L’esaurimento nervoso non è una patologia clinica, né un disagio psichico vero e proprio, ma una sensazione generica di spossatezza, di difficoltà nello svolgere le mansioni abituali, caratterizzata dalla costante necessità di riposare più del solito. Nel linguaggio comune la locuzione esaurimento nervoso è usata come sinonimo di stress. Secondo lo psicologo Angelo Di Gennaro, esaurimento nervoso è “un’espressione popolare priva di valore scientifico che non si riferisce a una ben determinata condizione ma che viene usata per le più diverse situazioni caratterizzate dalla presenza di un disturbo psichico per lo più lieve, e che sottolinea il valore dell’affaticamento da stress come causa di esaurimento (batteria scarica) delle capacità di reagire alle comuni difficoltà della vita“.
Ne parlava persino Ippocrate, il padre della medicina, intuendo già nel IV secolo a.C. quanto una condizione prolungata di affaticamento mentale e corporeo potesse provocare una “astenia nervosa”, o altrimenti detto nel linguaggio popolare, “esaurimento nervoso”. In breve, siamo cronicamente stanchi. È uno stato di sfinimento psicofisico che si manifesta in risposta a uno stress incontrollabile, durante il quale la persona incontra difficoltà a continuare a svolgere funzioni e ruoli consueti e mantenere il suo funzionamento in modo efficace.
Esaurimento nervoso: i segnali
I segnali più evidenti di un esaurimento nervoso tendono a variare in base alle caratteristiche dell’individuo. Possiamo, comunque, classificarli in tre categorie, a seconda che investano la dimensione fisica, emotiva-psicologica o comportamentale
Sintomi fisici (detti anche somatizzazioni)
Vertigini, capogiri, nausea, disturbi gastrointestinali (es. gastrite e colite), inappetenza e perdita di peso, stanchezza generale, insonnia, disturbi della pelle (es. dermatiti, acne), dolori localizzati (es. mal di testa, lombalgia, crampi allo stomaco).
Sintomi psicologici
Stati di ansia e preoccupazione, stati depressivi (es. tono dell’umore basso, scarsa autostima, pessimismo, sfiducia verso il prossimo), calo di interesse verso attività ritenute piacevoli, insicurezza e passività rispetto agli eventi della vita, fragilità emotiva (es. tendenza al pianto e alla tristezza), problemi di concentrazione e memoria, confusione e rallentamento delle capacità cognitive.
Sintomi comportamentali
Tendenza all’isolamento (ad esempio, chi ne soffre può sentirsi confuso e smarrito al di fuori della propria abitazione o da luoghi ritenuti “sicuri” e “familiari”), disinteresse per la cura personale, per la vita sociale e/o per le proprie passioni (che si traduce in trascuratezza, cambio di abitudini e progressivo abbandono delle attività svolte in precedenza, tra cui sport, hobby, uscite con gli amici, ecc.), calo del rendimento scolastico / lavorativo, difficoltà nel compiere scelte, nel cambiare lavoro o nell’intraprendere nuovi percorsi, spesso accompagnate da senso di colpa ed impotenza.
Inoltre l’esaurimento nervoso può presentarsi congiuntamente a sintomi psicosomatici come ad esempio mal di testa, mal di schiena oppure colite. In questo caso il corpo non riflette semplicemente un disagio della mente, è esso stesso mezzo di espressione di tale disagio che non trova altri canali per potersi manifestare. La persona non trova altro mezzo per esprimere e rappresentare la sofferenza mentale se non quello del corpo secondo una modalità di tipo pre-verbale che leva al dolore mentale dignità di parola.
Esaurimento nervoso: le cause
L’esaurimento nervoso si verifica quando lo stress a cui è sottoposta una persona è maggiore di quello che può affrontare. Lo stress può avere diverse cause:
- Stress lavorativo caratterizzato da giornate di lavoro molto lunghe, che richiedono molta concentrazione e lo svolgimento di un gran numero di compiti in contemporanea.
