Da cosa si capisce che stai per avere un esaurimento nervoso

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Non sempre arriva come un uragano. A volte è silenzioso, sottile, mimetizzato tra la quotidianità. Ci sono giorni in cui ti senti semplicemente stanco. Altri in cui ti scordi le cose, in cui tutto ti infastidisce, in cui una parola può farti piangere senza sapere bene perché. Potresti dire: “È solo stress”. Ma non è solo stress. Quando il corpo e la mente iniziano a cedere sotto un carico troppo grande, troppo a lungo, si può arrivare al punto di rottura: l’esaurimento nervoso.

Chiamarlo così può sembrare obsoleto o impreciso, ma questa espressione continua a parlare chiaramente a chi la vive. Non è una diagnosi clinica, ma un’esperienza profonda, dolorosa, spesso invisibile agli altri. È un collasso psicofisico che ti costringe a fermarti, anche se tu volevi continuare.

Campanelli di allarme di un esaurimento nervoso

Eppure i segnali ci sono. La mente li sussurra prima, li grida poi. Il corpo li manifesta, li rende visibili, tangibili. In questo articolo voglio guidarti attraverso quei segnali sottili – e meno sottili – che raccontano un imminente esaurimento nervoso. Non per spaventarti, ma per offrirti uno specchio in cui guardarti, un’occasione per prenderti sul serio, finalmente.

1. Ti senti sempre esausto, anche dopo aver dormito

La stanchezza fisica che non si risolve con il sonno è uno dei segnali più trascurati. Ti alzi già stanco, ti trascini durante la giornata, senti un peso che non è solo nel corpo ma anche nella mente. Il sonno non è più ristoratore. Non importa quante ore dormi: ti svegli e il mondo ti sembra troppo.

Questa è la fatica da logorio emotivo. Il tuo sistema nervoso è sovraccarico da troppo tempo. Non riesce più a disattivarsi. Anche mentre dormi, resta in allerta.

2. Il tuo corpo comincia a parlare per te

Mal di testa ricorrenti, dolori muscolari inspiegabili, tachicardia, problemi gastrointestinali. Il corpo, quando la mente non ce la fa più, si fa carico della comunicazione. Il sistema nervoso autonomo va in tilt: rimane attivo lo stato di allerta cronica (il famoso “fight or flight”) e il corpo non riesce più a tornare a uno stato di calma. È il linguaggio del corpo che dice: “Ti stai facendo del male”.

3. Piangi senza un motivo apparente

Ti commuovi guardando una pubblicità, ti scendono le lacrime mentre guidi, ti ritrovi a piangere senza sapere da dove viene quel dolore. È il segnale che le difese si stanno allentando. Il controllo emotivo, un tempo saldo, si sgretola. Non stai diventando debole. Stai diventando troppo pieno. È come se il tuo contenitore interiore non avesse più spazio per reggere tutto quello che ha assorbito.

4. Ogni piccola richiesta ti sembra una montagna

Anche gesti semplici – rispondere a una mail, fare la spesa, prendere una decisione – iniziano a sembrarti insormontabili. La soglia di sopportazione si abbassa. L’energia mentale per “organizzare” la realtà si riduce drasticamente. E con essa, anche la lucidità.

Chi sta per avere un esaurimento nervoso non è pigro: è in riserva. Il cervello ha bisogno di silenzio, di pausa. Ma spesso, si continua a correre per abitudine.

5. Diventi iperreattivo o, al contrario, ti chiudi nel mutismo

Alcune persone, quando sono al limite, diventano irascibili, scattano per un nonnulla, reagiscono in modo sproporzionato. Altre, invece, si spengono. Smorzano il tono di voce, riducono le parole, si isolano.

Entrambe sono strategie del cervello per proteggersi. L’iperreattività serve per scaricare un’energia intollerabile. Il mutismo per tentare di conservare le poche energie rimaste. Sono due facce dello stesso collasso.

6. Senti di non riuscire più a connetterti emotivamente con gli altri

Ti sembra che nessuno ti capisca. Che non ci sia nessuno davvero vicino. Inizi a vivere le relazioni come un peso. Anche chi ti ama ti appare lontano, fastidioso, addirittura “troppo”. Quando si è sull’orlo dell’esaurimento, il cervello smette di cercare connessione. L’unico obiettivo diventa sopravvivere al proprio stesso interno. Eppure, è proprio la connessione che potrebbe aiutarti a risalire.

7. Il senso di colpa prende il sopravvento su tutto

Ti senti in colpa per non essere efficiente. Perché vorresti stare meglio e non ci riesci. Perché non riesci più a essere presente con gli altri. Perché hai bisogno di aiuto.

Questo senso di colpa è figlio di una cultura che premia la performance, non la salute. Ma il cervello esausto non può performare. Ha bisogno di riprendersi, non di vergognarsi.

