Ecco i segnali subdoli dell’amico che si sta approfittando di te

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Le amicizie tossiche sono dei legami subdoli e dannosi, che a lungo andare possono realmente fare del male?  L’onestà, la lealtà, la fiducia, l’impegno reciproco, il rispetto per la diversità e individualità, l’altruismo… sono i pilastri dell’amicizia. Ma spesso accade che siamo bloccati per anni, più o meno consapevolmente, in relazioni tossiche. Quando si parla di “relazione tossica” non si fa riferimento solo al rapporto sentimentale, ma anche a quello di amicizia.

L’amicizia è un legame fondamentale tra due o più persone basato sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sulla stima. Costruire un’amicizia e mantenerla è molto difficile ed è una prova delle nostre capacità sociali. E’ tutto ciò ci permette di uscire dal nostro egoismo e imparare a mettersi nei panni dell’altro. L’amicizia non richiede costanza e continuità: si può non vedere un amico per mesi o per anni e ritrovarlo, da un giorno all’altro, senza che nulla sia cambiato. Le emozioni e la complicità restano infatti intatte.

E’ un rapporto importante e, soprattutto nell’età adolescenziale, diventa una vera e propria esperienza relazionale sostitutiva alla famiglia. L’amicizia risponde a bisogni complementari a quelli di un rapporto d’amore: con l’amico si può parlare di cose che il partner non capirebbe (i pettegolezzi e le confidenze femminili, la goliardia e il parlare di sport tra uomini). L’amicizia vive libera da obblighi e richieste, prescinde dal progetto, non ha futuro ma solo passato e presente.

Le amicizie che instauriamo influenzano il nostro stile di vita

Per tutti noi l’amicizia assume significati diversi anche in base a nostre caratteristiche personali ed alla cultura nella quale siamo inseriti. Le amicizie accompagnano tutto il percorso di vita di un individuo ed evolvono con esso in base alla fase di vita che si sta attraversando. Già nella prima infanzia, tra i 2 ed i 6 anni, il bambino sperimenta quelle che potremmo definire le prime amicizie. È attraverso i pari, infatti, che il bambino comincia a conoscere il mondo esterno, ad apprende le prime basi del mettersi nei panni dell’altro, abbandonando il proprio egocentrismo, sperimentando i primi litigi e le prime avventure in cui non sono presenti i genitori.

Come una relazione tossica differisce da un sana amicizia?

Il fattore che contraddistingue un rapporto sano è la “reciprocità” in qualsiasi tipo di legame. Ciò che purtroppo accade nell’amicizia tossica è che tale aspetto non c’è. Un rapporto sano di amicizia è spontaneo e generoso. Entrambi gli amici sono desiderosi di comprendere l’altro e di riconoscerne la piena indipendenza ed autonomia. Si ha il desiderio di vedere il nostro amico raggiungere il suo pieno potenziale, lo sviluppo di nuovi interessi e competenze. L’amicizia tossica invece è caratterizzata da comportamenti che ci danneggiano sia emotivamente che fisicamente come egocentrismo, insicurezza, prevaricazione, controllo,  Se restiamo invischiati in una amicizia di questo tipo, mettiamo a dura prova sia la nostra salute psichica che fisica.

Il banco di prova più semplice per verificare se sei in buoni rapporti con qualcuno, consiste nel domandare a se stessi “Questa persona tira fuori il meglio di me?”. Se di solito siamo persone equilibrate e pazienti, ma questa persona ci fa costantemente perdere la calma o ci induce a covare pensieri negativi nei suoi confronti, allora è il caso di prestare attenzione, perché le amicizie “tossiche” hanno la pessima tendenza a farci sentire instabili, esattamente come loro.

Ma cosa induce un’amicizia che procedeva bene a diventare di punto in bianco tossica?

Innanzitutto è bene ribadire che l’amicizia si costruisce in due e definirla vuol dire definire il legame, non le persone che la vivono. È probabile anche che un’amicizia nasca in modo sano, ma con il trascorrere del tempo vada pian piano a virare verso la negatività. Ad avere natura tossica non è l’individuo, bensì il rapporto, che rimane legato a pattern comportamentali diventati abitudini. Alle volte le abitudini tendono a dare per scontato un rapporto di amicizia che in effetti non c’è più ma, proprio per abitudine, lo portiamo avanti.

Chi è l’amica o l’amico tossico?

È difficile tracciarne un profilo completo e univoco, perché questo tipo di “carattere” può declinarsi in vari modi. A grandi linee, si può dire che la persona tossica è una presenza negativa nella nostra vita, che ci fa stare male e senza la quale staremmo (quasi) sicuramente molto meglio. Le persone tossiche sono quelle che assorbono l’energia degli altri e le contagiano con la loro negatività.

