mi risponde “Ma che tennis, il tuo vero problema è che ti piace lavorare tanto per poi spendere ciò che guadagni per cose inutili!”
Quante volte ci è capitato: parliamo, il nostro interlocutore ascolta ciò che diciamo ma non lo processa, anzi si limita solo a esprimere il suo giudizio. E del mio stress? Si riduce al fatto che spendo troppo. Mah, vi pare una risposta sensata? Ecco perché la maggior parte delle persone si limita a giudicare, senza cercare di capire, mettendo da parte tutto ciò che genera dissonanza, disturba e offusca la loro visione del mondo. Ci sono anche giudizi positivi. Se vedessimo qualcuno dare del cibo a un senzatetto, faremmo istintivamente un giudizio positivo sul suo carattere. Giudicare diventa un problema solo quando esprimiamo giudizi inutili, dolorosi o ingiusti basati su poche prove.
I bias cognitivi
Ciò che sconcerta maggiormente non è tanto il giudizio in sé quanto il fatto che molti ritengono che, tra le varie, la propria opinione sugli altri sia quella corretta. Che ciò che loro pensano o che a loro sembra, determini l’essenza di qualcuno. Ci si dimentica forse che talvolta la mente si concentra e rileva soltanto alcuni aspetti di un fenomeno o di una persona o che spesso nel giudizio ci si lascia guidare da schemi o disposizioni che chiamiamo bias cognitivi.
Quando qualcuno sentenzia sul nostro carattere, la nostra intelligenza, le nostre convinzioni, decisioni o preferenze in un modo che provoca vergogna, possono instillare in noi senso di imbarazzo o vergogna. Potrebbero non volerlo, ma la sensazione di giudizio è comunque dolorosa.
Ecco alcuni esempi di frasi giudicanti
Le frasi tipiche associate al giudizio possono variare in base al contesto e alle culture, ma alcune tendenze sono universali. Ecco alcune delle frasi più comuni che le persone usano quando stanno giudicando gli altri:
- “Non dovresti fare così.”: Questa frase suggerisce che la persona giudicata sta facendo qualcosa di sbagliato o inappropriato. Spesso viene utilizzata per esprimere disapprovazione nei confronti delle scelte di vita o dei comportamenti degli altri.
- “Pensavo fossi diverso.”: Questa frase implica che la persona giudicata ha tradito delle aspettative o delle immagini preconcette che qualcuno aveva di lei. Può causare sensazioni di colpa o di vergogna nella persona oggetto del giudizio.
- “Non dovresti vestirti in quel modo.”: Questa affermazione riguarda il modo in cui una persona si veste e può riflettere giudizi sulla sua moda, il suo stile personale o il suo aspetto fisico.
- “La tua scelta di carriera è una follia.”: Questo tipo di giudizio è spesso rivolto a chi intraprende carriere non convenzionali o considerate poco remunerative. Può influenzare negativamente la motivazione e la fiducia in se stessi della persona interessata.
- “Non credo che dovresti frequentare quella persona.”: Questa frase esprime preoccupazione o disapprovazione nei confronti delle amicizie o delle relazioni amorose di qualcuno. Può minare la felicità e l’autostima della persona coinvolta.
- “Se fossi al tuo posto, avrei fatto diversamente.”: Questo tipo di giudizio implica che la persona giudicata ha preso una decisione errata o ha gestito una situazione in modo inappropriato. Può far sentire la persona in questione inadeguata o poco competente.
- “Non capisco perché tu…”: Questa frase può iniziare in vari modi, ma il suo intento è spesso quello di mettere in dubbio le azioni o le scelte della persona oggetto del giudizio. Può far emergere sentimenti di frustrazione e incomprensione.
- “Dovresti essere come [nome di qualcun altro].”: Questa affermazione suggerisce che la persona giudicata dovrebbe modellare la sua vita o il suo comportamento su qualcun altro che è considerato un modello da seguire. Questo può minare l’autenticità e la fiducia in se stessi.
