Nessuno è immune all’invidia perché, nella realtà dei fatti, questo sentimento nasconde una fragilità che appartiene un po’ a tutti, tuttavia non tutti reagiscono all’invidia nel medesimo modo, una condizione che porta a sabotare i comportamenti altrui che percepisce come minacciosi. Infatti, c’è chi elabora l’invidia e la trasforma (in sana competizione, in ambizione o ammirazione) e chi, invece, la usa come arma di sabotaggio (scredita, ferisce, offende…). Si dice che le persone più frustrate sono le più invidiose e questa affermazione non è affatto errata. Quando l’invidia prende la sua connotazione peggiore, la persona che la nutre mette in atto una serie di dinamiche al fine di sabotare l’operato altrui.
Godere delle disgrazie altrui
All’invidia è collegato anche un piacere: la gioia maligna. Se l’empatia mi porta a gioire per i successi altrui e provare un dispiacere empatico per le disgrazie altrui, la gioia maligna innesca un senso di soddisfazione nell’osservare i fallimenti degli altri Se la crisi stronca un brillante rivale, se l’affascinante conoscente ha un problema… si può provare gioia maligna.
Chi è incline alla gioia maligna, abbraccia un ragionamento di sottofondo del tipo: «se io non ce l’ho fatta, non deve farcela neanche lui», quando farebbe meglio a pensare: «se lui può farcela, posso farcela anche io!» oppure, più timidamente, «se lui può provarci, posso provarci anche io!»
Cosa si nasconde dietro l’invidia?
Dal latino in-videre ovvero guardare con ostilità, l’invidia nasconde il fastidio e il risentimento che si provano dinanzi alla felicità dell’altro; da un punto di vista psicologico essa nasce da un senso di impotenza, quasi sempre inconscio, che ci fa percepire inadeguati ed inferiori rispetto agli altri. Chi è invidioso, quindi, lancia tre messaggi: sono inferiore, ti sono ostile per il tuo successo e potrei anche farti del male.
Nel suo libro “Invidia e gratitudine” Melanie Klein afferma che “…la persona veramente invidiosa è insaziabile, non potrà mai essere soddisfatta, poiché la sua invidia scaturisce da dentro e pertanto trova sempre un oggetto su cui focalizzarsi”.
Già Sigmund Freud parlava del complesso di evirazione: la bambina, quando viene a conoscenza del sesso maschile, si accorge che il bimbo è provvisto di qualcosa che lei non ha (il pene) e per il solo fatto di non possederlo lo desidera (il sentimento di invidia del pen*). Questo accade perché l’assenza del pene viene percepita come una mancanza, il marchio di un’evirazione piuttosto che il segno di una differenza, di un’alterità connessa al possesso di un organo diverso, la vag**a.
Il sabotatore odia anche chi è felice in amore
Le relazioni sono personali e intime, ma nessuna relazione è un’isola: il sistema coppia è integrato in un sistema più ampio che comprende la famiglia e gli amici, i quali spesso possono dire o agire (anche senza volerlo) in modi che potrebbero influenzare la durata di una relazione o addirittura l’inizio. I motivi per cui qualcuno può disapprovare una relazione di coloro che ama? I più disparati: sincera preoccupazione, esperienza acquisita, ma anche e soprattutto, purtroppo, l’invidia!
Alla radice dell’invidia: l’infanzia dell’invidioso
Durante l’infanzia il bambino non ha modo di elaborare quello che avviene nell’ambiente circostante: è compito del genitore fare in modo che vada tutto liscio. Quando il bambino percepisce emozioni forti di colpa, se non armonizzate nel contesto (grazie all’intervento del genitore), quelle emozioni finiranno per interferire con la sana crescita e lo sviluppo di un sano equilibrio narcisistico.
Che significa? Che quel bambino potrà portarsi dentro, sotto forma di ferite, un senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione e impotenza. Terreno fertile per generare un’invidia patologica.
10 comportamenti tipici dei sabotatori emotivi
Può capitare a volte di legarsi a persone dal carattere complesso. Pur riscontrando in esse atteggiamenti non proprio carini, decidiamo di continuare a frequentarle: perché succede? Quando si parla di amicizia, come d’amore, entrano in gioco dinamiche complicate. I sentimenti, talvolta, offuscano il raziocinio e ci spingono alla negazione e al non voler vedere i lati negativi della persona che ci sta accanto.
Eppure tra le persone che frequentiamo potrebbe nascondersi qualche invidioso. L’atteggiamento svalutante, il comportamento ostile, il pettegolezzo sono solo alcune delle armi affilate con cui l’invidioso può colpire e ferire l’oggetto del suo risentimento. Riconoscere un sabotatore può essere difficile ma da alcuni segnali possiamo individuarlo.
1. Riduce al minimo o dubita dei tuoi risultati
Non importa l’obiettivo che hai raggiunto o quanto hai lavorato duramente per ottenerlo, chi vuole sabotarti lo farà sempre apparire come se fosse una casualità, o metterà in dubbio il fatto che tu abbia lavorato tanto duramente come dici.