La tossicità si nutre di silenzi, di insicurezze, di mancanza di considerazione. Si manifesta in un’infinità di modi, alcuni banali, altri molto seri. Guardando a esempi più specifici, la persona negativa può manifestarsi nell’amico/a che parla alle nostre spalle, chi si materializza solo quando ha bisogno di qualcosa o ci appesantisce di tutti i suoi problemi senza mai curarsi dei nostri. C’è chi non perde mai occasione per fare commenti passivo-aggressivi, o addirittura chi riesce a tirare fuori lati di noi che non ci piacciono o avremmo preferito rimanessero nascosti.

“Alla nostra base assoluta, gli esseri umani sono una specie sociale. Ci siamo evoluti per fare affidamento l’uno sull’altro per tutto, dall’educazione dei nostri piccoli alla nostra salute mentale ed emotiva” Insomma, una persona tossica è un sabotatore spesso a sua insaputa. E’ così preoccupata per sè che si dimentica di noi. Non è difficile da individuare tra la propria cerchia di amicizie perché l’amica o l’amico tossico ha la tendenza a lamentarsi, incolpare, giudicare e criticare. Vuole gestire i nostri problemi come invece non dovrebbe.

Amicizia tossica, campanelli d’allarme

Voglio precisare che la persona tossica non è chi, in un momento critico, ci dice qualcosa che forse non volevamo sentire ma che andava detta comunque; non è nemmeno chi, senza volerlo, ci offende o ci fa torto oppure colui o colei che non riesce a essere presente come al solito. Lo è chi, con relativa consapevolezza e in modo sistematico riesce a farci stare male. La soluzione è quella di interrompere il legame con l’altra persona, togliere le catene per vivere meglio. Non si tratta di egoismo, ma bensì di sopravvivenza e voglia di serenità e tranquillità nella propria vita. Per riconoscere un legame d’amicizia tossico ci sono alcuni segnali da prendere in considerazione.

Questa amicizia è affidabile?
Mi sento accettata/o per quello che sono?
Mi critica sempre?
Mi giudica sempre?
Quando esco sono entusiasta o svuotata/o e annoiata/o?
E’ un’amicizia di convenienza?
E’ davvero felice per i miei successi?
Condivide il mio valore, la mia integrità o sono costantemente alla ricerca della sua approvazione?
Mi telefona parlando solo dei suoi problemi?
Se mi capita qualcosa di bello lo sminuisce?
Quando siamo insieme parla solo di se?

La tossicità scorre anche via social!

È facile ritrovarsi con un lunghissimo elenco d’amici online, e, indipendentemente dal fatto che questi siano ex compagni di liceo, ex colleghi di lavoro, o semplicemente persone conosciute sui social, con tutta probabilità qualcuno avrà da commentare e magari per invidia o semplicemente per il gusto di perdere tempo. Ciò non significa necessariamente che dobbiamo aver voglia di starlo/a a sentire.

La vita è fin troppo breve per sprecare il nostro tempo a leggere le elucubrazioni mentali degli amici più “tossici” sui social. Consideriamolo un manuale, in nome del nostro benessere. La gioia deriva spesso dalle nostre frequentazioni. E gli studi dimostrano come la propria felicità possa essere connessa a delle interazioni sociali forti; interazioni che potrebbero perfino includere quelle online.

Amicizia tossica, cosa possiamo fare?

Ognuno di noi fa scelte diverse, scelte che provengono da consapevolezze di sé, background famigliari e, soprattutto, desideri diversi.  Molto spesso ci si spinge a commentare le scelte altrui, facendo leva su quelle che si sanno essere le debolezze e i talloni di Achille di ognuno di noi, soltanto perché solamente in quel modo ci si sente migliori! Non è necessario che anche nel luogo in cui ci si dovrebbe sentire più se stessi ed accettati – l’Amicizia – ci si senta come circondati di mine vaganti.

Accettiamo il fatto che non possiamo cambiare una persona tossica. Chiediamoci se siamo disposti a tollerare ancora questa persona nella nostra vita.  In questi casi è normale provare sensazioni contrastanti. Aspettiamocele, ma non per questo siamo costretti a portare avanti un’amicizia tossica. Per esempio, il fatto che stimiamo e vogliamo bene al nostro amico e che questi abbia qualità meravigliose non esclude la possibilità che questo legame sia distruttivo. È giusto essere affezionati a un amico, ma la vita deve andare avanti.

