I comportamenti più subdoli di chi vuole ferirti (senza farsi scoprire)

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Ci sono ferite che non fanno rumore. Non sono scandite da urla, insulti o litigi plateali. Eppure lasciano un dolore profondo, costante, come un ago che punge nei momenti più fragili. Sono le ferite che arrivano da chi usa la sottigliezza per colpire. Da chi non alza mai la voce ma, con le parole giuste (o sbagliate), ti fa sentire piccolo, inadeguato, in colpa. Da chi si nasconde dietro il velo dell’ironia, del “lo dico per il tuo bene”, o del “sei troppo sensibile”.

Comportamenti tipici di chi vuole ferirti in modo subdolo

In psicologia, questo tipo di atteggiamento può rientrare in quello che viene definito comportamento passivo-aggressivo, una forma di ostilità mascherata che spesso passa inosservata agli occhi esterni, ma che logora chi la subisce. Altre volte si tratta di manipolazione vera e propria, dove la persona colpisce per controllare, per dominare, o semplicemente per sentirsi superiore.

Riconoscere questi comportamenti è il primo passo per proteggerti. Non sempre puoi evitarli, ma puoi imparare a non crederci, a non colpevolizzarti, a non lasciarti condizionare. In questo articolo esploreremo i segnali più comuni di chi vuole ferirti in modo subdolo. E, soprattutto, ti aiuterò a riconoscerli per tempo.

1. Ti fa complimenti che sembrano gentili, ma sono velenosi

Sono le cosiddette backhanded compliments, ovvero i complimenti ambigui che, a un secondo ascolto, nascondono una critica. Frasi come:

  • “Sei stata bravissima… per una che non ha studiato!”
  • “Mi sorprende che tu sia riuscito a farlo da solo!”
  • “Hai perso peso, ora sembri quasi normale!”

Chi le usa sembra gentile, ma in realtà semina insicurezza. Non vuole farti sentire apprezzato, ma confuso sul tuo valore.

2. Usa l’ironia per colpirti (e poi ti accusa di non saper scherzare)

  • “Ma dai, era solo una battuta!”
  • “Sei sempre così permaloso!”
  • “Non si può dire nulla con te!”

L’ironia è uno strumento meraviglioso… se usata per alleggerire, non per umiliare. Alcune persone usano lo scherzo come scudo: ti attaccano e poi si tirano indietro, lasciandoti con il dubbio di aver esagerato nella tua reazione. In realtà, usano il sarcasmo come arma affilata, per colpire senza responsabilità.

3. Ti esclude o ti ignora nei momenti chiave

Il silenzio può ferire quanto una parola urlata. Chi vuole colpirti in modo subdolo a volte non dice nulla, ma ti fa sentire invisibile: non ti informa di eventi, non ti coinvolge in decisioni, non risponde ai tuoi messaggi.

L’obiettivo? Farti sentire escluso, marginale, irrilevante. Questa tecnica, spesso usata anche inconsciamente, è nota in psicologia come ostracismo relazionale, ed è una forma di aggressività sottile e destabilizzante.

4. Ti loda… solo in pubblico (ma ti critica in privato)

Ci sono persone che sembrano adorarti agli occhi degli altri, ma quando siete soli diventano fredde, ipercritiche, o svalutanti. Questo crea un doppio legame difficile da gestire: agli occhi del mondo sembrano “perfetti”, mentre tu ti senti sempre più confuso.

Questa dissonanza può portarti a dubitare della tua percezione, a pensare di essere tu quello sbagliato. È una tecnica spesso usata da persone narcisiste o altamente manipolative.

5. Ti colpevolizza per ogni tuo bisogno o emozione

Ogni volta che esprimi un malessere, un disagio o un desiderio, la risposta è sempre la stessa: “Hai sempre qualcosa che non va”, oppure “Non sei mai contento”, o ancora “Dai, ci sono problemi ben peggiori”. Chi ti ferisce in modo subdolo non urla: minimizza i tuoi bisogni, ti fa sentire debole o egoista per averli. E così impari a zittirti. A non chiedere. A non disturbare.

6. Ti fa sentire in debito (anche quando non lo sei)

Le persone subdole spesso usano il senso di colpa come leva. Ti ricordano continuamente ciò che hanno fatto per te, anche se tu non lo hai mai chiesto.

  • “Con tutto quello che ho fatto per te, non puoi dirmi di no.”
  • “Dopo tutto quello che ti ho dato, è così che mi ripaghi?”
  • “Mi fai sentire inutile, come se non contassi nulla.”

Lo scopo è legarti attraverso il debito emotivo, in modo che tu ti senta sempre in dovere di ricambiare, di cedere, di accettare.

7. Ti fa dubitare di te stesso (gaslighting emotivo)

Uno dei comportamenti più subdoli è il gaslighting, una tecnica manipolativa in cui l’altro ti fa sentire pazzo, insicuro, sbagliato. Frasi tipiche sono:

  • “Ti inventi tutto.”
  • “Non è mai successo, te lo sei immaginato.”
  • “Stai esagerando come sempre.”

