Ansia sociale o fobia sociale: cause, sintomi e rimedi

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor
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Ansia sociale di Eva Hill

Si definisce disturbo d’ansia sociale o fobia sociale, una paura intensa, irrazionale e persistente delle situazioni sociale che potrebbero implicare l’essere sottoposti al giudizio di persone o anche soltanto esposti alla loro presenza.

L’ansia sociale è un disturbo d’ansia che si manifesta in relazione a situazioni interpersonali. L’ansia che caratterizza il disturbo è sia di tipo anticipatorio (si manifesta prima di un evento temuto), sia di tipo postumo (si manifesta a seguito della performance sociale).

L’ansia sociale non è la semplice paura delle persone, anche gli addetti ai lavori lo hanno capito così hanno smesso di parlare di fobia sociale.

Fobia sociale nel DSM-IV e ansia sociale nel DSM-V

Nel DSM-IV, questa condizione era indicata come fobia sociale. Dal 2013, con l’uscita del DSM-V, la fobia sociale è stata ribattezzata con il nome disturbo d’ansia sociale. L’ultimo Manuale diagnostico e statistico dei disturbo mentali ha voluto abbandonare la nomenclatura fobia sociale perché i problemi legati a tale disturbo tendono a essere più pervasivi e interferiscono maggiormente con le normali attività rispetto ai disagi causati dalle altre fobie (Liebowitz, Heimberg, Fresco et al., 2000).

I criteri diagnostici principali del DSM-V:

  • Paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri. Gli esempi comprendono interazioni sociali, essere osservati (per esempio mentre si mangia) o eseguire prestazioni di fronte agli altri (parlare in pubblico).
  • L’individuo teme di manifestare sintomi di ansia che saranno poi valutati negativamente dagli altri.
  • Le situazioni sociali temute provocano ansia, paura o evitamento.
  • La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
  • L’ansia o l’evitamento non sono meglio spiegati dai sintomi di un altro disturbo come il disturbo di dimorfismo corporeo (vergogna per caratteristiche del proprio aspetto fisico), disturbo da panico o agorafobia.

L’ansia sociale nei bambini è diagnosticabile, tuttavia vi sono degli appunti da tenere in conto. La fobia sociale nei bambini deve manifestarsi in contesti in cui vi sono coetanei e non solo nell’interazione con gli adulti. I bambini sono naturalmente più timidi con gli adulti.

Nei bambini la fobia sociale può essere espressa con manifestazioni come pianto, scoppi di ira o espressioni d’ansia come il freezing (immobilizzazione), clincing (aggrappamento a una figura protettiva) o shrinking (ritiro, il bambino tenterà di nascondersi), oppure non riuscendo a parlare durante le interazioni sociali.

Perché non si può parlare di timidezza

A un occhio inesperto, la fobia sociale potrebbe sembrare simile alla timidezza, tuttavia l’ansia sociale è molto diversa. Le persone con disturbo d’ansia sociale hanno una maggiore tendenza a evitare le situazioni sociali, si sentono fortemente a disagio in tali situazioni ed esperiscono sintomi caratteristici per lunghi periodi nell’arco della loro esistenza, molto più di quanto possa accadere alle persone timide.

Nel disturbo d’ansia sociale la principale paura è quella di essere ridicolizzati e criticati e, di conseguenza, emarginati ed esclusi dagli altri. Il sociofobico è convinto che le sue manifestazioni di inadeguatezza sono evidenti e calamite di giudizi negativi, chi soffre di ansia sociale è convinto di poter essere oggetto di scherno o esclusione.

In più, almeno un terzo degli individui che soffrono di disturbo d’ansia sociale soddisfa anche i criteri per la diagnosi di disturbo evitante di personalità (Chavira, Stein e Malcarne, 2020).

La ruminazione nell’ansia sociale

Il rimuginare è un sintomo importante in chi soffre di ansia sociale. L’ansia intensa porta a evitare le situazioni sociali, tuttavia quando chi ne soffre è costretto a esporsi al giudizio altrui finisce in un circolo vizioso di ruminazione.

