Amore libero, relazioni poliamorose e coppie aperte. Come funziona?

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Cosa rimane della stabilità affettiva oggi? È un quesito che tutti si pongono. Molto probabilmente, però, si tratta di una domanda errata, bisognerebbe chiedersi, come si è evoluta la stabilità affettiva nella cultura contemporanea? C’è molta più emancipazione anche se i bisogni sono rimasti gli stessi, a essere aumentate, probabilmente, sono solo le opportunità e quindi le prospettive di coppia.

Il comportamento umano, infatti, è mosso da un profondo bisogno di accettazione. Noi tutti, vogliamo essere accettati, compresi e riconosciuti nella nostra identità. È sulla base di questi bisogni che stringiamo relazioni d’amore. Quando questi bisogni sono stati a lungo insoddisfatti, finiamo per stringere relazioni disfunzionali. Al contrario, quando a monte riusciamo ad auto-accettarci e quindi validarci nelle nostre emozioni e nella nostra identità, riusciamo a stringere relazioni appaganti. Ma qual è la relazione d’amore appagante? È monogama o aperta? È poliamorosa o esclusiva?

Per tentare di rispondere a questa domanda, chiamerò in ballo le più recenti statistiche. Secondo un sondaggio condotto su un ampio campione statunitense, portato a termine da YouGov (società britannica internazionale di ricerca e analisi), la relazione ideale sarebbe:

  1. Monogama
    scelta dal 60% di donne e 56% di uomini
  2. Relazione aperta
    scelta dall’8% di donne e 15% di uomini
  3. Poliamorosa
    scelta dal 5% di donne e 7% di uomini
  4. Relazione occasionale
    scelta dal 6% di donne e 10% di uomini
  5. Asessuale
    scelta dal 19% di donne e 10% di uomini

La statistica proposta è la più recente che ho trovato, i dati sono stati raccolti e resi pubblici nel primo trimestre del 2022. Analizziamo le varie preferenze. Come tutti ben sappiamo, la monogamia, spesso, non è così esclusiva. L’infedeltà interessa circa il 45% delle coppie. Quindi chi sceglie una relazione monogama come ideale relazionale, non necessariamente si costruisce un rapporto esclusivo. La scelta denota solo che la relazione aperta è ritenuta moralmente inaccettabile mentre il tradimento sì. Molte persone, infatti, potrebbero desiderare di avere intimità con terzi ma non desiderare che il partner faccia lo stesso!

Poi cos’altro sappiamo sulle relazioni monogame? Un altro dato, raccolto sempre nel primo semestre 2022, ci racconta che solo il 25% delle relazioni d’amore monogame funziona davvero! Solo una coppia su quattro si dichiara felice.

La promessa di sicurezza, di un legame caloroso e avvolgente, è una bellissima premessa! Tuttavia, chi si impegna in una relazione d’amore a due, dovrà fare i conti con le statistiche e dovrà impegnarsi al massimo per far parte di quel fortunato 25 per cento! Attenzione però, anche le coppie aperte non sempre funzionano. In questi casi, non ho trovato dati statistici da proporvi, tuttavia, per esperienze dirette, posso dire di essere stata testimone di diversi fallimenti. Vediamo dove si crea il gap.

Differenza tra coppia aperta e relazione poliamore

Una coppia aperta è costituita da due partner che si amano e condividono una profonda intimità l’uno con l’altro. La coppia è definita aperta perché i partner hanno una sorta di nullaosta, possono andare a letto con altri, senza però stringere legami sentimentali. Insomma, è concesso il sesso occasionale al di fuori della diade affettiva.

Il problema insorge, non di rado, quando nel cogliere opportunità sessuali fuori dalla coppia, uno dei partner condivide più del dovuto e crea un legame affettivo. Questa evenienza non è molto rara. Allora la coppia aperta va in crisi, non funziona! L’accordo di esclusività affettiva è stato violato.

La differenza con le relazioni poliamorose sta proprio nel modo in cui si vive l’affettività. Nelle relazioni poliamorose, il livello di tolleranza è tale da accettare non solo che il partner possa avere rapporti fisici con altri, ma si accetta anche l’eventualità che egli possa nutrire amore per altri partner. Inoltre, le relazioni poliamorose non sono necessariamente di natura sessuale.

Come funzionano le relazioni poliamorose?

Non ci sono regole, ogni persona poliamorosa può stabilire i suoi limiti, l’unica regola è sentirsi a proprio agio nei legami. Alcune delle strutture relazionali poliamorose più comuni sono:

Triade. La relazione non è più diadica, fatta da una coppia ma è composta da tre persone che condividono tutto.

