Parliamo spesso di famiglia… ma cosa significa avere una famiglia da un punto di vista psicologico? La famiglia è il primo ambiente con il quale un individuo entra in contatto. La famiglia rappresenta gli occhi con il quale il piccolo vede la realtà e che, pertanto, influenzerà la sua visione soprattutto nelle prime fasi della vita (infanzia, fanciullezza) ma anche successivamente, attraverso la formazione della personalità, la costruzione dei primi attaccamenti e l’acquisizione dei ruoli sociali.
Un bimbo di per sé non è sbagliato!
E’ l’ambiente che lo circonda che alcune volte lo plasma in modo errato. Quando un neonato viene alla luce è come un foglio bianco, immacolato, dipende dai genitori far sì che questo foglio bianco si riempia di buone nozioni, di insegnamenti profondi e che il piccolo non cresca solo dal punto di vista fisico ma anche sul piano emotivo
Vi è famiglia e famiglia……
In una famiglia funzionale vi è uno stile comunicativo aperto e assertivo e una capacità di adattamento ai cambiamenti: componenti fondamentali per favorire un ambiente armonico con tutti coloro che ne fanno parte. In una famiglia disfunzionale vi sono modelli di condotta disadattati che generano un ambiente di conflitto e scontro. I ruoli familiari non sono ben definiti e le relazioni affettive sono contraddittorie e ambigue.
C’è una frase che molti genitori o molte famiglie ripetono ai bambini: “Nessuno ti ama come può amarti un genitore”. Se i bambini la prendono alla lettera, è possibile che, anche se non si siano sentiti molto apprezzati dai loro familiari, non sentano il diritto di lamentarsi perché penseranno: “lo facevano per il mio bene”.
Crescere in una famiglia tossica, ripercussioni
Avere un rapporto fortemente conflittuale con la propria famiglia è del tutto normale, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza. Tuttavia, se il legame continua ad essere burrascoso probabilmente qualcosa non va, probabilmente si tratta di una famiglia tossica. In una situazione simile possono nascere patologie psicologiche, soprattutto nei bambini. Infatti, crescere in una famiglia tossica può causare:
- problemi nello sviluppo cognitivo: deficit intellettuali e del linguaggio;
- anomalie nella personalità: mancanza di fiducia in se stessi e negli altri, aggressività`, etc.;
- anomalie emotive: debolezza e instabilità;
- patologie legate all’ansia e alla depressione.
Continuare a frequentare ed a convivere in una famiglia tossica significa:
- non sviluppare mai senso d’indipendenza;
- alimentare ansie e paure in ogni sfera della propria vita (emotiva, relazionale, professionale etc.);
- non realizzarsi mai nella vita;
- accettare il proprio ruolo marginale e senza alcun potere (in ogni contesto);
- non scoprire mai il vero io, le proprie risorse.
Vivere in una famiglia tossica non è affatto semplice! È come accettare di farsi tarpare le ali, di farsi sovrastare dagli altri. La famiglia può essere considerata come un microcosmo che ricrea situazioni che potrebbero verificarsi anche con il mondo esterno (la scuola, il lavoro etc). Questo significa che se continui a vivere un legame tanto oppressivo, molto probabilmente tenderai a vivere nella medesima situazione anche in altri contesti: ti sentirai oppressa/o per sempre!
Come riconoscere una famiglia tossica e oppressiva
Se vivi in una famiglia tossica e oppressiva sicuramente te ne sarai già accorta/o! No, non è una battuta ironica: chi vive in una famiglia che la opprime, fatta di legami tossici, negativi, lo sa da sempre. Tuttavia vi sono dei campanelli d’allarme che riguardano soprattutto la propria indipendenza.
Quando si ha a che fare con una famiglia tossica il tuo senso d’indipendenza è praticamente assente, non è mai riuscito a svilupparsi. È come se ad un certo punto della tua vita tutto si sia fermato: sei cresciuta/o ma continui a vivere nel tuo ruolo originario (figlio, genitore, fratello/sorella succube). Spesso nelle famiglie tossiche vigono legami impostati sul potere o sul vittimismo. Sono famiglie nelle quali non esistono legami basati esclusivamente sull’affetto, tutto è comunque legato al potere. Vige insomma la legge del più forte (più forte caratterialmente, economicamente etc.).
Ogni cosa, attività, abitudine è imposta da qualcun altro, non vi è potere decisionale se non quello di altri componenti del nucleo familiare. Il potere può concentrarsi anche nelle mani di più persone ma anche il singolo può detenerlo.
Quando il nemico è tra le mura di casa: come comportarsi
Partiamo dal presupposto che non è possibile, in poche righe, indicare il vademecum per riuscire gestire e rendere serena una famiglia tossica. Tuttavia vi sono delle dritte che potrebbero aiutarci in questo senso.
1. Rispetto
Innanzitutto devi farri rispettare: il rispetto non è un qualcosa di “dovuto” (anche se in un mondo ideale sarebbe così). Il rispetto va conquistato, sudato, ottenuto sforzandosi al massimo. Se credi che la tua famiglia non nutra rispetto nei tuoi riguardi parla chiaramente; esigi maggiore considerazione. Attenzione però: poniti anche un altro quesito: io rispetto la mia famiglia? Come lo dimostrato, e soprattutto cosa vorrei che facessero gli altri nei miei riguardi?
