Sui social, tutte le coppie sembrano essere felici, tuttavia, se dai un’occhiata alle statistiche sulle ricerche su Google, vedrai che la parola “crisi di coppia” conta 9 milioni di risultati! E tutta quella complicità così ostentata dove è finita? Ecco, parliamo di ipocrisie e dei grandi vuoti che esse celano.
Viviamo in un mondo fatto di apparenze che però, ai nostri occhi, sembrano profondamente realistiche. Apparenze che creano modelli ai quali confrontarci e con i quali relazionarci. Ecco che nasce il caos perché se, a monte, quel modello è fittizio è intuibile che il paragone che con esso si genera non può che dare esiti falsati e anche le relazioni che da lì nascono non possono che essere inconsistenti.
Allora come fare? Come proteggersi? In un mondo di apparenze, come possiamo trovare la verità? Per rispondere a questi legittimi quesiti voglio parlarvi della distorsione idealistica che è un bias ricorrente nella ricerca scientifica. La distorsione idealistica è la tendenza intrinseca di ogni individuo ad aumentare la propria desiderabilità sociale anche a costo di celare la verità.
La distorsione idealistica di cui tutti noi, ormai soffriamo
Quando si fa una ricerca, si tenta di controllare qualsiasi variabili e, con calcoli matematici, gli si dà un peso numerico. Una cosa difficile da stimare ma di cui tenere conto nella ricerca scientifica è la cosiddetta «distorsione idealistica», cioè, quel fenomeno a causa del quale, ognuno di noi nel mostrarsi all’altro tende sempre ad aderire a un modello idealistico.
Per esempio, nel compilare un questionario, il soggetto sceglie la risposta che considera “socialmente più accettabile” e non quella che riflette il suo pensiero autentico. Il solo fatto di essere illusoriamente “sotto osservazione” induce una variazione nel suo comportamento che gli fa curare l’apparire a scapito della realtà.
A causa dei social network, nella vita quotidiana, molte persone si comportano come se fossero costantemente osservate; si mettono in mostra e, nel farlo, ripropongono modelli prototipici fittizi che innescano un enorme effetto di “disturbo“. Una gigantesca distorsione idealistica che ci allontana da chi siamo, crea confusione, sconforto e alimenta stili di vita poco autentici e, pertanto, poco appaganti.
Sai in ambito scientifico come sono riusciti a superare la distorsione idealistica? Misurando le caratteristiche d’interesse con test impliciti. Perché puoi puoi mentire manipolando l’apparenza ma non puoi nascondere chi sei! Un test implicito, infatti, riesce a misurare la forza dei legami associativi tra concetti rappresentati in memoria. Ciò significa, per esempio, che è possibile indagare quanto sei bravo nella raccolta differenziata senza farti alcuna domanda diretta sui rifiuti! Oppure quanto sei sessualmente disinibito, senza fare il minimo accenno al sesso. Semplicemente, misurando i tuoi tempi di reazione quando sottoposto a determinati stimoli.
Nella vita quotidiana, purtroppo, per quanto mi piacerebbe farlo, non è possibile sottoporre gli altri a prove di atteggiamento ma possiamo fare qualcosa di altrettanto intelligente. Possiamo eliminare la distorsione idealistica “semplicemente” guardando oltre l’apparenza che l’altro costruisce e osservando le dinamiche che l’individuo innesca. Fidati, quelle non mentono mai. Osservando le dinamiche (che sono generalmente ricorrenti), potrai cogliere l’eventuale divario che c’è tra come l’altro appare e come invece è.
A volte i divario è facile da cogliere. Per esempio, se l’altro si professa come una persona zen, equa, riflessiva, anticonvenzionale, tollerante o addirittura “pacifista” e, al contempo, afferma «distruggiamo la società perché fa schifo». L’incongruenza è lampante! Purtroppo non è sempre così facile. L’apparenza indossa tante maschere alcune ben confezionate.
Concediti del tempo per valutare
Sai perché per i nostri sistemi cognitivi è difficile guardare oltre le apparenze? Perché tutto si verifica in modo estremamente rapito. Ci costruiamo giudizi velocemente e tutto ciò che facciamo nelle interazioni successive è soltanto “confermare” quel giudizio che abbiamo formulato in pochi istanti. E, dato che viviamo in un mondo di apparenze, le persone vengono giudicate sulla base di ciò che sembrano essere e non di ciò che sono.
Eppure, ogni giorno ti danno tanti motivi per ricrederti ma tu il più delle volte li ignori e resti incollato a quella prima e rapida idea. Allora, per proteggerti, concediti del tempo. Fai delle ricorrenti rivalutazioni, prova a osservare l’altro come se non lo avessi mai visto prima e, questa volta, soffermati sulle dinamiche che innesca, come dicevo, quelle dinamiche non mentono.
Le dinamiche relazionali seguono sempre un andamento ricorrente e tendono a seguire tre distinti filoni in base alla percezione che ha di sé quella persona:
- Relazioni interpersonali paritetiche, fatte di uguaglianza e pariteticità. Le dinamiche che ne conseguono sono di arricchimento reciproco.
