Amore: le 7 regole d’oro di John Gottman per una felice vita di coppia

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Dottoressa in psicologia, esperta e ricercatrice in psicoanalisi. Scrittrice e fondatore di Psicoadvisor

Non basta fare l’amore, non basta spezzare la routine uscendo con gli amici, non serve cercare distrazioni altrove per riaccendere la passione. John Gottman capisce dopo cinque minuti se una coppia vivrà felice e contenta o se è diretta al capolinea. Tutto merito della sua esperienza di oltre 40 anni passati ad ascoltare le dinamiche della vita a due.

Professore di psicologia all’Università di Washington e fondatore del “Love Lab” di Seattle Gottman ha capito quali sono gli errori e rimedi per far funzionare l’amore. Sempre che ci siano i presupposti, s’intende. Da quel laboratorio è uscito un vero e proprio manuale: oltre più di 200 pubblicazioni scientifiche, una serie di libri tra cui “Intelligenza emotiva per la coppia“,  grazie alle migliaia di persone che si sono affidate per sottoporre i loro atteggiamenti virtuosi o conflittuali.

Secondo Gottman, la riuscita di una coppia è sorprendentemente semplice

Le coppie felici non sono né più intelligenti, né più portate alla psicologia delle altre, ma nella loro vita quotidiana sono riuscite a stabilire una dinamica che impedisce ai pensieri e ai sentimenti negativi che esistono in ogni coppia di sommergere i pensieri e sentimenti positivi. In altre parole, secondo Gottman, sono coppie emotivamente intelligenti.

Secondo i dati ISTAT in Italia il numero delle separazioni e dei divorzi ha quasi raggiunto la metà del numero dei matrimoni: sono cifre clamorose che indicano che stare insieme – e restarci – sta diventando sempre più improbabile. A partire dal 1972 John Gottman e i suoi colleghi hanno incontrato migliaia di coppie, alcune volontarie, altre che avevano contattato il “Love Lab” per iniziare una terapia.

Tutti gli incontri sono stati filmati, registrati e analizzati, e durante le conversazioni tra i partners sono stati misurati e registrati molti dei loro parametri fisiologici, per esempio il ritmo cardiaco, la traspirazione, la tensione arteriosa e alcune funzioni immunitarie. Le coppie sono state seguite periodicamente per anni dopo il primo incontro, e Gottman e la sua équipe hanno cercato di rintracciare gli elementi negativi ricorrenti per cercare di stabilire se e in quale misura è possibile prevedere la riuscita o il fallimento di una relazione di coppia.

Le sette regole d’oro di Gottman sono quindi il risultato di 27 anni di studi sistematici, di migliaia e migliaia di incontri e conversazioni con coppie di tutte le etnie, estrazioni sociali, confessioni religiose e livello culturale ed economico. Si tratta di consigli semplici da seguire quando tutto va bene per rinforzare la coppia, e quando le cose si mettono male per cercare di arginare la negatività e impedire l’escalation dei conflitti.

I primi indizi che la relazione sta soffrendo si manifestano nelle modalità di gestione dei litigi

Quando gli approcci sono brutali, colmi di rimproveri e di insulti, di disprezzo e mancanza di considerazione, il rapporto di coppia è fortemente compromesso. La situazione può essere ancora aggravata da un linguaggio corporeo che esprime indifferenza o sfida, e dal fallimento sistematico di qualunque tentativo di gentilezza o di riparazione. I partners si allontanano sempre di più, si parlano solo per ferirsi e del passato comune che in condizioni normali è un efficace serbatoio di positività non resta altro che delusione e qualche ricordo sbiadito e non più collocabile.

Le 7 regole d’oro di Gottman

Eppure, come dice Gottman, anche quando sembra che non ci sia più niente da salvare tranne l’intenzione di non distruggere tutto, “non è finita finché non è finita”.

Regola numero 1 – arricchire il menù della tenerezza

“Per quanto possa sembrare bizzarro, molte coppie finiscono per non prestare più attenzione ai dettagli che costituiscono l’essenza della vita in comune. Uno o entrambi i partners finiscono per non avere la più vaga idea riguardo ai gusti, le avversioni, i timori, i sogni o le gioie dell’altro”.

