Abitudini tipiche delle persone pessimiste

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor
“La giusta e retta ragione è una luce dell’anima che le fa vedere le cose com’esse sono. Ma in questo mondo ci sono mille nubi che la circondano e l’oscurano”   Nicolas d’Aill

Le circostanze della vita hanno poco a che fare con la felicità perché parte della gioia della nostra vita è il prodotto delle nostre abitudini e della nostra visione della vita. E a seconda di come usiamo le nostre forze di pensiero ci arriva gioia o dolore, pace o dolore, successo o fallimento, ottimismo o pessimismo. Quindi, siamo noi a scegliere, più o meno consciamente se essere pessimisti od ottimisti; ed ogni volta che vediamo il bicchiere mezzo vuoto stiamo dicendo a noi stessi: “voglio essere pessimista“. Ci sono individui che passano la maggior parte della loro vita segnata irrimediabilmente dal pessimismo e sono portati a vedere sempre il lato negativo delle cose. Ma tale pessimismo quanto può incidere nei rapporti interpersonali, sul luogo di lavoro, edin generale nella vita di tutti i giorni?

Cosa si intende per pessimismo?

Il pessimismo è una condizione tale per cui un individuo, a causa di una serie di eventi dolorosi, inizia a vedere solo gli aspetti negativi della realtà, convincendosi che qualsiasi cosa volgerà al peggio. Può trattarsi di uno status naturale, quando si dice essere “pessimisti di natura”, oppure acquisito, quando sono le esperienze di vita ad averci segnato negativamente.  Per approfondimento può interessarti la lettura dell’articolo “Atteggiamenti mentali negativi che ci fanno essere infelici cronici”

10 abitudini delle persone pessimiste

Poiché ogni persona tende a dare una spiegazione agli eventi che accadono, quando la spiegazione porta a credere che non sia possibile fare niente per migliorare la condizione in cui ci si trova, si resta a lungo vittima della tristezza e di altre emozioni spiacevoli, preda di un circolo vizioso che porta a vedere la situazione in un modo sempre più catastrofico e pessimista.

Circa la metà della nostra vita è regolata da quella parte del cervello dove appunto si sedimentano comportamenti automatici. E qui entrano in gioco i virus delle cattive abitudini. È necessario conoscere queste abitudini, riportate di seguito, poiché sono considerate i nemici dell’ottimismo e della gioia.

1. Hanno una visione distorta della realtà

Questo può essere visto in tutti i frammenti di tempo. Ad esempio, il protagonista ricorda più spesso le tristi situazioni di ieri o vive con la percezione del desiderio cronico che gli impedisce di godersi il presente. Allo stesso modo, si concentra maggiormente sulle carenze che nelle ragioni di gratitudine per il presente. Allo stesso modo, visualizza il futuro dal prisma dell’insicurezza. Pertanto, il pessimismo, come l’ottimismo, mostra uno sguardo davanti alla realtà.

Se nel piano del pensiero sorgono credenze limitanti che boicottano il potenziale di quella persona, nel livello dell’espressione verbale la tendenza a lamentarsi sorge come una risposta all’insoddisfazione personale. La denuncia non risolve nulla da sola, tuttavia, sembra un mantra per coloro che contemplano la realtà dal punto di vista dell’autocommiserazione, della sfortuna, del confronto con gli altri o della paura. A volte, le persone pessimiste arrivano alla conclusione che non hanno fortuna perché questo è il messaggio che si sono ripetute in molte occasioni.

3. Hanno un’immagine sbagliata di se stessi

Le persone pessimiste hanno una visione distorta delle loro capacità e del loro talento. E, spesso, confondono il modo in cui si vedono con il modo in cui pensano di essere visti dagli altri. Ad esempio, non si sentono a proprio agio quando ricevono parole di riconoscimento perché non credono davvero di meritarselo. Il pessimismo è una delle caratteristiche delle persone con bassa autostima.

