Cose che non devi mai accettare in una relazione di qualsiasi tipo

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Capita che in una relazione ci siano alti e bassi. Soprattutto in quelle più importanti, di lunga durata, dove i partner hanno stabilito dei compromessi, tracciato dei confini, fatto passi avanti nella strada della convivenza che li hanno portati a supportarsi giorno dopo giorno, a vicenda. Succede però che non si sempre si incontrano le persone giuste, o meglio… le persone come vorremmo che fossero. Anche dopo rinunce e compromessi il rapporto può non funzionare più. E c’è anche il caso di relazioni così alterne da funzionare solo perché vanno a strappi. Ma quanto sono salutari? Quanto cioè arricchiscono entrambi e portano in un più rispetto alla situazione precedente?

Cosa non dobbiamo accettare in una relazione

Quando la relazione sfiorisce in fretta, meglio potare. Una relazione sana non potrà mai chiederci una simbiosi assoluta, un appiattimento sulle esigenze dell’altro… Domandiamoci allora: un amore può chiederci in cambio la nostra autostima? No. Un amore vale l’accettazione incondizionata di ogni decisione? No. Non è mai amore se pregiudica la nostra salute mentale. Per questo, è importante che tu sappia a priori quali sono le condizioni da non accettare mai in una relazione.

1. Annullarsi

È un rischio che si basa su una sorta di fraintendimento culturale della questione dei sacrifici. Un conto, infatti, è sacrificarti su alcune cose, per venire incontro alle esigenze di coppia. Un altro conto, è se pensi che rendere felice chi ami sia più importante che rendere felice te stessa. Amare significa di certo sostenersi a vicenda, ma nel farlo, nessuno deve annullarsi. Una persona che ti ama non ti chiederebbe mai di annullarti, proprio perché ti vuole nella tua interezza.

2. Mancanza di Rispetto

In ogni coppia ci sono dei malumori, delle incomprensioni e dei litigi ma non vanno mai toccati i punti deboli del partner… quelli che lei o lui ti ha confidato, perché si fidava di te. Chi va a toccare quei tasti quando litiga non merita di stare al tuo fianco. Hai confidato le tue debolezze a chi credevi ti amasse e ti comprendesse… e oggi la stessa persona te le spiattella in faccia. No! Questo non devi proprio permetterlo. A nessuno.

Per me il RISPETTO è consapevolezza dell’altro, consapevolezza del fatto che anche mentre si litiga (o quando ci si lascia) certe cose non vanno dette solo per il gusto di fare del male. Anche perché dopo, chiedere scusa non serve a nulla. Si sono create delle cicatrici che difficilmente potranno essere cancellate. Ormai è stato dato un colpo mortale alla fiducia che l’altro ha riposto nel partner.

2. Essere sminuita/o

Che sia la famiglia oppure la carriera, ricordati sempre chi sei, dove stai andando e dove vuoi arrivare. Se ti senti sminuita/o dal partner, non devi fare finta di niente!   Una frase sotto forma di battuta, un “Ma dai scherzavo”…se divengono comportamenti sistematici alla lunga feriscono. Un rapporto di questo tipo può andare avanti per anni. Poi all’improvviso, tutto diventa chiaro e quelle frasi sottili e fastidiose non vanno più bene. Quando arriva la goccia che fa traboccare il vaso, è ora di fare qualcosa di concreto.

Non dimenticare che credere in se stessi non significa sentirsi meglio degli altri e nemmeno credere di essere perfetti e al di sopra delle critiche. L’autostima non serve a credere di essere invincibili. Ma a ricordarti chi sei e quanto vali. Avere fiducia in se stessi serve a capire quando ci viene rivolta una critica costruttiva e quando, invece, è fine a se stessa. Le prima sono davvero utili per migliorarci e crescere……le seconde servono solo a sminuirci!

3. Cambiare

Per essere chiari: non c’è nulla di male a smussare qualche angolo del proprio carattere per venire incontro alle esigenze dell’altra metà. L’importante però è non lasciare che questo vada a snaturare quello che siamo. La tua personalità e il tuo benessere sono sacri, qualunque siano le preferenze dell’altro. Spesso questo accade perché ti senti insicura/o e hai poca fiducia in te.  Questo ti porta a convincerti di dover cambiare, in quanto sbagliata/o. Non lasciarti ingannare piuttosto chiediti se quello che vuole lui/lei, corrisponde a ciò che vuoi per te stessa/o

4. Disattenzioni

Un partner disattento e poco presente può provocare molta frustrazione negli anni. Impara sin da subito a capire chi hai al tuo fianco: se si mostra sempre poco interessato/a a quello che fai o come stai, forse non è proprio la persona giusta.

5. Dire sì quando vorresti dire no

L’autoaffermazione di te all’interno del tuo rapporto di coppia implica il fatto che non ti farai mai sottomettere dall’altro. La sottomissione può essere molto sottile e subdola, spesso non è visibile così facilmente e non è solo quella eclatante o violenta. La peggior sottomissione è quella segreta e silenziosa, che si esplica attraverso la tua incapacità di esprimere liberamente quel che vuoi, che desideri, che pensi. Dire di ‘sì’ quando in realtà vorresti dire ‘no’ non è mai un bene. Se il tuo partner ti propone una cosa che non ti piace, sappi dire di no. Se manifesta una idea che non condividi, sappi dire di no. Se ti chiede di sacrificare qualche cosa che per te è importante, sappi dire di no.

6. Critiche

Credo che questo sia il più pericoloso tra gli 8 comportamenti che distruggono le relazioni. Criticare di frequente può creare nella relazione un’atmosfera pesante e logorante. Ho conosciuto coppie che sono esplose per le continue critiche che i due partner si rivolgevano. Quando uno dei partner critica in maniera eccessiva si possono avere due conseguenze principali.

