Bambino vulnerabile e genitore punitivo: come guarire con la Schema Therapy

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Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, dottore di Ricerca in Neuropsicologia ed esperta in Mindfulness.


Secondo Jeffrey Young, ideatore della Schema Therapy, quando si sperimentano nell’infanzia ripetute esperienze in cui i bisogni fondamentali del bambino non sono stati soddisfatti, si originano quelli che definisce “Schemi Maladattivi Precoci” o SMP.

Il mancato soddisfacimento ripetuto di questi bisogni primari, porta alla creazione di schemi e mode maladattivi, la cui funzione è quella di prevenire ed evitare la sofferenza, ma che nel tempo diventano disfunzionali e fonte di disagio e sofferenza poiché tendono a ripetere se stessi, rendendo difficile trovare soluzioni diverse, che siano più sane e gratificanti. Young et al., (2003) suddividono e raccolgono i bisogni primari emotivi nel modo seguente:

1) Attaccamento sicuro, stabilità, cura, rispetto, accudimento amorevole, empatia, protezione, integrazione e accettazione;

2) Autonomia, competenza, abilità e senso di identità

3) Limiti realistici che permettano di sviluppare la capacità di auto-controllo

4) Libertà di esprimere i propri bisogni ed emozioni

5) Spontaneità e gioco

SCHEMI MALADATTIVI PRECOCI (SMP)

L’autore definisce uno Schema Maladattivo Precoce (SMP) come: “Un tema o un aspetto generale e pervasivo: comprende ricordi, emozioni e cognizioni. É relativo a sé e alle proprie relazioni con gli altri. Insorge durante l’infanzia o l’adolescenza e viene elaborato nel corso della vita”.

Pur divenendo negli anni fonte di sofferenza, questi schemi vengono mantenuti in vita perché vissuti come qualcosa di familiare e ben conosciuto, qualcosa di “automatico”, implicito, che fa parte di sé. Gli SMP ci portano a scegliere persone, relazioni e situazioni di vita che tendono a confermarli e rafforzarli anziché metterli in discussione, rendendo difficile capire quanto siano disfunzionali, e come poterli modificare o abbandonare.

Gli SMP infatti, influenzano i pensieri, il significato che si attribuisce agli eventi, vengono considerati come realtà assolute e non il frutto della propria storia di vita, influenzano il comportamento e in tal modo rinforzano se stessi, si mantengo stabili nel tempo grazie al fatto che influiscono sul modo in cui si percepisce la realtà, e sono disfunzionali perché producono molta sofferenza soggettiva, vengono attivati in età adulta da situazioni ed eventi percepiti come simili alle situazioni che hanno dato origine allo schema stesso.

La frustrazione dei bisogni primari, porta alla creazione di SMP diversi, a seconda dei bisogni che non sono stati soddisfatti, come indicato nella tabella seguente:


MODE

Un mode è un insieme di schemi e prospettive mentali (significati, pensieri, ricordi, emozioni, sensazioni fisiche, impulsi all’azione e comportamenti) attivi in una persona in un determinato momento in seguito ad un determinato evento attivante (Young, Klosko & Weishaar, 2003). Possiamo considerarli una modalità di vedere il mondo e gli eventi e di reagire ad essi, sintetizzabile in un ruolo stereotipato (es: il disprezzante, il debole e indifeso, il freddo manipolatore, il libertino disregolato, il rabbioso aggressivo ecc…).

Le persone sviluppano diversi mode – in base alle esperienze dell’infanzia e prima adolescenza – che possono prendere il sopravvento e tendono ad attivarsi in particolari situazioni attivanti (es: di fronte a una critica entrare in un mode di contrattacco furioso oppure di sottomissione incondizionata o di distacco emotivo).

I vari mode posso essere integrati sotto una consapevolezza unitaria (l’identità personale) ed essere attivati e regolati nella loro espressione in modo volontario e funzionale (adulto sano), oppure attivarsi in modo automatico e incontrollato ed esprimersi in modo molto intenso con conseguenze spiacevoli.