- Dinamiche interpersonali dove si è subordinati a qualcuno: tu riconosci il valore dell’altro che, pur affermando verbalmente di riconoscere il tuo, ti tratta comunque da subordinato. Tu credi di aver messo l’altro in una posizione di superiorità o su un piedistallo… tuttavia, in realtà, è l’altro che su quel piedistallo ci vive e non ha mai considerato, neanche per un secondo, di scendere.
- Relazioni interpersonali rovesciate rispetto a quanto appena descritto. Ne conseguono dinamiche che parlano di disistima, scredito e sentimenti di affiliazione non “a favore di..” ma sempre “contro a…“. Questo sono le dinamiche che nascondono un vuoto interiore impossibile da colmare perché non riconosciuto.
Chi è “vuoto dentro” in realtà, non è altro che una persona che si è impoverita nel tempo e, nel costruire le sue apparenze non solo ha iniziato a mentire agli altri ma addirittura a se stessa. È qualcuno da aiutare? Magari. Purtroppo non è così semplice perché non sa mettersi in discussione. Aggredisce, schernisce o svaluta chiunque non condivida il suo punto di vista.
Il ruolo chiave del valore personale
Quando abbiamo chiaro il nostro valore personale, non ci serve ostentare, stiamo semplicemente bene con noi stessi e stringiamo relazioni di reciprocità. In tutte le dinamiche interpersonali che inneschiamo emergono temi di reciprocità e rispetto. Se, invece, abbiamo dubbi sul nostro valore personale o subiamo la nostra stessa vita oppure aggrediamo quella degli altri. In entrambi i casi viviamo una menzogna. Ecco allora uno spunto di riflessione: se ti senti superiore o inferiore agli altri, ti stai raccontando una bugia. Non esistono subordinati, non esistono persone che valgono meno o più di te. A indurti in questa menzogna è una distorsione del tuo valore. Se hai chiaro quel valore, infatti, non solo sai le tue ragioni, la tua validità, ma la senti e viene fuori nelle dinamiche che costruisci. Ecco, le famose dinamiche.
Individua le dinamiche
Chi ha una scarsa percezione del proprio valore personale tende a mettersi molto in discussione e così, passa la sua vita a tentare di arricchire il suo mondo interiore. Cerca convalide esterne tuttavia non si accanisce contro qualcuno. Certo, può percepire minacce al suo valore personale che inducono scatti d’ira o esplosioni emotive, ma le dinamiche che instaura sono le più disparate. Può addirittura soffrire della «sindrome dell’impostore» e questo lo inibisce nell’esposizione. Purtroppo le persone più insicure sono quelle che più meritano ma, non avendo la spinta determinate del valore personale, rimangono nell’ombra e per questo soffrono. Chi ha ben presente il proprio valore personale sta bene ovunque: alla luce o all’ombra.
Al contrario, chi per compensare inizia a sentirsi superiore a tutti, non si mette mai in discussione. E, sono proprio queste le persone che “vanno avanti” semplicemente perché osano e non hanno scrupoli a calpestare gli altri e affiliarsi in modo ponderato. Nelle dinamiche interpersonali, infatti, ricreano sempre uno scenario di affiliazione contro (che sia contro una minoranza, contro un capro espiatorio, contro un ideale, un evento che sia reale o fittizio…). Ecco, c’è sempre qualcuno a cui dare contro. Ci sono sempre dei “moventi” per lamentarsi e per autoergersi, a seconda dell’occasione, come paladino della giustizia o come vittima. Le sue narrazioni hanno sempre un sapore di teatralità che oggi, in questo mondo di ostentazione, fanno presa e pertanto passa inosservata.
Nelle dinamiche interpersonali emergono sempre i propri bisogni più profondi. Allora osservali:
- l’altro sta cercando di ergersi come “migliore di…?“
- enfatizza le sue qualità screditando qualcuno o una categoria?
- ricorre a frecciatine continue e critiche velate?
- Il «dico non dico» è un grande escamotage per non assumersi mai le proprie responsabilità
Questi sono dei piccoli indizi che, contestualizzati, possono dirti tantissimo.
Acquisisci questo benedetto valore personale
A causa di un mondo fatto di apparenze, possiamo sentirci spesso atterriti, messi da parte, non considerati… Questo che a te sembra un limite, sappi che è la tua forza! L’insicurezza determina dinamiche interpersonali in cui sicuramente tu hai spesso la peggio… ma da cui non solo puoi uscirne ma puoi farlo brillantemente. Tu una possibilità ce l’hai. Chi è insicuro, infatti, riesce a concedersi molta più onestà interiore di chiunque altro.
Allora usa questa onestà per guardarti dentro, per esplorati, capirti e finalmente sentire quel valore. Se hai voglia di affermare la tua identità di persona completa e liberarti da ogni condizionamento sociale, ti consiglio di leggere il mio libro «il Mondo con i Tuoi Occhi», puoi trovarlo a questa pagina Amazon o in qualunque libreria. In ogni pagina ti accorgerai sempre di più delle tue luci e scenderai a patto con ogni tua insicurezza perché capirai che proprio lì risiede la tua forza!
Autore: Anna De Simone, psicologo esperto in psicobiologia
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