Il rimuginare è un aspetto caratteristico che, prima dell’evento ansioso, intensifica l’ansia: in vista dell’attività temuta, chi soffre di fobia sociale inizia a prepararsi con diversi giorni d’anticipo pensando a quanto andrà male l’incontro. Una volta che l’evento è passato, la ruminazione sarà proiettata al passato: il sociofobico può passare interi giorni a rivivere l’episodio nei minimi dettagli e attanagliarsi enfatizzando piccoli o grandi errori e ripensando al suo operato pubblico con un profondo senso di orrore.

Il rimuginare rafforza la credenza del paziente di essere socialmente inadeguato, per questo affronterà i successivi eventi sociali con un maggior carico emotivo.

Cause: la minaccia del rifiuto sociale

La causa scatenante dell’ansia anticipatoria e delle ruminazioni successive all’esposizione sociale rimandano a un fattore inequivocabile: la paura del rifiuto sociale anche inteso come paura del giudizio, dell’umiliazione e dello scherno.

Il modello di Rapee & Spence (2004) individua una serie di cause che compongono i fattori eziologici che possono favorire lo sviluppo della fobia sociale. Il modello di Rapee e Spence fa riferimento a “fattori interni” e “fattori esterni”. Tra i fattori eziologici che contribuiscono alla sviluppo della fobia sociale, segnalo:

  • Inibizione comportamentale e timidezza in età infantile.
  • Grande valore negativo attribuito alla brutta figura.
  • Aspettativa che gli altri siano fortemente critici.
  • Genitori con uno stile di accudimento caratterizzato da alto controllo e bassa cura.
  • Essere cresciuti in una famiglia con una bassa socievolezza genitoriale.
  • La famiglia potrebbe aver sensibilizzato verso l’importanza del giudizio altrui.
  • Esperienze sociali traumatiche di critica come bullismo, umiliazione e emarginazione.

Fattori di rischio aspecifici vedono un passato di violenze, abusi sessuali e presenza di psicopatologie in famiglia. Tuttavia questi sono fattori di rischio che predispongono a un buon numero di disturbo mentali.

Ansia sociale: sintomi

Tutti noi, nell’interagire con gli altri, perseveriamo lo scopo della buona immagine, in altre parole ci piace piacere. Per il paziente con fobia sociale lo scopo della “buona immagine” è di vitale importanza, tuttavia, per i suoi timori, assume a propri che lo scopo della buona immagine sia compromesso. I sintomi tipici sono quelli già elencati con i criteri diagnostici, ecco altri indicatori caratteristici:

  • Paura di apparire una persona debole o sottomessa.
  • Assume che gli altri noteranno facilmente il suo stato emotivo alterato.
  • Crede che gli altri lo giudicheranno negativamente per il suo carattere e per il suo modo di essere.
  • Assume che il presunto giudizio negativo di pochi sia condiviso da tutte le persone.
  • Teme di essere isolato e quindi finisce per isolarsi.
  • Persistente sensazione di vergogna di sé.
  • Spiccato senso di inadeguatezza.
  • Ruminazione anticipatoria e successiva all’esposizione sociale.
  • Durante la ruminazione successiva all’esposizione sociale, tende a ripensare anche alle brutte figure del passato.

Vi sono poi dei sintomi fisici che vanno ad associarsi all’ansia e alla vergogna di sé. Tra i sintomi fisici vediamo:

  • Aumento del battito cardiaco
  • Sudorazione eccessiva
  • Secchezza delle fauci o salivazione eccessiva
  • Difficoltà a deglutire
  • Contrazioni muscolari
  • Rossore al volto
  • Tremori e spasmi muscolari

Chi soffre di fobia sociale sta ben attendo a monitorare tutti i sintomi durante l’esposizione sociale. Questo accurato monitoraggio di sé, però, ha dei risvolti negativi: il tentativo di controllo distoglie l’attenzione dall’altro. Focalizzandosi su se stesso, chi soffre di ansia sociale appare poco interessato all’altro e addirittura distaccato.

Ansia sociale: rimedi e cura

Non trattandosi di una semplice “paura della gente” ma di un quadro pervasivo e complesso, non è facile fornire rimedi generali e spiegare come superare la fobia sociale. Il miglior trattamento resta la psicoterapia. Senza alcun trattamento, il disturbo d’ansia sociale tenderà a cronicizzarsi. Chiarito che la cura migliore è rappresentata da un percorso psicoterapeutico, vediamo insieme alcuni rimedi per tentare di alleviare l’ansia legata alla paura delle persone.