- Disoccupazione
- Problemi finanziari
- Problemi familiari
Inoltre, l’esaurimento nervoso dipende in gran parte dal modo con il quale si affrontano le difficoltà, dai meccanismi di adattamento e dalle risposte comportamentali che la persona può mettere in atto quando si trova in condizioni di stress.
Esaurimento da stress: cosa succede al nostro corpo?
Diversi studi hanno dimostrato che una o più cause di stress provocano un accumulo di tensione talmente grande da diventare ingestibile. Quando il nostro sistema non riesce più a rispondere attivamente e correttamente e non sa come combattere lo stress, si verifica un crollo mentale e fisico, che si manifesta nei sintomi visti sopra.
In particolare, in questa situazione il nostro cervello vive una situazione di forte squilibrio dei neurotrasmettitori. Questi non sono altro che le sostanze chimiche che consentono alle cellule del sistema nervoso – i neuroni – di comunicare tra loro. Con un forte squilibrio in atto, viene quindi a mancare il corretto e normale scambio di neuroni.
Esaurimento nervoso: chi ne soffre di più?
Le donne risultano più colpite dall’esaurimento nervoso rispetto agli uomini. Ciò si verifica in parte perché le donne accumulano non solo funzioni professionali e familiari, ma anche a causa di presunte esigenze sociali: l’obbligo di apparire perfette di fronte alla società, l’ambizione di voler essere una super mamma, la paura dell’invecchiamento. A fronte di tutti questi fattori concomitanti, alcune donne cercano di mettere in campo una performance quasi “sovraumana”, così da potersi affermare dal punto di vista sociale, personale e professionale. Questo tipo di mentalità contribuisce molto all’esaurimento nervoso, favorendo lo sviluppo di possibili disturbi depressivi.
Esaurimento nervoso: i 5 consigli da seguire
È possibile curare l’esaurimento mentale agendo sulla causa che lo determina e in generale prendendosi cura del proprio benessere fisico e mentale. Questo può includere
Ricomincia a fare ciò che ti diverte e abbatti la stanchezza
Prova a ricordarti la tua infanzia. Da bambino ogni cosa era secondaria rispetto al primo “compito”: divertirti! Qualsiasi esperienza tu facessi, il giudizio che ne davi era subordinato al piacere che ne traevi. Più tardi, per colpa di una maniere sbagliata di intendere la maturità, hai probabilmente perso priorità, consegnandoti, più o meno senza resistenze, alla legge del dovere. Già: prima il dovere, poi il piacere… Peccato che per la maggioranza di noi il piacere non arrivi mai e quando arriva fa da comparsa, mai da protagonista. Da qui la sfiducia, la noia e soprattutto l’esaurimento nervoso. Ribalta allora l’ordine delle cose: qualsiasi azione tu stia compiendo, domandati mentre la fai: “Sto provando piacere?”.
Non ripeterti quanto sei stanco
Evita di dire sempre che sei stanco, come nelle classiche conversazioni fatte su un cliché uguale a se stesso: “Sono proprio stanco”; “È un periodo massacrante”; “Ho avuto una settimana da incubo”, e via dicendo. Rispondi in questo modo per automatismo, senza renderti conto dell’auto-goal che queste parole ti causano. In realtà, se osservi bene, non stai mai “sempre male”; non sei mai “sempre stanco”. Se nella tua testa si forma questo concetto è perché si è incuneata in te l’idea che tutto sia sempre uguale. E più la fissi dentro di te, più il tuo malessere si allargherà fino a diventare un continuum ininterrotto, che ti farà sentire sempre più prostrato.
