Esistono meccanismi inconsci per i quali un individuo è portato ad instaurare una relazione sentimentale con un partner materno, cioè un soggetto accondiscendente, affettivo e, soprattutto, rassicurante: in pratica, una persona in grado di interpretare con precisione certi tratti materni e di conseguenza, in grado di risolvere alcune dinamiche infantili mai superate nell’infanzia.
Posso affermare che quasi tutte le relazioni amorose della prima parte della vita, a prescindere dal sesso, ricadono quasi sempre su una figura che ha connotazioni materne: è la madre che ha forgiato l’imprinting della prima relazione importante ed è pertanto lei che ha permesso la costruzione di quell’ideale di amore incondizionato che tutti cerchiamo.
Proiezioni psicologiche in una relazione patologica e in una relazione sana
Nelle esperienze sentimentali patologiche, l’individuo è alla ricerca inconscia di avere sostegno, di essere accettato e di compensare a tutte le difficoltà vissute; il partner in questo caso si viene a trovare in una situazione di “appoggio” : gli servirà a chiudere i conti con l’infanzia.
In un rapporto sentimentale sano e stabile, il soggetto ha una sua identità precisa e ha raggiunto un senso di separazione che lo mette in condizione di non pensare più all’altro come ad una “fonte di gratificazione e sostentamento” ma ad una individualità vera e propria, un essere con cui scambiare affetto e con cui condividere obiettivi, felicità e difficoltà.
Ragion per cui tale ricerca, o meglio tale proiezione può essere fatta sia da un uomo che da una donna; non è infatti insolito che una donna si scelga un partner “materno”, in grado di supportare e fare da contenitore emotivo.
L’elaborazione inconscia dell’innamoramento
Indubbiamente tutti ricerchiamo a lungo quell’intimità e quella sensazione paradisiaca sperimentata nell’infanzia: si tratta anche di un’immagine che coltiviamo durante la fase di innamoramento in cui cerchiamo negli occhi dell’altro la promessa di amore eterno, un sentimento costante che ci esenti dall’essere criticati e confrontati: in pratica è un retaggio di quel “ricevere” senza alcuno sforzo che sperimentammo da neonati.
Quasi tutti conserviamo il ricordo dell’amore meraviglioso della mamma e i maschi, in particolare, ricordano il profumo, le braccia, il seno gratificante di cui poi si è dovuto fare a meno. Sono memorie ancestrali che restano impresse e che danno vita al “desiderio” che sarà pronto a riattivarsi nel momento dell’incontro con una figura che, anche se apparentemente appare particolare nella sua “diversità”, sappiamo bene che per l’inconscio, è invece qualcosa che suona incredibilmente “familiare”.
Risvolto dell’innamoramento
Non vi sono dubbi che questa relazione partirà con grandissime aspettative e andrà incontro a gravi disillusioni che apriranno la strada ad una reale opportunità di crescita. Quando ci si aspetta troppo dall’altro e, soprattutto, quando ci si aspetta che il partner sostituisca la genitrice, si creerà un rapporto di profonda dipendenza emotiva che inizialmente manderà in crisi la coppia.
E’ chiaro che, da un punto di vista maschile, l’uomo che sceglie una partner materna inconsciamente realizza anche il vecchio sogno edipico: quello di prendere il posto del padre. Inoltre, quando la donna si insedia definitivamente nel ruolo della Madre.. l’uomo deve occupare necessariamente quello del figlio irresponsabile che può fare tutto e che crede che tutto gli sia dovuto.
Questo tipo di relazione nasconde quindi parecchie insidie, prima fra tutte quella del desiderio e dell’attrazione sessuale che finiscono con il cadere molto velocemente; infatti, chi si impegna in una relazione tale, aspira a sicurezze emotive che passano attraverso un nido accogliente ed una sorta di accettazione totale di sé da parte dell’altro.
Si tratta di una relazione difficile per l’uomo in quanto la madre è anche colei che incarna l’autorità ed il ruolo educativo, di conseguenza chi sceglie il lato rassicurante e nutrente, non può pensare di non vivere anche quello della madre severa che con facilità si tramuta in madre punitiva.