Il gaslighting mina le tue certezze interiori. Ti porta a dubitare di ciò che senti, di ciò che ricordi, persino della tua intuizione. E quando perdi fiducia in te, diventi più facile da controllare.

8. Finge di non capire (anche quando capisce benissimo)

  • “Scusa, non avevo capito che ci tenessi così tanto.”
  • “Ah, pensavo che fosse una cosa da niente!”
  • “Ma non era solo un favore?”

Chi ferisce in modo subdolo usa l’ambiguità a proprio vantaggio. Finge di non aver capito le tue parole, i tuoi segnali, i tuoi confini. Ma la verità è che li ha capiti benissimo: sceglie di ignorarli per minare la tua autostima.

9. Ti fa sentire inferiore con piccoli confronti continui

  • “Guarda com’è riuscito Marco a sistemarsi in poco tempo.”
  • “Lo sai che tua sorella, alla tua età, aveva già due figli?”
  • “Ho parlato con il mio collega, lui sì che ha le idee chiare.”

Non serve un insulto diretto per ferire. A volte basta un confronto. Ripetuto, velato, apparentemente innocente. Metterti costantemente in paragone con gli altri è una forma di umiliazione raffinata, che genera inadeguatezza senza mai nominarti direttamente.

10. Si prende gioco dei tuoi punti deboli

Lo fa con finta leggerezza, ma sa esattamente dove colpire. I tuoi sogni, le tue insicurezze, le tue paure… diventano bersagli per battute pungenti o commenti distratti.

  • “Ma figurati se riesci davvero a cambiare lavoro.”
  • “Sei sempre troppo emotivo, non ce la farai mai.”
  • “Non sei tagliato per questo, lo sai anche tu.”

Chi conosce i tuoi punti deboli e li usa contro di te non ti sta amando. Ti sta dominando.

Perché lo fanno? Una riflessione psicologica

Ferire in modo subdolo è spesso il frutto di insicurezze profonde. Chi attacca senza farsi scoprire ha paura del conflitto diretto, ma ha bisogno di mantenere un senso di superiorità, controllo o rivalsa.

In molti casi, queste persone hanno imparato fin da piccole a non poter esprimere la rabbia apertamente, sviluppando strategie indirette per sfogarla. Altre volte si tratta di personalità narcisistiche o manipolative, che usano la relazione come terreno per nutrire il proprio ego.

In ogni caso, non è mai colpa tua. Non sei tu il “troppo sensibile”. Sei semplicemente una persona che sente, e che ha il diritto di farlo senza doversi giustificare.

Cosa puoi fare per difenderti da chi ti ferisce in modo subdolo

Difendersi da chi ti colpisce senza mai esporsi apertamente è una delle sfide psicologiche più complesse. Il dolore che deriva da queste ferite silenziose è spesso sottovalutato perché non lascia segni visibili, ma lacera lentamente l’autostima, il senso di realtà, la fiducia in sé stessi.
Ecco allora una guida emotiva e pratica per riconquistare il tuo spazio interiore e riappropriarti del diritto di sentirti bene con te stesso, anche in mezzo a dinamiche manipolative.

1. Riconosci la dissonanza emotiva: se qualcosa ti fa male, c’è un motivo

Il primo passo è credere a te stesso, anche quando l’altro ti fa dubitare. Se esci da una conversazione sentendoti sminuito, confuso, “troppo sensibile”, prova a porti una domanda potente: “Come mi sono sentito davvero, al di là di ciò che l’altro dice o nega?”

Questa è la tua bussola. Chi usa strategie subdole spesso ti lascia nel dubbio, e tu impari a non fidarti più delle tue emozioni. Tornare a fidarti delle tue sensazioni è un atto di riappropriazione.

Esercizio utile: dopo ogni interazione che ti lascia turbato, scrivi tre parole che descrivono il tuo stato emotivo. Fallo per una settimana. Vedrai che emergerà uno schema.

2. Dai un nome a ciò che accade: nominare è potere

Quando identifichi chiaramente i comportamenti subdoli (gaslighting, manipolazione, ironia denigrante…), perdi meno tempo a cercare di “capire” e più tempo a scegliere come reagire.
Etichettare ciò che vivi non è vittimismo, ma lucidità. E la lucidità è il primo antidoto al controllo.

  • “Non sono io a sbagliare: questo è un comportamento passivo-aggressivo.”

Strumento: crea una lista personale di “campanelli d’allarme” — frasi, atteggiamenti, situazioni che ti fanno stare male. Tenerli nero su bianco ti aiuterà a non razionalizzare ciò che invece va sentito.

