Segni che la tua infanzia è stata difficile

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

L’infanzia è un periodo fondamentale per lo sviluppo psicologico ed emotivo di una persona. Durante questi primi anni di vita, le esperienze vissute, le relazioni familiari, le dinamiche affettive e l’ambiente circostante plasmano la nostra personalità e il nostro modo di relazionarci con gli altri. Quando un bambino cresce in un contesto difficile, le cicatrici emotive possono rimanere per tutta la vita, influenzando negativamente il comportamento, le emozioni e le capacità di relazione nell’età adulta.

Molti adulti non sono consapevoli del fatto che la loro infanzia possa aver lasciato segni profondi che continuano a manifestarsi nel presente. Alcuni potrebbero minimizzare il loro vissuto, mentre altri potrebbero non essere in grado di identificarne gli effetti a causa della normalizzazione di esperienze dolorose o traumatiche.

9 Segni che la tua infanzia è stata difficile

La consapevolezza di questi segnali è il primo passo per intraprendere un percorso di guarigione. Di seguito elenco i segni più comuni che possono indicare che l’infanzia è stata difficile, cercando di dare voce a quei temi che spesso restano nascosti ma che hanno un impatto profondo sulla vita di una persona.

1. Bassa autostima e autovalutazione negativa

Una delle conseguenze più comuni di un’infanzia difficile è la formazione di una bassa autostima. I bambini che crescono in ambienti difficili, caratterizzati da trascuratezza, abuso emotivo, rifiuto o critiche costanti, tendono a sviluppare una visione negativa di sé stessi. Se un bambino non riceve l’affetto, l’approvazione o l’attenzione di cui ha bisogno, può iniziare a credere di non essere degno di amore, successo o felicità.

Gli adulti che hanno vissuto un’infanzia difficile potrebbero portare con sé una convinzione radicata che non meritano il meglio dalla vita. La loro autovalutazione è spesso basata su una percezione distorta, in cui si sentono incapaci o insufficienti. Questo può portare a comportamenti autodistruttivi, difficoltà a raggiungere i propri obiettivi e una costante ricerca di approvazione dagli altri.

2. Difficoltà nelle relazioni interpersonali

Le esperienze infantili, in particolare quelle che coinvolgono l’abuso emotivo, fisico o la disfunzione familiare, influiscono profondamente sulle capacità di un adulto di instaurare e mantenere relazioni sane. I bambini che crescono in ambienti instabili possono imparare a diffidare degli altri, a non sentirsi sicuri o protetti nelle relazioni o a rimanere emotivamente distaccati. Questi modelli di comportamento si riflettono nelle loro relazioni da adulti.

Ad esempio, una persona che ha avuto una madre o un padre assente, distaccato o emotivamente violento, può avere difficoltà a fidarsi del proprio partner o a stabilire una connessione intima. Possono evitare l’intimità emotiva per paura di essere feriti o abbandonati, o al contrario, potrebbero sviluppare una dipendenza eccessiva, cercando di colmare il vuoto emotivo lasciato dalla loro infanzia.

3. Tendenze all’auto-sabotaggio

Il rispecchiamento di un’infanzia difficile può manifestarsi in comportamenti di auto-sabotaggio, in cui l’individuo, pur desiderando il successo o la felicità, si trova costantemente a ostacolare i propri progressi. Questo può essere causato da una convinzione inconscia che non si meriti di essere felici o di raggiungere i propri obiettivi. La persona potrebbe auto-sabotarsi in contesti professionali o relazionali, scegliendo inconsciamente situazioni che confermano la sua visione negativa di sé.

Le persone che crescono in ambienti disfunzionali spesso apprendono che il fallimento è inevitabile o che la felicità non è per loro. Pertanto, quando si trovano a un bivio importante nella loro vita, potrebbero inconsciamente prendere decisioni che minano le loro possibilità di successo, come evitare promozioni, sabotare relazioni intime o mettersi in situazioni di stress inutile.

4. Difficoltà nell’esprimere emozioni e vulnerabilità

Un altro segno di una difficile infanzia è la difficoltà nell’esprimere emozioni e vulnerabilità. Se un bambino cresce in un ambiente dove le emozioni vengono ignorate, minimizzate o stigmatizzate, potrebbe imparare a reprimere i propri sentimenti. Ad esempio, un bambino che viene criticato per aver pianto o che non riceve supporto emotivo in momenti di tristezza o paura potrebbe imparare a non esprimere mai le proprie emozioni, nemmeno da adulto.

Gli adulti che portano con sé questa difficoltà tendono a mantenere un muro emotivo, mostrando una facciata di forza o indifferenza, ma dentro possono sentirsi persi, soli e incapaci di connettersi veramente con gli altri. Questo atteggiamento può anche portare a difficoltà nella gestione dello stress e nell’affrontare le sfide emotive della vita quotidiana.

5. Ipersensibilità al rifiuto o alla critica

Le persone che hanno vissuto un’infanzia difficile, soprattutto in contesti in cui l’affetto o l’approvazione erano raramente espressi, tendono a sviluppare una sensibilità eccessiva al rifiuto o alla critica. In una famiglia disfunzionale, il bambino potrebbe imparare a percepire ogni piccolo segno di disapprovazione come una minaccia al proprio valore. Di conseguenza, da adulto, può diventare estremamente vulnerabile a qualsiasi forma di critica o rifiuto, reagendo con ansia, rabbia o tristezza.

