Spesso, nelle nostre vite quotidiane, capita di soffrire o provare rabbia quando le persone che ci stanno intorno e che amiamo ripetono sempre gli stessi comportamenti che ci danno fastidio o fanno cose che noi reputiamo nocive per loro.
Tutti noi abbiamo almeno una persona cara, un familiare, un amico o addirittura il partner, le cui scelte, comportamenti e stili di vita ci fanno rimanere molto perplessi e stupiti, ci frustrano e ci fanno letteralmente ‘impazzire’. In questi casi è sempre interessante aprire la prospettiva e chiedersi: Quanto il loro comportamento e’ veramente irragionevole? e quanto siamo noi ad avere schemi mentali troppo rigidi?
Il punto importante è che quando il nostro vissuto di frustrazione diviene cronico e ogni volta sperimentiamo la stessa rabbia e lo stesso malumore, occorre trovare strategie efficaci per gestire in modo più sereno questi disaccordi e punti di vista differenti. Ecco qualche dritta in merito…
Avere aspettative realistiche
Spesso ci aspettiamo che le persone siano ragionevoli, logiche, giudiziose quanto noi o, addirittura, desideriamo che pensino e si comportino come noi.
Indovinate un po’? Non è così che vanno le cose.
Ogni persona interpreta la realtà e regola il comportamento sulla base di un suo sistema di valori, bisogni, credenze ed inclinazioni. Tali valori, bisogni, credenze sono personali, dunque possono essere diversi dai nostri.
Pensare di ridurre il modo dell’altro di vedere le cose al proprio è un comportamento poco funzionale e che può mettere a rischio la relazione.
Cruciale per il benessere delle relazioni è, al contrario, l’avere delle aspettative realistiche circa il comportamento degli altri.
Queste aspettative possono semplicemente basarsi sui comportamenti passati: il miglior predittore di un comportamento futuro è proprio il comportamento passato.
Ciò ci permetterà di raggiungere una buona sintonizzazione e comprensione dell’altro, che non si sentirà investito da pensieri e comportamenti che non gli appartengono e che sono solo nostre proiezioni.
Questa banale ma importante verità ci consentirà di ridurre la tristezza, la delusione e la rabbia che proviamo tutte le volte che le persone che amiamo mettono in atto gli stessi comportamenti, che noi non condividiamo ma che sono i LORO comportamenti.
MEMO: Solo perché crediamo che sia ragionevole comportarsi in un determinato modo, non significa che anche gli altri debbano pensarla allo stesso modo.
Contare fino a 10
Molto spesso ci arrabbiamo e rimaniamo feriti e delusi perché un nostro caro ha detto o fatto qualcosa di negativo nei nostri confronti, magari senza nemmeno accorgersene.
La primissima reazione è di “ritornare” la cattiveria.
Tuttavia, in questi casi, la soluzione più adeguata è fare un bel respiro profondo e porsi queste domande: “Qual è il vero nocciolo della questione?”,“E’ un’offesa così grave e imperdonabile?”.
Se ci rispondiamo di no, forse non vale la pena ingaggiare una discussione accesa.
Ogni tanto la strategia meno dispendiosa e più proficua è contare fino a 10 e valutare se è necessario e doveroso discutere, oppure è meglio lasciar perdere.
MEMO: Il più delle volte non vale la pena di litigare ferocemente con le persone che amiamo per futili motivi e con il rischio di rovinare la relazione.
Chiedersi se si sta pretendendo qualcosa di impossibile o se si sta chiedendo troppo
Esistono 2 tipologie di pretese: pretendere l’impossibile, oppure pretendere dall’altro qualcosa che non ha mai detto o promesso.
La prima pretesa: molti di noi pensano che il mondo andrebbe molto meglio se tutti pensassero e si comportassero come noi.
Come abbiamo visto prima, questo generalmente non e’ possibile. Inoltre: siamo così sicuri che quello che ai nostri occhi appare così appropriato e ragionevole, lo sia sempre in tutte le situazioni e per tutte le persone?
La seconda pretesa: vi è mai capitato di aspettarvi qualcosa da qualcuno e questo qualcosa non è arrivato? E vi siete arrabbiati e avete sofferto? Perché avete preteso quella frase o quel comportamento? Vi è stato promesso oppure siete voi che lo desideravate? Queste sono domande cruciali da porsi in quanto a volte succede che la frustrazione e la delusione siano da attribuire esclusivamente a noi stessi. Pretendiamo dall’altro qualcosa che siamo noi a volere che faccia, o addirittura agiamo con l’aspettativa che l’altro sia identico a noi.
MEMO: Abituiamoci a riflettere sulle nostre aspettative (impossibili? Eccessive?) per escludere che eventuali emozioni negative siano da imputare solamente a noi stessi.
Ricordarsi che non si possono controllare i comportamenti degli altri, ma si possono controllare le proprie reazioni
Purtroppo o per fortuna agli esseri umani non è data la possibilità di controllare le azione degli altri.
Ciò che invece ognuno di noi può fare è imparare a controllare le proprie reazioni a questi comportamenti.
Avere aspettative realistiche è già una buona modalità per non incappare in reazioni emotive di rabbia e frustrazione come conseguenza automatica dei comportamenti altrui.
Inoltre, è opportuno ricordare che non per forza dobbiamo essere d’accordo con quello che gli altri dicono o fanno. Anzi, non c’è niente di più bello e sano all’interno di qualsiasi relazione che esprimere le proprie opinioni e i propri punti di vista, non appiattendosi al pensiero dell’altro. Dall’altra parte, occorre anche non costringere l’altro a vedere le cose nel nostro stesso modo.
Spesso succede che avendo idee diverse e reputando di avere ragione, la conversazione diventi sempre più accesa fino ad alzare il tono della voce.
In questi casi, è opportuno evitare di intestardirsi nel far cambiare opinione all’altro e non infervorarsi sul proprio punto di vista facendo inferire all’altro, o addirittura dicendo, quanto la sua posizione sia irragionevole.
Non sentendosi attaccato e giudicato, la persona sarà anche più disposta a prendere in considerazione il vostro punto di vista.
MEMO: “Occorre imparare a cambiare quello che possiamo cambiare e imparare ad accettare quello che non possiamo a cambiare”.
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Vi seguo da diverso tempo, trovo gli articoli interessantissimi…Questo in particolar modo mi ha colpito…in fondo è giusto e anche sano non pretendere che il nostro partner la pensi come noi. E’ questo l’atteggiamento che assumo spesso nei confronti delle improvvise impennate del mio partner…Mi dico, per aiutarmi che ogni essere umano ha un suo back ground che interferisce nelle relazioni e che spesso non è possibile modificare. A volte non è facile non farsi del male davanti a certe offese immotivate…mi aiuta la mia capacità di perdonare, di mettere una pietra sopra….Ecco perche leggendo questo articolo sono rimasta colpita dai consigli. Non nascondo che a volte questa “resilienza” mi fa male ma reagisco, non sto ferma esco, faccio attivita’ sportive, ballo tango argentino…mi aiuto. Mi chiedo quanto a lungo potro’ “tenermi a bada” e mi piacerebbe avere a tal proposito altri consigli per ammortizzare e compensare le umoralità del mio partner che tengo a precisare, non è mio convivente…scelta questa di tutti e due…fondamentalmente siamo persone che amano i propri spazi liberi….. Vi ringrazio se mi darete altre “tecniche di sopravvivenza”….