MODE SANI

Bambino Felice: si sente amato, contento, connesso, soddisfatto, appagato, protetto, accettato ed accolto, lodato, valido e capace, nutrito, guidato, compreso, validato, fiducioso in se stesso e negli altri, competente, capace di autonomia, al sicuro, resiliente, forte, in controllo, adattabile, incluso, ottimista e spontaneo.

Adulto Sano: nutre, sostiene, valida e fa rispettare il mode del bambino vulnerabile. Stabilisce dei limiti ai comportamenti arrabbiati e impulsivi del bambino. Promuove e supporta il mode del bambino sano. Combatte, mette in discussione e sa sostituire I mode di coping maladattivi con comportamenti più sani, e mette in discussione, neutralizza o modera i mode del genitore maladattivo.

Questo mode lavora, fa il genitore, si prende cura e responsabilità, si impegna. Persegue attività adulte piacevoli come il sesso, attività intellettuali ed estetiche, interessi culturali, passatempi, attività di cura e mantenimento della salute e della forma fisica, attività sportive e di studio ecc.

MODE MALADATTIVI DEL GENITORE

8. Genitore Punitivo: pensa di meritare (e che gli altri meritino) di essere punito. In questo mode la persona giudica, biasima e punisce se stessa (anche con gesti di autolesionismo) e gli altri. Questo mode è legato a come sono state impartite e fatte rispettare le regole, non alla natura delle regole stesse.

9. Genitore Critico o Esigente: sente che il modo giusto di essere è quello di essere “perfetti”, raggiungere elevati standard morali o di prestazione. Deve tenere tutto in ordine, sforzarsi di raggiungere uno status sociale elevato, svolgere il lavoro alla perfezione. Deve essere umile e modesto, mettere i bisogni degli altri al primo posto, essere efficiente ed evitare perdite di tempo.

Può credere che esprimere i propri sentimenti ed emozioni, o agire spontaneamente sia sbagliato. Questo mode fa riferimento agli elevati standard e alle rigide regole internalizzate e non al modo in cui sono state fatte rispettare e rinforzate.

MODE DEL BAMBINO

1. Bambino Vulnerabile: dubita di sé e delle proprie capacità, si sente intensamente solo, isolato, triste, incompreso, non supportato, sbagliato, deprivato, sopraffatto, incompetente, bisognoso, indifeso, disperato, spaventato, ansioso, preoccupato, vittimizzato, abusato, senza valore, non amato e non amabile, perso, senza direzione e senza scopo, vuoto, fragile, sconfitto, oppresso, impotente, abbandonato, lasciato fuori o escluso, pessimista.

2. Bambino Arrabbiato: prova una rabbia intensa e bruciante, si sente furioso, frustrato, insofferente e spazientito perché sente che i bisogni di base (fisici ed emotivi) del bambino vulnerabile non sono stati soddisfatti.

3. Bambino Impulsivo: agisce spinto da bisogni non di base, in modo egoistico e incontrollato, al fine di ottenere al più presto quello che vuole. Spesso ha difficoltà nel rimandare la gratificazione e pretende una gratificazione immediata. Si sente spesso intensamente arrabbiato, infuriato, frustrato ed impaziente quando questi bisogni ed impulsi non posso essere immediatamente soddisfatti. Appare come un “bambino viziato”.

4. Bambino Indisciplinato: Si annoia facilmente, non riesce a sforzarsi per portare a termine compiti noiosi o di routine e se non riesce in un compito diventa facilmente frustrato e presto si arrende e lascia stare. Tende perciò a non portare a termine le cose.

5. Bambino ostinato (sottotipo del bambino arrabbiato): si sente arrabbiato non manifesta apertamente la rabbia; invece fa resistenza passiva e ostinata alle richieste degli altri, o alla violazione della sua autonomia. La persona viene vissuta come testarda e cocciuta.