La prima è che l’altro partner si ponga sulla difensiva. Questi comportamenti creano un circolo vizioso che porta alla chiusura di ogni forma di confronto. Un partner prende il sopravvento sull’altro. La seconda conseguenza che possiamo avere è che il partner reagisca alle critiche criticando. Si crea così un vero e proprio circolo vizioso esplosivo. Vi è un’escalation di aggressività e critiche che può portare la coppia a esplodere.

7. Competizione

La relazione sana e costruttiva si basa sulla motivazione reciproca. Davanti alle difficoltà o alle sfide, i partner si motivano a vicenda per superare i problemi. La coppia è una squadra che lavora in sinergia. Se il rapporto con l’altro è visto come una gara o una competizione rischi di far naufragare la tua relazione. la competizione crea stress e frustrazione.
Gareggiare significa che uno dei due ne uscirà vincitore e l’altro perdente. Che clima si crea in una relazione dove ci sono vinti e vincitori? Non hai bisogno di un genio per capire che vivere la relazione come una competizione la logora dal profondo.

8. Abitudine

Non ci sono picchi di infelicità, ma nemmeno di gioia. Nessuna situazione di grave conflitto, ma nemmeno di trasporto. L’emozione è un lontano ricordo. L’abitudine è una sensazione, un meccanismo, una deriva molto comune nelle coppie di lunga data. Subdolamente si inserisce nella routine, nelle piccole mancanze, nella pigrizia, nella zona di comfort. E fa perdere di vista il motivo primario dello stare insieme: l’amore. Non è raro, né difficile, confondere l’amore con l’abitudine, cullandosi nella confortevole vita di coppia senza rendersi conto che la traiettoria presa dalla relazione non porterà a nulla di buono.

Se stiamo vivendo una relazione disfunzionale c’è una sola cosa da salvare: noi stessi o noi stesse.

È difficile accettare quello che stiamo vivendo, prenderne coscienza e soprattutto decidere che la strada insieme non va più bene. Temporeggiare e raccontarci che forse siamo noi, che le cose cambieranno seppure nulla sia ancora cambiato, contaminerà persino l’amor proprio. Se ci sentiamo in trappola e non sappiamo da dove cominciare per uscirne, chiediamo l’aiuto di uno psicoterapeuta. La consulenza di uno psicologo ci fornirà un punto di vista esterno sull’amore tossico che stiamo vivendo. Impareremo a nutrire la nostra autostima per proseguire nel nostro cammino più consapevoli di chi siamo, di cosa ci meritiamo e di chi vogliamo accanto.

L’Amore dovrebbe essere una cosa bella, pulita, priva di comportamenti volti a ferire volutamente l’altro.

L’amore deve portare felicità, passione, soddisfazione. Non deve e non può generare sofferenza, non si soffre per amore, ma per la sua mancanza. Non può essere perfetto perché l’amore ha in sé un pizzico di follia e la follia per sua natura è imprevedibile. Non permettere che questi comportamenti intossichino in modo indelebile la tua relazione.
Il Rancore crea un legame perfino più forte di quello che crea l’Amore, ed è proprio per questo che non riusciamo a distaccarci emotivamente dalle persone che ci “maltrattano”.

Purtroppo trovare il vero amore non è facile, ciascuno di noi porta nelle storie d’amore il proprio modo di essere, la propria capacità di vedere il mondo, le proprie fragilità, la propria storia. ciò che non dobbiamo smettere di fare è augurare il meglio a noi stessi, ecco perché non dovremmo mai accontentarci! Partiamo dal presupposto che l’amore fa stare bene, in caso contrario si tratta di un sentimento ben diverso, un qualcosa di differente che ci tiene intrappolati in una sorta di prigione e non ci permette di vedere la porta spalancata davanti a noi. Essere rifiutati non piace a nessuno ma restare aggrappati a un amore a senso unico ci impedisce di andare avanti. È la nostra ostinazione a tenerlo in vita.

Quindi, per superare un amore non ricambiato e smettere di soffrire è essenziale abbandonare la partita, lasciare andare le illusioni, arrendersi (non si può obbligare qualcuno a provare qualcosa che non sente), accogliere il dolore del rifiuto e tornare a investire su se stessi.vPerché non è che la tua vita si risolve così per magia. La magia ce la devi mettere tu. Sei tu la tua bacchetta magica. Solo tu hai il potere di brillare. E io cara lettrice o lettore, mi auguro che tu possa dire a te stesso: io non “VOGLIO” accontentarmi di un amore sbagliato!

Allora cosa fare? Impara a osservare le relazioni che stringi e soprattutto, impara a sintonizzarti con il tuo mondo interiore, su quelli che sono i tuoi bisogni inconsci che cerchi di appagare mediante gli altri ma che potresti benissimo soddisfare da te! Semplicemente, nessuno ti ha mostrato ancora come si fa. Quando veniamo al mondo, ci insegnano a leggere e a scrivere, ci insegnano la matematica, la storia, tutti apprendimenti importanti, per carità… ma si dimenticano di fornirci una buona educazione psicoaffettiva, che è il presupposto necessario per crearsi una vita felice. Se ti va di fare un “corso di recupero accelerato”, ti consiglio la lettura del libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce» (disponibile in tutte le librerie e su amazon, a questo indirizzo), troverai un bel po’ di risposte su come funziona il tuo mondo interiore e finalmente riuscirai a perseguire i due scopi fondamentali della vita: coltivare intimità e vicinanza e, al contempo, affermare la tua identità e autonomia.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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