Altre frasi giudicanti!
- Stai ancora mangiando? Davvero?
- Pensaci bene, non credo tu sia adatto
- Ma tu non ti impegni mai!
- Sei tu che te le cerchi
E poi ci sono gli spunti visivi o le azioni da cercare:
- lo sguardo “dalla testa ai piedi” seguito da un’occhiata o da un’espressione accigliata
- Un sospiro o un gemito in risposta a qualcosa che hai fatto
Ci sono centinaia di questi indizi visivi, ma non ne coglieremo la maggior parte. Si verificano troppo rapidamente o al di fuori della nostra periferia.
Perché le persone amano giudicare?
Per quanto possa sembrare contraddittorio, chi giudica essenzialmente definisce se stesso. Giudicando la vita e le azioni degli altri non facciamo altro che affermare il nostro modo di essere e di vedere il mondo, definendo tutto ciò che non corrisponde all’idea che noi abbiamo di noi stessi. Più che un attacco verso l’altro, giudicare è da considerarsi come l’affermazione del proprio modo di essere. Vediamo cosa si nasconde dietro al bisogno di giudicare il prossimo
Giudicare gli altri può essere un’abitudine appresa
Potremmo essere cresciuti in una famiglia davvero negativa, con un genitore che si è sempre scontrato con l’altro o con noi e i nostri fratelli. O forse abbiamo avuto insegnanti molto critici che incoraggiavano gli studenti a criticarsi a vicenda.
Giudicare gli altri può essere un meccanismo di difesa sviluppato a causa di trauma infantile
Se sperimentiamo qualcosa come negligenza, povertà, abuso , o abbandono , possiamo sentirci così vulnerabili e spaventati che decidiamo che niente ci arriverà di nuovo. Giudicare gli altri può essere il nostro modo inconscio per creare una barriera intorno a noi stessi per tenere a bada le persone.
Giudicare gli altri può anche essere un modo per nascondersi
I giudizi non nascono solo da un disaccordo con certi comportamenti, idee o atteggiamenti, ma dal desiderio, spesso inconscio, di denigrare l’altro, perché così facendo, passa il messaggio non detto anche con il proprio io: io sono migliore di te. In effetti, chi giudica lo fa per difendere, nutrire e incrementare il proprio ego; assume una posizione di superiorità, anche se artificialmente.
Sentenziare giudizi diventa, pertanto, un modo per distrarre la mente dal disagio esistenziale che sta vivendo. Chi giudica gli altri, lo fa per non sentirsi costretto a giudicare se stesso e non dover prendere delle misure per risolvere i suoi problemi. Quindi, si limita a guardare la pagliuzza nell’occhio altrui ignorando la trave che sta nei suoi occhi. Da questa prospettiva, il giudicare è semplicemente mancanza di fiducia in se stessi, è l’espressione della necessità di riaffermare il proprio ego, anche se ciò significa denigrare gli altri.
Esempi di giudizi: quello costruttivo e quello denigratorio
Facciamo finta che tu abbia un’amica in forte sovrappeso, che mangia in modo sregolato ed è una pigra cronica e che tu voglia aiutarla a dimagrire e a vivere in modo più salutare. Vediamo insieme due “scenari possibili”:
Scenario N.1: esprimi un giudizio in modo sbagliato
“La smetti di abbuffarti! Ma non vedi quanto sei grassa? Ma non vedi che non riesci nemmeno ad allacciarti le scarpe? Ma non ti fai schi**? Smettila di abbuffarti, sembri un pozzo senza fondo”, se continui così puoi solo che peggiorare ecc..
