Come aiutare tuo figlio a superare l’ansia da scuola

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

Resistere tra i banchi di scuola può essere davvero difficile per bambini e adolescenti, soprattutto dopo una pausa. A complicare il tutto vi sono poi le tensioni legate alla pandemia e all’erogazione della didattica a distanza durante lo scorso anno. Gli alunni non hanno vissuto una vera continuità scolastica e questo può essere controproducente per quei bambini e ragazzi che presentavano già delle fragilità.

L’infanzia è un’epoca bisognosa di cure

Nell’immaginario collettivo l’infanzia è un’età spensierata, facile, leggera. In realtà, la vita dei bambini non è così semplice come sembra; i bambini devono ancora imparare tutto sul mondo, hanno bisogno di stabilità e anche di routine, devono far fronte alle pressioni scolastiche così come alle aspettative genitoriali. Si ritrovano a dover affrontare temi come il bullismo e a doversi districare sui social media con il “virtuale” che si infiltra nella “vita reale”.

Mentre lasciamo la discussione sulla sicurezza sanitaria agli organi competenti, noi genitori possono imparare a gestire le nostre preoccupazioni e porci un interrogativo: i nostri figli sono davvero pronti al rientro a scuola? 

L’ ansia scolastica nasce dal normale desiderio di essere amati e dalla paura di essere rifiutati e ridicolizzati.

L’ansia da scuola

L’ansia da scuola è molto frequente nei bambini ma può interessare anche gli adolescenti che, in un periodo di precarietà emotiva, si apprestano a rientrare alla scuola superiore. L’ansia da scuola può essere caratterizzata da classi diagnostiche differenti, in ambito clinico, infatti, si parla di:

  • Ansia da separazione 
  • Ansia generalizzata
  • Ansia sociale

L’ansia da scuola indotta dall’ansia da separazione è più frequente nei bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni. Questo stato di malessere è legato al timore di essere separato dall’ambiente domestico, dalla famiglia e, in particolare, dalla propria figura di accudimento.

La fobia sociale può essere un’altra componente importante nel determinare l’ansia da scuola. In questo caso, a scatenare il malessere sono le potenziali interazioni sociali. La scuola non è vissuta come un luogo sicuro in cui esprimere se stesso, bensì come un luogo minaccioso che mette in pericolo i propri valori, l’autonomia o l’identità personale. In questo contesto, il fanciullo potrebbe vivere in modo amplificato anche l’ansia da prestazione.

Anche l’ansia generalizzata può avere un impatto sul ritorno a scuola. L’ansia generalizzata può essere più frequente nei ragazzi che vanno alle scuole superiori.  In questo caso, l’ansia da scuola racchiude la paura dell’insuccesso, del giudizio negativo, il timore di non essere capaci di superare la prova che si deve affrontare. L’ansia generalizzata corrisponde alla paura che possa verificarsi un qualsiasi evento negativo.

Quali sono i sintomi dell’ansia da scuola?

I bambini mostrano una spiccata resistenza ed esprimono la volontà di non voler andare a scuola mediante capricci o con crisi di pianto. I sintomi dell’ansia da scuola non sempre sono così facili da individuare. Talvolta l’ansia da scuola si manifesta mediante:

  • Difficoltà di concentrazione
  • Disturbi psicosomatici prima dell’ingresso a scuola (il mal di pancia, è molto frequente). Attenzione! Questi segnali non vanno interpretati come un «fingere di sentirsi male», il bambino o il ragazzo, realmente sperimenta diversi gradi di malessere.
  • Difficoltà a stare fermi e mantenere la calma
  • Evitare il contatto visivo con insegnanti e con il resto della classe
  • Congelamento o panico quando l’attenzione della classe è sul bambino
  • Auto-isolamento (stare per conto proprio e non socializzare con gli altri alunni)
  • Mancanza di fiducia in se stessi
  • Irritabilità
  • Perfezionismo e paura di sbagliare

Vi sono poi dei fattori specifici che possono innescare o peggiorare l’ansia da scuola. E’ il caso del bullismo: se il bambino o il ragazzo è bullizzato in ambiente scolastico, è naturale che voglia evitare il luogo delle molestie. In questo caso è importante comunicare con il bambino e cercare di coordinarsi anche con gli insegnanti.