4. Si confrontano con gli altri

Le persone pessimiste possono perdere la dose di energia nella tendenza ricorrente a vivere dal confronto per idealizzare gli altri e posizionarsi in un ruolo di inferiorità. Ci sono così tanti pensieri negativi che possono passare attraverso la mente di una persona durante un solo giorno che queste credenze vengono trasferite sul piano d’azione nella forma di un atteggiamento segnato dall’insicurezza in nuove situazioni che producono paura.

6. Si lamentano sempre

Lamentarsi è tanto preoccupante quanto essere pessimisti. Lamentarsi è un comportamento auto-rinforzante. Pensando costantemente e poi parlando costantemente di quanto sia negativa la situazione, non si fa altro che affermare le convinzioni negative. Se parlare di ciò che vi da fastidio può farvi sentire meglio per un po’, c’è una sottile linea tra il lamento terapeutico e alimentare l’infelicità. Oltre a rendervi ancora più infelici, lamentarvi allontana chi vi sta intorno.

6. Ingigantiscono i problemi

Gli eventi negativi accadono a tutti. La differenza è che le persone felici li considerano per quello che sono, ovvero una sfiga passeggera, mentre gli infelici li interpretano come un’ulteriore prova di come la vita voglia prendere il sopravvento su di loro. Se una persona felice è coinvolta in un tamponamento sulla strada di ritorno da lavoro, sarà sicuramente sconvolta ma saprà anche a guardare all’accaduto per quello che è e penserà “Che seccatura! Per fortuna, però, non è successo niente di grave.” Al contrario, una persona infelice interpreta quell’episodio come l’evidenza di un giorno, una settimana, un mese o addirittura un’intera esistenza maledetta.

7. Nascondono i problemi sotto il tappeto

Le persone felici si assumono la responsabilità delle proprie azioni. Quando sbagliano, lo ammettono. Gli infelici, d’altro canto, concepiscono i problemi e gli errori come una minaccia e per questo tentano sempre di nasconderli. Più si cerca di ignorare i problemi e più appaiono grandi. Più non si fa niente per risolvere una questione e più ci si sente e ci si convince che non ci sia nulla da fare a riguardo e per questo si cade nuovamente nel vittimismo.

8. Non si mettono in discussione

Poiché le persone infelici sono pessimiste e avvertono la sensazione di non detenere il controllo sulla propria vita, tendono a non fare niente e aspettare che qualcosa succeda. Anziché porsi degli obiettivi, imparare e migliorarsi, preferiscono arrancare, meravigliandosi poi perché le cose non cambiano mai.

9. Si paragonano  agli altri

La gelosia e l’invidia non sono compatibili con la felicità. Per questo se trascorrete la vostra esistenza a paragonarvi agli altri, è arrivato il momento di smetterla. In una ricerca, più soggetti hanno dichiarato che per loro andrebbe bene guadagnare meno ma quando anche gli altri guadagnano meno. Siate accorti con questo tipo di atteggiamento, non vi renderà più felici, anzi, il più delle volte otterrete l’effetto opposto.

10. Assumono un atteggiamento vittimista

Le persone infelici tendono a descrivere la vita come severa e fuori dal loro controllo. Detto in altre parole, “La vita è lì fuori che mi aspetta per impossessarsi di me e non c’è niente che possa fare a riguardo”. Il problema di questa filosofia è che corrobora la sensazione di impotenza e le persone che si sentono impotenti difficilmente agiscono per migliorare la propria situazione.

Se è vero che abbiamo tutti diritto a sentirci giù di tanto in tanto, è altrettanto importante imparare a riconoscere quando questo sentimento inizia impossessarsi della nostra vita. Non siete l’unica persona alla quale succedono avvenimenti negativi e sappiate che avete il controllo sul vostro futuro sempre che siate disposti a fare qualcosa.

