Molti di noi, per alleviare la sensazione d’impotenza, proietta i propri sentimenti e le proprie inadeguatezze sugli altri, a cominciare da chi gli/le sta più vicino, ovvero, le persone più care! Se anche tu fai parte di quella schiera che se la prende con Dio, con i genitori, con il partner, con il capo ufficio, con i colleghi, con i politici corrotti e opportunisti e con l’inclemenza del tempo… ti comporti in maniera irresponsabile e ti procuri ansia, frustrazione, contrazioni dolorose e malattie. Insomma se ritieni che qualcuno sia responsabile dei tuoi fallimenti o della tua sofferenza, sei messo male perché ti comporti come una vittima. Metaforicamente parlando, raccogli funghi velenosi anziché quelli mangerecci; innaffi le erbacce, anziché le piante coltivate.
Accetta la realtà se vuoi cambiare le cose!
La quasi totalità delle persone è letteralmente invasa dai pensieri spontanei, automatici e involontari perché pensa in maniera inconsapevole ed è facile preda dei propri impulsi. Eppure sono sempre i nostri pensieri o giudizi sugli eventi e sulle persone, cioè le nostre interpretazioni, che scatenano le reazioni emotive! I pensieri in cui crediamo e che ripetiamo più spesso creano la nostra realtà perché, trasformandosi in emozioni, diventano sinapsi e ricordi a lungo termine, convinzioni ed abitudini anche obsolete in base alle quali agiamo e ci comportiamo. Comprendere il potere della nostra mente e quindi dei nostri pensieri, è fondamentale per avere il controllo della nostra vita.
Gli esseri umani sono governati, chi più e chi meno, per il 95% circa del tempo dall’inconscio, agiscono cioè col pilota automatico grazie alle vecchie abitudini, e sono consapevoli appena per il 5% del tempo. È un fatto costituzionale da tenere a mente. Questo significa che il nostro “IO” dorme quasi sempre… e quando si sveglia, interpreta la realtà a modo suo, in base alle proprie regole e alle proprie pretese e soprattutto in base alle sue scarse informazioni. Per avere il controllo della propria vita occorre controllare la propria mente prestando “attenzione” a cosa pensiamo in ogni momento. Le emozioni non si possono né scegliere, né controllare, ma i pensieri sì.
I guai succedono non appena ci distraiamo. E lo facciamo, chi più e chi meno, molto spesso! Facendo attenzione a cosa pensiamo, siamo consapevoli e smettiamo di funzionare col pilota automatico. Grazie alla consapevolezza possiamo osservare tutto da un punto di vista sicuro e comportarci in maniera responsabile. Essere responsabili vuol dire accettare la realtà e agire di conseguenza.
Potresti chiedermi: “Se la realtà è brutta, sbagliata o ingiusta e comunque non mi piace, devo accettarla lo stesso”? È sempre necessario accettare la realtà anche se non ti piace perché almeno in quel momento non puoi cambiarla! La realtà è ciò che è, è neutra e sempre vera. Sono i nostri pensieri e i nostri giudizi che non sono veri perché sono soggettivi e di parte.
Ci sono situazioni che possiamo cambiare, altre no
Ok, ci sono situazioni che non possiamo cambiare ma possiamo cambiare la mente: preferisci la via della rassegnazione o dell’accettazione? Se mi alzo una mattina e penso “Oh mio Dio, non credo sarò capace di affrontare la mia separazione“, vuol dire che la mia vita non è affatto come la desidero ovviamente mi sentirò male o comunque frustrato/a. Questo atteggiamento mi porterà ad avere un pensiero tipo “ok, le cose stanno così, me ne faccio una ragione perché tanto non posso fare nulla per cambiarle”. Questo è RASSEGNARSI e scegliere più o meno consapevolmente la strada della frustrazione, dell’impotenza, della tristezza, dello svuotamento, del vedere la vita con occhi incolori.