Conoscere i propri universi reciproci è un segno importante di considerazione per l’altro, ed è l’unico modo per costruire quello che Gottman chiama il menù della tenerezza. Questo vuol dire riservare una parte delle proprie capacità cognitive alla vita a due: ricordarsi gli eventi significativi della vita dell’altro, delle persone che popolano la sua esistenza affettiva e professionale, dei suoi complessi e delle sue ambizioni – in breve, significa conoscerlo. “Questa è solo la prima tappa – scrive Gottman – perché le coppie riuscite non si accontentano di conoscersi, ma utilizzano queste conoscenze per arricchire la relazione e per esprimere non solo la comprensione del partner ma anche la tenerezza e la stima”

Regola numero 2 – Coltivare la tenerezza e la stima reciproche

“La tenerezza e la stima sono due degli elementi più importanti di un amore a lungo termine. Anche se perfino nei ménages felici possono talvolta verificarsi liti esasperanti, i partners restano comunque convinti che il compagno meriti di essere onorato e rispettato. Quando questo sentimento è totalmente assente, la relazione non ha alcuna speranza di sopravvivere”. Ma quando questi due sentimenti sono in via di esaurimento, si possono rinforzare ricordando a se stessi quanto sono preziosi. Stima e tenerezza sono gli unici argini al dilagare del disprezzo nel rapporto, ed essere consci di quanto si prova di positivo per il partner riduce i rischi di trattarlo con superiorità durante una discussione.

Regola numero 3 – Avvicinarsi

Secondo Gottman “Hollywood ha deformato tremendamente le nostre idee dell’amore
e di ciò che alimenta la passione. Nella vita reale, il rapporto si nutre di piccoli gesti banali: ogni volta che fate sapere al vostro partner che tenete a lui nella quotidianità, voi alimentate la fiamma. Le scene che preferisco al Love Lab sono esattamente quelle che Hollywood eliminerebbe in sala di montaggio”.

Le piccole istantanee della vita quotidiana mantengono lo slancio alla coppia: leggere il giornale insieme, chiacchierare la mattina a colazione, sono questi tra mille altri i gesti condivisi miliardi di volte, forse banali, in realtà uniche prove di un contatto costante e indistruttibile. La vicinanza emotiva è anche una buona riserva di sicurezza nei tempi di crisi, proprio se o è costruita nei gesti routinari, nelle piccole attenzioni. Non serve a niente, secondo Gottman, la cena annuale a lume di candela nel grande ristorante, se si presenta come un’isola tra mesi di isolamento e silenzio.

Meglio mantenere il contatto un giorno dopo l’altro che scappare in vacanza alle Bahamas, perché “la vita a due è come una danza. A volte vogliamo stare vicini al nostro amore, a volte vogliamo staccarci per un po’. Lo spettro dei bisogni “normali” in materia è molto ampio – alcuni hanno bisogni più frequenti di complicità, altri sono più indipendenti. Una coppia può funzionare anche se i partners si collocano ai due estremi dello spettro, se solo sono in grado di capire le ragioni per le quali provano questi sentimenti, e sono capaci di rispettare le differenze”.

Regola numero 4 – Lasciarsi influenzare dal partner

Secondo le ricerche di Gottman sembra che questo sia un problema tipicamente maschile, perché analizzando i dati “siamo stati sorpresi dalla differenza tra i sessi. Anche se le donne sono capaci di esprimere collera o altre emozioni negative verso il partner, raramente giocano al rilancio nella negatività.

Per la maggior parte, le donne rispondono sullo stesso tono oppure cercano di calmare la situazione. Se un uomo dice “tu non mi ascolti!”, la donna risponderà in generale: “scusa, ora ti ascolto”. Ma il 65% degli uomini non userà né l’una, né l’altra di queste risposte. Le loro reazioni genereranno una escalation nella negatività, per esempio rispondendo: “OK, non ti sto ascoltando. E allora?”, oppure “non ti ascolto perché non mi interessa”, o peggio ancora “perché dovrei perdere il mio tempo?””. Anche in epoca di uguaglianza tra i sessi, tra le dichiarazioni di intento e la realtà c’è un abisso. Molti uomini si definiscono addirittura femministi, e se interrogati sulla visione dei ruoli uomo/donna nella coppia si dichiareranno certamente a favore di una condivisione egualitaria del potere.

In teoria. Perché nella realtà, per uomini abituati da millenni al dominio, imparare a cedere non è compito facile. In almeno l’80% dei casi, secondo Gottman, è la donna a sollevare i problemi di coppia più spinosi, mentre gli uomini cercano con ogni mezzo di evitare la discussione. Imparare a condividere il potere significa anche dar retta all’altro, lasciarsi influenzare dal suo punto di vista, tenerlo in considerazione. Ed è l’unico modo per evitare incrostazioni di rancore, perché a nessuno piace avere la sensazione di non contare niente.

