“Sono una persona forte nessuno potrà mai ferirmi” Non credere di essere immune alle critiche tossiche, chiunque può vivere un periodo di precarietà, di instabilità emotiva tale da renderlo bersaglio facile delle critiche manipolatorie. In effetti, nessun rapporto umano è mai completamente privo di conflitti. Sempre e comunque in qualsiasi occasione ci saranno sempre persone pronte a seminare discordia e a trasmettere negatività.
Ciascuno di noi sperimenta infatti diversi stati d’animo e mostra difetti che espongono inevitabilmente i legami (di qualsiasi tipo) a scossoni che come acquazzoni stravolgono i momenti di sereno. Ma a volte può accadere di restare invischiati in una relazione tossica che, anziché stimolare la crescita e regalare una sensazione di benessere e di felicità, fa sentire depressi e insicuri; relazioni basati non su ascolto, confronto e rispetto, bensì tormentati da continue critiche, su cui aleggia una generale negatività e in cui è evidente la mancanza di fiducia.
“Sono stata per anni un “camaleonte sociale”, ho imparato l’arte di dire alle persone quello che volevano sentirsi dire ed essere qualcuno che avrebbero trovato interessante, preoccupandomi incessantemente di quello che gli altri pensavano di me, temendo le critiche e di conseguenza trattenendomi dall’essere me stessa”. – Sacha Crouch. Ti ci ritrovi? Un bel giorno apri gli occhi e ti accorgi del tempo perso. Delle occasioni mancate. Delle decisioni non prese. E che nella tua vita niente è andato nel modo che volevi. In genere non è un bel giorno. Il problema di questa totale accondiscendenza nei confronti degli altri è che non ti permette di mettere te stesso e la tua felicità al primo posto: i tuoi bisogni sono sempre sacrificati per soddisfare quelli altrui.
Critiche costruttive e critiche distruttive
Sappiamo che le prime servono anche se possono far male. Mentre le seconde feriscono e basta, senza essere di alcuna utilità.
Cominciamo col dire che le critiche costruttive sono uno degli strumenti migliori per far crescere qualcuno. Raramente siamo buoni giudici di noi stessi: serve una terza persona che ci faccia notare i nostri errori.
Le critiche distruttive, invece, sono micidiali: distruggono l’autostima, azzerano la motivazione, intaccano la fiducia in se stessi. E lasciano una scia di dolore, rancore, sfiducia. Insomma, sono quelle critiche che vogliono causare danni (psicologico, economico, sociale) e il cui scopo non è dire ” ehi guarda che stai sbagliando ….” , ma dire:, “guarda che sei proprio una brutta persona”.. Le critiche distruttive tendono a valutare l’intera persona e non il singolo aspetto, tendono, come già accennato, a distruggere l’autostima delle persone, un modo di “uccidere” anche se con la lingua e metaforico. Ecco alcuni elementi che ci permettono di fare una distinzione tra la critica costruttiva e quella distruttiva:
– La critica distruttiva si focalizza su ciò che è sbagliato (“Perché non riesci a fare attenzione ai conti?”). La critica costruttiva presta attenzione ai possibili miglioramenti (“Controlliamo i conti insieme.”)
– La critica distruttiva tende a sottolineare ed enfatizzare le caratteristiche negative della personalità (“Sei pigro e perditempo!”) La critica costruttiva si concentra sul comportamento e non sulla personalità (“Possiamo mettere in ordine I conti in base alle scadenze?”)
– La critica distruttiva inferiorizza (“Credo che tu non sia capace di farlo.”) La critica costruttiva incoraggia. (“So che ci sono tante cose da imparare ma sono certa che insieme ci riusciremo)
– La critica distruttiva condanna (“Tutta la confusione economica che si è create è colpa tua”). La critica costruttiva si focalizza sul futuro (“Possiamo uscire da questa situazione se ci impegniamo tutti e due”)
– La critica distruttiva tende al controllo (“So io qual è la soluzione migliore; tu lascia perdere, non sei in grado.”) La critica costruttiva alimenta il senso di autonomia (“Rispetto il diritto che hai a fare le tue scelte, anche se non le condivido.”)
– La critica distruttiva è coercitiva. (“Farai quello che ti dico altrimenti ti farò vedere io!”) La critica costruttiva non è coercitiva (“So che possiamo trovare un compromesso insieme.”)