Problemi nell’ambiente familiare possono intensificare sia l’ansia da separazione, sia altre forme d’ansia come la fobia sociale e l’ansia generalizzata. Analogamente, anche difficoltà di apprendimento e difficoltà accademiche possono costituire un innesco nell’ansia da scuola.

Superare l’ansia da scuola: come aiutare mio figlio

Se hai notato i segnali dell’ansia da scuola, prova a parlarne apertamente e cerca di comprendere se tuo figlio è consapevole del periodo critico che sta vivendo. Spesso i bambini (ma anche gli adulti!) subiscono le situazioni senza viverle davvero, sperimentando una condizione di malessere generalizzata.

Ciò che un genitore può fare è provare a impostare una routine per aiutare il bambino a prepararsi al meglio per la scuola. Al mattino, questa routine potrebbe consistere nel fare colazione insieme, seduti a tavola, magari preparare lo zainetto insieme e riguardare i compiti. Perché no, anche cantare una canzoncina insieme nel tragitto casa-scuola.

Anche il rientro a casa potrebbe essere caratterizzato da una piacevole routine: pranzare insieme o fare insieme uno spuntino mentre si ascolta con attenzione ciò che è accaduto in classe, così da valutare insieme come è andata la giornata scolastica e alleggerire il piccolo da ogni carico.

Nella settimana prima del rientro a scuola, puoi affrontare l’argomento apertamente e chiedere a tuo figlio quali sono i possibili scenari di cui potrebbe essere ansioso, aiutandolo a considerare la “potenziale situazione” in un modo migliore.

E’ importante usare sempre un tono rassicurante: chi soffre d’ansia è generalmente irritabile (quindi cerca di avere molta pazienza), insicuro e alla ricerca di gratificazioni e rassicurazioni. A seconda della sua reazione, il genitore può essere un’ottima scialuppa di salvataggio oppure la peggiore delle zavorre.

Rimproverare un bambino che fa i capricci perché non vuole andare a scuola è estremamente lesivo. Rivendicare la propria autorità genitoriale per imporre l’ordine di andare a scuola, può sicuramente risolvere la cosa nell’immediato, ma depriverà tuo figlio di ogni barlume di sicurezza. I bambini non “devono fare le ossa” ma devono essere rassicurati!

I temi ricorrenti che dovrai affrontare

I temi ricorrenti che caratterizzano l’ansia scolastica sono:

  • la paura del giudizio 
  • il timore di deludere gli altri
  • la paura di essere ridicolizzati in classe e di fare brutta figura
  • l’ansia da separazione e la paura dell’abbandono

Il bambino proverà a reagire alla sua ansia scolastica e potrà farlo attuando condotte esternalizzanti (con capricci, aggressività, esplosioni…) oppure tendendo al modello del figlio perfetto. In entrambi i casi, è importante fornire rassicurazioni al bambino e aiutarlo nell’affrontare i temi angosciosi.

I temi ricorrenti elencati in precedenza, possono essere affrontati insieme al bambino anche con l’ausilio di strumenti ad hoc come  «Il Termometro delle Emozioni» (Lambruschi 2004; Di Pietro, Dacomo 2007).

Mostrando l’immagine del termometro, si può chiedere al bambino di indicare la diversa intensità delle emozioni vissuta in determinate situazioni scolastiche. Chiedendo al bambino di raccontare un episodio scolastico, si chiede poi di mostrare l’intensità delle emozioni vissute in quel momento.

Per conferire coerenza al racconto del bambino, è possibile usare il «Fiore delle Emozioni» di Plutchik. Il bambino capirà che vi è un continuum tra le diverse emozioni che esperisce: che è naturale provare irritabilità e rabbia insieme, così come preoccupazione, paura e tristezza.

Scarica il «fiore delle emozioni» in alta risoluzione. Il link è in fondo alla pagina.

Avere una rappresentazione grafica di ciò che si prova, può essere molto utile: il bambino accrescendo la sua capacità di riconoscere e regolare le emozioni, ha più probabilità di superare l’ansia da scuola. Se non riesci ad aiutare tuo figlio, non sentirti in colpa, semplicemente, non esitare a chiedere aiuto a un professionista. La psicoeducazione ha l’obiettivo di incrementare il vocabolario emotivo del bambino e aumentarne il senso di autoefficacia.

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NB.: qui puoi scaricare il fiore delle emozioni in alta risoluzione, pronto per la stampa.