Tutto ciò non è molto meno gratificante in quanto dà vita al “doppio legame” in cui, quando avviene la caduta delle proiezioni positive, l’uomo si ritrova nella classica relazione “figlio irresponsabile-madre severa” tutt’altro che gratificante e, soprattutto, difficile da trasformare in una vera relazione adulta.
Sarà quindi importantissimo il ruolo che si gioca la donna che, in questo caso, dovrebbe accorgersi subito e non entrare neppure per un po’ dentro a questo archetipo esclusivo che la relega ad annullare sé stessa. Dato che nella nostra psiche permangono profondi tabù legati all’incesto, non appena finirà la magia dell’innamoramento, la donna si troverà a non avere più alcuna attrattiva sessuale per il compagno che, ovviamente cercherà da altre parti il ruolo complementare dell’amante.
Quando sono le donne ad occupare un ruolo materno
Certo, le donne fortemente materne in genere ricercano la stabilità matrimoniale a scapito però della pariteticità della relazione, l’unica che conduce ad una vera maturazione individuale e della coppia.
Tra l’altro, nella parte più recondita dell’inconscio maschile risulta molto funzionale la duplicazione della figura femminile in “moglie e amante” ovvero “materna ed erotica” perché questo gli consentirebbe di proiettare entrambi gli archetipi.
La donna invece non dovrebbe mai occupare a tempo pieno il ruolo della madre perché questo richiede un continuo dare senza chiedere mai nulla in cambio e, pertanto, è decisamente scomodo come scomodo è l’annullamento del lato erotico e sessuale.
La figura materna infatti, è universalmente riconosciuta come una figura che deve negare la sua identità per accogliere il bambino ed è per questo che la donna non deve cadere nella dinamica proiettiva dell’uomo che la spinge ad “incarnare il suo lato anima”; deve essere altrettanto conscia del fatto che occupare questo ruolo le è molto congeniale all’inizio della relazione poiché non ha alcuna difficoltà a porsi come “contenitore emotivo” del compagno.
Le donne che vivono troppo il ruolo materno possono cadere con molta facilità nella trappola che le vuole perfette, sempre sostenenti e pronte ad accogliere; in questo modo rischiano però di imprigionarsi e di non poter più vivere l’altro lato di sé.. candidandosi ad una profonda sofferenza che annienterà anche la relazione.
Quando è l’uomo che ha un ruolo materno
Quando invece è la donna a cercare un partner materno, allora dovrà comprendere alcune cose per non fare poi confusioni che possono farle vivere un grande disagio.
Oggi sempre più donne si trovano ad occupare il ruolo di “perno della famiglia”; sono donne in carriera o donne che guadagnano molto di più dei loro compagni e che rivestono all’esterno un ruolo “maschile” e che si aspettano, nell’ambito domestico, di essere nutrite e coccolate esattamente come farebbe una madre.
Sono donne che tendono a trovare partners che non hanno paura di mettersi in gioco in questa funzione in quanto hanno un lato molto “femminile”: spesso sono uomini che non disdegnano un ruolo meno attivo e che amano cucinare, accudire i figli e nutrire emotivamente.
Ovviamente la vita ci chiede sempre di trovare “coerenza” tra la parte inconscia e quella cosciente.. il che ci chiama ad essere consapevoli delle nostre scelte. In effetti, le donne che vivono questo loro lato proiettato devono avere piena coscienza che si troveranno poi sempre ad avere un ruolo più attivo e più di responsabilità sulle loro spalle
Come sempre, non vi sono ruoli positivi e ruoli negativi, in quanto ognuno deve poter esprimere i propri archetipi interni. Occorre però essere pienamente coscienti delle parti che si interpretano e di quelle che si proiettano all’esterno in modo da non sentirsi vittimizzati dal mondo e dai partners, quando in realtà, ognuno di noi è esclusivamente vittima dell’incapacità di conoscersi e di riconoscere che, a volte, preferisce vivere più facilmente un ruolo piuttosto che un altro e che se lo sceglie, non andrà incontro a situazioni difficili e ad accuse verso gli altri.
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