2. Sa tutto di te
Il sabotatore deve sapere qualsiasi cosa che riguardi la tua vita personale, e vivendo nell’epoca dei social network, acquisire più informazioni possibile non è mai stato così facile. L’invidioso sa tutto quello che fai, dove vivi, in quale luogo hai trascorso le vacanze estive. Nei casi più patetici ti lancia anche delle frecciatine via social, spesso chiamando in causa altre persone e ancora più stupide e gelose.
3. Nota i tuoi difetti
Non sempre è facile smascherare un sabotatore, spesso si tratta di una persona che si nasconde tra i nostri affetti. A volte è quasi un insospettabile, per cui dobbiamo fare un po’ di attenzione e tenere gli occhi aperti per stanarlo. Il suo comportamento più frequente è quello di far critica. L’invidioso trova mille pretesti per farti sentire inadeguato e fuori posto. In sua presenza ti starà male il vestito, il trucco, i capelli. Il tuo lavoro non sarà mai migliore del suo e per quanto ti sforzerai non sarai mai abbastanza.
4. Deve convincersi che tu vali meno
Ti osserva, ti scruta, sta con gli occhi puntati a osservare ciò che fai. E, ovviamente, non va mai bene. Ti critica in continuazione, spesso senza alcun motivo. Poco importa se si rende ridicolo, farà di tutto per convincersi che tu non vali niente. Ne ha bisogno, per nascondere a se stesso di non avere le stesse capacità.
5. Gode per i tuoi sbagli
Chi prova invidia nei tuoi confronti si sentirà molto bene quando commetterai degli errori, o quando non raggiungi i tuoi obiettivi. In segreto esulterà dei tuoi sbagli e sarà il primo a dirti: “Te l’avevo detto”.
6. Non chiede mai scusa per i torti che ti fa
L’invidioso ha sempre una giustificazione pronta. Nella sua piccola mente contorta, se ha agito in un certo modo è perché te lo sei meritato. Quindi, non aspettarti che si penta o che ammetta i suoi errori.
7. È sempre in competizione
Per chi ama sabotare il prossimo, tutto rappresenta una gara: aspetto estetico, risultati lavorativi, traguardi esistenziali… persino le malattie, con lui o lei, diventano un terreno di confronto. Sì, perché, se tu stai male, l’invidioso sta sicuramente peggio. “E io allora cosa dovrei dire?” è una delle sue frasi preferite.
8. Falsi elogi
Un tratto sottile ma rivelatore del sabotatore emotivo è la tendenza a mascherare le critiche dietro complimenti o osservazioni apparentemente innocue. Queste critiche sottili, spesso denominate “backhanded compliments”, sono un modo per invalidare l’autostima degli altri mentre si mantiene un’apparenza di gentilezza e supporto.
Esempi di queste critiche nascoste potrebbero essere frasi come “Sei coraggiosa a indossare quel vestito con la tua figura” o “Per essere uno che non ha studiato, te la cavi piuttosto bene”. Questi commenti, apparentemente positivi, nascondono in realtà giudizi negativi e rivelano la vera natura dell’individuo inautentico. La persona che vuole sabotare a tutti i costi usa questa tecnica per mantenere un senso di superiorità, minando sottilmente la fiducia degli altri in se stessi.
9. Alimenta il pettegolezzo
L’invidioso ha bisogno che anche gli altri non ti stimino. Quindi, coglierà ogni occasione per parlare male di te. Poco importa che dica il vero, oppure il falso: le sue parole, avranno comunque l’unico scopo di metterti in cattiva luce. Attenzione soprattutto agli errori sul lavoro, perché l’invidioso impiegherà un nanosecondo a riferire al capo che hai sbagliato.
10. Non ti incoraggia
L’invidioso farà veramente fatica a incoraggiarti nei tuoi progressi e tenterà, ogni volta che ne ha l’occasione, di minimizzare i risultati che hai raggiunto. Potrebbe per esempio usare frasi come “Anche altre persone hanno fatto la stessa cosa!”. Potrebbe persino metterti in testa che stai correndo dei rischi per il solo scopo di scoraggiarti nei tuoi progetti. Caso esemplare è l’amica invidiosa del rapporto che hai con una tua nuova frequentazione che ti mette in guardia affermando che gli uomini (le donne) sono tutti uguali, e che prima o poi ti tradirà.
Ricorda sempre…se una persona è buona e ti ama vorrà sempre il meglio per te
Non sminuirà i tuoi risultati, non ti ricorderà i tuoi fallimenti quando sei felice, non ti consiglierà cose che potrebbero metterti in chiaro pericolo. Quando la frase “Te lo sto dicendo per il tuo bene” viene da qualcuno a cui non importa affatto di te o ha un comportamento invidioso, per favore non prendere le sue parole completamente sul serio.
Una persona è in grado di ferirci soltanto se noi le diamo la possibilità di farlo!
Se inizi a vederli per quelli che sono (delle persone tristi e frustrate che non potendo godere delle proprie gioie cercano far cadere in basso gli altri), a quel punto non darai più molto peso alle loro male lingue.
