Il ruolo di genitori è uno dei più complicati che si possano svolgere durante l’arco della vita dato che avere un figlio implica, tra le tante cose, una felicità estrema ed uno sforzo costante per la sua educazione e la sua crescita in quanto persona. In quanto padre o madre, la vostra figura sarà probabilmente il maggior punto di riferimento per vostro figlio.
Ogni evento vissuto da bambini può lasciare profonde ferite invisibili agli occhi
Conflitti e situazioni che, sebbene facciano parte dell passato, attecchiscono nell’inconscio plasmando la nostra personalità e continuando a esercitare la loro influenza nel quotidiano. Senza rendercene conto, continuiamo a reagire a quelle vecchie ferite, ai torti subiti come se fossero ogni volta attuali, impedendoci di muoverci nel mondo in modo adeguato e funzionale
Durante l’infanzia apprendiamo tutto ciò che sappiamo oggi sulla vita!
Apprendiamo come comunicare i nostri bisogni, come aprirci al prossimo, se porci timorosi o con coraggio verso le avversità della vita, ancora, apprendiamo quanto e come fidarci del prossimo e a chi donare la nostra fiducia. Non ci credi? Ebbene, mentre impariamo cose eclatanti come muovere i primi passi e poi pronunciare le prime parole, ci sono degli apprendimenti nascosti che facciamo in base al modo in cui gli adulti si relazionano con noi.
«I bambini sono come delle spugne», mai frase fu più vera di questa, tuttavia molte persone faticano ancora a coglierne il senso. I bambini non assorbono solo ciò che vedono e comprendono, ma si modellano in base all’ambiente in modo automatico e inconsapevole. Veniamo al mondo geneticamente programmati per stringere un legame, quel legame che ci terrà al sicuro dato che alla nascita siamo del tutto indifesi e dipendenti dalle cure genitoriali. Ecco perché, per un bambino, quel legame è quanto di più prezioso e di valore che ci sia e lo proteggerà a costo anche di rinunciare ai suoi stessi bisogni. Quel legame rappresenta la salvezza, anche se fa soffrire, anche se depriva… A prescindere dal comportamento genitoriale, il bambino cercherà, con tutte le sue forze, di salvaguardare il legame.
Per riflettere su vecchie mancanze e nuove conquiste
Quel legame rappresenta il mondo in cui si sviluppa il bambino, il mondo con cui entra a contatto ogni bambino è di tipo relazionale. Entro quella relazione, il bambino apprenderà le prime nozioni sulla vita e su di sé. Un legame fatto di stima e accettazione, darà modo al bambino di sviluppare una propria identità in base alle sue esigenze, in base al suo personalissimo sentire, ai suoi bisogni e aspirazioni.
Un legame fatto di vincoli e gerarchie, invece, insegnerà al bambino a mettere da parte se stesso e svilupparsi in base a ciò che vuole il genitore, perché diventare ciò che l’altro importante vuole è l’unico modo per ricevere approvazione, stima e amore. Beh, nei primi anni di vita un bambino conosce l’amore, alcuni sono fortunati e incontrano davvero l’amore incondizionato, altri, invece, sono meno fortunati e assimilano (come spugne!) un concetto d’amore fatto di condizioni e standard da rispettare.
Gli ingredienti di una vera educazione
Quando un professore chiama una madre o un padre per parlare del cattivo comportamento di un bambino a scuola, la prima cosa che pensano i genitori è che stiano mettendo in dubbio l’amore che provano per i loro figli. Non è affatto così. Ciò che accade davvero è che, a volte, quell’affetto, quell’amore sincero, viene comunicato e manifestato nel modo sbagliato.
Voler bene a un figlio non significa soddisfare tutti i suoi capricci, aprirgli tutte le porte o evitare che venga colpito dalle esperienze negative della vita. L’amore autentico è quello che guida, quello che risveglia sin da subito un vero senso della responsabilità nel bambino e che sa gestire la sua frustrazione dicendogli “no” quando ce n’è bisogno.
Un’educazione di qualità conosce le emozioni e capisce la pazienza. Un bambino impegnativo non smetterà di comportarsi in un certo modo se gli si urla contro o se lo si isola per due ore in camera sua.
Ciò di cui ha bisogno, e per il quale vi ringrazierà, è l’attenzione data dalle parole, da nuovi stimoli, dagli esempi e dalle risposte che soddisfaranno le sue avide domande.
Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che, in un’epoca dove molte mamme e papà sono costretti a rispettare orari di lavoro che vanno poco o per nulla d’accordo con la vita familiare, ciò che importa non è la quantità di tempo reale che si condivide con i propri figli. Ciò che importa è la QUALITÀ di quel tempo trascorso insieme.