Goditi anche le piccole cose del mattino
Ti lavi, ti vesti, fai colazione, esci di casa, ti rechi al lavoro: tutte azioni che si susseguono a ogni inizio di giornata, secondo la solita sequenza. Mentre compi queste operazioni chiediti: “Provo piacere a farlo?”. Il fatto che siano rituali obbligati non ti impedisce di trovare un modo originale per goderne: il vestito più bello al posto della consueta “divisa” da lavoro, il dolce che preferisci al posto del solito biscottino trangugiato di corsa, passare attraverso il parco invece di fare la solita strada…
Fai tutto con grande attenzione
Sei alla scrivania e svolgi le tue mansioni: telefonate, riunioni, una pausa caffé, la relazione da stendere: chi ha stabiliti che adempiere al proprio dovere confini per forza il piacere in un altro territorio? Osservati mentre lavori e registra la quota di godimento che ne trai. Ogni cosa può essere fatta bene o male, con attenzione o distrattamente. Il piacere spesso si nasconde nelle attività più consuete. Prova a compiere ogni gesto come se fosse, importante, prezioso. Tu sei lì, in quel gesto: è questo che conta.
Il tempo libero: uno svago o un obbligo?
In palestra, su un campo da tennis, al bar con un amico: negli spazi di “evasione” che ti concedi, stai davvero provando piacere o anche questa zona protetta è stata colonizzata dal “devo farlo”? Se il tuo ragionamento è: devo far moto, altrimenti mi rammollisco; devo mantenere delle relazioni, altrimenti mi ritrovo solo…vuol dire che non le stai facendo nel modo giusto. Ogni azione ha senso in sé, nel momento esatto in cui la fai. Altrimenti rimandi il piacere sempre al futuro.
Come aiutare una persona con esaurimento nervoso
Quando qualcuno sta vivendo un esaurimento nervoso è essenziale rendersi disponibili e presenti. Il sintomo principale di un esaurimento nervoso è l’incapacità di funzionare normalmente e può includere l’impossibilità di chiedere aiuto. Chi attraversa un esaurimento nervoso può avere pensieri di autolesionismo o suicidio. In casi estremi è bene cercare un supporto professionale, accompagnare la persona in pronto soccorso o chiamare un’ambulanza. Ecco alcuni modi in cui puoi aiutare qualcuno a cui tieni che sta avendo un esaurimento nervoso:
- Crea un ambiente sicuro e tranquillo.
- Assicurati che la persona trovi un ambiente sicuro e tranquillo. Elimina le distrazioni e le cose o persone non necessarie.
- Ascolta senza giudizio. Una persona che soffre di un esaurimento nervoso sarà molto più propensa ad ascoltarti se ti avvicini con un atteggiamento calmo e non giudicante.
- Consiglia il trattamento. Poiché la causa e la gravità di un esaurimento nervoso sono diverse per ogni persona, ricevere una diagnosi da un professionista della salute mentale è fondamentale per il trattamento. Questa crisi di salute mentale non migliorerà da sola, è già abbastanza impegnativa, quindi assicurati che parli con un professionista.
- Aiuta la persona a cambiare lo stile di vita. A volte alcuni piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza per far fronte allo stress e all’ansia in modo più sano. Assicurati che la persona che ti proponi di aiutare si stia prendendo cura di sé.
Stare male stanca! Chiediti: cosa posso fare per stare bene ed essere felice?
Sai chi è l’unica persona che ha davvero a cuore la tua felicità? Quella di cui ti puoi fidare ciecamente, sempre e comunque? Sei tu. Nessuno più di te vuole vederti sereno ed essere felice. Se vuoi iniziare una grande rivoluzione di vita, se vuoi dire basta allo stress, impara ad ascoltarti, scopri cosa ti fa sorridere e ti emoziona, cosa vuoi lasciarti alle spalle e su cosa vuoi lavorare per dare più qualità alla tua vita. Ognuno di noi può fare la differenza attraverso un cambiamento. Ascolta il tuo cuore, lotta per la tua serenità, costruisciti una vita basata su ciò che ami. Ricorda di dire sempre a te stesso/a “Io valgo e merito di stare bene“.
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A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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