Quad. Come la triade ma coinvolge quattro componenti che si frequentano e condividono tutto.

V. Una persona è legata sentimentalmente a due persone differenti, tuttavia queste due persone non si frequentano tra loro.

Polifedeltà. Un singolo partner si impegna con un gruppo e può avere relazioni romantiche e incontri intimi solo con le persone che fanno parte di quel gruppo. Il gruppo può allargarsi o restringersi solo di comune accordo.

Nonostante queste definizioni comuni, la gran parte di persone poliamorose non stringe relazioni strutturate, hanno semplicemente più relazioni romantiche che intrecciano frequentando nuove persone. Le relazioni poliamorose, inoltre, possono essere gerarchiche o non gerarchiche. Cosa significa? Che nelle relazioni poliamorose gerarchiche, vi è una relazione che ha la priorità rispetto a tutte le altre, vi è quindi una relazione primaria preferita, mentre le altre relazioni, seppur con coinvolgimento affettivo, sono viste come secondarie.

La gelosia

La gelosia ha la fama di essere un’emozione negativa, tuttavia quando sana (non patologica) svolge la funzione indiretta di far sentire l’altro desiderato. Ebbene, la gelosia è propria di qualsiasi relazione, comprese quelle non monogame. Ciò che cambia è come questa viene vissuta e ciò che siamo disposti ad accettare. Ci sono poi delle strategie per tenere sotto controllo la gelosia.

Per esempio, gli appuntamenti con gli altri non sono liberi ma vincolati a giorni precisi, in modo tale che per quella data, entrambi i partner siano impegnati all’esterno della coppia. In pratica, il giovedì è la serata libera di entrambi! In tal modo non si creano ulteriori squilibri.

Le coppie aperte, così come le coppie monogame o poliamorose, dovrebbero essere sempre chiarire alcuni punti: le aspettative che hanno dal partner, le aspettative che hanno sull’evoluzione della storia e i bisogni che vorrebbero soddisfare. Se le coppie stabiliscono le proprie regole su ciò di cui hanno bisogno all’interno delle relazioni (e fuori) e si impegnano a rispettare dei confini stabiliti, le possibilità che la relazione funzioni (di qualunque natura essa sia) saranno maggiori.

Le relazioni poliamorose e aperte, sono sane?

In sintesi: le relazioni non monogame possono essere sane solo se vissute come scelta deliberata e non come un’escamotage affettivo. Più volte ho sottolineato che le relazioni aperte e poliamorose possono essere la via preferenziale per quelle persone che non hanno sviluppato un’affettività matura. Offrono un escamotage per evitare un’affettività autentica e profonda. In uno scenario di sviluppo psicoaffettivo ideale, un individuo è in grado di stringere legami estremamente soddisfacenti anche con un unico partner.

È anche vero, però, che se una persona stabile e affettivamente matura si sente di voler esplorare un territorio nuovo come quello di una relazione aperta o poliamorosa, non c’è nulla di disfunzionale. La società non dovrebbe stigmatizzare questa scelta. Nessuna persona dovrebbe sentirsi emarginata e non accettata a causa delle sue scelte sentimentali. Ciò che la società dovrebbe fare è sostenere la cultura del benessere emotivo, della consapevolezza e dell’introspezione, cosicché ognuno possa fare scelte deliberate.

Le relazioni aperte o poliamorose, possono essere sane o insane, proprio come le relazioni monogame. Ci sono relazioni monogame felici e infelici, amori funzionali e disfunzionali, a fare la differenza sono i comportamenti e le azioni delle persone che le intraprendono. Uno studio un po più datato (Wood et al, 2018), ha indagato i livelli di soddisfazione nelle relazioni monogame e non monogame: non sono state evidenziate differenze!

Non conta se s’intende costruire una relazione monogama o non monogama, ciò che conta è considerare lo stato mentale di chi vuole impegnarsi in qualsiasi tipo di legame! Prima di intraprendere una qualsiasi relazione sentimentale, sarebbe saggio scrutarsi dentro, analizzare aspettative, bisogni e conflitti. Iniziare una storia d’amore come persona risolta, pone le giuste basi per avere una vita affettiva gratificante, a prescindere dalla forma relazionale scelta. Nella società ci vorrebbe più introspezione e meno giudizio cosicché ognuno possa risolversi e costruirsi il cammino desiderato, con l’affettività che preferisce.

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Anna De Simone, psicologo esperto in neuropsicobiologia
Autore del bestseller «Riscrivi le pagine della tua vita» edito Rizzoli
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