Rispettiamo i loro tempi, nutriamo le loro emozioni e permettiamo loro di giocare
In una società fondata sull’immediatezza e sulla competizione, molti genitori vogliono che i propri figli acquisiscano determinate competenze quanto prima. Così, molti bambini si ritrovano con agende più fitte di quelle degli adulti.
Il concetto di gioco risulta distorto; sembra che i giochi che non hanno nulla da insegnare non abbiano senso, quando lo scopo principale del gioco in età infantile è offrire divertimento. Il riflesso di questa dinamica è evidente in tutti quei bambini che etichettiamo come iperattivi. Non sempre nostro figlio è il più brillante e, ancor meno, il più felice. Di sicuro il cervello dei bambini possiede un grande potenziale, ma ha i suoi tempi, come tutti gli organi in fase di sviluppo.
Per esempio, è impossibile insegnare a scrivere o a leggere a un bambino che non abbia maturato le strutture visive che gli permettano di mettere a fuoco, distinguere e interpretare i simboli; e non è possibile se non ha ancora sviluppato la coordinazione occhio-mano.
Non serve a nulla anticipare le tappe
In Finlandia tra gli 0 e i 6 anni non c’è spazio per l’acquisizione di competenze di letto-scrittura. A scuola si lavora su altre abilità, quelle di cui un bambino avrà bisogno per costruire solide fondamenta cerebrali grazie alle quali, successivamente, potrà imparare il resto. Ma quali sono queste altre abilità?
- Il gioco.
- Il movimento, le abilità grosso-motorie e fino-motorie.
- L’interazione sociale.
- Lo sviluppo e l’affinamento dei sensi.
- L’intelligenza emotiva.
Alcune soluzioni per prenderti cura di tuo figlio a partire dall’esempio
Abbiamo già detto che l’educazione di un figlio è un compito molto complesso, ancora di più se pensiamo di essere sotto la sua continua attenzione e che qualsiasi cosa che faremo dovrà avere la sua approvazione. Gran parte di quello che un figlio può imparare deriverà da quello che gli mostriamo, pertanto questi modelli che trovi di seguito possono essere utili ai fini di una sana e funzionale educazione:
- Per prima cosa, è fondamentale godere di ogni giorno: salutare, le norme di buon educazione a tavola, gli orari ed i compiti di scuola, etc, possono servirvi per rafforzare abitudini personali nella condotta dei vostri figli.
- La comunicazione è un altro pilastro del rapporto genitori-figli che possiamo accompagnare con le nostre azioni giornaliere: qualsiasi gesto, espressione o parola ci aiuteranno a conoscere meglio nostro figlio e viceversa.
- Un altro aspetto importante sono le norme: devono essere chiare ed essere sempre accompagnate da spiegazioni coerenti. È bene che un figlio capisca che una cosa è che gli vuoi bene e un’altra che deve seguire certe norme di comportamento.
Ogni bambino è diverso e ha diritto di ricevere un’attenzione particolare. Guarda ai tuoi figli non come allo specchio del bambino che eri e non applicare per forza su di loro quello che i tuoi genitori hanno applicato su di te. Amali per quello che sono nel presente e non per quello che potrebbero diventare nella società del futuro.
Cosa succede se non curiamo le nostre ferite ereditate nell’infanzia?
Ci sono due prospettive. Da un lato c’è la possibilità di covare rabbia, risentimento e mettere distanze con gli altri. Dall’altro c’è la possibilità di cronicizzare una forte insicurezza, diventare bisogni dell’altro fino a sviluppare dipendenze affettive. In entrambi i casi, il nostro partner penserà che non importa quanto riuscirà a darci, per noi non sarà mai abbastanza.
Hai bisogno di conoscere una forte verità. Tutte le incomprensioni e le resistenze del presente, derivano da questioni irrisolte del tuo passato. Una volta che avrai capito questa verità, potrai essere più auto-empatico e incolpare meno te stesso o il partner.
Per sentirti sempre a tuo agio nella vita, hai bisogno di imparare ad amarti, hai bisogno di attribuirti il giusto valore. Per aiutarti in questa grande impresa, ho scritto un nuovo libro che uscirà il 29 ottobre ma che puoi già ordinare, s’intitola «Il mondo con i tuoi occhi». È la carenza d’amore che ha ridotto a brandelli la stima che avevi di te… ma è l’amore che oggi scegli di dedicarti che può guarirti, darti finalmente scarpe nuove di zecca con cui sentirti sempre a tuo agio! Curare i nostri legami, le nostre ferite, i nostri conflitti… curare il nostro benessere, è un dovere imprescindibile che abbiamo verso noi stessi. Nel libro, troverai molti esercizi psicologici pratici che potranno aiutarti in mondo tangibile fin da subito. Per tutte le informazioni sul libro “Il mondo con i tuoi occhi“, ti rimando a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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