Negli ultimi dieci anni, il disturbo narcisistico si è diffuso considerevolmente: sarà colpa dei social network, che ci forniscono nuovi e facili opportunità di metterci in vetrina?
Ogni giorno, sono migliaia le persone che pubblicano dettagli della loro vita su Facebook….
C’è chi si limita a un post ogni tanto, chi usa facebook per incrementare la propria attività lavorativa. Ma c’è anche chi sui social vive anche di notte, chi si sveglia per controllare se ha un follower o un like in più. E chi non si riaddormenta se la sua foto su Instagram non sta avendo il successo che si aspettava. Insomma, per molti, quella sensazione di celebrità virtuale a flusso continuo diventa necessaria, motivo di gratificazione. Mi riferisco al narcisista virtuale.
“Questi bulimici dell’attenzione altrui hanno trovato il loro habitat ideale sui social network: certo, narcisi sono sempre esistiti, ma finché non sono stati inventati i selfie, avevano poche occasioni di dare dimostrazione di sé” Paolo Crepet
Il narciso ha un bisogno abnorme di affermazione, apprezzamento, attenzioni, accudimento…ma per il narcisista virtuale tutto è più facilmente raggiungibile attraverso la tecnologia digitale. In mancanza della presenza fisica, può, infatti, gestire meglio le sue insicurezze, le sue fragilità….tanto nulla è veramente reale.
Chi è il narcisista virtuale?
A lui/lei(il narcisista virtuale coinvolge qualsiasi sesso) non interessa instaurare un vero rapporto. La necessità di conquista non sembra lasciare spazio a nessun tipo di coinvolgimento emotivo. È un anaffettivo! Ogni incontro è solo un’occasione per confermare a se stesso/a che può piacere e il potere che ne deriva. In effetti, non gli/le interessa veramente con chi sta chattando. Non prova empatia, cerca un rapporto superficiale, dove non si mettono in gioco i sentimenti.
E’ un vero e proprio collezionista di prede; tesse tante relazioni contemporaneamente, inanellando flirt e avventure per il solo gusto di testare le sue abilità di seduttore (seduttrice) e le forti emozioni che gli/le procura questa dinamica. E grazie ai social network, il suo raggio di azione si amplia a dismisura; il virtuale gli/le permette di assecondare il suo bisogno ossessivo di conquista.
“È come un pescatore che butta l’amo tutti i giorni: non gli interessa tanto chi abboccherà, perché è affascinato più dal gioco che dalla conquista. E una volta che la preda è caduta nella sua rete, rilancia l’esca e passa alla prossima cattura” Paolo Crepet
Il social è il suo parco giochi
In rete è ancora meno umano e cinico, perché il suo scopo è fare numero. Dentro i social può incontrare tanta gente differente e questa diversificazione gli/le permette di inventare tutte le identità che non ha, di trasformarsi in chi vorrebbe essere, ma non è. Così crea dei personaggi funzionali alla situazione, che a volte sono sempre gli stessi, altre cambiano.
Il narcisista virtuale non ha un harem
Il narcisista virtuale non ha l’harem, ha followers. Anche se può sembrare più semplice intrattenere più rapporti attraverso il virtuale, in effetti non lo è; quello di collezionare trofei e portare avanti queste relazioni sui social è un proprio mestiere, è un vero lavoro. Deve curare i sui fan, nel senso che deve tenere sempre alta l’attenzione e l’interesse, deve dare da mangiare a tutte/i qualcosina sennò il gioco si interrompe.
Gli effetti collaterali della tecnologia digitale
I narcisi sono così attaccati ai social e a se stessi che perdono di vista la realtà; anzi, la vita reale diventa una condizione scomoda, inaccettabile. Si sentono più forti, più sicuri rispetto a quando si muovono nella realtà, lontano dallo schermo. Distorcono la realtà a tal punto di rischiare le piccole certezze reali; il lavoro, gli amici, gli affetti….
I Social network diventano il moltiplicatore dell’ego narcisistico. Facebook, Twitter, Instagram funzionano da moltiplicatori del loro desiderio di essere al centro dell’attenzione. Soprattutto perché agiscono principalmente sull’immagine e i narcisisti sono più preoccupati di come appaiono che di cosa sentono.
Come individuare un narcisista virtuale
I fattori discriminanti che potrebbero indurci a capire chi abbiamo di fronte, sono vari. Il narcisista virtuale concentra tutti i suoi rapporti principalmente nel web. Non ha una seconda vita sociale nella realtà o almeno, se ce l’ha, non è soddisfacente.
Il narcisista virtuale è attento più all’aspetto che al talento e le nuove tecnologie digitali sono perfette per mettere in evidenza il “non-talento”. Il social diventa il suo palcoscenico personale. Può dare sfoggio delle sue imprese: mostrare dove sta, con chi sta, come è vestito/a, cosa sta mangiando…. Senza un reale impegno. Abbraccia uno stile di vita dell’apparire e per questo tutte le sue attività sono concentrate nel web.
Ama farsi vedere
Il primo comandamento del narciso virtuale è “farsi vedere”. I social network moltiplicano le occasioni per dare mostra di sé. Un tempo, per essere visto, il narciso doveva accontentarsi della passeggiata in centro, della festa, dell’evento, ma sui social l’evento è continuo, il flusso di immagini è continuo.
«Narciso, nella mitologia, si specchia nell’acqua beandosi di se stesso, e per i narcisi la visibilità viene prima dell’ammirazione, precede il giudizio di valore altrui. Farsi vedere è più importante che piacere, e il narciso è felice anche quando divide» Paolo Crepet
Esserci è la droga del narciso: non è importante ciò che dicono, ma essere presenti. Anche se, il più delle volte, superficialmente.
