Cosa succede quando inizi davvero ad amarti

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Una domanda per te. Che cosa cambierebbe nella tua vita se imparassi a trattarti con la stessa cura che oggi riservi agli altri? Sembra una domanda semplice, quasi retorica, ma in realtà tocca il cuore di ciò che più spesso dimentichiamo: il rapporto con noi stessi. Molti si definiscono “altruisti”, “attenti agli altri”, “generosi”. Ma se guardiamo più in profondità, quanta parte di questa generosità è il riflesso di un vuoto interiore? Quante volte la cura verso l’altro è solo un tentativo di ricevere in cambio quel riconoscimento che non sappiamo darci da soli?

Cosa succede quando inizi davvero ad amarti

Amarsi non significa diventare egocentrici o ciechi ai bisogni degli altri. Al contrario, è la condizione che rende possibile un amore autentico, libero dal bisogno e dalla dipendenza. Amarsi non è un’idea astratta, ma un processo che lascia tracce concrete: nel corpo, nella mente, nelle relazioni e persino nella capacità di immaginare il futuro. Ecco perché vale la pena chiedersi: cosa succede davvero quando impari ad amarti?

1. Il corpo che cambia

Il corpo è il primo specchio dell’amore che provi (o non provi) per te stesso. Quando vivi in continua auto-svalutazione, il tuo organismo si comporta come se fosse sempre sotto minaccia. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) viene attivato costantemente, producendo cortisolo e mantenendo il corpo in una condizione di allerta cronica. È come se una sirena interiore suonasse senza tregua.

Amarsi, invece, agisce come un balsamo che placa il sistema nervoso. Quando inizi a rispettare i tuoi ritmi, a concederti pause senza colpa, a scegliere ambienti che ti fanno bene, il corpo risponde. Il livello di cortisolo si abbassa, il sistema immunitario diventa più efficiente, la respirazione si fa più profonda.

Le neuroscienze hanno osservato come la pratica dell’autocompassione incrementi la variabilità della frequenza cardiaca, un indicatore diretto della resilienza del sistema nervoso parasimpatico. In parole semplici, significa che il corpo diventa più capace di gestire lo stress senza esserne travolto.

Amarsi si traduce in una sensazione fisica: spalle che si rilassano, sonno che torna a essere rigenerante, tensioni croniche che iniziano a sciogliersi. Non è magia, è biologia: il corpo risponde al modo in cui lo tratti.

2. La mente che si libera

Amarsi non è solo questione di gesti esteriori: è soprattutto un dialogo interiore che cambia. Chi non si ama vive sotto il peso di un giudice interno spietato. Ogni errore diventa una condanna, ogni fragilità un marchio di vergogna. Questa voce interiore non nasce da sola: è il risultato delle frasi ricevute nell’infanzia, delle critiche interiorizzate, delle mancanze affettive.

Quando inizi ad amarti, questa voce non scompare di colpo, ma cambia timbro. Impari a sostituire il giudizio con la comprensione, la critica con l’accoglienza. È un processo lento, che richiede pazienza, ma che produce effetti tangibili: l’ansia diminuisce, la capacità di concentrazione aumenta, la mente smette di ruminare ossessivamente.

Dal punto di vista psicoanalitico, significa sciogliere i copioni inconsci che ci fanno rivivere la stessa scena all’infinito: il bambino che non si sentiva abbastanza e l’adulto che ripete quel senso di inadeguatezza in ogni contesto. Dal punto di vista neuroscientifico, significa favorire la neuroplasticità: il cervello, stimolato da esperienze di autoaccoglienza, costruisce nuove connessioni che rendono possibile pensare e sentire in modo diverso.

Amarsi, dunque, non è un pensiero positivo appiccicato sopra le ferite: è la possibilità di riscrivere dall’interno il dialogo con se stessi.

3. Le relazioni che si trasformano

Uno degli effetti più sorprendenti dell’amore per sé è il cambiamento radicale nelle relazioni. Chi non si ama tende a legarsi per bisogno: cerca nell’altro la conferma del proprio valore, tollera mancanze di rispetto, resta in relazioni tossiche per paura della solitudine.

Amarsi significa ribaltare la prospettiva: non scegli più chi resta, ma scegli chi merita di restare. Non ti aggrappi a chi non ti vuole, ma investi energie in chi ti riconosce. L’assertività diventa una conseguenza naturale: quando ti ami, riesci a dire “no” senza sentirti colpevole, a chiedere senza vergogna, a stabilire confini senza paura di perdere l’altro.