8. Hai pensieri catastrofici o ossessivi

Pensieri come: “Non ce la farò mai”, “Succederà qualcosa di terribile”, “Sto impazzendo”, si fanno più frequenti. Il tuo cervello è in ipervigilanza, e ogni stimolo viene percepito come una minaccia.

In questa fase, puoi iniziare a soffrire anche di attacchi di panico o sintomi ossessivi: controllare le cose in modo ripetitivo, anticipare scenari negativi, sentire di non avere più controllo sui pensieri.

9. Non riesci più a provare piacere (anedonia)

Ciò che ti dava sollievo, ora ti lascia indifferente. È come se fosse sparito il colore dalle cose. Questo segnale è molto importante: il tuo sistema dopaminergico potrebbe essere in crisi. Il cervello, sotto stress prolungato, riduce la sua risposta alla ricompensa. È un meccanismo di “soppressione emotiva” che però lascia una scia di vuoto.

10. Hai difficoltà cognitive evidenti

Ti dimentichi le cose. Hai difficoltà a concentrarti. Non riesci a finire ciò che inizi. Ti senti “confuso” o “disconnesso”.  Questi sintomi sono legati a una disregolazione della corteccia prefrontale, l’area deputata al pensiero razionale e alla pianificazione. Quando sei sotto pressione troppo a lungo, il tuo cervello prioritizza la sopravvivenza a scapito della razionalità.

11. Ti ammali più spesso o non guarisci mai del tutto

Il sistema immunitario risente profondamente dello stress cronico. I livelli elevati di cortisolo – l’ormone dello stress – alterano la risposta infiammatoria, rendendoti più vulnerabile a infezioni, infiammazioni, dolori cronici. Il corpo che “non guarisce” è un corpo che non è più in grado di spegnere l’allarme.

12. Senti che potresti “esplodere” o “implodere” da un momento all’altro

Forse non riesci a descrivere bene cosa provi. Ma se chiudi gli occhi e ti ascolti, potresti sentire un senso di imminente rottura, come se qualcosa dentro di te stesse per cedere. Questo è il segnale più urgente, e va preso molto sul serio.

Non sei pazzo. Non sei fragile. Sei al limite. E se stai leggendo queste parole con le lacrime agli occhi, forse il tuo corpo sta dicendo proprio questo.

Cosa fare se riconosci questi segnali

Se leggendo ti sei riconosciuto in alcune – o molte – di queste descrizioni, non spaventarti. Non sei rotto, non sei debole, e soprattutto: non sei solo. Il tuo corpo e la tua mente non ti stanno tradendo, ti stanno parlando. Ti stanno dicendo che è ora di cambiare ritmo, di ascoltarti sul serio, di prenderti cura di ciò che da troppo tempo stai ignorando. Questa può essere una svolta, non una fine. Ecco cosa puoi iniziare a fare, già da oggi

1. Fermati, subito

Non aspettare di crollare. Prenditi uno spazio, anche piccolo. Ritagliati silenzio, sonno, distacco. Interrompi il flusso continuo di stimoli, responsabilità, richieste. Chi ha un esaurimento imminente non ha bisogno di “forza di volontà”, ha bisogno di recupero.

2. Chiedi aiuto

Parlane con il tuo medico di base, con uno psicoterapeuta, con qualcuno che possa affiancarti. Non è una vergogna. È un atto di responsabilità. L’aiuto psicologico in questi casi è spesso salvifico. Ti aiuta a rimettere ordine, a capire dove ti sei perso, a riattivare le risorse interiori.

3. Ascolta il tuo corpo ogni giorno

Non aspettare che gridi. Ogni giorno, chiediti: “Come sto davvero?”. Spesso la risposta vera arriva solo nel silenzio. Abbi il coraggio di cambiare ritmo. A volte, salvarti significa deludere qualcuno.

4. Ricostruisci lentamente le tue energie

Mangia bene, dormi il giusto, esci a camminare, respira profondamente. Non sottovalutare il potere delle piccole azioni quotidiane. La guarigione non arriva in un lampo: è fatta di gesti gentili ripetuti nel tempo.

Tu meriti di stare bene (davvero)

Un esaurimento nervoso non è una colpa. È un messaggio. Una richiesta di aiuto che arriva da dentro. Non ignorarla. Se hai riconosciuto te stesso in queste parole, sappi che non sei solo. E soprattutto: non sei sbagliato.

Nel mio libro Il mondo con i tuoi occhi, parlo proprio di questo: di quanto sia importante imparare ad ascoltarsi, a non tradirsi per piacere agli altri, a ritrovare una felicità che sia su misura per noi. Non quella degli altri, non quella delle aspettative.

Se ti sembra di crollare, forse è solo il momento in cui qualcosa di nuovo vuole emergere. Più autentico. Più tuo. Più vero.