Diceva Freud “I mestieri più difficili in assoluto sono nell’ordine il genitore, l’insegnante e lo psicologo“. Eh si, anche quello dello psicologo è un mestiere difficile. Come in ogni professione esistono anche terapeuti incompetenti e ciò può contribuire ad acquisire una percezione distorta sull’operato de uno psicologo, in generale.
Quante volte ci è capitato di aver dovuto cambiare dentista o magari endocrinologo (giusto per fare qualche esempio) perché ritenuti, per la nostra esperienza, degli incompetenti? Ecco, non dicasi lo stesso per la psicoterapia…. quando si tocca questo argomento si tende a generalizzare!
Come capire quando uno psicologo è inadeguato?
In primis, è necessario sentire che si può aver fiducia nel proprio terapeuta, ma non è necessario sentirsi in ogni momento a proprio agio durante le sedute. Infatti, se le domande e le osservazioni del terapeuta non ti provocassero mai neanche il più piccolo disagio, potresti non arrivare mai da alcuna parte.
A volte la terapia può raggiungere punte molto alte d’intensità, mentre con altri pazienti o in altri momenti può presentarsi come un processo amorfo, vago e privo di meta. In entrambi i casi, però, dovrebbero sempre essere percepibili i cambiamenti che ci si aspettano dal trattamento. Diversamente, la terapia non sta funzionando.
La psicoterapia non è dare consigli. Il mondo è pieno di consigli e consiglieri: l’ultima cosa di cui tu hai bisogno, quindi, è ancora un altro consiglio. L’obiettivo del trattamento è riscoprire la propria voce, le proprie priorità e il coraggio per agire su di esse. Non c’è bisogno che il terapeuta ti dica cosa fare del tuo matrimonio, della tua carriera o delle tue ansie.
Purtroppo, non tutti gli psicologi e terapeuti hanno la formazione e l’esperienza necessaria…e allora è legittimo chiedersi: come si fa a capire quando uno psicologo è inadeguato?
1. Quando si comporta in modo poco etico
È normale che gli psicologi tentino di stabilire una relazione empatica, perché si tratta di uno dei pilastri della terapia, ma andare troppo oltre è una violazione imperdonabile del codice etico. Qualsiasi gesto o parola che si sposti verso la sfera romantica o sessuale è un segnale di allarme. Lo stesso vale per qualsiasi tipo di violazione della riservatezza o commento offensivo, sia all’interno che all’esterno dell’ambulatorio.
2. Quando non è uno specialista nel tuo problema
In psicologia ci sono decine e decine di disturbi, non è semplice essere esperti in tutti questi e tenere il passo con il progredire delle varie terapie. Uno psicologo che non ha una formazione e/o esperienza specifica nel trattamento di determinati problemi potrebbe fare una diagnosi sbagliata.
Non è detto che non sia bravo, ma semplicemente poco esperto nel gestire le tue problematiche. Pertanto, prima di iniziare un processo di psicoterapia, chiedi il grado di esperienza nel trattamento di casi simili.
3. Quando i suoi suggerimenti violano le tue convinzioni e valori
Un buon terapeuta deve essere in grado di entrare in sintonia con le tue convinzioni e i tuoi valori, anche se non li condivide nella sua vita personale. In alcuni casi ti può incoraggiare a uscire dalla tua zona di comfort e mettere in discussione alcune idee, ma non può attaccare le tue convinzioni più profonde al punto da sprofondarti in una crisi esistenziale. Gli obiettivi della terapia e la via da seguire vanno decisi insieme, non devono venire imposti dal terapeuta.
4. Quando non risponde alle tue domande
Normalmente, gli psicologi non tendono a dare consigli perché il paziente potrebbe prenderli come linee guida troppo rigide da seguire. La loro missione è quella di aiutare ogni persona a trovare la propria strada e la soluzione che meglio si addice al suo caso. Tuttavia, ciò non significa che non possano rispondere ad alcune domande e chiarire dei dubbi. Infatti, l’orientamento è anche parte della terapia. Pertanto, in un ambulatorio di psicologia non è solo il paziente a dover parlare.
5. Quando condivide troppe informazioni personali
In alcuni casi, al fine di generare un poco di complicità, lo psicologo può condividere alcune informazioni della sua vita personale, ma questo non può diventare la norma. Quando un terapeuta parla troppo di se stesso corre il rischio che il paziente imiti le sue soluzioni pensando che siano le più appropriate.
6. Quando ti senti giudicata/o
Uno dei capisaldi di tutta la psicoterapia non è quello di giudicare o criticare, ma di accettare il paziente. Tuttavia, non tutti i terapeuti sono capaci di controllare il loro linguaggio extraverbale, e capita che si tradiscano attraverso dei piccoli gesti che mostrano che non condividono alcuni tuoi punti di vista. Se ogni volta che sei con il tuo psicologo ti sentit giudicata e criticata, è giunto il momento di cambiare.
