Amici di letto: può funzionare?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

È probabile che tu abbia visto almeno un film in cui i due protagonisti, semplici amici, finiscono per diventare «amici di letto» o meglio, come dicono gli inglesi, friends with benefits, amici con vantaggi. Di solito, questi film descrivono una storia d’amicizia che si evolve in una storia d’amore, con l’immancabile: «vissero tutti felici e contenti». Un film sull’argomento? La commedia romantica con Justin Timberlake e Mila Kunis, è vero, un po’ datata perché del 2011, ma che rispetta tutti i copioni del caso.

Come puoi immaginare, la realtà si discosta sempre da ciò che vediamo sul grande schermo. Gli «amici con vantaggi» anche se si fanno la promessa di non avere nessun vincolo sentimentale-affettivo, spesso inciampano e violano la promessa. La realtà è che non tutti sono portati per questa particolare formula di amicizia e, prima di esplorare questo campo, per non rischiare di farsi male, bisognerebbe esplorare profondamente se stessi (da un punto di vista psico-affettivo, giusto per non equivocare!).

Perché essere «amici di letto» non è facile

Quando pensi a un’amicizia del genere, probabilmente immagini lenzuola aggrovigliate, soddisfazione e appagamento pronti all’uso, giornate da trascorrere con il sorriso stampato sulle labbra, complicità e disimpegno, perché, intanto, puoi continuare la tua ricerca sentimentale. In realtà, quando subentra l’intimità, il confine tra amicizia e relazione sentimentale, non è poi più così definito. Può emergere confusione e con la confusione, insoddisfazione, stress e problemi relazionali.

Il contatto fisico e intimo con un’altra persona innesca una cascata ormonale nel nostro organismo e neurotrasmettitoriale nel nostro cervello. I nostri corpi divengono un covo di dopamina ed endorfine il che è meraviglioso, se non fosse che, fin da bambini, siamo programmati per stringere legami di attaccamento. Già, veniamo al mondo con lo scopo di stringere un legame significativo che ci possa tenere in salvo, è la selezione della specie che ci ha programmati geneticamente per questo scopo. Stringere relazioni affettive è, dunque, nel nostro DNA.

Quando l’amicizia diviene anche fonte di appagamento fisico, è difficile resistere alla tentazione di costruire un legame. Tra gli ormoni del benessere prodotti, ricordo anche l’ossitocina. Questo ormone è prodotto spontaneamente quando siamo attratti da qualcuno ma è anche prodotto durante il contatto fisico, con gli abbracci, le carezze… ed è associato alla costruzione di un legame dato che fomenta lo sviluppo di sentimenti di unione, fiducia e sicurezza. Sono numerose le ricerche che mostrano come l’ossitocina possa coadiuvare l’attaccamento (Sue Carter, 2017).

Su alcune persone, però, questa cascata di ormoni e neurotrasmettitori sembra non sortire alcun effetto in termini di attaccamento. Perché? È evidente che non tutti sono portati per l’amicizia da letto.

Quando evitare «l’amicizia con vantaggi»?

Se l’idea di farlo senza alcun vincolo affettivo ti piace, allora non c’è niente di male. Fintanto che i rapporti sono pienamente consenzienti e nessuno lede alla propria e/o all’altrui salute (fisica e mentale), allora tutto è concesso. Con estrema tranquillità.

Al contrario, se hai dubbi o se sei spinto a farlo solo perché temi che il tuo tirarti indietro possa innescare nell’altro sentimenti di rifiuto, allora è giusto ascoltare la tua emozione e prenderti del tempo. Il fare qualcosa, qualsiasi cosa, non dovrebbe mai nascere dalla paura di perdere qualcuno. Quando un’azione è indotta dalla paura, è una costrizione e non un gesto spontaneo. Riflettici su.

Quando si fa una scelta, bisogna sentirla propria al 100%, soprattutto quando questa implica un forte coinvolgimento (che sia meramente fisico o anche emotivo). Sentirsi a proprio agio con le scelte fatte dovrebbe essere una prerogativa.

Perché alcune persone riescono a godersi senza impegno?

Alcune persone riescono a scindere perfettamente tra amore (e quindi attaccamento) e lussuria (e quindi, puro piacere). In questo contesto vi sono fitte implicazioni in termini di attaccamento.

Di certo, chi ha uno stile di attaccamento evitante o disorganizzato, potrebbe essere più portato a stringere relazioni prive di ogni componente affettiva. Analogamente, chi ha subito un trauma relazionale, potrebbe riuscire a scindere perfettamente l’amore da un coinvolgimento fisico e preferire, in modo del tutto inconsapevole, relazioni prive di profondità o senso compiuto.

Nonostante queste premesse, un’amicizia con benefici non necessariamente diviene disfunzionale, può nascere con presupposti genuini e, se i due componenti giocano a carte scoperte, creare un equilibrio chiaro, divertente e duraturo.