3. Stabilisci confini emotivi chiari (anche se non verranno rispettati)

Chi ferisce in modo subdolo si nutre della tua disponibilità illimitata. Più sei disposto a comprendere, più ti pieghi per non ferire, più lo spazio dell’altro si allarga… invadendo il tuo.
Impara a dire frasi come:

  • “Preferisco non parlarne ora.”
  • “Non mi sento ascoltato quando usi questo tono.”
  • “Ti chiedo di non scherzare su questo argomento.”

Anche se il comportamento non cambierà subito, tu starai cambiando la tua posizione nella relazione. E questo, nel tempo, può salvarti.

Nota importante: non aspettarti che l’altro accolga facilmente i tuoi confini. Spesso li ignorerà o li ridicolizzerà. Ma se tu li mantieni, stai costruendo una nuova identità emotiva.

4. Non entrare nella trappola del confronto emotivo

Chi ti manipola subdolamente spesso provoca per farti reagire, così poi può dire: “Vedi? Sei esagerato.”
Il rischio è che tu cominci a giustificarti, spiegarti, chiedere scusa per emozioni legittime. In quel momento, il potere passa nelle sue mani.

Invece, impara l’arte del non-ingaggio. Quando senti che stai per “esplodere”, fai un passo indietro, dentro di te. Respirazione profonda. Uno sguardo interno che dice: “Questa battaglia non mi appartiene. La mia energia serve per proteggermi, non per convincere chi non vuole capire.”

Tecnica utile: la “pausa consapevole”. Prima di rispondere a una provocazione, fai tre respiri profondi e chiediti: “Sto rispondendo per proteggermi o per difendermi da un’accusa che non mi merito?”

5. Non svelare i tuoi punti deboli a chi li usa contro di te

Se hai già notato che una persona usa le tue fragilità per colpirti, proteggiti dal bisogno di condivisione. A volte, il desiderio di essere capiti ci porta a raccontarci proprio con chi non ci merita. La verità è che non tutte le persone meritano accesso alla tua vulnerabilità. Essere aperti è un atto potente… ma solo se fatto in ambienti sicuri.

Frase guida: “La mia sensibilità non è debolezza. È solo qualcosa che, per ora, proteggo meglio.”

6. Allena il pensiero critico e il dialogo interiore positivo

Chi ti ferisce in modo subdolo mina la tua autostima attraverso micro-messaggi ripetuti. Se non li controbilanci, finiscono per diventare la tua voce interiore.

  • Allenati ogni giorno a “rispondere mentalmente” a quei messaggi, non lasciandoli scivolare dentro.
  • Se ti senti inadeguato: “Ho fatto del mio meglio con le risorse che avevo.”
  • Se ti senti debole: “Sentire non è un difetto. È una competenza.”
  • Se ti senti in colpa: “Non ho sbagliato. Ho solo messo un limite.”

Strumento utile: scrivi una “contro-narrazione” per ogni messaggio tossico che ricevi. Costruisci una tua versione della realtà, coerente con i tuoi valori.

7. Cerca sostegno esterno che ti confermi nella tua realtà

Uno degli effetti più pericolosi delle relazioni subdole è la perdita del senso della realtà. Ti chiedi se sei davvero esagerato, se forse l’altro ha ragione, se il problema sei tu. Avere un confronto esterno con una persona sana, o con un terapeuta, può fare la differenza tra perdersi e ritrovarsi.

Messaggio importante: chiedere aiuto non è un fallimento. È un atto di forza. Di lucidità. Di autodifesa.

8. Se puoi, prendi le distanze emotive (e fisiche)

Non sempre puoi tagliare i ponti subito — magari si tratta di un collega, di un familiare, di un partner con cui hai figli. Ma puoi iniziare a mettere distanza mentale.

  • Puoi smettere di cercare approvazione.
  • Puoi ridurre le interazioni non necessarie.
  • Puoi riprendere in mano ciò che ti nutre: amicizie sane, passioni, percorsi personali.

Immagine guida: pensa alla tua mente come a una casa. Non tutte le persone hanno diritto di entrare in salotto. Alcune puoi lasciarle sull’uscio. Altre ancora… fuori dal cancello.

In sintesi

Difenderti da chi ti ferisce in modo subdolo non significa diventare aggressivo o cinico, ma ritrovare la forza di riconoscere il tuo valore anche quando viene minato. Significa smettere di spiegarti, di giustificarti, di chiedere scusa per le tue emozioni. Significa ascoltarti di nuovo, con la stessa fiducia con cui si ascolta un bambino che piange: senza giudizio, con amore e protezione.

E se stai iniziando questo cammino, ricordati che non sei solo. Ogni volta che riconosci un meccanismo tossico e scegli di non aderirvi, stai guarendo una parte di te che ha sofferto troppo a lungo in silenzio. Se desideri approfondire questi temi e imparare a proteggere la tua emotività senza diventare freddo o chiuso, il mio libro Il mondo con i tuoi occhi può essere una guida autentica e trasformativa. Un invito a rivedere il mondo, la tua storia, e i tuoi legami… con occhi nuovi. I tuoi. Il mio libro è disponibile in libreria e qui su Amazon

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