Il circolo della paura: quando il giudizio degli altri ferisce nel profondo
Fin dalla primissima infanzia l’essere umano costruisce la propria identità all’interno della relazione con l’altro, per cui è naturale tenere in considerazione le opinioni che gli altri hanno di noi. Anche nella famosa “piramide di Maslow” il bisogno di appartenenza si colloca al terzo gradino, subito dopo il bisogno di sicurezza. Essere amati e accettati è uno dei nostri bisogni umani essenziali, fa parte del nostro patrimonio genetico e ha una spiegazione evoluzionistica.
Per i nostri antenati vivere in un gruppo era fondamentale perché permetteva di aiutarsi nella caccia, nella cura della prole e nella difesa dai pericoli. Questo ha fatto sì che il nostro cervello abbia imparato a valutare come pericolo l’eventualità di essere allontanati, espulsi o emarginati. Anche se oggi tale situazione non mette a rischio la propria sopravvivenza, è normale che una delle paure più diffuse sia proprio quella del giudizio altrui.
Capita spesso infatti che, quando una persona non si sente accettata, tenda a sopportare le critiche, ad aderire (quasi senza alcuna esitazione) alle condizioni, talvolta estreme, che le vengono imposte dal gruppo al quale appartiene.
Scegli con cura chi avere nella tua vita
Studi sulle interazioni psicologiche hanno dimostrato che critiche e insulti hanno un effetto sull’umore cinque volte superiore rispetto alla comunicazione positiva derivante, ad esempio, dai complimenti. Anche solo brevi interazioni con persone negative possono avere, quindi, un grande impatto sul nostro equilibrio emotivo ma anche sulla capacità di raggiungere i nostri obiettivi (ad esempio, quelli lavorativi).
Secondo Cicerone “l’amicizia rende la prosperità più splendente e riduce le avversità dividendole e condividendole“. Il sostegno degli altri è il fattore più importante per prevedere le capacità di resilienza umana. Per questo è importante scegliere con cura le persone che vuoi nella tua vita. Il tradimento è un dolore che dura tutta la vita. Coloro che tradiscono gli altri, probabilmente tradiranno anche te. Quindi, essere selettivo nella scelta delle persone che frequenti può essere un primo, importante indizio! Perché sebbene credere in se stessi sia fondamentale a prescindere da cosa pensano gli altri, non è sempre facile riuscirci se intorno si hanno solo persone ostili.
Per fare la scelta giusta occorre un po’ di fiuto interiore, senza tuttavia cadere in atteggiamenti estremisti, confondendo i punti di vista diversi con un atteggiamento di negatività. Sono due cose diverse ed è importante saperle distinguere. Ma una cosa è certa: chi non crede in te, non ti supporta e non ti incoraggia mai a dare il meglio di te stesso, bene non ti fa!
Sta a te far appello al tuo senso di responsabilità e decidere chi frequentare. Scegli se sei disposto a sostenere ancora quel rapporto oppure se è il caso di interromperlo, di mettere mano alle cesoie per tagliare quel ramo secco che non da più frutto. E ricorda sempre…non c’è nessuna colpa nel pretendere di meritare il meglio per se stessi. Non dimenticarlo mai….il tempo è il tuo bene più prezioso, assicurati di trascorrerlo con chi ti apprezza e ti riserva un posto in prima fila nella sua vita. Non disfarti in mille pezzi per lasciare interi gli altri.
Una lettura preziosa che ti cambierà la vita
Ormai molti già lo conoscono, si tratta del mio libro bestseller: «Riscrivi le Pagine della Tua Vita». E’ il libro che io stessa avrei voluto leggere tantissimi anni fa, prima ancora di diventare uno psicologo. In ogni pagina, ti spiego come ridefinire la tua identità a partire dai tuoi vissuti del passato e dalle emozioni che provi oggi. Potrai finalmente concederti il lusso della politica dei piccoli passi, cioè riuscirai a migliorare la tua vita giorno per giorno, senza pretendere tutto e subito, in ogni capitolo, infatti, ci sono esercizi pratici e nozioni che possono aiutarti fin da subito a migliorare la qualità della tua vita a partire dalla relazione che hai con te stesso e con gli altri. Puoi ripartire ricostruendo quella fiducia perduta. C’è una persona che non dovrebbe deluderti mai: quella persona sei tu! Ricorda: anche tu meriti la tua fetta di felicità in questa vita, abbi il coraggio di allungare la mano per prenderla! È tua, ti spetta di diritto. Il mio libro puoi trovarlo in libreria e a questa pagina Amazon.
A cura di Ana Maria Sepe, psicologo e fondatrice della rivista Psicoasvisor
Autore del libro Bestseller “Riscrivi le pagine della tua vita” Edito Rizzoli
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