Dipendenza da like….piacere a tutti i costi
Il bisogno di essere ammirati arriva dopo quello di esserci e di farsi vedere. I social network hanno affermato la visibilità come misura del valore. Avere un riscontro, un feedback, un like, molti followers diventa una dipendenza. La dipendenza è tale che c’è chi resta connesso di notte e si sveglia appositamente per controllare se i suoi post stanno avendo successo.
Se vi trovate di fronte una persona che più volte al giorno vi comunica quanti follower ha, piuttosto che sulle statistiche di gradimento delle sue foto e dei suoi post, o che magari va in crisi se le sue foto vengono ignorate, bisogna iniziare a sospettare un eventuale forma di narcisismo.
E’ costantemente connesso
Si può già configurare un disturbo della personalità narcisistica in base alla quantità di tempo che si è sui social. Come ho già accennato, c’è chi ci sta giusto il tempo per postare qualche foto e leggere qualche notifica e chi invece ci vive sui social…anche di notte.
Cambia la foto del suo profilo in modo quasi ossessivo
Altro indicatore di narcisismo virtuale è dato dalla varietà di contenuti che posta sui social. Tra i fattori discriminanti figura anche l’età: un adolescente può cambiare una volta al giorno la foto del profilo di facebook, ma se qualcuno lo fa dopo i vent’anni, qualcosa non va.
Chi posta solo foto in stile top model, pure non essendolo, di sicuro ha una idea distorta del proprio sé. Così, ogni giorno ci imbattiamo in scenari differenti, ecco i tre più comuni:
- C’è chi posta foto in stile top model ma non si rende conto di non avere le caratteristiche fisiche per farlo.
- C’è chi posta foto di dettagli del proprio corpo così da celare le insicurezze dell’insieme. Non sono pochi, infatti, gli avatar di soli addominali, oppure che rimarcano solo labbra, occhi o scollature varie.
- C’è chi posta foto di sé scattate da fotografi professionisti pur non avendo mai fatto un provino da top model o altro.
Certamente chi posta fotografie di questo genere, vuole attirare l’attenzione, farsi notare e far parlare di sé.
“Le foto del profilo sono il nuovo biglietto da visita. Sono sintomatiche tutte le foto in cui ci si addobba in modo diverso da come si è: foto che sono un’esteriorizzazione del sé, in mancanza del sé” Crepet
Perché questo bisogno compulsivo di sedurre?
Nasce da un vuoto interiore. Non sa chi è, non sai cosa vuole, questo vuoto lo riempie con una serie foto che dicono che è irresistibile, che gli dicono le cose che non è.
Perchè tanta gente è attratta da questo profilo?
C’è anche l’altra faccia di questa dinamica; coloro che si fanno affascinare da questi individui senza grandi qualità. È un corto circuito ovviamente. Una persona che ha un minimo di identità, che ha un po’ di senso si sé, non cede al primo che si presenta sulla rete. Evidentemente c’è un vuoto che attrae un altro vuoto.
Non cercano un uomo/una donna con cui costruire realmente una relazione, anche se molti non hanno il coraggio di ammetterlo a se stessi e si raccontano delle bugie. Chi si fa agganciare da una persona così, cerca una figura che le/gli tolga quel senso di frustrazione che la vita le/hli procura, che la/lo distragga dai problemi che in quel momento appaiono irrisolvibili.
Vuole divertirsi, non pensare a nulla e trovare una soddisfazione istantanea alla sua necessità, al suo desiderio. E la soluzione è lì a portata di mano, disponibile per tutti. L’unico sforzo è accendere il computer o collegarsi sul telefono, non deve fare nulla, non si suda. Il risultato è immediato ed è talmente semplice che diventa compulsivo.
C’è anche da dire che molte volte capita di non cercare la persona, ma l’amore a prescindere da chi si ha davanti e tutto quello che ne consegue.
“Sapere e rincuorarsi che c’è qualcuno che ti telefona, che ti dà il buongiorno e la buonanotte, qualcuno su cui poter fantasticare e proiettare tutte le tue aspettative. Per alcune persone è necessario che quando tornano la sera a casa ci siano le luci accese. Poi, chi le accende è secondario”
Qual è il modo migliore per chiudere con un narcisista virtuale?
Limitarsi a voler chiudere la relazione non serve se non si va a fondo della faccenda. Chi ha molta forza di volontà potrebbe anche decidere di chiudere nonostante le sofferenze che potrebbe innescare la fine di questo-seppur virtuale- rapporto. Non serve forzare la mano se prima non c’è consapevolezza, altrimenti si finirebbe per inciampare in un nuovo narcisista così da replicare la storia o addirittura imbattersi in uno scenario peggiore.
L’unica soluzione è quella più banale ma anche la più difficile da portare a termine: accettarsi e volersi bene. Accettazione e amor proprio dovrebbero essere caratteristiche imprescindibili di ognuno di noi, eppure, troppo spesso sono carenti. L’amor proprio ci fa da scudo a qualsiasi relazione sbagliata e può farci ambire a una vita sempre più luminosa.
Vivere troppo “Social” fuori dalla vita vera
Chi vuole approfondimenti sul tema può leggere l’estratto gratuito (o acquistare il libro completo) “Baciami senza rete” di Paolo Crepet. Il libro è nato da una semplice frase vista su un muro per le strade di Roma, la frase era semplice: spegnete facebook e baciatevi. Il libro vuole essere un inno alla vita della concretezza, un’analisi appassionata di ciò che sta accadendo nei giorni nostri con tanti spunti di riflessione per vivere al meglio all’era di Facebook e Twitter.
Per leggere l’estratto gratuito o per acquistare il libro, ecco il link ufficiale Amazon: Baciami senza rete.
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