2. Indipendenza
La famiglia è importantissima nella vita di ognuno di noi. Nel bene e nel male ci condiziona e condizionerà sempre il legame che ci unisce ai familiari. Tuttavia ad un certo punto è importante riuscire a sviluppare una propria indipendenza, come? Allontanandosi. All’inizio potrà apparire brutale ma col tempo sia tu che i tuoi cari riusciranno ad apprezzare la cosa.
3. Razionalità
Cerca soluzioni realizzabili, non farti prendere troppo dall’istinto. Non essere troppo affrettata/o nel prendere decisioni. Spesso è difficile avere una visione realmente oggettiva della situazione (magari anche la yua famiglia sta vivendo un momento particolare e sfoga su di te tutti i problemi).
4. Tempismo
Prenditi i tuoi tempi per ponderare qualsiasi scelta ma: agisci! Le cose non cambieranno mai se non sei prima tu a cambiare! Il problema delle famiglie tossiche è che possono riversare tutte le loro insicurezze sui minori e fare in modo che loro, un domani, non possano essere indipendenti
Come sfuggire a una famiglia tossica
Lasciare la famiglia d’origine e affrontare il futuro da soli, in piena autonomia, diventa l’unica via di fuga se vogliamo costruire una maggiore sicurezza e pianificare la vita in completa libertà. Allontanarsi da una famiglia tossica non è semplice, prima ancora di fare i conti con i fattori economici, bisogna fronteggiare sensi di colpa, ansia da separazione, obblighi morali intrinseci, inesistenti doveri di figlio e tanto altro ancora.
Occorre buonsenso, buona capacità di giudizio e l’intuizione giusta per fare le scelte migliori per se stessi. Se non vogliamo più dipendere dalla nostra famiglia dobbiamo assumerci la piena responsabilità delle nostre azioni.
Anche se siamo legati alla famiglia d’origine da un vincolo di sangue, ciò non significa che siamo obbligati a convivere e condividere gli stessi spazi. E’ possibile un distacco senza necessariamente viverlo in modo assolutistico: è possibile provare affetto per i familiari anche mantenendo le distanze. Il distacco, quando è la famiglia di origine a fomentare malessere interiore, non solo è consigliato ma anche indispensabile.
Ricorda sempre…Tutto quello che accade durante l’infanzia ci segna!
Forse ci identifichiamo con molte persone che hanno dovuto affrontare una situazione difficile in casa, perché le famiglie tossiche sono più frequenti di quello che pensiamo. Non scegliamo la nostra famiglia, ma almeno possiamo essere consapevoli dei problemi in modo da evitare di ripetere la stessa storia con i nostri figli.
E’ ora di rinascere!
Pochi di noi hanno avuto la fortuna di essere costantemente valorizzati. Tutte le volte che gli altri non hanno creduto in noi, ci hanno insegnato a non farlo! Le volte che gli altri ci hanno umiliati e scherniti, ci hanno insegnato a essere timorosi e sfiduciati. Famiglia, amici di scuola, insegnanti… ci hanno implicitamente insegnato a metterci da parte, a svalutare il nostro valore intrinseco, a ignorare l’immenso potenziale che ci portiamo dentro.
Non ha senso continuare a portare il peso del passato! Non ha senso chiuderti nel tuo dolore, hai la possibilità di riscattarti, di guardarti per ciò che sei e che puoi essere! Hai la possibilità di liberarti da zavorre emotive e dai condizionamenti, ti mancano solo gli strumenti giusti per farlo.
Tu puoi essere la tua persona
Se hai voglia di riscattare il tuo valore di persona completa e iniziare ad amarti così come nessuno ha mai fatto, sappi che puoi intraprendere un viaggio alla scoperta delle complessità che ti porti dentro. Puoi dare finalmente una risposta ai dubbi lasciati in sospeso e… finalmente, diventare la tua persona, prima di tutto tua, poi di chi vorrai tu! Attraverso le prime relazioni che hai stretto, hai imparato come relazionarti oggi con te stesso e con gli altri e… diciamocelo, ciò che hai imparato talvolta sembra remarti contro. È naturale, non hai avuto gli strumenti giusti per auto-accudirti, nessuno lo ha mai davvero fatto con te, quindi come avresti potuto impararlo? A insegnartelo può pensarci il mio ultimo libro «il mondo con i tuoi occhi». Il libro è ora in pre-order (puoi ordinarlo qui su Amazon) e sarà disponibile in tutte le librerie a partire dal 29 ottobre.
Si tratta di un saggio che è destinato a stravolgere il modo in cui approcci alla vita. Il modo in cui guardi te stesso e gli altri. Non solo andiamo a sfatare molti altri tabù che ormai, sono radicati nelle nostre menti, vedremo soprattutto come coltivare dei valori personali e, in base a questi, tracciare il nostro individuale percorso di vita. Unico, irripetibile, privo di pressioni, libero da ruoli, così come sarebbe dovuto essere fin dal principio. Indietro nel tempo non possiamo andare ma possiamo cominciare a capire tante cose e, finalmente, restituirci a noi stessi.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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