Come smettere di essere pessimisti

Se vuoi smettere di vedere sempre tutto in ottica negativa non devi farti condizionare dalle brutte esperienze vissute. I ricordi, infatti, se angoscianti, possono appesantire la tua quotidianità. Per questo è necessario lasciar andare il passato affinché non condizioni il tuo futuro.

Le tue decisioni, gli stati d’animo e i comportamenti hanno origine grazie alla comunicazione che hai costantemente con te stessa/o. Pertanto se «ti parli» con un linguaggio negativo come «capitano tutte a me»; «non ce la farò mai»; «sono un incapace», allora il risultato di riflesso sarà un comportamento debilitante. Se, invece, ti rivolgi a te stessa/o con messaggi di apprezzamento e di stima allora il tuo comportamento avrà dalla sua gratificazione e successo.

Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche, che lo rendono unico e speciale

Impara a trovare aspetti positivi e soluzioni ai problemi. E questo non significa pensare che tutto vada sempre bene, ma capire che si può agire per cambiare ogni situazione, rendendola più gradevole e positiva…Se vuoi cambiare la tua vita, inizia cambiando atteggiamento.

Prova a non considerare più le tue mancanze come “limiti”, ma come “aree di miglioramento”.  Il primo passo per disinnescare un radicato senso di inferiorità è acquisire la consapevolezza che la percezione negativa che hai di te stesso è solo un idea che deriva dalla tua storia personale. E se vuoi rendere questo compito più semplice, puoi affidarti a uno specialista che ti aiuti a percepirti in una nuova prospettiva. E nel frattempo ricorda sempre…..sentirsi insignificante, stupido o incapace non vuol dire esserlo veramente e soprattutto non significa che gli altri ti vedano cosi!

E’ ora di rinascere!

Pochi di noi hanno avuto la fortuna di essere costantemente valorizzati. Tutte le volte che gli altri non hanno creduto in noi, ci hanno insegnato a non farlo! Le volte che gli altri ci hanno umiliati e scherniti, ci hanno insegnato a essere timorosi e sfiduciati. Famiglia, amici di scuola, insegnanti… ci hanno implicitamente insegnato a metterci da parte, a svalutare il nostro valore intrinseco, a ignorare l’immenso potenziale che ci portiamo dentro. Non ha senso chiuderti nel tuo dolore, hai la possibilità di riscattarti, di guardarti per ciò che sei e che puoi essere! Hai la possibilità di liberarti da zavorre emotive e dai condizionamenti, ti mancano solo gli strumenti giusti per farlo.

Ci sono diversi step che si possono seguire per ricevere il supporto emotivo necessario a guarire dagli effetti negativi di una famiglia disfunzionale

Il primo tra tutti è sicuramente quello di lavorare su se stessi: sapere che non è la tua famiglia a definirti come individuo e che è possibile lavorare sulle conseguenze emotive che ti ha lasciato. Questo è il miglior modo per iniziare ad affrontare la difficoltà di essere cresciuto in nucleo famigliare tossico….Al cuore bisogna dare del tempo per accettare ciò che la ragione ha già saggiamente colto. Perché se è vero che non scegliamo la nostra famiglia d’origine, possiamo però scegliere come costruire la nostra famiglia per non riproporre un modello tossico.

Nel mio nuovo libro «d’Amore ci si Ammala, d’Amore si Guarisce», ti parlo di relazioni ma, ancora di più, ti parto di te e di cosa puoi fare per te stesso per costruirti una storia d’amore appagante, lavorando sui carichi emotivi che ti porti dal passato. Le nostre esperienze ci rendono ciò che siamo ma noi non siamo impotenti. Sono molte le cose che puoi fare per te stesso. Perché come scrivo nell’introduzione del libro “Non è mai l’amore di un altro che ti guarisce ma l’amore che decidi di dare a te stesso”. Il libro lo trovi su Amazon, a questo indirizzo  e su tutti gli store online. Se hai voglia di scoprire le immensità che ti porti dentro e imparare a esprimere pienamente chi sei, senza timori e insicurezze, è il libro giusto per te.

A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
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