Il modo più efficace per proteggerti dall’invidia altrui è affermarti, lavorare sul tuo valore ed esserne sempre consapevole. In questo modo, qualsiasi critica distruttiva, ti scivolerà via! Ricordi cosa ti ho scritto all’inizio del testo? Tutti i problemi della vita insorgono quando perdiamo di vista il nostro valore. Quando dimentichiamo il nostro valore, vogliamo a tutti i costi che anche gli altri lo riconoscano. A te non servono riconoscimenti, medaglie o coppe. Non ti serve che il tuo nome venga inciso su una targa se sei già consapevole di quanto vali.
L’invidia altrui ti ricorda quanto vali!
È solo quando perdi di vista il valore della tua unicità che subisci le invidie altrui, che soffri del paragone con gli altri e che entri in un vortice di emozioni negative che ti fanno sentire svuotato. Per proteggerti dall’invidia altrui, ti serve solo concentrarti su te stesso, lavorare e portare alla luce la persona meravigliosa che non sai ancora di essere. Tutti noi abbiamo delle risorse nascoste, far emergere le proprie risorse significa immunizzarsi a tutto il male che ti vogliono gli altri.
Purtroppo è così, in questo mondo esiste gente invidiosa. Io non ci credevo. Quando sentivo parlare di invidia e persone che augurano il male ad altre, facevo spallucce e andavo avanti. Poi ho fondato il sito di psicologia numero uno d’Italia (psicoadvisor), ho scritto due libri che sono diventati bestseller, ho iniziato a rilasciare interviste, fare convegni e presentazioni e… devo dire che ho catalizzato l’invidia di molti. Non mi aspettavo tanta cattiveria. Tanta gente pronta a giudicarmi, a mettere in evidenza i miei difetti. E devo dire, purtroppo, che anche in famiglia ho riscontrato tanta cattiveria gratuita! Cosa ho fatto? Ho capito che quell’invidia mi diceva che stavo andando bene. Chi ti invidia, ti dice esattamente questo: hai un valore che io non riesco ad avere! Stai facendo bene! Ecco, questo è il messaggio che puoi trarre dagli invidiosi. È così che divieni immune.
Chi ti scredita, non capirà mai chi sei veramente
La verità è questa: chi ti invidia e ti scredita, sta cercando di punire te per qualcosa in cui egli fallisce, per tutto ciò che non è e non ha, per questo ti dico che, per quanto ti possa sforzarti, non capirà mai chi sei veramente. Non cercare di mostrargli il tuo valore, la luce che hai dentro è perfetta lì dove è. Non devi mostrarla a tutti per sapere che esiste. Quando riesci ad affermare il tuo valore, le persone che ti invidiano neanche ti sfiorano! Sarai troppo impegnato a goderti la tua vita e raggiungere le mete che hai sempre desiderato.
Come affermare il tuo valore
Per superare i sentimenti di inadeguatezza e scarsa percezione di sé, è importante ricordare quale sono le caratteristiche che ti rendono unico. È fondamentale ricordare che una cosa è il valore personale e tutt’altra cosa è il consenso sociale. Ci sono, infatti, delle caratteristiche che sono socialmente appetibili. Essere famosi, di successo, facoltosi, avere un fisico scolpito, eternamente giovani (etc.). Tuttavia, questi sono standard sociali, condizionamenti culturali che niente hanno a che vedere con il valore personale. Quindi è bene tenere in mente questa linea distintiva. Il tuo lavoro non determina quanto vali, così come i titoli che hai potuto accumulare.
Il tuo valore è qualcosa di intrinseco e, come premesso, è più legato alla tua identità e alle caratteristiche che ti rendono unico. Allora come fare? Impara a scorgere le tue risorse e a essere supportivo con te stesso. Aspettiamo che gli altri notino le nostre qualità e i nostri talenti. Attendiamo che arrivi qualcuno a dirci: «hei, tu vai bene così come sei» o «wow, sei speciale»; quando quel qualcuno potresti essere tu, solo se impari a sostenerti e a guardarti con i tuoi occhi. La chiave è questa: smetterla di guardarsi con gli occhi dei nostri genitori, gli amichetti di scuola, gli insegnati svalutanti… e finalmente, iniziare a guardarsi con i proprio occhi.
Sai, ho scritto un libro che può accompagnarti in questa scoperta. S’intitola «il mondo con i tuoi occhi» ed è già bestseller. Puoi trovarlo in tutte le librerie o qui su amazon. In ogni pagina, sarai preso per mano e condotto alla scoperta dei tuoi valori autentici, delle qualità e delle sfaccettature di te che ti rendono unico. Ti insegnerò a usare in modo costruttivo i tuoi dubbi, così da non sentirti più in soggezione e soprattutto, così da non aver timore di esporti. Fidati: tu sei capace, degno d’amore, di stima e… di valore. Devi solo imparare a guardarti, per davvero. Senza la lente distorsiva dell’esperienze precoci che ti hanno segnato.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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