COPING MODE MALADATTIVI

5. Arreso Compiacente: agisce in modo passivo, sottomesso e servile, ricerca l’approvazione dell’altro, è autosvalutante al fine di evitare il conflitto ed il rifiuto (che teme molto). Tollera abusi e/o maltrattamenti emotivi e/o fisici, non esprime in modo sano i suoi bisogni e i suoi desideri, tende a scegliere persone e ingaggiarsi in attività e comportamenti che rinforzano e mantengono direttamente il pattern di comportamento autolesionistico o autosabotante.

6. Protettore Distaccato: taglia fuori bisogni, emozioni e sentimenti. È emotivamente distaccato dalle persone e rifiuta il loro aiuto. Sperimenta sensazioni di stordimento, ritiro, disconnessione, depersonalizzazione. Si sente distratto, vuoto, annoiato. Ricerca distrazioni e attività autostimolanti e/o autoconsolatorie in modo compulsivo o eccessivo. Può adottare un atteggiamento cinico, pessimistico e distante per evitare di investire emotivamente nelle relazioni interpersonali.

7. Protettore Arrabbiato: usa una sorta di “muro di rabbia”, mostrandosi arrabbiato al fine di tenere gli altri a distanza, in quanto vengono percepiti come minacciosi. Altri usano invece la lamentela continua per mettere distanza tra sé e gli altri.

8. Ipercompensazione Autoesaltatore: estremamente competitivo, grandioso, denigra, svilisce ed abusa degli altri per raggiungere e mantenere status, denaro, successo, in generale ciò che vuole. Assorbito da se stesso mostra poca empatia verso i bisogni e i sentimenti degli altri. Ostenta superiorità e si aspetta di essere trattato in modo “speciale”. Non crede di dover seguire le regole (sono fatte per gli altri ma non per lui/lei) e dipende dall’ammirazione degli altri, che ricerca autoesaltandosi ed esagerando il senso di sé.

9. Ipercompensazione Ricerca Di Approvazione: ricerca l’approvazione e l’ammirazione degli altri ricorrendo a comportamenti stravaganti, inappropriati e fuori luogo, per compensare il senso di solitudine e la mancanza di riconoscimento che sperimenta.

10. Ipercompensazione Ipercontrollante: protegge se stesso da un pericolo reale o percepito rimuginando, focalizzandosi sui pensieri, controllando se stesso e l’ambiente. Può focalizzarsi sul perfezionismo per ottenere il controllo o prevenire critiche o “sventure”, oppure si focalizza su comportamenti di vigilanza e controllo degli altri in modo sospettoso, temendo malevolenza.

11. Ipercompensazione prepotente, manipolatore, predatore: ricorre a minacce, intimidazioni e aggressioni per ottenere ciò che vuole o proteggersi da un eventuale danno (reale o percepito). Oppure assume atteggiamenti manipolativi, raggira, mente e danneggia gli altri per raggiungere i suoi obiettivi o evitare la punizione. Il predatore (quasi esclusivamente negli individui psicopatici) è centrato sull’eliminazione di ostacoli, minacce, nemici e rivali in modo estremamente freddo e calcolatore, ricorrendo a minacce e aggressioni senza pietà né senso di colpa.

La Schema Therapy, attraverso tecniche cognitive, emotive e comportamentali, permette di prendere consapevolezza ed imparare a vedere le esperienze che facciamo ogni giorno con gli schemi e le loro implicazioni emotive, cognitive e comportamentali ed imparare ad avere interpretazioni e comportamenti nuovi e più sani rispetto a quelli automatici e impulsivi, imparando a gestire i mode che si attivano in modo automatico, per poter agire diversamente in maniera più sana e funzionale.

L’obiettivo è sinteticamente quello di imparare a rinforzare il mode dell’Adulto Sano, indebolire i mode del genitore punitivo ed esigente, e validare i bisogni del bambino, al fine di gestire o neutralizzare i mode disfunzionali, e poter affrontare la vita in modo funzionale ed equilibrato, realizzando una vita più gratificante, piena e ricca di significato.

A cura di Annalisa Barbier, psicoterapeuta

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