1. Focus esterno

Molti comportamenti protettivi messi in atto dal paziente con fobia sociale aumentano l’attenzione auto focalizzata peggiorando il quadro sintomatico. Gli autori Wells e Papageorgiou hanno dimostrato che l’esposizione con un focus esterno (invece che monitorare i proprio comportamenti e sensazioni) riduce notevolmente l’ansia dei pazienti con fobia sociale (si parla di fobia sociale perché gli studi degli autori risalgono al 1998).

In altre parole, chi soffre di disturbo d’ansia sociale dovrebbe semplicemente concentrarsi sugli altri e non su se stesso. Imparare a guardarsi intorno e a osservare le manifestazioni altrui, potrebbe essere un’ottima strategia per superare l’ansia sociale.

2. Attenzione selettiva

Gli autori Valjaca e Rapee, in un esperimento, chiesero alle persone con fobia sociale di monitorare e indagare le reazioni di un pubblico attento a guardare un format. L’esperimento mostrò che le persone con fobia sociale tendevano a registrare in modo selettivo le reazioni negative del pubblico, in pratica chi soffre di ansia sociale focalizza -in modo selettivo- la sua attenzione sulle manifestazioni negative molto più rispetto ai comportamenti positivi come sorridere o mostrare attenzione.

Cercare di invertire la rotta potrebbe essere un bel traguardo. Focalizzarsi su sorrisi, sguardi di comprensione e approvazione, riuscirebbe a mitigare i sintomi dell’ansia sociale e a prevenire evitamenti.

3. Rimuginare

Ansia anticipatoria e ruminazione successiva sono due spine nel fianco. Rimedi specifici sono segnalati nel paragrafo come smettere di rimuginare della pagina dedicata: rimuginare.

4. Ridurre la minaccia percepita

Nel tentativo di ridurre la minaccia percepita, il paziente con fobia sociale tende ad assumere comportamenti come parlare a voce bassa, evitare il contatto visivo, tenersi in disparte, evitare di guardare negli occhi l’altra persona… questi comportamenti minimizzano l’ansia ma, a lungo andare, fanno sentire isolati. Nell’interagire con gli altri, potrebbe essere utile mantenere il contatto visivo.

5. Altri comportamenti protettivi

Diversi studi hanno trovato che i pazienti con ansia sociale sono meno scelti come partner nella conversazione ad una prima conoscenza perché vengono percepiti come meno socievoli o come persone con le quali è difficile parlare. Questo è l’esito sfrotunato e non voluto dei comportamenti protettivi messi in atto dalle persone con fobia sociale (Alden & Wallance, 1996).

Comportamenti protettivi come ripetere tra sé e sé la frase da dire prima di parlare, oppure parlare solo per breve tempo o non parlare affatto di se stesso, sono comportamenti che rendono più fredda la conversazione. Cercare di distogliere l’attenzione da sé, focalizzarsi sull’altro, raccontarsi… sono grossi traguardi per chi soffre di fobia sociale.

6. Evitamenti

I comportamenti protettivi messi in atto dal paziente con ansia sociale non fanno altro che aumentare la minaccia percepita. Evitare le situazioni temute di certo allevia l’ansia e apporta un beneficio a breve termine, tuttavia previene esperienze potenzialmente correttive e dà false informazioni all’inconscio.

Ogni volta che si evita una situazione, implicatemente si comunica all’inconscio un messaggio del tipo “non sono all’altezza di questa situazione, non posso affrontarla perché non valgo nulla”. Questo messaggio non fa altro che confermare credenze innate del tutto errate.

Un passo per volta, si possono affrontare situazioni sociali cercando di acquisire nuove competenze e esperienze che favoriscono la maturazione personale. Poco per volta, è possibile sperimentarsi in contesti sociali mantenendo un focus verso l’esterno e senza cadere nell’errore dell’attenzione selettiva al “negativo”.

Per capire meglio il disturbo d ansia sociale, consiglio la lettura del libro “Fobia sociale” di Martin M. Antony e Karen Rowa. Per tutte le info sul libro rimando a questa pagina Amazon.

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Oltre le fonti già citate nell’articolo, segnalo: Psicologia Clinica di Ann M. Kring Sheri