Regola numero 5 – Risolvere i problemi risolvibili

Il quinto principio di Gottman è basato sulla capacità di mettersi nei panni del partner e di ascoltarlo con attenzione, mostrando poi di aver compreso il suo punto di vista. Questi sono i gesti fondamentali:

  • cominciare la discussione con calma
  • imparare a fare e ad accettare i tentativi di avvicinamento
  • rassicurare se stessi e il partner
  • promuovere i compromessi
  • essere tolleranti verso i difetti del partner

In sostanza, Gottman scrive che dovremmo trattare il partner almeno con la stessa cortesia e attenzione che riserveremmo a un conoscente. Le liti frequenti e violente non rappresentano che il 40% delle cause di divorzio negli USA; molto più spesso le coppie si separano perché l’uomo e la donna si allontanano l’uno dall’altra fino a perdere completamente amicizia e complicità. Per evitare la delusione reciproca e le sue conseguenze è importante imparare a gestire correttamente i conflitti, e Gottman ricorda che una lite si concluderà esattamente nello stesso tono con cui è cominciata. Allora per litigare “bene”, sarà sufficiente ricordare questi semplici punti:

  • lamentatevi, ma non incolpate l’altro
  • cominciate le vostre frasi con “io”, invece che con “tu”
  • descrivete la situazione senza valutare o giudicare l’altro
  • siate chiari
  • siate gentili
  • siate diplomatici
  • non lasciate accumulare i rimproveri

Regola numero 6 – Superare i blocchi

I blocchi si riferiscono a problemi molto difficili da risolvere e che toccano aspirazioni, credenze, caratteristiche radicali delle persone, per esempio il dissenso tra volere e non volere figli, tra vita casalinga e un’intensa vita mondana, e così via. L’obiettivo non è in questo caso il risolvere il problema in sé, quanto piuttosto riuscire a spostarlo dal blocco al dialogo, trasformandolo in qualcosa di cui si possa finalmente parlare. Su divergenze di questa entità nemmeno Gottman ha una visione ottimistica, perché “un conflitto bloccato resterà senza dubbio un problema cronico nella vostra coppia, ma un giorno potrete parlarne senza troppo ferirvi a vicenda. Imparerete a conviverci.”

L’invito è quindi a cercare le cause del blocco, sia che si tratti di un problema irrisorio, sia che si tratti invece del più serio di tutti. Perché in ogni caso le divergenze profonde nascono da una ferita causata alle aspirazioni più intime di uno dei partner o di entrambi – per esempio, spiega Gottman, il denaro rappresenta spesso un bisogno fortissimo di sicurezza affettiva, più che il mero potere di acquisto o una riserva di tranquillità economica.

Di fronte ai problemi arrivati allo stallo il consiglio di Gottman non è quello di cedere, né di lasciar perdere: in generale, anzi, è meglio pretendere molto dalla propria relazione, piuttosto che troppo poco. Forse all’inizio i problemi si acuiranno invece che risolversi, ma la coppia ne guadagnerà comunque in sincerità e verità, e prima o poi riuscirà a trovare un modo di convivere anche con i limiti invalicabili.

Regola numero 7 – Andare nella stessa direzione

E’ capitato a molte coppie che hanno frequentato il Love Lab di arrivare un giorno a chiedersi se il senso dell’unione era davvero tutto in quella ripetizione di gesti e di abitudini, e se forse il significato vero della parola coppia non era stato smarrito strada facendo. Questa sensazione è segno della mancanza “di un sentimento profondo di un significato, di un senso condiviso.

La coppia non si esaurisce nell’educazione dei bambini, la condivisione dei compiti e le relazioni sessuali, ma possiede anche una dimensione spirituale legata alla creazione di una vita interiore vissuta a due – una “cultura della coppia” ricca di simboli e di riti, e anche all’apprezzare i ruoli e i fini che uniscono due persone e le conducono a comprendere che cosa significhi appartenere alla famiglia che si è diventati.” Inoltre, “il nostro concetto del posto che occupiamo nel mondo è in gran parte fondato sui diversi ruoli che assumiamo – sposo, figlio, genitore, lavoratore.

Dal punto di vista della coppia lo sguardo che portiamo sui nostri propri ruoli e su quelli del nostro compagno possono portare molta armonia, oppure suscitare tensione. La vostra relazione sarà tanto più profonda quanto più le vostre aspettative reciproche sono simili. Non si tratta qui di problemi apparentemente superficiali come decidere dove trascorrere le vacanze, ma dei vostri sentimenti profondi su ciò che vi aspettate da voi stessi e dal partner.

Più i vostri punti di vista saranno convergenti sui grandi temi, più la vostra relazione sarà forte. E questo non significa che dovrete essere d’accordo su tutti gli aspetti filosofici o spirituali della vita, ma che la vostra relazione dovrà essere complice in tanti altri aspetti per poter neutralizzare le divergenze”.

E infine, le cinque ore magiche: 10 minuti per salutarsi al mattino, 1.40 ore per chiacchierare alla fine della giornata, 35 minuti di coccole, due ore tutte per voi ogni settimana. Questo è il tempo minimo richiesto alla manutenzione della coppia, senza dimenticare l’ultima lezione di Gottman, che ci invita a ricordare che “qualche attimo consacrato ogni giorno alla vostra coppia farà bene alla vostra salute e gioverà alla vostra longevità molto di più di qualche ora trascorsa in palestra.


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