E sappilo: tutti noi, ci siamo caduti a volte. Non importa. Se in questo preciso momento ci rendiamo conto che stiamo seguendo questa strada, possiamo scegliere di cambiarla… in un istante. Esiste infatti un’altra via, quella dell’accettazione. La via dell’accettazione, nella stessa situazione, ci porterà ad avere un pensiero tipo “ok, le cose stanno così: mi piacerebbe che fossero diverse ma prendo atto che ora questa è la situazione. Ok, ci sto. Adesso cosa possa fare per migliorarla? Cosa è in mio potere per cambiarla?”
E da lì ogni cambiamento è decisamente più semplice. Quante volte le persone dicono “NON POSSO ACCETTARLO!” quasi sempre con rabbia, frustrazione, rancore, malessere? Quante volte tu, lo hai detto e lo dici ad alta voce o nella tua testa? Non lo trovi stancante? Non è difficile, vivere in un mondo in cui devi sempre lottare contro qualcosa o qualcuno? E quanto prima lo accetti, tanto prima smetterai di sentirti frustrato!
Piuttosto che lamentarti scegli di occuparti dei problemi
Fa caldo? Rinfrescati! Fa freddo? Copriti! Piuttosto che lamentarti, scegli di occuparti del problema di cui ti lamenti. Per stare bene, non devi aspettare né sperare (sì, magari a volte sì, poche volte), devi prima di tutto agire, prenderti cura, curare il modo in cui impieghi il tuo tempo, le attività a cui ti dedichi, le persone che frequenti, le cose che scegli di dire e non dire, di fare e non fare. Per questo, è importante la consapevolezza. Essere consapevole di ciò che ti accade e di ciò che fai accadere. Di cosa provi e di come scegli di esprimerlo, di cosa pensi e di come scegli di tradurlo in azione.
- Ti lamenti che hai sempre poco tempo? Guarda con attenzione come stai impiegando il tuo tempo!
- Ti lamenti del capo o dei collaboratori? Guarda con attenzione come stai affrontando queste situazioni frustranti!
- Alcune tue relazioni sono insoddisfacenti? Guarda con attenzione come te ne stai prendendo cura e cosa stai trascurando!
- La tua forma fisica lascia a desiderare? Guarda con attenzione cosa stai facendo e cosa non stai facendo per sentirti insoddisfatto!
Imparare a ‘guardare con attenzione’ vuol dire aumentare gradualmente la propria ‘consapevolezza’ e ciò porta ad avere più chiari i confini del proprio potere di trasformare la propria vita e anche dei propri limiti e di un certo grado di impotenza che dobbiamo imparare ad accettare. Piuttosto che lamentarti, impara a guardare con attenzione il valore che cerchi (e quello che trovi) nelle scelte che fai.
- Lamentarti è una scelta…
- Criticare è una scelta…
- Stare in silenzio è una scelta…
- Accumulare e poi ‘sbroccare’ è una scelta…
- Compiacere è una scelta…
- Non chiedere è una scelta…
- Non dire no è una scelta…
Guarda con attenzione le scelte che spesso ti ritrovi a fare e che alimentano i problemi piuttosto che risolverli…
Ognuna di queste scelte può essere utile e adeguata in certi momenti e situazioni, ma non può diventare lo stile tipico ed unico di affrontare problemi e insoddisfazioni.
Quanto valore aggiungono alla tua vita queste scelte? Quali altre scelte potresti fare per creare valore nella tua vita? Tornando alla lamentela, ad esempio, questa è utile per sfogarti un po’. Utile se dura poco. Poi sarebbe utile che la lamentela ti portasse a individuare qual è il tuo bisogno frustrato, per cui ti lamenti, in modo che tu possa farci qualcosa di concreto per cercare di soddisfarlo o per accettare serenamente ciò che non puoi modificare. Se la lamentela perdura oltre misura, probabilmente ti sta segnalando che la “ferita antica” sta dominando i tuoi pensieri e stati d’animo ovvero che hai bisogno di andare a curare bisogni profondi irrisolti da tempo e che stanno condizionando la tua esperienza attuale, le tue relazioni e le tue scelte, oggi.