In questo modo, le relazioni smettono di essere scenari di sopravvivenza e diventano spazi di crescita. Si passa dalla dipendenza all’incontro, dal silenzio al dialogo, dal compromesso sofferto alla condivisione autentica. Il paradosso è che quando ti ami, non ami di meno gli altri: li ami meglio. Non cerchi di possederli, non li carichi del compito di riempire i tuoi vuoti. Ami perché puoi scegliere, non perché devi sopravvivere.

4. Il futuro che si apre

Amarsi significa sentirsi degni di desiderare. Per chi non si ama, il futuro appare come un orizzonte ristretto, dove ogni scelta è frenata dalla paura di fallire. Ma quando inizi a trattarti con rispetto, anche il tuo rapporto con il tempo cambia.

L’autostima ti restituisce la libertà di progettare. Ti concedi il diritto di cambiare lavoro, di iniziare un percorso di studi, di coltivare una passione senza pensare che sia “inutile”. Ti permetti di investire energie in progetti che rispecchiano ciò che sei, non ciò che gli altri si aspettano da te.

Le neuroscienze mostrano come l’amore per sé stimoli il circuito dopaminergico legato alla motivazione. Quando ti ami, non solo riduci lo stress, ma aumenti la capacità di desiderare e di perseguire obiettivi. Il futuro smette di essere un campo minato e diventa un terreno fertile.

Amore per sé e neuroplasticità

Il cervello non è una struttura fissa: cambia in base alle esperienze. Questo significa che, anche se non hai imparato ad amarti da bambino, puoi farlo da adulto. Ogni atto di autocompassione, ogni gesto di rispetto verso di te diventa un “mattoncino” che costruisce nuove connessioni neurali.

La neuroplasticità dimostra che non siamo condannati a ripetere per sempre le stesse dinamiche. Possiamo imparare ad amarci, e questo apprendimento lascia segni concreti nella fisiologia del cervello. È una forma di riparazione biologica che accompagna la riparazione psichica.

Autocompiacimento vs autocompassione

Amarsi non significa indulgere in un autocompiacimento sterile, illudersi di essere sempre nel giusto o giustificare ogni errore. Quello è un inganno che alimenta l’ego, non la cura di sé.

L’autocompassione, invece, è la capacità di accogliere i propri limiti senza ridurre il proprio valore. Significa riconoscere le responsabilità senza trasformarle in condanna. È un equilibrio prezioso: la capacità di essere onesti con se stessi, ma allo stesso tempo di restare dalla propria parte.

L’amore per sé non è egoismo

Molti confondono l’amore per sé con l’egoismo, ma sono due dinamiche opposte. L’egoismo nasce dalla mancanza: prende senza restituire, usa l’altro come strumento. L’amore per sé, invece, nasce dall’abbondanza: quando ti prendi cura di te, diventi più capace di amare e di restituire.

L’immagine più chiara è quella delle mascherine di ossigeno in aereo: prima devi indossarla tu, per avere la forza di aiutare chi ti sta accanto. Amarsi è proprio questo: un atto di responsabilità che ti rende più presente, più autentico e più disponibile verso gli altri.

La fioritura di sé

Quando inizi ad amarti davvero, non cambia solo ciò che provi dentro: cambia il modo in cui il mondo ti appare. Il corpo si distende, la mente si alleggerisce, le relazioni si purificano e il futuro smette di essere una minaccia per diventare una possibilità.

Amarsi è una forma di fioritura: non significa diventare perfetti, ma smettere di adattarsi a terreni sterili. Significa riconoscere che le ferite del passato non devono per forza dettare legge, che è possibile costruire un rapporto nuovo con se stessi.

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Non parlerò di “forza”, perché amarsi non è resistere. Amarsi è fiorire, è scegliere la vita al posto della sopravvivenza. È avere il coraggio di dire: “Merito di respirare, merito di desiderare, merito di stare bene”. Perché, alla fine, amarsi significa questo: smettere di guardare fuori in cerca di approvazione e riconoscere che la casa che cerchi è già dentro di te. Ed è proprio lì che, silenziosa ma tenace, la felicità accade. Il libro è già disponibile a questo link su Amazon per il preorder…ti aspetto tra le pagine

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