Questa ipersensibilità può manifestarsi in ambito professionale, nelle relazioni interpersonali e in situazioni sociali. L’adulto potrebbe interpretare azioni neutre o commenti innocenti come attacchi personali, creando tensioni e conflitti anche nelle relazioni più sane.

6. Problemi di gestione dello stress e dell’ansia

Le persone che hanno vissuto traumi infantili o situazioni familiari stressanti possono sviluppare una risposta elevata allo stress. Da bambini, potrebbero aver imparato a gestire l’ansia o il dolore in modo disfunzionale, come ad esempio evitando il conflitto o rinunciando a qualsiasi tentativo di risolvere i problemi. Da adulti, questi comportamenti possono trasformarsi in difficoltà nel gestire lo stress quotidiano, con attacchi di panico, ansia generalizzata o depressione.

Se un bambino cresce in un ambiente dove la sicurezza è in costante pericolo o dove c’è sempre tensione, può sviluppare una risposta iperattiva allo stress, sempre all’erta e incapace di rilassarsi. Questa tendenza a essere costantemente in allarme può continuare a manifestarsi da adulti, con una gestione inadeguata delle emozioni e una propensione all’autoisolamento.

7. Mancanza di confini sani

Un altro segno di un’infanzia difficile è la difficoltà a stabilire confini sani nelle relazioni. In una famiglia disfunzionale, dove le dinamiche di controllo, manipolazione o abuso sono prevalenti, i confini personali potrebbero non essere rispettati o addirittura ignorati. I bambini che crescono in questi ambienti non imparano a dire “no”, a stabilire limiti chiari o a proteggere il proprio spazio emotivo.

Da adulti, queste persone possono trovarsi intrappolate in relazioni tossiche o abusive, dove i loro bisogni e desideri vengono costantemente ignorati. La mancanza di confini può anche portare a un’esposizione costante allo sfruttamento emotivo, con il rischio di diventare dipendenti da relazioni disfunzionali.

8. Comportamenti di dipendenza (da sostanze, relazioni o altre abitudini)

Le persone che crescono in ambienti instabili, in cui l’affetto o il sostegno mancavano, possono cercare conforto in comportamenti di dipendenza, come l’uso di alcol, droghe o comportamenti compulsivi. L’uso di sostanze o la dipendenza da relazioni problematiche può essere un meccanismo di coping, utilizzato per anestetizzare il dolore emotivo che nasce da un’infanzia difficile.

Questi comportamenti possono essere una risposta al dolore psicologico non elaborato e, se non affrontati, possono portare a conseguenze gravi, come l’abuso di sostanze o la difficoltà di staccarsi da relazioni dannose.

9. Difficoltà ad accettare l’amore e l’affetto

Le persone che hanno vissuto un’infanzia difficile spesso trovano difficile accettare l’amore e l’affetto, specialmente se non sono mai stati abituati a riceverli in modo sano e costante. Un bambino che cresce in un ambiente emotivamente distante o trascurante può imparare a credere che l’amore sia qualcosa di raro o non disponibile.

Da adulti, queste persone potrebbero respingere le offerte di affetto o provare difficoltà a credere che qualcuno li ami veramente, anche quando sono circondati da persone che si preoccupano per loro. La paura di essere vulnerabili e di essere feriti li può portare a distaccarsi emotivamente dalle relazioni, impedendo loro di godere pienamente dei legami affettivi.

Spazio sottratto, sogni rubati

I vissuti difficili nell’infanzia generano emozioni dirompenti che rubano spazio ai sogni, sottraggono spirito d’iniziativa e operosità, demoliscono spensieratezza e ti fanno arrivare in età adulta disorientato. Con tante idee su chi sei e ancora tanta fame su chi avresti voluto essere. La verità è che un bambino iper-protetto o che abbia subito qualsiasi forma di pressione genitoriale, non ha avuto la possibilità di sperimentarsi. Non ha conosciuto libertà.

Quando poi arrivano abusi indicibili come violenze verbali, umiliazioni, violenze fisiche o abusi sessuali, le rinunce sono ancora più devastanti. Si rinuncia a vivere la sicurezza sotto ogni aspetto. Se la figura che più di tutte avrebbe dovuto proteggerti ti ferisce, la fiducia diventa un concetto che non ci apparterrà mai completamente.

Non importa oggi quanti anni tu abbia, non importa quante volte sei scivolato o quante altre sei rimasto imprigionato in emozioni scomode. Ciò che conta è che un’opportunità puoi concedertela. Puoi tenderti la mano e iniziare a garantirti quella libertà necessaria per esplorati, conoscerti e affermare la tua identità personale a prescindere dal ruolo che ti è stato conferito nel tuo ambiente, nei tuoi legami. È possibile e anzi, lo devi a te stesso. Puoi deviare il corso della tua traiettoria evolutiva e fare in modo che ciò che sei coincida in modo definitivo con ciò che vuoi essere.

Questo passaggio non arriva con fatica, è mediato dalla semplice libertà. Una libertà che, come ti spiegavo, non hai mai potuto sperimentare. Se vuoi smettere di fare rinunce e concederti lo spazio per affermare chi sei, ti consiglio la lettura del mio libro «il mondo con i tuoi occhi». Puoi trovarlo in tutte le librerie o su amazon, a questa pagina.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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