Che cos’è la codipendenza affettiva

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Dott.ssa in biologia e psicologia. Esperta in genetica del comportamento e neurobiologia. Scrittrice e founder di Psicoadvisor

codipendenza affettivaIl codipendente si fa martire perché non si sente autonomo, ne’ autosufficiente. La sua autorealizzazione dipende dal ritorno emotivo della persona amata.

Si sente spesso parlare di codipendenza, tuttavia molti non conoscono ancora il vero significato di questo termine. Chi è un codipendente e come si caratterizza in una relazione?

La codipendenza è generalmente definita come una condizione comportamentale subclinica, talvolta può essere episodica o situazionale. Cosa significa? Che se in una relazione un partner si comporta da codipendente, non è detto che impiegherà lo stesso modello comportamentale con altri partner!

Il termine codipendente non è diagnostico ma è descrittivo: descrive una dinamica relazionale ben nota. Per approfondirne il significato, cerchiamo di capire cos’è e quali sono le caratteristiche di tale modello disfunzionale.

Indice

Che cos’è la codipendenza?

È una condizione emotiva e comportamentale che influenza la capacità di un individuo di avere una relazione sana e reciprocamente soddisfacente. 

Le prime teorie sulla codipendenza risalgono al 1941 e si devono alla psicoanalista tedesca Karen Horney che parlava di “personalità Moving Toward” per descrivere quelle persone che “soccorrono” gli altri per districare i propri vissuti irrisolti. Di seguito ne analizzeremo le cause.

La codipendenza affettiva

Il concetto di “dipendenza” è ben radicato in psicologia mentre ci sono molti dibattiti quando si parla, nello specifico, di codipendenza affettiva. Per Timmen Cermak MD (autorevole psichiatra e teorico americano) la codipendenza dovrebbe essere annoverata tra i disturbi di personalità del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Cermak sostiene che quando gli specifici tratti di personalità diventano eccessivamente invalidanti determinano un disagio significativo che può compromettere non solo il rapporto di coppia ma l’intera qualità della vita dell’individuo. T. Cermak già nel 1986 pubblicò un’importante review descrivendo i sintomi e i criteri diagnostici per questa condizione.

Molti autori reputano la co-dipedenza una forma di dipendenza affettiva. Il disturbo di dipendenza di personalità, nei vari Manuali diagnostici, ha assunto diverse forme e la sua definizione è cambiata più volte.

Nel DSM-I la dipendenza era caratterizzata da impotenza, negazione di sé, indecisione ed era ritenuta una personalità di tipo passivo-aggressivo. Nel DSM-IV si parlava di un modello di comportamento sottomesso. La codipendenza è un modello di dipendenza affettiva più specifico in cui la persona che ne soffre di orienta verso partner affetti da gravi dipendenze o disturbi di personalità.

Chi è il codipendente?

Il codipendente è premuroso, altruista, fedele, pronto a porgere l’altra guancia ed è estremamente concentrato sui bisogni dell’altro. Per il codipendente l’approvazione che arriva dall’esterno è tutto perché egli, in primis, non riesce ad approvare se stesso.

L’approvazione degli altri ha più importanza del rispetto verso se stesso, ciò significa che riesce a tollerare umiliazioni, abbandoni e ritorni, tradimenti e condotte irrispettose di varia natura. Per queste caratteristiche, il codipendente tende a relazionarsi con individui del Cluster B (borderlinenarcisisti e antisociali).

Stando alla pubblicazione di T. Cermak, i criteri che descrivono il codipendente sono:

  • Assunzione di responsabilità per soddisfare le esigenze altrui (il co-dipendente antepone i bisogni dell’altro ai propri. Anzi, i codipendenti non riconoscono neanche i propri bisogni).
  • Ansia da separazione con eccessivo investimento di energie per prevenire rotture o abbandoni.
  • Tendenza a instaurare relazioni (di amicizia o intime) con individui con disturbi di personalità (borderline, narcisistica…), dipendenza patologica (da gioco d’azzardo, da sostanza o da shopping compulsivo) o, più raramente, disturbi di natura fisica.

T. Cermak propose l’inserimento della Codipendenza affettiva nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali del 1987 (DSM II) ma la commissione bocciò la sua richiesta. Il motivo? All’epoca il disturbo dipendente di personalità presente nel Manuale Diagnostico e includeva anche la definizione di codipendenza, ci sarebbe stata quindi una sovrapposizione di diagnosi.

Come si diventa codipendente?