7. Quando minimizza il tuo problema
Quando una persona va da uno psicologo per chiedere aiuto, è perché pensa che il suo problema è così importante che non sa come affrontarlo. Se il terapeuta non è in grado di percepire la gravità del problema, lo affronterà in modo semplicistico proponendo delle azioni che allontaneranno ulteriormente il paziente dalla sua realtà peggiorando la situazione.
8. Quando ti senti male dopo le sessioni terapeutiche
Durante una sessione terapeutica può rimanere un poco di amaro in bocca, forse perché si è toccato un argomento delicato. Tuttavia, se questa sensazione si ripete sistematicamente allora è probabile che la terapia non funzioni. Normalmente gli psicologi strutturano le sessioni terapeutiche in modo tale da produrre la sensazione che stai avanzando, o almeno per farti uscire rilassata e fiduciosa.
9. Quando non è capace di ascoltare
Una sessione di psicoterapia è sacra, tanto per il terapeuta che per il paziente. Un incontro non deve venire interrotto perché esiste il rischio di perdere il senso di fiducia che si era creato. Se il terapeuta interrompe spesso le sessioni, è un segno che non è un buon terapeuta. Un altro segnale di allarme è quando non ricorda dei dati importanti del tuo caso. Di norma, dopo ogni sessione terapeutica lo psicologo deve fare una relazione e lavorarci su. Quindi, se ha dimenticato dei dettagli rilevanti è perché non sta facendo il suo dovere.
10. Quando la psicoterapia non finisce mai
A volte la psicoterapia si estende oltre i nostri piani, ma quando uno psicologo è esperto può stimare in modo abbastanza preciso il numero di sessioni che saranno necessarie. Se sei in terapia da diversi anni e ritieni di non poter sopravvivere senza il tuo psicologo, è probabile che si sia generato un rapporto di dipendenza. Tuttavia, il ruolo dello psicologo è quello di darti gli strumenti per metterti in grado di affrontare diverse situazioni, non quello di creare una “dipendenza” dalla sua terapia.
Come scegliere uno psicoterapeuta, la scelta giusta
A volte è sufficiente proprio un semplice input, per uscire dallo stallo in cui ci siamo arenati, per trovare poi la strada da soli, strada che magari era proprio accanto a noi, ma così nascosta che sembrava non esistere.
Spesso si ha paura che la terapia non funzioni ma si può sempre cambiare, cercando di capire però quello che non andava, ciò che non ha funzionato, per non rischiare che l’abbandono diventi solo una scusa, un tentativo di fuga dalle proprie paure, nel vano tentativo di non affrontarle.
Il criterio più importante da considerare nella scelta del terapeuta è: se il processo terapeutico riesce a darti buone sensazioni e a farti stare meglio secondo i tuoi criteri, allora va bene. Altrimenti cambia terapeuta.
Se già uscendo dalla prima seduta ti senti peggio, cambia senza indugi. Escluso questo caso limite, dati un termine di almeno quattro o cinque sedute prima di decidere.
È importante non perdere subito la fiducia in caso di esperienze poco edificanti, e mantenere invece l’utile convinzione che quel terapeuta eventualmente non sarà stato efficace, non la psicoterapia in se stessa.
Esperienza emozionale correttiva
Anche se hai avuto una brutta esperienza con un terapeuta non significa che tutti siano così. Fortunatamente, ci sono molti psicologi esperti che si tengono costantemente aggiornati in merito alle nuove tecniche e che hanno contribuito con successo ad aiutare centinaia di persone ad affrontare i loro problemi.
Quello che è importante ottenere da una terapia è la cosiddetta esperienza emozionale correttiva. Questa definizione indica qualunque esperienza tu faccia attraverso le interpretazioni, le indicazioni e le prescrizioni che il tuo terapeuta ti darà, e che segnerà lo sblocco, il momento di rottura fra il vecchio modo di percepire il tuo problema e un modo del tutto nuovo.
Questa esperienza non ha niente a che vedere con la razionalità e non si tratta di apprendimento. All’improvviso, senza sapere perché ti senti meglio, più sani, più speranzosi, più decisi, più energici, tutto sembra essere più chiaro e i sintomi sono scomparsi.
Questa è la magia che una buona psicoterapia ha da offrire. Naturalmente la terapia non terminerà subito dopo: è necessaria una successiva fase di consolidamento, per far sì che le situazioni che prima provocavano il problema perdano completamente la propria forza, che i nuovi schemi di reazione si assestino, si stabilizzino e diventino definitivi, per evitare ricadute.
…..Se reputi di non essere stata seguita da un buon psicologo, non lasciare che una brutta esperienza ti limiti. Il passo successivo è quello di cercare un nuovo terapeuta. “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino” (Carl Gustav Jung)
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Ciao,io ero seguita da una psicologa-psicoterapeuta che veniva a casa mia ogni 2 settimane,all incirca.Ogni volta che veniva,però,la prima cosa che chiedeva era che le facessi il caffè e l uso del mio bagno.Poi,se per caso,mia mamma aveva fatto una torta,era capace di chiederne una fetta.Da anni,mi chiedo come sia possibile un tale comportamento..Sono sconcertata….Avete dei consigli da darmi?