Questo giudizio va a minare l’autostima della persona, la sua identità e nel 99,9% dei casi genera ulteriore disagio che viene placato “indovina come”? Con altro cibo spazzatura! Come pensi che sia lo stato emotivo di una persona che si sente giudicata in questo modo? Un giudizio di questo tipo non solo NON è di nessun aiuto ma aggrava ancora di più la situazione…
Scenario N.2: giudizio espresso in modo corretto
Ora nota invece quanto è diverso un giudizio a fin di bene. “Hey, hey.., cosa c’è che non va oggi? Perchè stai mangiando così? Mi spiace vederti mangiare così perché so che non ti fa bene e mi piacerebbe aiutarti! Stai mangiando senza nemmeno pensare a quello che stai facendo…So che sei in grado di mangiare bene se vuoi.
Se vuoi ti faccio vedere come si cucina qualche piatto super salutare e buonissimo che mi preparo di solito. E’ facile e ci vuole poco tempo! Poi ti farebbe molto bene fare attività motoria, ti va di venire con me al parco a fare allenamento 2 volte alla settimana? Ti farò vedere dei super esercizi che ti aiuteranno a dimagrire e a stare meglio e sarei felice di condividere questa esperienza con te.”
Cambia di parecchio vero? Ovviamente, non tutte le critiche generano esperienze negative, esiste anche la critica costruttiva che fa riflettere e aiuta a crescere. E’ però importante capire che cosa motiva quella persona a giudicare un tuo operato. Ci sono motivazioni valide o, al contrario, si tratta solo di una strategia disfunzionale per esercitare potere, lamentarsi o umiliarti?
Ricorda, nessun giudizio ha il potere di offenderti, sei solo tu a concedergli questo potere
Il giudizio altrui è una realtà della società umana, ma le frasi tipiche associate ad esso possono avere un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere delle persone. Soltanto tu puoi cambiare in meglio la tua vita, cambiando te stessa/o. Sei solo tu ad avere il potere di controllare l’influenza che un giudizio ha sul tuo stato d’animo e sulle azioni che farai. Quindi, prenditi per mano e accompagnati lungo il cammino della vita. Fai tua solo una prerogativa: sii paziente e benevola/o con le tue fragilità, sicuramente sono lì per ragioni che esulano dalla tua volontà.
Per superare il timore del giudizio, dovrai investire su di te. Investi nella tua personale crescita e benessere. Dedica più tempo a ciò che ti piace fare. Fai tutto quello che ti fa stare bene: andare in palestra, uscire a cena con gli amici, leggere un libro, passeggiare all’aria aperta. Sii te stesso, investi sulla tua felicità e sul tuo benessere: in questo modo il giudizio degli altri passerà totalmente in secondo piano.
Non importa se hai vissuto fin ora in funzione degli altri per la paura di essere giudicato, puoi ancora rimediare e coltivare le tue ambizioni! Siamo umani e nessuno di noi riesce ad essere al 100% tutti i giorni, 24 ore su 24. Sii comprensivo con te stesso stai facendo il meglio che puoi con quello che hai a disposizione. Ricorda, non devi dimostrare niente a nessuno! Abbiamo la possibilità di riscattarci, di guardarci per ciò che siamo e che possiamo essere! Abbiamo la possibilità di liberarci da zavorre emotive e dai condizionamenti, ci mancano solo gli strumenti giusti per farlo. Nel mio nuovo e attesissimo libro «Il mondo con i tuoi occhi» ho provato a raccogliere e mettere a disposizione, tutti quegli strumenti psicologici indispensabili per garantirci la rinascita che meritiamo!
Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Allora impara a farlo, impara a rivendicare il tuo posto nel mondo a guardarti con i tuoi occhi….. Ed è quello che ti auguro. Se senti che è giunto il momento di costruire una vita che rifletta veramente chi sei, liberandoti dalle pressioni esterne e interne, questo percorso di crescita personale è ciò che fa per te. Cinque capitoli che ti porteranno alla scoperta di quel potenziale che, da troppo tempo, è assopito dentro di te e non chiede altro di esplodere! Per immergerti nella lettura e farne tesoro, puoi già ordinarlo. l libro è ora in pre-order (puoi ordinarlo qui su Amazon) e sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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