Tu hai sempre potere di scegliere: fare o non fare, dire o non dire. Per questo dovresti capire bene il concetto di responsabilità individuale. Responsabilità individuale significa, appunto assumersi la responsabilità di se stessi, e realizzare di essere pienamente connessi e in grado di influenzare gli avvenimenti della propria vita. Significa andare oltre i ruoli di vittima e carnefice, delle idee di giusto e sbagliato, e smettere di dividere il mondo in persone “buone” e “cattive“. Quando ti assumi la responsabilità di te, il gigantesco modello di realtà, a cui ti hanno abituato fin dalla nascita, e a cui sei assuefatta, crolla come un castello di carte.
Se inizi a costruire la tua vita in modo nuovo oggi, il peso del fallimento si alleggerisce perché ti rendi conto che tutto è nelle tue mani.
Il partner che ti ha fatto soffrire, cessa di essere la sfortuna che si accanisce, e viene sostituita dall’idea che sei stato tu a permettergli/le di farlo. Allo stesso tempo, non esiste più il perfido truffatore che si è approfittato della tua debolezza; adesso esisti solo tu, che da questo momento saprai stare più attenta/o. E non esisterà più, neppure, l’amico di cui ti fidavi e che ti ha delusa/o profondamente. Ancora una volta, ci sei solo tu che, preso coscienza dell’accaduto, saprai scegliere amici veri e più affidabili. Inizia a trattare te stessa/o come un qualcosa di estremamente prezioso e da coccolare. Di certo, nella tua vita, ci sono molte cose che per insicurezza o per timore di non valere non hai fatto… inizia da queste; compi un atto di coraggio, anzi, un atto di fiducia verso te stessa/o, ne sarai indubbiamente ripagata/o!
Nessuno ha mai tentato di impartirci un’educazione emotiva
Ci insegnano a dire «grazie» e «per favore» ma non ci insegnano ad ascoltare e rispettare i nostri bisogni. Ecco perché ho sentito il bisogno di scrivere un nuovo libro. S’intitola «Il mondo con i tuoi occhi» e t’insegna come imparare a conoscerti, come ascoltare le tue voci e come, finalmente, appagarle. Questo manuale ti fornisce un’analisi schietta e sincera su come funzionano le dinamiche psicoaffettiva che ci accompagnano, dalla nostra nascita a oggi. È, in assoluto, il primo libro di psicologia che tiene conto, a 360° delle basi biologiche che accompagnano lo sviluppo umano e di come queste influenzano processi come l’attrazione, l’innamoramento, l’amore e… gli incastri emotivi! Sì, gli incastri emotivi sono diversi dall’amore e nel libro tracciamo un netto confine tra quelle che sono le dinamiche interpersonali sane (e che fanno bene) e ciò che invece è disfunzionale e finisce per danneggiarci o addirittura distruggerci nella nostra identità. Quanti di noi, infatti, si sono persi fondendosi nella coppia? Quanti di noi, hanno trascurato i propri bisogni per il bene dell’altro? Purtroppo, molti!
Quando siamo in coppia, dimentichiamo di nutrire la nostra identità e di far valere quei bisogni legittimi che rappresentano l’ABC del benessere psicofisico personale. Eppure, un modo assertivo per affermare se stessi e far valere i nostri bisogni, c’è! È necessario “solo” imparare ad ascoltarsi, comprendersi profondamente e comunicare all’esterno ciò che ci portiamo dentro. Come? Anzitutto guarendo. In questo libro, infatti, non ti racconto una favola, non addolcisco la pillola, nessuno affermerà che risanare se stesso sia un gioco da ragazzi. Non ti racconterò una storia d’amore, piuttosto ti fornirò gli strumenti per comporne “UNA VITA TUA”, ricca, ricchissima e piena di emozioni tutte da vivere. Perché le emozioni vanno vissute e non subite, così come l’amore. Impara a vivere l’amore che meriti.
Un passo alla volta, una pagina alla volta, impariamo a trovare amore nella nostra stessa luce! Intendiamoci, un libro non può cambiarti la vita ma può aiutarti a costruire relazioni migliori, con te stesso e con gli altri. Il cambiamento, poi, sarà inevitabile. Non ti dico questo perché sono di parte, te lo consiglio da lettore a lettore. Il libro, «Il mondo con i tuoi occhi», è disponibile in prevendita su Amazon e sarà disponibile in tutte le librerie dal 29 ottobre. Per tutte le informazioni sul libro ti rimando a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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