La vita è troppo breve per trascorrerla in compagnia di chi ci fa stare male

La tua salute e la tua sicurezza sono le tue priorità principali, e se sono messe in pericolo da un’altra persona, hai il diritto di prenderti cura di te prima di tutto. Non sei responsabile della salute e della sicurezza di nessun altro a meno che tu non sia un genitore. Sii gentile con te stesso e sappi che meriti di sentirti felice e al sicuro nelle tue relazioni.

Una persona è in grado di ferirci soltanto se noi gli diamo la possibilità di farlo!

Se inizi a vederli per quelli che sono (delle persone tristi e frustrate che non potendo godere delle proprie gioie cercano far cadere in basso gli altri), a quel punto non darai più molto peso alle loro male lingue.

Non permettere alle persone che vogliono farti sentire piccolo e sbagliato di riuscire nel loro intento, tu hai un valore e devi difenderlo. Concentrati a coltivare la tua autostima, ad amarti per quello che sei veramente e non per quello che vogliono farti credere gli altri. Avere una alta considerazione di sé è come indossare un armatura leggera ma resistente, non ci appesantisce ma ci ripara dai colpi della vita. Hai degli obiettivi o dei sogni che vuoi raggiungere? Bene, focalizzati su questi e inizia a lavorare per portarli a termine. La vita è breve per perdere tempo a guardarsi intorno e dare importanza a queste sciocchezze…certo a volte la salita è lunga e faticosa, ma il panorama ne vale la pena!

L’amicizia vera è differente

A volte, siamo così accondiscendenti con le persone che addirittura siamo confusi su ciò che vogliamo e ciò che possiamo raggiungere. Questo succede quando, per soddisfare gli altri, mettiamo da parte i nostri bisogni per troppo tempo.

Un amico che ti vuole bene, non ti dà consigli solo per sentirsi migliore di te. Non è ipercritico sulle scelte che compi. Sa supportarti e lasciarti i tuoi spazi, sa rispettare i tuoi bisogni e soprattutto la tua libertà. L’amicizia è libertà. Ciò significa che tu puoi sentirti a tuo agio e libero di declinare una proposta contando sulla comprensione del tuo amico. Chi non comprende, pretende. Sicuramente nessuno è perfetto, tutti possono avere la tendenza a ingigantire i propri problemi o a ricercare più attenzioni di quante siamo disposti a dare… tuttavia, ciò che discerne un «amico vero imperfetto» da un «perfetto falso amico», è proprio questo: non ci sono vincoli, condizioni rigide da rispettare, non ci sono paure o ricatti impliciti!

Le paure (paura di essere emarginati, offesi, derisi, sparlati…) vigono solo negli ambienti tossici, dove il legame verte su un tornaconto personale che può essere di tipo emotivo (la mera volontà di esercitare potere e sentirsi migliore degli altri) o materiale (come premesso, vantaggi economici, sociali, dinamiche di scrocco varie…).

Puoi continuare a vedere te stesso e il mondo come ti hanno insegnato o cominciare a guardarlo con i tuoi occhi

Comprendersi sembra facile, eppure, alcuni di noi sono estremamente complessi, si portano dentro una moltitudine di sfaccettature non sempre facili da «gestire». Alcuni di noi, poi, si portano dentro dei carichi emotivi enormi, che stanno lì da chissà quanto tempo, troppo ingombranti e troppo pesanti da poter districare. In questi casi potrebbe essere saggio fare un profondo lavoro su se stessi.

Allo scopo di guardarci dentro senza la lente distorsiva delle credenze interiorizzate durante l’infanzia, abbiamo bisogno di individuare quei meccanismi di difesa che, tendendoci trappole e autoinganni, ci portano a vedere noi stessi e il mondo con un occhio esterno, che, proprio come il cammino che ci siamo ritrovati a seguire, non è il nostro!

Come riuscirci?  Iniziando a guardare il “mondo con i tuoi occhi“. In realtà, questo è il titolo del mio nuovo libro, un testo che intende offrirti tutti gli strumenti per analizzare te stesso, i tuoi vissuti emotivi e le tue storie relazionali, dall’infanzia all’età adulta.

Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile. Non ti dico questo perché sono di parte, te lo consiglio da lettore a lettore. Il libro, «Il mondo con i tuoi occhi», è disponibile in prevendita su Amazon e sarà disponibile in tutte le librerie dal 29 ottobre

Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito. Per tutte le informazioni sul libro “Il mondo con i tuoi occhi“, ti rimando a questa pagina Amazon.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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