Suggerimenti

Per garantire livelli ottimali di fiducia, rispetto e divertimento, è cosa buona e giusta essere sinceri (sia con se stessi che con il proprio amico) e scegliere un amico di letto che si stima davvero.

Per evitare disordine e confusione relazionale, sarebbe bene chiarire delle regole preliminari. Sia tu che il tuo amico dovrete chiarire cosa vi aspettate e stabilire dei limiti. I bisogni e le esigenze di entrambi devono essere rispettati. Per esempio, alcune pratiche potrebbero non essere congeniali all’altro e questo va assolutamente accettato e rispettato.

Un tasto dolente, in genere, si riscontra nelle regole da porre fuori la camera da letto. Ci sono alcune buone regole da scandire nel rapporto per limitare la possibilità che possa scattare un attaccamento emotivo. Potrebbe essere opportuno stabilire se è il caso rimanere a dormire insieme oppure se ci sono orari da rispettare in cui non bisogna invadere la privacy, lo spazio e il tempo dell’amico. Perché ricordiamocelo, l’altro è solo un amico. In alcuni casi, una persona potrebbe lanciarsi in un’amicizia con benefits perché spera che questa possa evolversi in altro. Niente di più sbagliato. Nutrire questa speranza può portare a una probabile delusione e a confusione certa. Ancora una volta, è sempre opportuno giocare a carte scoperte e rendere chiare le proprie intenzioni.

La comunicazione è fondamentale in qualsiasi tipo di rapporto. I due amici dovrebbero assicurarsi di essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda e avere sempre la stessa temperatura emotiva. Monitorare i propri sentimenti è importante perché, come premesso, il rischio che per almeno uno dei componenti le cose possano cambiare, è alto.

La relazione anche se si spinge oltre, è sempre configurata come un’amicizia, quindi bisogna fare attenzione a non trattarla come la massima priorità. Ricorda. Una relazione del genere può essere utile per svagarsi e provvedere a una soddisfazione fisica ma se gestita male potrebbe precluderti una relazione romantica vera e sicuramente più appagante e completa. A questo proposito, potrebbe essere utile darsi anche una scadenza: fin quando andrà avanti? Fin quando non troverai un altro partner per passatempo, oppure fin quando non troverai una relazione romantica seria ed esclusiva? Chiarire le proprie aspettative circa il particolare rapporto di amicizia è il minimo per limitare il rischio confusione.

Le separazioni non sono mai facili

Lasciare qualcuno, soprattutto quando pensi di provare ancora dei sentimenti per lui o lei, è un passo che richiede una forza immensa. Forse stai cercando il modo giusto per dire addio a una persona che, nonostante tutto, ti fa soffrire. Magari ti ritrovi intrappolato in un vortice di emozioni contrastanti: da una parte l’affetto che provi, dall’altra la consapevolezza che non stai ricevendo ciò che meriti.

So che è difficile. Ti capisco. I dubbi e le paure possono bloccarti, farti sentire impotente. Potresti chiederti: “E se stessi sbagliando? E se la solitudine fosse peggiore?” Oppure pensare al dolore che provocherai, alle promesse fatte, alle speranze condivise. Ma c’è una verità importante che devi ricordare: tu non soffri perché perderai quella persona, soffri perché temi di perdere una parte di te stesso. Quella parte che si è abituata a costruire la vita intorno a qualcuno, anche quando quel “qualcuno” non ti valorizza, non ti ascolta, o non ti rende felice. La paura della solitudine può essere paralizzante, lo so bene. Ma sai una cosa? C’è una via d’uscita. C’è una soluzione. E quella soluzione inizia da te.

Nel mio libro «Il mondo con i tuoi occhi», ti accompagno in un percorso per riprendere in mano le redini della tua vita. Ti spiego come ritrovare il tuo equilibrio interiore e imparare a dare il giusto peso alle cose, anche a quelle che oggi ti sembrano insormontabili. Perché è dalle piccole consapevolezze che nasce una grande trasformazione.Ogni pagina è pensata per aiutarti a riscoprire chi sei davvero: una persona completa, amabile, e degna di rispetto. Imparerai a riconoscere e ad ascoltare i tuoi bisogni, a dare loro valore e, soprattutto, a farli rispettare dagli altri. E sai perché questo è importante? Perché, come scrivo nel libro, amare te stesso è il primo passo per essere amato nel modo giusto.

Non devi avere paura di chiudere una porta che ti fa male, perché dall’altra parte c’è un mondo nuovo che ti aspetta. Un mondo costruito su basi solide: la tua autostima, il tuo coraggio e il rispetto che hai per te stesso. Se stai cercando la forza per ricominciare, ti invito a partire da qui. A partire da te. Per immergerti nella lettura e farne tesoro, puoi ordinarlo qui su Amazon oppure acquistarlo in libreria.

Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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