Le codipendenza affettiva può essere “appresa” e quindi può essere “tramandata” da una generazione all’altra. Come può una condizione emotiva e comportamentale essere tramandata? Per rispondere al meglio possiamo riportare un caso clinico. L’esempio di Marta una paziente che attualmente è invischiata in una relazione d’amore turbolenta con un uomo che ha una dipendenza da sostanza. La mamma di Marta, a sua volta, aveva avuto un matrimonio turbolento con un uomo con grossi problemi di gioco d’azzardo.

Nelle esperienze di attaccamento e di relazione spesso si tramandano, da una generazione all’altra (attraverso lo stile genitoriale) le stesse manchevolezze, le stesse modalità di comportamento e dunque anche le stesse ferite.

La codipendenza non viene solo appresa ma può essere espressione di un forte disagio emotivo o di una storia conflittuale con la figura di riferimento.

Nelle storie familiari del codipendente si trova spesso la presenza di madri dominanti, al contrario, madri inadeguate o svilenti. Avere un compagno bisognoso fa sentire utili, il che permette al codipendente di tollerare le frustrazioni affettive e le insoddisfazioni frequenti nelle unioni problematiche.

Fattori come paura dell’abbandono e paura del rifiuto possono indurre a un eccessivo investimento emotivo nei rapporti di coppia: la relazione diventa l’unica ragione di vita e il fulcro intorno al quale ruota l’intera esistenza. Questo iper-investimento può coadiuvare la genesi di rapporti di codipendenza con partner bisognosi di sostegno, infantili e immaturi, che necessitano di accudimento, controllo e presenza costante.

La carenza di cure

In una famiglia disfunzionale, il bambino impara a sintonizzarsi con i bisogni dei genitori e non viceversa! Per il sano sviluppo emotivo di un bambino, la figura accudente dovrebbe riconoscere e soddisfare i bisogni della prole. Il codipendente ha dovuto presto imparare che nessuno avrebbe soddisfatto i suoi bisogni emotivi e che, al contrario, sarebbe stato lui a doversi accollare le necessità del genitore.

Un genitore dovrebbe prendersi cura di se stesso e dei suoi bambini. Anche un genitore che trascura fortemente i suoi bisogni (fisici ed emotivi) non ha un buon impatto sullo sviluppo emotivo della prole.

Codipendenza: come uscirne

Nel momento in cui si intende guarire dalla codipendenza, occorre smettere di voler aggiustare la relazione disfunzionale che si sta vivendo, quindi smettere di focalizzarsi sul partner e finalmente  riportare l’attenzione su di sé e sui propri processi interni.

Chi soffre di codipendenza ha le idee molto confuse su chi è e cosa vuole. Per guarire dalla codipendenza bisognerebbe partire da questa domanda: quali sono i miei reali bisogni? Un percorso di psicoterapia può essere molto utile.

Per uscirne in piena autonomia bisogna iniziare a lavorare su se stessi e sulla propria autostima. E’ la bassa autostima che induce a intrecciare relazioni non paritetiche e non gratificanti, tuttavia alla base di una bassa autostima possono esserci vissuti difficili che andrebbero analizzati con l’aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta.

Chi ha una bassa autostima sente il bisogno di essere guidato, non sentendosi capace di prendere decisioni, finisce con il legarsi e instaurare relazioni con persone prevaricatrici che, elargendo briciole, finiscono per assottigliare ulteriormente la già esile autostima.

Uscire da una codipendenza non è facile perché significa eseguire tra lavori distinti:

  • Consapevolezza dei propri vissuti interiori, individuazione dei modelli operativi in grado di auto-confermarsi attraverso aspettative e comportamenti, nonché modifica dei comportamenti dannosi.
  • Uscita e recupero da una relazione abusante (il codipendente stringe relazioni d’abuso) e, in molti casi, porre una soluzione al senso di paura e di vuoto lasciato dalla stessa relazione abusante.
  • Costruzione di una stabilità interiore, del proprio senso di autonomia e della sensazione di capacità e fiducia.

Il primo passo per  uscirne sta nella comprensione delle dinamiche di mantenimento. Come è chiaro, guarire dalla codipendenza è un processo complesso. In più, le cause della co-dipendenza sono generalmente radicate nell’infanzia e il suo trattamento (in molti approcci terapeutici) prevede l’esplorazione dei primi legami di accudimento.

Co-dipendenza e insicurezza sociale

E’ importante lavorare sulla propria autonomia ma è importante farlo in modo opportuno. A volte, l’individuo, nei suoi tentativi di uscire dalla co-dipendenza può passare da un eccesso all’altro diventando aggressivo, prepotente o inciampando in problemi di controllo passivo-aggressivo.

Passare da un eccesso all’altro non costituisce un vero recupero. Per questo motivo, l’aiuto fornito da gruppi di supporto non professionali come i “codipendenti anonimi” andrebbe sempre monitorato in modo più accurato. I gruppi di aiuto aiuto come i “codipendenti anonimi” possono essere molto utili ma dovrebbero essere “esplorati con attenzione”.

