Ci sono momenti in cui ci sentiamo piccoli. Non nel senso bello e poetico della parola, ma in quello più doloroso: come se ogni nostro gesto fosse sbagliato, come se il mondo chiedesse sempre troppo e noi fossimo sempre troppo poco. La bassa autostima non è solo un pensiero negativo su di sé. È una sensazione pervasiva, che si insinua nei gesti quotidiani, nei silenzi, nelle scelte non fatte, nei sogni messi da parte per paura di fallire.
Non è una semplice mancanza di fiducia, ma una crepa invisibile che si forma spesso nell’infanzia e che continua a farsi sentire a ogni rifiuto, critica o confronto. E più passa il tempo, più si trasforma in una voce interna che non ci difende, ma ci giudica. E allora finiamo per sabotare le opportunità, rimanere in relazioni che ci svuotano o rincorrere l’approvazione degli altri come se da essa dipendesse il nostro valore.
Ma come nasce davvero la bassa autostima? E soprattutto: si può ricostruire?
Come nasce la bassa autostima
L’autostima non è un dono innato: si costruisce. E si costruisce nei primi anni di vita, attraverso il modo in cui veniamo guardati, contenuti, accolti. Un bambino sviluppa un senso di sé attraverso lo sguardo delle figure di riferimento. Quando queste figure sono incoerenti, assenti, svalutanti o eccessivamente critiche, il bambino interiorizza l’idea di non essere abbastanza.
Non serve un trauma esplicito. Spesso, la bassa autostima nasce da piccole mancanze ripetute: un genitore che minimizza, un insegnante che umilia, un fratello che prende sempre il centro della scena, o un ambiente familiare in cui il perfezionismo regna sovrano e l’errore non è mai contemplato.
In psicologia si parla spesso di “sé ideale” e “sé reale”. Più grande è lo scarto tra ciò che sentiamo di essere e ciò che pensiamo di dover essere per valere, più intensa sarà la sensazione di inadeguatezza. Questo scarto si alimenta nel tempo, ogni volta che ci paragoniamo agli altri, che ci giudichiamo con durezza o che mettiamo il nostro valore nelle mani di qualcun altro.
Come si manifesta la bassa autostima
La bassa autostima non sempre si mostra in modo esplicito. Non è solo chi è timido o insicuro a soffrirne. A volte, si nasconde dietro la maschera del perfezionismo, del controllo o della compiacenza. Ecco alcune manifestazioni tipiche:
1. Paura di sbagliare
Chi ha una bassa autostima tende a evitare situazioni nuove o impegnative, non per mancanza di capacità, ma per il terrore del fallimento. Ogni errore viene vissuto come una conferma della propria inadeguatezza.
2. Dipendenza dal giudizio altrui
Il bisogno di approvazione diventa un vero e proprio motore delle scelte. Si dice “sì” per non deludere, si cambia atteggiamento per essere accettati, si vive in funzione dell’immagine che si restituisce agli altri.
3. Critico interiore distruttivo
La voce interna non è incoraggiante, ma punitiva. Anziché sostenere nei momenti difficili, la mente attacca, colpevolizza, ironizza: “Non ce la farai”, “Non vali abbastanza”, “Tutti sono meglio di te”.
4. Difficoltà a riconoscere i propri meriti
Anche di fronte a risultati oggettivi, chi ha una bassa autostima tende a minimizzare, a sentirsi “un impostore”, a pensare che sia solo fortuna o che prima o poi qualcuno scoprirà la verità.
5. Relazioni sbilanciate
Chi ha una scarsa considerazione di sé tende ad accettare relazioni in cui viene svalutato o dato per scontato, perché crede di non meritare di più. A volte, si investe tutto in partner distanti, freddi o critici, nel tentativo inconscio di conquistare quell’amore che un tempo è mancato.
Il legame invisibile tra autostima e infanzia
Per guarire la bassa autostima non basta imparare a pensare positivo. Bisogna scendere in profondità, riconoscere le radici di quella voce interna, di quel senso di colpa per ogni errore, di quella paura costante di non essere amabili.
In molte storie, la bassa autostima è il risultato di un attaccamento insicuro: non si è ricevuto un amore stabile, coerente, incondizionato. E così si è imparato che bisogna meritarselo, dimostrando, adattandosi, eccellendo. Ma l’amore che si merita non è mai sicuro: è un amore fragile, che può essere tolto da un momento all’altro. Da adulti, questo schema si ripropone: non ci si sente mai davvero al sicuro in sé stessi.
Ricostruire l’autostima: un lavoro lento e profondo
La buona notizia è che l’autostima si può guarire. Non con frasi motivazionali, ma con un lavoro emotivo profondo. Ecco alcune direzioni da cui partire:
1. Riconoscere la voce critica
La prima cosa da fare è diventare consapevoli del proprio dialogo interno. Quella voce che ti giudica è tua, ma non nasce da te: è un’eredità, un’introiezione. Quando inizi a notarla, puoi cominciare a separartene.
2. Riconnettersi con il bambino ferito
Immagina quel bambino che sei stato, quando non venivi accolto nei tuoi bisogni. Non serve inventare nulla: cerca una tua foto da piccolo, guardala a lungo. Riconosci in quel volto le emozioni che provavi. Da lì può iniziare un dialogo diverso, più amorevole.
3. Coltivare il senso del valore intrinseco
Chi ha una bassa autostima tende a valutarsi solo in base ai risultati. Ma tu sei molto più delle tue performance. Inizia a darti valore per ciò che sei, non per ciò che fai. Anche solo per il fatto di esistere, di sentire, di cercare di capire te stesso.
4. Fare piccoli atti di coraggio
Ogni volta che fai qualcosa che ti spaventa, anche se piccola, rinforzi la fiducia in te stesso. L’autostima si costruisce anche attraverso l’azione. Ogni “ce l’ho fatta” diventa un mattoncino nella ricostruzione del tuo valore.
5. Circondarsi di relazioni sane
Chi ti sta vicino? Le persone con cui trascorri il tuo tempo ti aiutano a crescere o ti svuotano? Impara a distinguere tra chi ti sostiene e chi ti mantiene nel dubbio su di te. Le relazioni non neutre ti modellano ogni giorno.
Un amore che nasce da dentro
L’autostima non è una destinazione, ma un cammino. Un cammino che inizia nel momento in cui smetti di chiederti “Cosa devo fare per piacere?” e inizi a chiederti “Cosa mi fa sentire bene davvero?”. Non si tratta di diventare perfetti, ma di riconoscere il proprio diritto di esistere senza dover dimostrare nulla.
Se senti che questo tema ti tocca da vicino, sappi che non sei solo. Molti adulti brillanti, sensibili, intelligenti portano dentro ferite invisibili. Ma anche le ferite più profonde possono trasformarsi in forza, se impari ad ascoltarle senza paura.
È possibile rinascere, anche se sei cresciuto sentendoti inadeguato. E ogni giorno in cui scegli di trattarti con più dolcezza è un giorno in cui stai guarendo. Non devi diventare qualcuno di diverso: devi solo imparare ad amarti come sei.