Quando si guarisce dalla codipendenza non si inizia a “mancare di rispetto al prossimo” ma si assume una mentalità autonoma e ci si sente autore della propria vita e delle proprie azioni piuttosto che in balia degli eventi esterni.

Molto difficile è guarire dalla co-dipendenza in simultanea di una rottura. Se hai chiuso una relazione abusante e stai meditando una vendetta, sappi che non sei sulla strada giusta!

I modelli irrisolti di codipendenza potrebbero causarti gravi problemi non solo in ambito sentimentale ma anche sociale. Chi ha problemi di codipendenza è più portato ad accettare lavori stressanti, relazioni di amicizia a senso unico e ha anche meno probabilità di ottenere promozioni o posti di lavoro gratificanti. Per alcune persone codipendenti l’insicurezza sociale può evolversi in un vero e proprio disturbo d’ansia come la fobia sociale.

Test per la co-dipendenza affettiva

Ti faccio notare che solo un professionista qualificato può aiutarti in modo efficace e individuare i sintomi di una co-dipendenza. Solo a livello descrittivo, ti propongo un test al quale puoi rispondere con “sì” o “no”.

  1. Ti capita di “incassare” e tacere per evitare litigi?
  2. Sei spesso preoccupato di cosa pensano gli altri di te?
  3. Hai una relazione con qualcuno che ha problemi di dipendenza?
  4. Sei in una relazione con qualcuno che ti sminuisce costantemente?
  5. L’opinione del tuo partner è più importante della tua?
  6. Ti senti rifiutato quando qualcuno di significativo trascorre del tempo con gli altri?
  7. Pensi che i tuoi amici approfittano della tua bontà?
  8. Hai difficoltà a dire “no” quando ti chiedono un favore?
  9. Ti senti spesso inadeguato?
  10. I bisogni degli altri sono più importanti dei tuoi?
  11. Hai bisogno di consultarti con persone significative prima di prendere decisioni?
  12. Investi molte energie per compiacere altre persone?
  13. Focalizzi la tua attenzione sui problemi del tuo partner?
  14. Hai difficoltà a chiedere ciò che vuoi?
  15. Pensi che tutto ciò che fai non è “abbastanza”?
  16. Le tue relazioni sono sbilanciate (dai tanto ricevendo poco…)?
  17. Tendi a minimizzare o negare i tuoi bisogni?
  18. Sei spesso confuso/a su ciò che provi?
  19. Quando sei in una relazione sentimentale tendi a tagliare fuori gli amici e trascurare il lavoro?
  20. Cerchi di interpretare i bisogni degli altri per capire cosa fare o dire?

Il test sulla co-dipendenza è stato realizzato da Psicoadvisor, è solo orientativo e non rappresenta uno strumento diagnostico ma solo un momento di auto-riflessione: più saranno numerosi i “sì” e più ti configurerai verso una co-dipendenza.

Codipendenza: borderline e narcisismo

Il codipendente tenderà a legare con persone disturbate, dal disturbo bipolare al disturbo narcisistico di personalità. L’abbinamento “codipendente – borderline” è altrettanto frequente. Nella relazione con il borderline, il codipendente assumerà il ruolo “del sano” o “del responsabile”, colui che comprende e cerca (con insuccesso) di portare stabilità nella coppia.

codipendenza affettiva

Nella relazione con un partner narcisista (ma anche nella relazione con il borderline) il codipendente diventa il pubblico attento e obbediente, l’ingrediente perfetto per soddisfare l’egocentrismo del narcisista e la fame emotiva del borderline.

Tra le interazioni reciprocamente interconnesse, nella coppia codipendenza – borderline (o codipendente e narcisista) vediamo che vi è da un lato un prepotente bisogno di sentirsi importante e speciale e dall’altro, il forte bisogno della persona codipendente di aiutare, fornire nutrimento e identificarsi nel suo ruolo accudente.

Differenza tra codipendenza e dipendenza affettiva

La differenza tra dipendenza affettiva e codipendenza è che nella prima si può scegliere un compagno che non ha particolari problemi, nella seconda, l’oggetto della dipendenza è una persona che sicuramente ha a sua volta ha dei problemi patologica o problemi di dipendenza. I codipendenti scelgono “soggetti bisognosi di cure”, perché sono convinti che questi ultimi abbiano bisogno di qualcuno che “li salvi”. A volte, se riescono nel loro ruolo di salvatori, la relazione finisce e cercano subito un altro da salvare perché non riescono a tenere relazioni con persone che non hanno bisogno di aiuto.

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